Espropri Proletari
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Titolo:
Espropri Proletari
Autore:
Anno:
2004
Luogo:
Sito web:
www.espropriproletari.com
Descrizione:
Il 6 Novembre 2004 a Roma come forma di protesta contro la precarietà, alcune centinaia di giovani, per lo più appartenenti alle aree antagoniste, entrano in massa in diversi supermercati e librerie al grido di “Questa è una spesa proletaria?, portando vie merci senza pagarle. L'elevato numero di partecipanti rende impossibile ogni forma di controllo da parte delle forze dell'ordine, ed una volta fuori ridistribuiscono la spesa sociale ai passanti. L'evento diventa immediatamente notizia e rimbalza su tutti i media che vedono nelle azioni del precariato sociale un ritorno agli espropri proletari del 1977. Circa un mese dopo, dopo un periodo di intenso quanto superficiale dibattito mediatico sulla controversa vicenda della spesa proletaria, Guerrilla Marketing lancia il suo nuovo servizio: espropriproletari.com. Esso «è un servizio rivoluzionario in grado di garantire la visibilità del vostro marchio o della vostra insegna su tutta la stampa nazionale», rivolto «alle catene della grande distribuzione, agli ipermercati, alle imprese della ristorazione, alle aziende di trasporto, ai piccoli retailer». Come funziona? «Un gruppo di operatori specializzato è inviato sul punto vendita per sottrarre merci nell'ambito di un'azione eclatante di sicuro impatto, un'occasione unica per associare la desiderabilità estrema per i vostri prodotti in una campagna nazionale sulle principali testate giornalistiche»2. Il servizio offerto da guerrilla marketing è un vero e proprio cortocircuito nel sistema.: suddivisa in vari pacchetti commerciali, l'offerta prevede una percentuale sulle spese di produzione più il costo della merce rubata, il tutto siglato in un contratto firmato dalle parti con una clausola di tutela che previene ogni forma di ritorsione legale contro l'agenzia fornitrice del servizio.
Mentre in molte azioni di attivismo telematico (plagio di siti, Defacement, détournement etc.) l'effetto straniante solleva dubbi e riflessioni nei confronti dell'immaginario collettivo dominante, qua lo straniamento sembra mettere sotto accusa l'innocenza e la genuinità della protesta spettacolarizzata dai sistemi di informazione. L'obbiettivo, al solito, è la credibilità dei network televisivi che subordinati alle logiche del profitto sono incapaci di contenere e veicolare forme e contenuti di critica radicale al sistema.