Hacktivism: differenze tra le versioni

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Genere o movimento artistico:

Hactivism

Personaggi o Gruppi:

0100101110101101.org 2600 Defacements Hacking Pages 2600 Hacker Quarterly AHA Adilkno Adriaansens Alex American Resurrection AndyLand.Net Art Another World Is Possible Area51 Arns Inke Asbesto Autistici Inventati Autonomedia Avana Backspace Bazzichelli Tatiana Becker Konrad Berardi "Bifo" Franco Berry Josephine Bey Hakim Boing Boing Bootlab Brand Stewart Brouwer Joke Bugs lab Bui Roberto Bureau of Inverse Technology Capisani Giampaolo - Ulisse Spinosi Carlini Franco Cattabriga Giovanni Chaos Computer Club Cirio Paolo Clarke Ian Coalition for a Democratic Pacifica Collettivo Acrataz Collettivo Resource One Commondreams.org Community Memory Project CopyDown Cracker Critical Art Ensemble Cryptokitchen Cryptome Cult of Dead Cow Cyber Rights Cybernet Dazieri Sandrone De Digitale Stadt De Waag Society Decoder Decoder BBS Democracy Now! Dery Mark Deseriis Marco Di Corinto Arturo Di Meo Luca Doctor Dobbs Journal Dominguez Ricardo Draper John T. "Captain Crunch" Dyne EFF Electronic Frontier Foundation Electrohippies Electronic Disturbance Theatre Etoy European Counter Network F. HackLab Federation of Random Action Felsenstein Lee Ferry Byte Forte Prenestino CSO FreakNet Free.The.Media! FreeThe.Net Freschi Anna Carola Fuller Matthew Galloway Alex Galluzzi Francesco Garcia David Garrin Paul Gomma Guglielmi Federico HMN HackLab Hack-Tic HackLab Asti HackLab Bologna HackLab Pisa HackLab Savona HackLab SpinHacker404 HackLab Underscore Torino HackLab Verona HackLab di Firenze Hackaserta Hackaserta 81100 Hacker Kulture Hacker art BBS Hacker art.org Hacklab Hackmeeting Hacktivismo Hacktung Harwood Graham Himanen Pekka Hoffman Abbott Holland Wau Homebrew Computer Club Hyde Adam Indymedia italia Info War InfoLiberation.Front InfoShop.org Infoxoa Institute of appliated autonomy InterActivist Network Irational.org Jaromil Denis Roio Jordan Tim Kix Klein Naomi Klima John Kluitenberg Eric Kovats Steven Kurtz Steven Kyuzz e Radio Cybernet LOA - HackLab Milano Lamer Xterminator BBS Leary Timothy Legion of Doom Linux Public Broadcasting Network Ljudmila Lobo Loompanics Lovink Geert Luc Pac Luddisti Ludovico Alessandro Luther Blissett Project Marano Giuseppe Mark Amerika Marshall Stephen Mattes Eva Mattes Franco Mazzoneschi Maurizio “Graffio” McCarty Diana McKenzie Wark Media Filter Mega Chip Metro Olografix Mezza Gianni “u.v.L.S.I.” Mikro Mitnick Kevin “Il condor” Mondo 2000 Morris Robert Tappan Natella Andrea Nautilus Neapolis HackLab Net Institute Netstrike.it Nettime (mailing list) Neural Nevrosi Paoletta Ngvision Nicolas Henninger Nodo 50 Open Source.org Pedrini Riccardo Pengo People's Computer Company Philopat Marco Pianeta Rosie Postaxion Mutante Processed World Public Netbase R.A.C.C.O.O.N. RTMark Radio Gap ReclaimThe.Net Rekombinant Reload Rete Lilliput Riemens Patrice Sabotage Sansavini Stefano Scelsi Raffaele “Raf Valvola” Schultz Pit Senza Confine BBS Serpica naro Sniggle.net - The idiosyntactix Culture Jammer's Encyclopedia Stevens James Stikker Marleen Strano network Syndicate Synusia Tactical Media Crew Tao Collective The Balkans Pages The Flying Desk The Hacktivist The Jargon File The Shadow The Temporary Museum The Thing Amsterdam The Well The thing.it Third World Newsreel Tozzi Tommaso Transnational Hackmeeting Ubermorgen V2 Van der Cruijsen Walter Velena Helena Video Activist Network Virtual Town TV Vuoto a Perdere WBAI.Radio WBIX.org Wernery Stephen Whitfield Diffie Women In Black World War 3 Report Wu Ming Xs4All Xs2web Yes men ZK Zanini Adelino Zero BBS Zeus News

Luogo:

Storia:

Poetica:

HACKTIVISM

Il termine "Hacktivism‿ deriva dall'unione di due parole: Hacking e Activism. L'Hacking e' un modo di accostarsi alle macchine informatiche per migliorarne il funzionamento e la condivisione del sapere. Activism, indica le modalità dell’organizzazione e della propaganda politica e in particolare indica le forme dell’azione diretta. Hacktivisti sono gli hacker del software e gli ecologisti col computer, sono artisti e attivisti digitali, ricercatori, accademici e militanti politici, guastatori mediatici e pacifisti telematici. Per gli hacktivisti i computer e le reti sono strumenti di cambiamento sociale e terreno di conflitto. Hacktivism e' l'azione diretta sulla rete. Hacktivism e' il modo in cui gli attivisti del computer costruiscono i mondi dove vogliono vivere. Liberi.Nell’agire hanno sempre avuto e continuato ad avere come obiettivo primario un impegno attivo e consapevole per migliorare qualcosa nel mondo attraverso l’uso del computer.

I valori di riferimento dell’hacktivism sono:

-l’uguaglianza

-la libertà

-la cooperazione

-la fratellanza

-il rispetto

-la lealtà

-la pace


"Ognuno ha il diritto di venire a contatto con altre informazioni liberamente senza alcuna interferenza…" Questo è il primo fondamentale punto con cui si apre la dichiarazione dell’Hacktivism , movimento nato con l’intento di mettere in contatto il mondo attraverso l’uso della tecnologia. Una vera e propria forma di rivoluzione tecnologica per dar voce a tutti quei silenzi che per anni sono stati soffocati dal peso dell’ingiustizia. Se prima l’uso di internet era prevalentemente mirato alla creazione di e-mail e news letters, oggi nell’era di una guerra civile non dichiarata, assistiamo e siamo partecipi di una forma di disobbedienza civile applicata all’universo informatico. Negli ultimi quattro anni il movimento haker canadese, Cult of dead Cow , ha discusso sull’hacktivism definendolo come "uso della tecnologia mirato alla difesa dei diritti umani attraverso il medium elettronico". Dal loro punto di vista è considerato una forza positiva ogni atto creativo e come negativa ogni atto che vada nella direzione opposta. L’hacktivism deve promuovere la libera circolazione delle idee e ostacolare ogni provvedimento di minaccia in questo senso; qualunque tentativo di impedire la libera circolazione delle idee deve essere visto come un atto di censura. "Una numerosa massa di persone nella rete conta meno di una numerosa massa di persone che scendono in piazza. Dobbiamo cominciare a pensare in termini di "osservanza ad alcuni principi" e di "tecnologie dirompenti" se davvero vogliamo che le nostre azioni sul web siano concrete ed effettive. Dobbiamo dotarci di un’etica e di tecnologia". Nell’ Hacktivism si fondono l’evoluzione in senso tecnologico del militante tradizionale e la politicizzazione dell’ hacker. Questo processo di trasformazione ha naturalmente posto i due soggetti fianco a fianco di fronte ad obiettivi comuni anche se diversi sono i metodi di azione. Col termine hacker si intende infatti una profonda conoscenza della macchina informatica unita alla capacità di modificarla. La caratteristica che più sovente viene loro rivolta è che abbiano utilizzato la loro cultura libertaria, unita alle conoscenze tecnologiche, per violare i sistemi informatici altrui. Gli hackers reagiscono dicendo che quella tecnologia, nata dalle loro mani, è poi passata ad altre mani, cambiando di significato e diventando subalterna ad altre finalità. Da meraviglioso strumento volto all’arricchimento delle nostre vite, si è in parte trasformato per controllare ed irreggimentare la vita sociale. Mentre negli anni 60 il concetto di "proprietà" e "privacy" non era ancora stato esteso alla dimensione del cyberspace, all’inizio degli anni 90, i padroni dell’economia informatica hanno cominciato a fare del Web l’infinita estensione dell’ economia reale. Così molta della deontologia hackers ha dovuto cominciare ad affrontare una serie di novità che metteva gran parte del suo operato fuori legge. Per questo la parola hacker, nel senso comune, si è cominciata a percepire come relativa ad una pratica criminale. Tuttavia da qualche tempo si iniziano a distinguere gli hackers dai "crackers" ovvero coloro che penetrano i sistemi informatici con propositi criminali. Detto questo l’hacktivism risulta essere l’abilità dell’hacker nella forma della disobbedienza elettronica. Le forme e gli obiettivi della protesta, cambiano costantemente. Lo scopo dell’Hacktivism non è l’azione in se stessa, quanto l’effettiva utilità allo scopo che ci si è posti.

Per ulteriori approfondimenti vedi il libro "Hacktivism. La libertà nella rete" di Tommaso Tozzi e Arturo Di Corinto, Manifesto Libri, 2002.


La parola Hacktivism è un neologismo derivato dalla fusione di termini come Hacker ed Hacking (situazione in cui si fa uso di estro ed immaginazione nella ricerca delle conoscenze) con Activism (movimento di azione, lotta e trasformazione continua mirato al miglioramento della società). In questo senso, per Hacktivism dobbiamo intendere un uso creativo del computer, praticato in modo non convenzionale, finalizzato al miglioramento di qualcosa di utile per il mondo con implicazioni sociali, politiche o culturali. Se si esce dai laboratori del MIT di Boston dove è nata l’etica hacker e ci si occupa del lavoro fatto da attivisti dei movimenti sociali, si ha notizia già nel 1969 di un uso antagonista del computer da parte di un collettivo per appoggiare le proteste contro la guerra nel Vietnam. Dall’avvento del web le pratiche di hacktivism sono decollate sia nell’area dell’arte che in quella dei movimenti sociali. In particolar modo per questi ultimi decisivo è stato l’esempio di come l’EZLN dal 1994 abbia utilizzato le reti telematiche per far appoggiare, divulgare e far conoscere le lotte zapatiste nel Chiapas. Il termine hacktivism, che in realtà ha negli Usa un senso diverso da quello "antagonistico" con cui si identifica parte dell'hacktivism europeo, viene usato per indicare coloro che cercano di migliorare il mondo "dal basso", all'interno dei movimenti sociali, nei collettivi politici, nell'underground artistico, ecc.. Una definizione questa, che descrive un implicito agire sociale, politico o culturale, o entrambe le cose.


Opere:

Correlazioni:

Bibliografia:

Webliografia: