Interview with Stephen Marshall
Autore: Stephen Marschall
Tratto da: http://laudanum.net/geert/files/1071966310/
Titolo Originale: Interview with Stephen Marshall Guerrilla News Network’s Digital Documentaries (by Geert Lovink)
Traduzione di: Andrea Ferracani
Anno: 2003
Intervista con Stephen Marschall. I Documentari digitali del Network di Notizie Guerriglia (di Geert Lovink)
I video politici del Network di Notizie Guerriglia rappresentano una sfida, in termini di contenuto, estetica e distribuzione. Profondamente ibrido, GNN valica limiti in modo così facile e professionale che sembra quasi di essere approdati in un futuro di mezzi di comunicazione perfetto, tattico. E' su GNN che Trance incontra Chomsky. Senza lasciar da parte la tradizione del video di documentazione politica ed il giornalismo investigativo, è qualità unica di GNN incorniciare la ripresa classica in un formato di televisione innovatore. Redatti come febbrili videoclips i lavori sono graficamente pensati come prodotti artistici interattivi e distribuiti simultaneamente su VHS, DVD, come segnale televisivo e, last but not least come streaming video per il web. Infatti il sito web è il centrotavola dell'operazione di GNN e lavora non solo come un portale video ma serve anche da piattaforma per NewsWires scritte quotidianamente. I soggetti di GNN vanno dall'ambiente, alla guerra fino al Terrore e l'intelligenza. Il mio preferito è S-11 Redux, un video capolavoro graffiante che blocca la ripresa delle notizie americane, una decostruzione piacevole dell'isteria della fine del 2001, che condusse all'invasione dell'Aghanistan.
Lo scrittore canadese e direttore video Stephen Marshall è stato coinvolto nella rivoluzione del desktop video e della handy-cam dal 1995 quando lanciò Channel Zero, una rivista di video underground, che ebbe ampia distribuzione in negozi come HMV, Tower e Virgin. Dopo il fallimento di Channel Zero, Stephen lavorò come DJ a New York ed a Toronto. All'inizio del 2000 si è unito con Josh Shore di MTV ed insieme hanno creato GNN. In concomitanza del boom di società dotcom il Network di Notizie Guerriglia è stato lanciato come un luogo multimediale bollente e ricco di contenuti. Dopo aver prodotto due video, uno sul commercio di diamanti in Sierra Leone ed uno su implicazioni della CIA nel traffico di droga, GNN ha incorporato un'altra sperimentazione web di alt-news ed ha attratto alcuni altri professionisti. Ho incontrato Stephen Marshall all'eccitante Version New Media Festival di Chicago nel marzo 2003 , e lì abbiamo deciso di tenerci al corrente dei nostri rispettivi movimenti. Proprio a causa della sfumatura politica di GNN ho tolto dall'intervista la parte relativa alle tecnologie di videocamera portatile e all'estetica del video digitale. Tutto il resto si può vedere e giudicare da soli: http: //www.gnn.tv/.
GL: potrebbe dirci qualcosa della sua tecnica di redazione? Lei sembra redigere al ritmo di musica, è il sentimento che lei cattura, ma forse il contenuto non è sempre pronto a seguire quella logica. Come risolve questa tensione?
SM: è importante sapere che, oltre a essere un direttore video, sono anche un DJ di progressive trance. E sono stato sempre profondamente interessato all'alchimia del suono e del live editing di battiti che ci sono nella cultura clubland di Djing. E cosí quando taglio dei video, è realmente appena un'estensione di quel processo. Le immagini sono solo un altro strato di significato ma nonnecessariamente quello più importante.
Penso che nessuno che sia seriamente interessato alla creazione di mezzi di comunicazione transformativi - e con questo voglio dire media che hanno come scopo precipuo la subcosciente evoluzione del pubblico - (deve sapere che) lo studio della percezione umana è critico. Non si può tentare semplicemente di produrre mezzi sociopolitici di comunicazione pertinenti ed ignorare i canali di ricettività che sono innati al proprio pubblico. E noi sappiamo, in questo senso, che il suono precede l'immagine. Gli esseri umani sentono prima di vedere. Prima che ci fosse la luce, c'era ‘il suono’. Sa? Questo è fondamentale. E ciò che ho imparato da Djing è che c'è una schiera intera di reazioni e di risposte che possono essere stimolate nelle persone attraverso mirate architetture di frequenze sonore. Almeno nel modo in cui muovono i loro corpi. E dunque molto dell'arte di Djing sta nel costruire una narrazione con la musica, una musica inclusiva e d'impatto a tal punto che le persone non lasciano mai la sala da ballo.
Nell'applicare questo concetto a GNN, la mia intenzione è stata costantemente quella di unire gli elementi subliminali della cultura della musica elettronica all'evidente e tradizionalmente poco proficua trasmissione di dati sociopolitici. E non solo a causa dei miei propri feticci artistici. C'è stata una caduta così grande nella pertinenza e nella popolarità del genere documentario e tutta la programmazione delle notizie ad esso relative, veramente allarmante. Se i giovani non sono impegnati nella raccolta e nel commercio di dati che informa direttamente la loro percezione della società, il potenziale per un ampio rovesciamento tattico del sistema è minacciato. E se i produttori di contenuti di attivismo non sono disposti a usare tutti i mezzi a loro disposizione per gareggiare con lo spettacolo della trasmissione principale, allora non sono seri quando dicono di voler costruire un movimento che lo faccia tacere. Così, nel mio approccio alla redazione e nel progetto del GNN NewsVideos, il centro d'interesse primario è sempre sulla costruzione di mezzi di comunicazione sinergici guidati da una narrazione musicale. Perché è a questo che risponde la generazione più giovane. La Nike lo sa. La Coca-Cola lo sa. E non dovremmo ignorare il tempo da loro speso e le ricerche condotte nel tentativo di attrarre e conformare l'attenzione della gioventù attraverso le loro campagne pubblicitarie.
In molti casi ho lasciato che la musica guidasse il processo di redazione e lo ho conformato ad essa.
Questo perché l’idea originale per i GNN NewsVideos era che rappresentassero una forma nuova e avanzata di video musicale. Film politici che furono segnati dall'ambiente pre-prodotto o da tracce guidate. Dunque fin dall'inizio, sapevamo che ci sarebbe stata tensione perché noi non saremmo stati lì solamente a tagliare video e ricucire dopo il fatto. La redazione sarebbe stata fatta per la traccia stessa. Dunque spendevo molto tempo per cercare tracce che evocassero la frequenza del messaggio inerente il video che producevamo. E poi lascio che la musica guidi i miei tagli, le mie tecniche di design e la disposizione del contenuto.
Lasci che le dia un esempio.
Il primo video che ho realizzato per GNN fu Il Gioco più Pericoloso. Avevo ottenuto l'intervista principale un mese prima e decisi di voler procedere con un semplice design a schermo diviso che incorporasse lampi di testo bianco centrato tra i due schermi, sul fondo della cornice. Per creare un effetto ipnotico. Ed avevamo fatto un accordo con Mitchel Akiyama, un produttore di Montreal, per usare una delle sue tracce, ma quando ho iniziato ad ascoltare la sua musica, era così ipnotica e bella che ha iniziato a informare il modo in cui mi stavo avvicinando alla narrazione. La canzone è diventata primaria e mi sono ritrovato letteralmente a tagliare il documentario in base alla musica. Lei può immaginare quanto possa essere strano e retrivo ma mi sono sentito totalmente obbligato a mantenere l'integrità della sua composizione e ho avvolto la parola parlata ed il testo attorno alla traccia stessa. Così quando le persone guardavano Il Gioco più Pericoloso, la prima cosa che dicevano era sempre: ‘la musica è perfetta per questo video’ oppure ‘non posso credere come si sposa bene con questa musica’.
Ovviamente questo non era destinato ad essere un approccio sostenibile per la realizzazione dei NewsVideos. E così da allora ho sviluppato rapporti con i DJ che prendono MP3-clips dei vari speakers e creano poi dei cappi che posso lasciare dietro di loro, specificamente prodotti per rispecchiare l'impronta vocale di quella persona ed il tempo del loro discorso. Nel caso di Conseguenze, effettivamente abbiamo lavorato in linea diretta con Paris che ci ha dato le tracce individuali per ogni segmento ed è venuto poi in studio per assicurarsi che le velocità ed i tempi fossero tutti ben sincronizzati. Dunque è un processo che si evolve.
GL: può dirci qualcosa dello sfondo della grafica di informazioni che lei usa? Chi è la sua fonte principale di ispirazione? È nell'arte video o nel film documentario o piuttosto qualcosa dal mondo dei computers?
SM: la mia primo e più decisiva esperienza dell'ambito tipografico e del design testuale come forma artistica pura, fu Il Libro Cuscino di Peter Greenaway. Quel film, ed il suo approccio alla composizione cinematografica del testo, i caratteri specificatamente mandarini, era così bello che ha ispirato realmente ed informato la maggior parte del lavoro che ho fatto dal 1997. Ha aggiunto appena uno strato extra di informazioni e, in molte maniere, era un'evoluzione successiva del progetto che Tomato aveva fatto per tutti gli Underworld Videos da Dubnobassinmyheadman, che erano anch'essi enormemente ispiratori, nonostante poco in maniera pratica. Più per il loro amore ovvio per il ‘type’ e la sua ricontestualizzazione nell'elettronica guidata del trax seminale di Underworld.
In tutto il lavoro di GNN, l'enfasi primaria è sulla disseminazione funzionale dell'informazione. Si può muovere velocemente, e richiedere molteplici punti di vista, ma l'impeto della conclusione trasmette utili dati sociopolitici. Cosí, sotto questo aspetto, molto sono stato anche influenzato dall'approccio di template dei vari canali di cavo di 24 ore. Il modo in cui usano le loro piccole telescriventi di notizie e la grafica di movimento flame-enriched per scavare in profondità nell'inconscio collettivo delle masse spettatrici è una cosa a suo modo assai sperimentale.
Quando dirigevo Channel Zero, fui realmente portato alla CNN dal suo Presidente e Direttore Generale esattamente prima che fossero succeduti da Time Warner nel 1997. Questi ha voluto che li aiutassi a riprogettare il network e potenzialmente creare un canale di informazioni indirizzato ai giovani. Ho sfruttato l'opportunità per spingere i nostri designers a sviluppare una serie di modelli di progetto per il network. Questi erano tutti basati sull'uso di una nuova palette di colori e designs di sfondo come collocare i conduttori del telegiornale in contenitori più piccoli riservando più spazio per il testo. Inoltre abbiamo speso molto tempo per concepire modi che riuscissero a rendere le informazioni presentate più viscerali, così ce ne siamo usciti con designs caratterizzanti parole chiave che pulsassero attraverso lo schermo ogni volta che venivano pronunciate dai commentatori.
In questi giorni prendo la maggior parte delle mie idee dalle riviste e dalle guide di design online. C'è una tale potente rinascita nel regno del design ma è così raramente sfruttata per favorire qualunque scopo politico o sociale. Così è effettivamente abbastanza facile guardare a cosa i bambini fanno con Flash e con Photoshop e solo giocarci entro il contesto politico dei video che produciamo.
GL: lei potrebbe, in teoria, produrre tutti i suoi clips con una macchina fotografica digitale ed un PC o Mac con i software di editing video o deve andare ancora in uno studio? Dove saremo tra pochi anni, in termini di mezzi di comunicazione tattici?
SM: Tutto ciò che faccio può essere prodotto interamente con un computer portatile ed un cavo firewire. Certo, i progetti più grandi dipendono realmente dallo spazio di trasmissione, ma con trasmissioni 3 x 60 gig, lei può tagliare fondamentalmente un lungometraggio. L'elemento cruciale successivo è il software, certo, e poi realmente abbiamo soltanto bisogno di un buon editore di desktop come Final Cut Pro come pure di tools fondamentali per il design come Photoshop o After Effects.
I mezzi di comunicazione tattici sono diventati portabili al 100% . Ricordo che quando tagliavo Conseguenze, dovevo fare una serie di discorsi sugli Stati Uniti e così ho portato il video sulla strada con me. Era un enorme progetto di design con alcune parti che si estendevano su 16 strati di video. Su un volo per Chicago stavo effettivamente facendo il design di questa sequenza relativa al fallimento dell'esercito nell'intercettare i dirottatori dell'11 settembre. Avevo ritagliato delle immagini degli aerei reali e stavo creando un'animazione dell'attacco al Pentagono, probabilmente una delle sequenze più complicate che abbia mai eseguito. Non me ne ero accorto, ma si era formato un gruppo di passeggeri tutti seduti dietro di me per vedere ciò che stavo tagliando. E uno di loro si fece avanti e mi chiese se stessi giocando ad un videogame. Risi perchè anche se per molte persone questo è un processo relativamente complicato, per me è diventato l'equivalente di passare il tempo con un Gameboy.
Ero in Iraq. E prima che partissimo, siamo stato avvertiti da alcuni giornalisti di non portare troppa apparecchiatura perché probabilmente sarebbe stata rubata nel tragitto dal confine giordano. Dunque abbiamo portato appena le macchine fotografiche e le nostre giacche e lasciato i computers portatili. Ma una volta arrivati, ho realizzato che sarebbe stato bello. Non c'era nessuno pericolo reale di essere derubati e potrei avere prodotto il video della situazione a Baghdad dalla mia piccola camera d'albergo, e caricare sul sito tramite il net cafè in fondo alle scale. Così è tutto qui ora, da una prospettiva di mezzi di comunicazione tattica. Ciò su cui abbiamo bisogno di concentrarci è lo sviluppo dell'infrastruttura che disseminerà questi clips. Abbiamo bisogno di pensare in termini di una nostra propria impresa di trasmissione in modo che non sia una cultura singolare, atomistica.
GL: alcune delle persone con cui ho parlato sono critiche rispetto al suo approccio populista. Vedono anche la sua affiliazione con la teoria della cospirazione come un sintomo di populismo dei mezzi di comunicazione di sinistra. Come risponde a tali osservazioni? Dove il giornalismo investigativo si ferma e comincia la cospirazione? Lei vede tale critica come una forma d’invidia verso il fatto che GNN così con successo riunisce l'estetica popolare col contenuto critico?
SM: è interessante che lei dica ‘populista’. Ero giusto con Naomi Klein e parlavamo delle differenze tra le società di radiodiffusione americane ed europee. Io le dicevo che dopo essere stato in Iraq ed aver molto seguito la BBC, ero rimasto abbastanza impressionato da alcune delle coperture della guerra. E, specificamente, di una serie che avevano girato sfidando le virtù del capitalismo. Ma lei era niente affatto impressionata. E osservò che sebbene la BBC ha più vigore intellettuale ed è in grado di trovare un pubblico per una programmazione che sfida pubblicamente la fondazione del loro sistema economico, c'è un elitarismo radicato che pervade la loro copertura. Un esempio che ha usato era che la BBC usa sempre la parola ‘populista’ per descrivere movimenti rivoluzionari o d'insorgenza in paesi come Bolivia o Venezuela. Come per dare l'impressione che siano il prodotto di un qualche isterismo di massa irrazionale. Invece di una reazione profondamente intrinseca ed istintiva a una base sociopolitica di potere consolidato che ha, al suo centro, meccanismi di difesa militarizzata. E ripensando alla copertura delle proteste recenti in Bolivia, ho capito quanto fosse stata calzante la sua osservazione.
Come la BBC, o qualunque gruppo sociale organizzato, la cosiddetta Sinistra ha il suo proprio centro elitario consolidato. Ed uno delle loro caratteristiche fondanti è il rifiuto totale di qualunque decostruzione giudicata ‘segreta’. Da Noam Chomsky a Chip Berlet, negano semplicemente, ed in molti casi, ridicolizzano quelli che tentano di mettere insieme faccette disparate di una immagine più grande per capire come il potere opera attraverso i canali segreti al fine di conseguire le sue direttive primarie. Credo che questa sia una delle colpe primarie dell'elite di Sinistra. Ed una delle maggiori cause della crescente minor presa sulle generazioni più giovani. Perché rifiutano di allargare l'orizzonte della loro ricerca intellettuale. Per loro non hanno alcun valore tangibile le teorie che esulano dalla critica istituzionale.
Ma in che genere di mondo vivremmo se Aristotele non avesse meditato sulla natura delle sfere celesti o se Newton non avesse scoperto le leggi di gravità... o Einstein la teoria della relatività? O, meglio, se Woodward e Bernstein non avessero percorso a ritroso il sentiero fangoso per rilevare lo scandalo del Watergate? Tutte queste persone hanno costruito i loro destini, in un punto o nell'altro, senza dati reali su cui poggiarsi. Loro tutti ad un certo momento hanno dovuto porre dei postulati ed invece di escludere la società dall'impegno critico di catalizzare un rovesciamento del paradigma strutturale, queste ‘teorie’ hanno creato interamente costrutti nuovi attraverso i quali la società possa percepirsi.
C'è sicuramente un luogo, in tutti i modi di ricerca e di critica, per questo tipo di avventurismo scientifico... è come passiamo da un posto ad un altro. Per adesso penso che questi intellettuali ci facciano un lieve disservizio guardando in fondo a i loro nasi di fronte ad anche il tentativo più umile di mettere insieme e capire cosa sia una spiegazione molto semplificata ed insostenibile degli avvenimenti.
In riferimento alla sua domanda su GNN, non credo che noi abbiamo un comportamento di tipo 'cospiratorio'. Né, per di più, un’affiliazione con la teoria della ‘cospirazione’. Tutte le nostre storie (testo e video) sono curate secondo le norme ed il vaglio giornalistico tradizionale. Certamente non siamo mai stati accusati di disseminare disinformazione. Forse qualcuno potrebbe accusarci di frequentazione di teorici della cospirazione, ma soltanto in una delle nostre produzioni video, Conseguenze: le domande senza risposta dell'11 settembre.
In Conseguenze abbiamo cercato di riunire i punti dei vista di nove individui, che rappresentano collettivamente uno spettro di credenze su ciò che accadde quel giorno. E, sì, in quel film abbiamo caratterizzato delle persone che credono sinceramente che l'11 settembre sia stato orchestrato da una cellula dell'intelligenza segreta americana, che lavorava attraverso Al Qaeda. Ma abbiamo descritto anche un maggiore avvocato americano la cui profondissima teoria cospiratoria è che le linee aeree non hanno fatto abbastanza per proteggere i loro passeggeri. Ed un esperto avvocato di diritto civile che conosce l'impatto che l'USA Patriot Act ha sulla società civile. Dunque c'era uno spettro di opinioni presentate. E nessuna di esse era realmente inesatta. Neanche le rivelazioni riguardanti il Documento di Northwoods, che è stato sottoscritto da un precedente generale dello stato maggiore (Joint Chiefs of Staff) e che vociferò di attacchi sui civili americani per giustificare una guerra su Cuba. Ma nessuno che trova questo o altri fatti insostenibili ci accusa immediatamente di teoria della cospirazione. Proprio come immagino hanno fatto quando Gary Webb sconfessò la storia dell'Alleanza Scura nel 1996, provando che la CIA si era impegnata nel traffico di droga per sostenere i Contras di destra nicaraguensi. È stato chiamato teorico della cospirazione quando all'inizio uscì la storia. Ma adesso è accettato, da molte persone, come un fatto storico. E, cosa abbastanza interessante, abbiamo vinto effettivamente il nostro premio a Sundance per Crack the CIA, che è appena una rimaneggiamento graficamente migliorato dello scandalo Contras. Dunque chiaramente i giovani cercano delle risposte a domande che vanno oltre la teoria intellettuale che è la strategia principale dell'elite di Sinistra per revisionare il sistema.
Se questo è realmente ciò che tentano di ottenere.
Perché la massa del pubblico non aiuterà nessuno a revisionare niente a meno che non veda una prova tangibile, ad un livello anche assai basilare, di un misfatto di complicità e di criminalità evidente. Non rispondono alla iper-verbosità. Vogliono uno stile tipo tabloid. E noi possiamo o snobisticamente rifiutare quell'approccio 'populista' o prendere i nostri suggerimenti dal reame predominante della televisione pubblicitaria e musicale e produrre commentari sociopolitici nello stile più carismatico possibile.
Armare i mezzi di comunicazione.
E questo è ciò che stiamo tentando di fare con GNN per aiutare a corroborare un algoritmo funzionale per capire le macchinazioni del potere. Così se i critici del lavoro vedono che GNN in qualche modo sta raggiungendo il minimo comune denominatore interrogando i motivi e la criminalità potenziale dei corpi segreti che operano a nome delle elite Americane, allora devo chiedere quali sono i loro motivi. E se hanno pensato realmente tutto ciò che è accaduto, nell'anno 2003 con Bush alla Casa Bianca e la venuta di un fronte nucleare. Ovviamente non hanno molto successo. La Sinistra è invisibile nella vita politica americana. Non possono vedere o confessare a se stessi che non funziona. Abbiamo bisogno di rovesciare la struttura di potere (sia a sinistra che a destra) e questo succederà soltanto creando un livello esteso e largamente condiviso di diffidenza pubblica verso coloro che la manipolano per loro fini personali.
Quanto alla questione della gelosia. Ho sempre ricevuto 'merda' per il mio approccio di designer ai mezzi di comunicazione tattici, che è stato di solito un successo con i bambini. Ciò e la mia personalità loquace tendono a far pensare alle persone che sia forse un poco troppo presuntuoso.
Comunque penso che non sia una questione di invidia. Almeno, spero di no. È più una questione di istituzione di un etos che si sta facendo visibile nell'elite di Sinistra. E' che sono proprio antiquati e reazionari come monarchi. Guardi giusto a ciò che Roger Affligge fa con Fox NewsChannel. Lei l'ha visto? Usano alcuni dei generatori di grafica più raffinati per filtrare i comunicati stampa del Pentagono nella coscienza pubblica. Lei pensa che abbiamo il tempo per sedere intorno dibattendo se usare o meno il tamburo ed il basso come partitura di sottofondo? Lo spettacolo è nell'effetto pieno ed abbiamo bisogno di renderci un rivale potente se vogliamo avere qualunque presa tangibile nei cuori e nelle menti della prossima generazione.
GL: ciò che a me interessa nel suo lavoro è che lei non ha eliminato gli speakers. Infatti lei ha riformulato gli esperti che parlano all'interno di un ambiente contemporaneo di videoclips musicali e di grafica computerizzata. Lei può immaginare di andare avanti ed eliminare gli speakers interamente? In breve: come il contenuto critico può essere consegnato entro la cultura di schermo senza usare la parola scritta o parlata?
SM: penso che possiamo sviluppare la sagoma di trasmissione a un livello dove il viewer non ha bisogno di vedere anche l'immagine del portavoce per digerire le parole. Nonostante ciò avrà un effetto sulla maniera di elaborare le informazioni.
Da una pura prospettiva di notizie, c'è un elemento di credibilità che è assicurato dal mostrare gli speakers. Lei sa che sono gli autori delle idee. Lei può vedere che le loro facce ed esaminare i loro occhi. C'è, almeno, l'illusione del contatto. E ho tentato di stare con ciò su un livello fondamentale. In modo che ciò che ho fatto con la ricontestualizzazione dei normali speakers è realmente incorporare la forma documentaria tradizionale col più moderno approccio usato per vendere le idee o i prodotti. In un certo senso stiamo ‘vendendo’ o ‘smerciando’ le idee dei nostri intellettuali e dei nostri esperti. Vendendoli ai viewers aggressivamente come la Coke vende acqua zuccherata. E non sono sicuro che saremmo così di successo se noi togliessimo gli speakers interamente. Perché penso che le persone abbiano bisogno di vedere quella persona, sentire quella voce per sapere con che cosa hanno a che fare. E se vogliono 'comprare' quella prospettiva.
Comunque, come sa, c'è un genere relativamente nuovo di film che non è supportato da speakers né da parole nel provocare un forte impatto e lanciare controverse affermazioni politiche. La Trilogia di Qatsi di Godfrey Reggio e Philip Glass è diventata un film di culto di portata globale. E traducono così bene perché sono puramente guidati dalle lingue universali dell'immagine e della musica.
A quanti raves è stato con Koyaanisqatsi su schermi multipli accesi dietro il DJ? Io a centinaia. È una presenza con il dono dell'ubiquità nella cultura underground. E questo è un obiettivo che ho per i video di GNN. Che, alla fine, iniziamo a creare dei lavori che siano così sovversivi in modo subliminale e non specifici nella loro ‘lingua’ che possano essere mandati dovunque, in qualunque ambiente, ed evocare tuttavia istinto per l'entusiasmo critico da parte del pubblico.
GL: qual'è la fonte principale di distribuzione per GNN? Lei vede che la trasmissione TV come l'opportunità ultima o punterebbe piuttosto su un incremento della distribuzione via DVD e Rete, combinata con schermi negli atri e nei teatri?
SM: senza che sembri troppo idealistico, tutto. La fonte principale di distribuzione di GNN è attraverso il nostro sito web. Ma questo è soltanto il primo grado del nostro network di distribuzione
orizzontale. Serve da piattaforma libera, virale per i video, che sono stati la forza catalizzatrice per la nostra comunità di più di 4000 iscritti in linea che interagiscono attraverso i Forums. Vendiamo anche i nostri DVD dal siti e riceviamo molti acquisti da persone che hanno spazi sulle stazioni televisive della comunità. Il nostro patto con loro è che finché comprano un DVD, possono utilizzare i video tanto quanto vogliono. C'è dunque un ampio livello di distribuzione attraverso la trasmissione TV, ma non i network corporativi.
Attraverso il nostro lavoro con Interscope ed altre società più piccole, ai nostri video è stata data una piattaforma che raggiunge un pubblico più largo, ma il video con cui arrivammo più vicini ad un debutto su MTV fu quello che abbiamo prodotto per Eminem’s White America. Sfortunatamente, il giorno programmato per il lancio, CNN fece uno speciale e introdusse uno dei genitori di una vittima di Columbine. Entro pochi minuti avevano ridotto il video a una glorificazione di infami colpi scolastici, e lo dichiararono vile ed opportunistico. Ed Interscope fu spinto ad eliminarlo da MTV. Di conseguenza, è stato visto in linea approssimativamente 6 milioni di volte.
Ma le proiezioni pubbliche di Conseguenze sono quelle che hanno avuto incredibilmente più successo. Cominciarono con una prima esaurita in San Francisco allo storico Herbst Theatre. L'avvenimento era stato organizzato da un gruppo locale di attivisti dell'11 settembre ed avevano raccolto il denaro per comprare 1000 fantastici manifesti di film a colori. La montatura giornalistica era massiccia ed avevamo 1500 persone presenti per la proiezione, con 500 che se ne dovettero andare. Quando altri gruppi vennero a sapere della proiezione, abbiamo iniziato a prendere un'inondazione di richieste per fornire DVD e manifesti per gli avvenimenti locali. Questi culminarono in un grande proiezione del Nord America l'11 settembre 2003 per commemorare l'anniversario dei 2 anni dalla tragedia. Le proiezioni sono state tenute in grandi teatri, biblioteche pubbliche ed anche case di privati. Molti hanno tenuto dibattiti, lunghi, formali dopo il film per discutere le questioni che solleva. Da quando abbiamo completato il DVD, 'Conseguenze' è stato tradotta in 4 lingue.
Cosí, su una scala microcosmica, spingiamo la busta in ogni reame di esibizione. A prescindere dal sito, abbiamo distribuito i DVD anche attraverso la vendita al dettaglio in catene video. Ma, soltanto indipendenti. Le principali compagnie del mercato non rifornirebbero i films e noi non possiamo prendere un distributore per rappresentarci. Dunque la situazione mette radici ma noi siamo contenti così.
GL: nell'ottobre 2003, mezzo anno dopo l'invasione/liberazione dell'Iraq da parte di Bush, lei ha visitato Baghdad. Se leggiamo i resoconti sul suo sito web, riceviamo la sensazione sia della bellezza che della violenza del luogo. Questo viaggio deve averla colpito. Fino a che punto ha messo alla prova le sue percezioni della guerra? I contestatori anti-guerra sono ancora nel giusto? Suppongo di sì. Ma che mi dice dell'intensità della realtà laggiù? Ha capovolto lo spettacolo dei mezzi di comunicazione globale?
SM: il viaggio in Iraq è stata un'esperienza trasformazionale. Non a causa dell'iper-realismo e dell'immediatezza di testimoniare che una cultura reagisce ad una occupazione militare superiore, ma, di più, perché ero in grado di camminare direttamente nella meta-narrazione che esiste oltre il velo del bassofondo americano, la copertura dei mezzi di comunicazione di massa sanzionata dal Pentagono. Mentre eravamo lì, abbiamo iniziato a pensare dell'esperienza nei termini di un gioco di realtà virtuale. Era così palpabilmente pericoloso, caotico e graficamente sbalorditivo. E molto più complesso di ciò che ci era stato detto. Abbiamo fatto scherzosamente riferimento ad esso come allAutomobile del grande Furto' : Baghdad. Il tableau era così ricco. Ed i caratteri che abbiamo incontrato, persone le più incredibilmente diverse ed eloquenti. Da Rana, il nostro traduttore pro Saddam fumatore a catena, a Lt. colonnello Nate Sassaman, il leggendario quaterback di West Point
che adesso svolgeva operazioni tattiche contro l'insurrezione nel Triangolo di Sunni. Ad un certo punto, quando gli fu chiesto come avrebbe descritto l'esperienza di essere in Iraq, Sassaman sorrise e disse:‘vivo come in un film totalmente surreale'.
Dunque so che non eravamo i soli a sentire che era qualcosa fuori dall'ordinario.
E sì, ha capovolto totalmente lo spettacolo dei mezzi di comunicazione ed illustrato come sia diventato veramente pericoloso. In ciò hanno accettato semplicemente le nuove regole di guerra e con speranza si sono concessi di essere ‘incastrati’ senza mai calibrare l'esperienza dell'iracheno medio. Quando è stata l'ultima volta che abbiamo visto un cittadino Iracheno parlare per se stesso alla televisione o nella stampa nazionale? E' così brutalmente etnocentrica che ti devi domandare come i produttori e gli editori possano sostenere la loro retorica da apologeti senza mai essere colpiti dallo spazio vuoto negativo occupato dagli iracheni stessi.
Per quanto riguarda come l'esperienza abbia modificato la mia interpretazione della guerra, dal primo minuto in cui ho messo piede sulla pianura giordana le mie percezioni sono stato sfidate. Come molti di noi dei movimenti progressivi sociali, ero contro la guerra. Non tanto a causa del suo obbiettivo dichiarato di eliminare Saddam Hussein, qualunque fosse la giustificazione, ma più perché era succeduto da individui che avevano stabilito rapporti di affari con lui durante alcuni dei suoi periodi più brutali e repressivi. Bush e Cheney sono così nudamente bugiardi che sarebbe difficile sostenere anche la più umana delle linee di condotta perché lei sa che i loro cuori non partecipano a niente.
Ma quando abbiamo incontrato Frank al-Bayati, un combattente iracheno per la libertà esiliato che era stato soccorso dai soldati americani dopo essere stato abbandonato per morto dai soldati di Saddam e a cui era stata data una vita nuova in America, sul volo per la Giordania, tutto è cambiato. E sfiderei qualunque protestatore risoluto anti-guerra a stare in piedi sul confine iracheno e guardare Frank, che piange irrefrenabilmente, bacia il suolo di un paese che è stato forzato a fuggire a causa delle sue credenze politiche, e poi dirgli che gli Americani non hanno fatto la cosa giusta. Ero in difficoltà ad appellarmi anche al grado più remoto di cinismo. E mentre viaggiavamo per il paese, filmando il suo ritorno emotivo a una famiglia che lo aveva supposto il peggiore, il nostro senso di confusione ed il conflitto si è solo approfondito. E' stata un'esperienza profonda.
Certo, sappiamo che il ritorno di Frank ad un ‘libero’ Iraq è soltanto un evento marginale per la stampa di fondo americana, che è stato fermamente collocato sul suolo Arabo. E ciò è stato reso più chiaro dal tempo che abbiamo passato con le truppe americane che stazionano nel Triangolo di Sunni. Come lei sa probabilmente, è lì che c'è tutta la lotta ed eravamo in grado di spendere poche notti con le truppe stazionate fuori da lí. Fu ugualmente un'esperienza trasformativa. Abbiamo incontrato colonnelli di livello dirigenziale ed i privati di più basso rango, tutti imbevuti in un livello quasi-misterioso di umanità ed integrità ed una compassione aperta per i cittadini iracheni. Molti parlavano molto francamente delle loro paure e della mancanza di entusiasmo per la lotta soprattutto perchè si erano arruolati soltanto al fine di prendere un'istruzione universitaria! Ma ciò che tutti avevano in comune era un senso di orgoglio per il fatto che lavoravano direttamente alla ricostruzione di scuole e di ospedali. E perché non avrebbero dovuto? Queste sono le vere persone che possono confrontarsi col genere di iniquità sociale che gli Iracheni stanno affrontando. Perché sono i poveri ed più bassi ceti medi del paese.
Ma affatto meno intelligenti.
In uno dei momenti più paradigmatici e sconvolgenti del viaggio, abbiamo intervistato un comandante di un tank afroamericano di nome Hollis che ha proceduto a decostruire la guerra, facendo riferimento alla Terza Guerra Punica, e citando le analogie con Star Trek ed il combattimento tra gli esseri umani ed i Borg. Era veramente intelligente. Ma ciò che mi ha colpito di più è stato quando ha spiegato il bisogno dell'Amministrazione di mentire per giustificare la guerra. Ha detto una cosa tipo questa: ‘lei non può dire alle madri che hanno perso i loro figli che sono morti per salvare il nostro stile di vita. Che sono stati portati in Iraq a lottare per la globalizzazione del capitalismo. Lei deve presentarli in una guerra lottata al di là dell'ideologia. Questo è il modo che è sempre stato. Ma capiamo molto bene che lottiamo per ragioni economiche. E dovremmo. O noi o loro. Falafel o Big Mac. Ed è ciò per cui vale la pena morire.'
Per me, l'Iraq stava per trovare il filo di DNA di umanità che corre attraverso tutto il conflitto ed il tradimento del nostro desiderio intimo di essere uniti. L'ho trovato in tutti quelli che ho incontrato, tutti quelli che erano a terra in quel paese erano uniti da quel desiderio elementare. Nessuno, neanche i sostenitori più fedeli di Saddam direbbero che era un leader buono o gentile o saggio. Ma la sola idea che la maggior parte delle persone accetterebbe è che le ragioni per l'attacco americano a Baghdad non furono mai chiaramente ed onestamente dette dai suoi architetti. E che, alla fine, anche le più grandi bugie produrranno raccolti avvelenati per i loro difensori.
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URL di questa intervista: http://www.guerrillanews.com/bunker/west/doc3537.html