Scritti di Wu Ming
==Autore== Wu Ming ==Titolo== Scritti sul Copyright ==Anno== 2002
Descrizione
Intervista sulla proprietà intellettuale, giugno 2002 rilasciata ad AIB News, bollettino dell'Associazione Italiana Biblioteche "Dall'altra parte della barricata c'è tutto quello contro cui la sinistra, in tutte le sue sfumature, si è battuta fin dall'Illuminismo: la rendita nobiliare, la 'manomorta' aristocratica, lo sfruttamento dei risultati del lavoro da parte di ceti abbienti parassitari. Ma, come dicevamo, si tratta di ceti e interessi obsoleti: anche alla luce di come funziona l'odierna produzione di ricchezza, il copyright è ormai uno strumento superato, un rottame ideologico la cui esistenza castra l'inventività, limita lo sviluppo del 'capitale cognitivo'..."
Homo Fabulans - di Wu Ming 2 & Wu Ming 4 da L'Unità di mercoledì 18 settembre 2002, sezione "Orizzonti" "...le storie hanno bisogno di circolare e di replicarsi con tutti i mezzi possibili. Qualsiasi provvedimento cerchi di limitarle sotto questo aspetto è un attentato contro l'evoluzione della cultura e quindi, poiché le comunità e gli individui hanno, a loro volta, bisogno di storie, si tratta di un vero e proprio crimine contro l'umanità. Queste implicazioni sono estreme soltanto in apparenza. Tutto sommato, l'idea di proprietà privata intellettuale appartiene a un periodo assolutamente breve e recente della storia e ogni giorno che passa appare sempre più come il tentativo di vincolare e ridurre una delle attività umane più naturali, collettive e irrinunciabili: raccontare il mondo attraverso le storie."
Il diritto all'eccedenza - di Wu Ming 3 & Wu Ming 2 da L'Unità di mercoledì 25 settembre 2002, sezione "Orizzonti" "...l'eccedenza che è propria delle storie viene contrastata, insieme alla dimensione gratuita e orizzontale dentro cui la conoscenza si sviluppa, e con essa la comunità che la produce, in un reticolo di comunicazione, narrazioni, formazione dal basso di saperi e tecniche. Il serbatoio potenzialmente inesauribile dei saperi e della cooperazione va essiccato, reso scarso, e successivamente colonizzato, messo al lavoro, a profitto. 'Se non c'è rendita, non c'è innovazione', dice Schumpeter, l'inventore della 'distruzione creativa' che regola il capitalismo e il mercato. La rendita, eccola l'ossessione paranoica e monopolista, il dogma che presiede l'inflessibile dittatura del pensiero unico nazional-liberista. E' grazie a questo dogma che gli stessi concetti di proprietà intellettuale, o di copyright, possono esistere."
Copyright e maremoto - di Wu Ming 1 da /Giap/#5 IIIa serie - Per non essere travolti dall'onda - 10 ottobre 2002 "...Se fosse esistita la proprietà intellettuale, l'umanità non avrebbe conosciuto l'epopea di Gilgamesh, il Mahabharata e il Ramayana, l'Iliade e l'Odissea, il Popol Vuh, la Bibbia e il Corano, le leggende del Graal e del ciclo arturiano, l'Orlando Innamorato e l'Orlando Furioso, Gargantua e Pantagruel, tutti felicissimi esiti di un esteso processo di commistione e ricombinazione, riscrittura e trasformazione, insomma di 'plagio'...."
No copyright: Tutti a bordo della bookmobile - di Wu Ming 2 da L'Unità del 30 dicembre 2002, sezione "Orizzonti" "Se un cantante può campare di rendita tutta la vita, grazie ai diritti d'autore di una canzone scritta quando aveva vent'anni, che stimolo può avere a incidere ancora buone canzoni? A che pro, poi, estendere il diritto oltre la morte, così che ne beneficino figli e nipoti, gente che con la creatività del progenitore non ha nulla a che spartire? Infine, come giustificare una disposizione retroattiva, che tornerebbe a colpire opere già entrate nel pubblico dominio?"
La fine dell'industria discografica - di Wu Ming 1 da L'Unità del 6 febbraio 2003, sezione "Orizzonti", pubblicato col titolo "Il divertimento blindato". "Prive di memoria storica (e di senso del ridicolo), le major si muovono su tre diversi piani: quello dell'espediente tecnologico, quello dei balzelli e quello dell'azione poliziesca e giudiziaria. Ciò non fa che alzare la tensione e accrescere il desiderio di vendetta dei consumatori, che ormai agiscono seguendo nuove coordinate antropologiche, quindi intepretano le controffensive dell'industria come veri e propri attacchi alla loro cultura."
No Copyright: le case editrici hanno tutto da guadagnarci - di Wu Ming 2 da Giap#2 IVa serie - Lo spazio europeo - 13 febbraio 2003 e da L'Unità del 20 febbraio 2003, sezione "Orizzonti" "Questi esempi dimostrano che ci sono alternative praticabili per salvaguardare i diritti degli utenti, sfruttare al meglio le potenzialità della Rete e avere bilanci in attivo. Molte delle grandi multinazionali dell'intrattenimento sono cadute nella trappola repressiva e stanno pagando le conseguenze di una lotta impari contro la società intera. Altre possono seguirle sulla stessa strada oppure scoprire che, oltre i pregiudizi, può sopravvivere un profitto più "etico", più responsabile, ma non per questo meno soddisfacenti." [segue nota di Wu Ming 5 sul no-copyright come vittoria del punk]
Il Copyleft spiegato ai bambini - di Wu Ming 1 Tratto dall'inserto Booklet del Mucchio selvaggio n. 526, 25 marzo 2003 " Quando il copyright fu introdotto, tre secoli fa, non esisteva alcuna possibilità di 'copia privata' o di 'riproduzione non a fini di lucro', perché solo un editore concorrente aveva accesso ai macchinari tipografici. Tutti gli altri potevano solo mettersi l'anima in pace e, se non potevano comprarseli, semplicemente rinunciare ai libri. Il copyright non era percepito come anti-sociale, era l'arma di un imprenditore contro un altro, non di un imprenditore contro il pubblico. Oggi la situazione è drasticamente cambiata, il pubblico non è più obbligato a mettersi l'anima in pace, ha accesso ai macchinari (computer, fotocopiatrici etc.) e il copyright è un'arma che spara nel mucchio."
Intervista a Wu Ming 2 sul copyright Dal canale "Sapere e libri" di www.virgilio.it, 3 aprile 2003 "Il risultato del file sharing è che si ascolta più musica: dove sta la minaccia? Io ci vedo solo un'opportunità. L'importante sarebbe saperla cogliere. Ad esempio: svincolarsi dal supporto CD, pensare siti di qualità, che diano informazioni, orientamento e permettano di scaricare album a prezzi ragionevoli. Invece, la ricetta è sempre quella: CD che non si possono copiare sul computer (e violano un diritto dell'acquirente), minacce ai provider, software che impediscono la masterizzazione, normative europee come la EUCD, da poco recepita dal governo italiano, potenzialmente letali per la trasmissione dei saperi... In una parola: repressione."
Intervista a WM1 su editoria e diritto d'autore Letture, 25 febbraio 2004 "Poi, ovviamente, parlerei di Marx. Tant'è che in America la teoria sul copyleft e sulle licenze creative commons viene chiamata 'Marxism-Lessigism' (Marx + il net-giurista Lawrence Lessig). Quando Marx scriveva che nel comunismo tutti possono essere artisti, mi viene in mente questa inebriante nuova cultura del DIY iniziato col punk e l'hip-hop, del cut'n'mix, del campionamento, della grande ricombinazione, la musica fatta anche da non-musicisti, l'idea che diede il nome alla 'house music' etc. Tutti fenomeni che non avrebbero preso piede senza quella che l'industria dell'entertainment definisce 'pirateria' e basta."