Teoria della Gestalt
Argomento:
Teoria della Gestalt
Descrizione:
La Gestalt (dal verbo tedesco gestalten, "mettere in forma, dare una struttura significante") è una corrente di pensiero nata in Germania tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, che cerca di comprendere le leggi o principi con cui strutturiamo le nostre percezioni, così la figura organizzata, significativa, diventava l’unità di misura della percezione e ad essa la ricerca doveva essere indirizzata. Max Wertheimer fu uno dei maggiori fondatori della psicologia moderna e pioniere della psicologia gestaltistica insieme a Wolfgang Köhler e Kurt Koffka, suoi assistenti presso l'Università di Francoforte, dove iniziò ad interessarsi alla percezione, studiando l'effetto di immagini in movimento generate da uno stroboscopio.
Grazie a questi studi, nel 1912, teorizzo il fenomeno Phi (percezione illusoria) in base al quale i singoli stimoli vengono integrati, nel soggetto, in una forma dotata di continuità; ovvero se ci troviamo di fronte ad un immagine in cui viene raffigurata una successione di sfere identiche, ci daranno l'illusione che una sfera si stia muovendo. Wertheimer intuì che il nostro organismo percepisce le configurazioni unitarie e non gli stimoli elementari; quindi l’insieme significativo è lo stimolo stesso. Negli anni '30 fuggì dal nazismo e si rifugiò prima in Cecoslovacchia poi a New York, dove insegnò alla New School for Social Research fino al 1943; in quegli anni scrisse un libro che influenzò molti scienziati americani, contribuendo alla diffusione della psicologia gestaltistica negli USA. Secondo la psicologia della Gestalt non è corretto dividere l'esperienza umana nelle sue componenti elementari, infatti il suo pensiero fondante è: “l'insieme è più della somma delle sue parti”; quello che noi siamo e sentiamo, il nostro stesso comportamento, sono il risultato di una complessa organizzazione che guida anche i nostri processi di pensiero. Per comprendere il mondo circostante si tende a identificarvi forme secondo schemi scelti per imitazione, apprendimento, condivisione e attraverso simili processi si organizzano sia la percezione che il pensiero e la sensazione; ciò avviene di solito del tutto inconsapevolmente.
Uno dei principali interrogativi per gli studiosi di questa corrente, si basava sul comprendere come degli elementi, slegati tra loro, vengano percepiti come forme concluse o complete, anche se ciò che realmente vediamo o sentiamo è solo una parte di questi interi. Possiamo fare l'esempio di tre punti vicini tra loro che, se idealmente uniti, restituiscono al nostro occhio l'immagine di un triangolo; oppure una porzione d'immagine in un riquadro: il nostro occhio tenderà ad immaginare la porzione mancante. Un altro punto d'interesse fu capire come mai uno stesso segno assume un diverso significato e viene percepito come elemento in primo o secondo piano in base alla priorità che noi diamo alle linee di contorno: un chiaro esempio ce lo fornisce una delle figure gestaltiche classiche, raffigurante due profili o un vaso.
Questo concetto è strettamente collegato a ciò che un buon web designer dovrebbe sempre tener presente al momento della progettazione di una home page. Quando un utente approda per la prima volta su un sito ciò che conta di più è il colpo d'occhio, quindi l'immagine che gli si presenterà di fronte dovrà essere talmente ben organizzata da comunicare con elementi più semplici possibile il maggior numero di informazioni. Le regole basilari per far questo le ritroviamo nei principi della Gestalt.
Webliografia:
http://www.gestalt.it/italiano/cosage/get-i.php
http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=gestaltpsicologia.html
http://www.ilportaledelladanza.com/speciali/psike/gestalt.htm
http://www.psicocitta.it/psicologia-psicoterapia/gestalt-terapia-gestaltica.php