Antonioni Michelangelo
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Personaggio o gruppo
Antonioni Michelangelo
Biografia
Michelangelo Antonioni nasce a Ferrara il 29 settembre 1912. Solitamente è definito come il regista borghese ed autore della crisi. Lui arriva al cinema negli anni '50 e più di altri è ovviamente l'espressione del trapasso da un'epoca all'altra. La sua ricerca affronta tematiche individuali, ovvero il ruolo dell'intellettuale ed i condizionamenti che la società impone al singolo, per cui è necessario un linguaggio cinematografico capace di esprimere i tempi e gli spazi della psicologia umana. E' una ricerca già presente dai documentari del regista, che prende forma in modo più completo nel primo lungometraggio Cronaca di un amore. Emerge la vocazione di Antonioni a seguire i personaggi e a far parlare più che i fatti, i comportamenti degli esseri umani. E dall'analisi dei comportamenti si giunge alla critica della società, così come, attraverso i conflitti dei personaggi, viene descritta l'aridità dell'ambiente borghese in cui si muovono. Con un preciso obiettivo critico si presenta anche La signora delle camelie (1953), un film che si muove nelle stesse dimensioni umane che Visconti analizza in Bellissima, per giungere attraverso strade differenti, alla stessa conclusione: il cinema è un luogo in cui domina l’ipocrisia, ma che esercita sulla povera gente un forte potere di alienazione. Nel film Le amiche (1954), la capacità di Antonioni di far parlare la psicologia dei personaggi attraverso i comportamenti assume una dimensione corale. L’azione, basata sul romanzo breve di Pavese Tra donne sole, si muove sullo sfondo di una squallida borghesia torinese. L’universo femminile che già in precedenza era al centro delle storie del regista, qui diventa il protagonista della decadenza borghese, immagine riflessa dell’impotenza maschile e schermo delle sue debolezze.
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Poetica
In principio Antonioni insiste sopratutto sul vincolo di necessità con cui il flusso dell'esistenza sospinge l'io di errore in errore, fino al fallimento finale, senza che le risorse del singolo soggetto possano mai portarlo ad uscire liberamente da sè per instaurare un rapporto attivo con i suoi simili. E' la linea del naturalismo framcese che il regista riprende per trasformarla in un realismo psicologico teso a documentare gli stati d'animo attraverso la loro proiezione nel paesaggio. E così è nel primo film Cronaca di un amore. Dopo l'accento si sposta sulla responsabilità personale dell'individuo protagonista: la fedeltà al proprio passato e la durata e coerenza dei sentimementi appaiono testimonianza di pienezza umana, ma nello stesso tempo sono indicate come forme di separazione dal vivere collettivo, che non possono che portare all'autoconsunzione. Fino al film L'avventura la poetica del regista si sviluppa su queste linee. Dopo, a partire dal film La notte, il regista ammorbidirà la sua intrasigenza e la polemica contro l'inumanità dell'industrialismo capitalista diventerà più esplicita, ma si farà avanti assieme ad una tendenza a compartecipare troppo morbidamenti ai patemi d'animo dei protagonisti, votati ad una solitudine senza scampo.
Opere
- 1950 Cronaca di un amore
- 1952 I vinti
- 1953 La signora senza camelie
- 1953 Amore in città
- 1955 Le amiche
- 1957 Il grido
- 1960 La notte
- 1960 L'avventura
- 1962 Il fiore e la violenza
- 1962 L'eclisse
- 1964 Il deserto rosso
- 1965 I tre volti
- 1966 Blow up
- 1970 Zabriskie point
- 1975 Professione reporter
- 1980 Il mistero di Oberworld
- 1982 Identificazione di una donna
- 1995 Al dil là delle nuvole
- 2004 Eros
Bibliografia
VITTORIO SPINAZZOLA, Cinema e pubblico, lo spettacolo filmico in Italia 1945-1965, Bompiani, Milano, 1974
Webliografia
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