AOo - Art Oriente objet
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Personaggio o Gruppo:
AOo, Art Orientè objet, gruppo composto da Marion Laval-Jeantet e Benoît Mangin che si occupa dell'impiego dell'ingegneria tissutale come mezzo di espressione artistica, denuncia ironica del cinismo umano nei confronti del mondo animale e vegetale, Bioartivism, Arte transgenica.
Biografia:
L'artista Marion Laval-Jeanet (1964) insieme al teorico Benoit Magin (1962) entrambi di origine francese, decisero nel corso del 1991 di fondare il duo artistico AOo: Art Orientè objet (pseudonimo che riassume in sè una duplice incertezza ossia: è l'arte che ha orientato gli oggetti oppure è l'arte che risulta orientata dagli oggetti?). Gli AOo hanno partecipato a svariate mostre come Natura, Nauturans del 1996 tenutasi in Italia nel Museo di Storia Naturale di Trieste, Pro-Crèation? presso la Galerie des Archives di Parigi nel 1994, Chicago Art del 1997 in America e altre un po' ovunque per il mondo. Gli AOo hanno esposto oltre che a Londra, Italia e altre tappe europee ed americane, anche in svariate parti del mondo quali la Russia, il Giappone e l’Australia. ART ORIENTE objet (AOo) inizia la sua carriera artistica a partire dal 1991 partecipando a svariate mostre caratterizzate dallo stesso spirito innovativo nei confronti del progresso tecnologico e biotecnologico. Tuttora operano servendosi delle biotecnologie per sviluppare e far conoscere sempre più ampiamente il proprio pensiero artistico.
Opere:
- Ingeval van vergiftiging...:
Il duo francese AOo nel corso del 1993 aveva realizzato un'opera molto provocatoria servendosi di una mucca (morta per cause naturali) impagliata e disposta dietro la finestra N° 18 del Sonsbeek' 93 magazine del quartiere a luci rosse di Arnhem nei Paesi Bassi. Il bovino presentava nella parte visibile dalla vetrina, lungo tutto il costato, la scritta (realizzata tosando il pelo) "Avoid drinking, especially milk", ossia "evitare di bere, soprattutto il latte", una sorta di negazione del comune trattamento raccomandato dai medici in caso di intossicazione alimentare. Con questo messaggio gli artisti desideravano precisare che persino le derrate alimentari più fondamentali possono diventare tossiche se la gente rimane indifferente al loro futuro ecologico. Questa installazione rappresentava il contenitore di ben altri significati, una sorta di condensatore sarcastico di alcune tra le più note questioni umane. AOo non a caso aveva scelto come oggetto della propria opera una mucca, animale in grado di fornire nutrimento all'uomo attraverso le sue carni e soprattutto con la produzione di latte, liquido associato dai due artisti, in questa circostanza, allo sperma. Il collegamento tra le due sostanze appare quanto mai logico, non solo per la similitudine della consistenza ed il colore che le contraddistingue, ma soprattutto per il significato che rappresentano nella cultura collettiva, ossia la vita nascente: gli spermatozoi rappresentano l'essere in potenza, e il latte la sua primissima fonte di alimentazione. Dunque se la parola latte tosata sulla pelliccia dell'animale diventa similitudine di sperma, il testo che la precede ("evitare di bere, soprattutto il latte<->sperma") mette in guardia contro il virus dell' AIDS. L'intento dei due artisti era quello di comunicare messaggi forti, atti ad emozionare l'osservatore portandolo a delle riflessioni profonde sulla precarietà della vita e dell'ambiente in cui viviamo, senza tuttavia scendere nella banalizzazione e nella polemica contro la prostituzione. Come dire: prevenire è meglio che curare!
- Live in Boston:
La nascita della pecora Dolly nel 1996 aveva destato nel contempo grande entusiasmo e molta preoccupazione. Il motivo che aveva provocato fiumi di inchiostro e descrizioni di scenari futuri di ogni genere, era che si trattava per la prima volta di un clone puro, una replica di un singolo individuo adulto, senza gli elementi di variabilità tipici degli esperimenti precedenti. Questa nuova tecnologia aveva svegliato il timore di una sua possibile applicazione all'essere umano. Tale apprensione era stata meglio sviscerata nel corso di una mostra tenutasi nel 1997 presso la Galerie des Archives di Parigi ed intitolata Live in Boston. Per l'occasione il duo artistico AOo aveva realizzato una bizzarra installazione dove veniva mostrata una raccapricciante metafora sulle nuove possibilità di relazionarsi tra individui viventi diversi, nel caso specifico un uomo ed una donna sottopostisi volontariamente ad un prelievo di tessuto epidermico, spinti dall'anormale desiderio di scambiarsi la pelle reciprocamente. Lo scambio era descritto in un'intervista registrata in un laboratorio altamente specializzato in ingegneria tissutale e clonazione del Massachussetts (MIT di Boston), e mostrato in loop nel corso della mostra. Le cellule della pelle di entrambi gli artisti erano state prelevate con una piccola vivisezione e poi innestate sul derma di un maiale per essere prolificate e conservate successivamente in mini-teche vitree all'interno di una soluzione di amminoacidi. Per evidenziare il cinico atteggiamento dell'uomo nei confronti del mondo animale i due artisti hanno fatto tatuare i campioni di pelle realizzati in laboratorio con immagini di animali di vario genere: da quelli mitologici e di fantasia come l'unicorno, a quelli belli ed innocui come le farfalle, per finire con quelli pericolosi e persino mortali come il cobra, la vedova nera e la tigre. La mostra cominciava con due grandi fotografie in scala dei torsi nudi dei due esponenti di ART ORIENTE objet (AOo), completamente ricoperti con le immagini degli animali, realizzate da un tatuatore professionista impiegando i disegni delle strutture di trasferimento utilizzate per il progetto iniziale. Le fotografie non mostravano i volti dei due artisti ma soltanto la parte compresa tra il collo e il bacino (il tronco), in modo da evitare ogni possibile identificazione di Mangin e di Laval-Jeantet in quanto fautori dell'opera o in quanto uomo e donna soggetti dell' opera, concentrando maggiormente l'attenzione sui concetti fondamentali di anonimato e metamorfosi. Inoltre questo processo rendeva quasi invisibili i corpi dei due artisti, smaterializzandoli nella moltitudine cromatica dei tatuaggi che li ricoprivano. Tutti questi disegni particolarmente brillanti e colorati venivano identificati visivamente come piccole icone pubblicitarie: facili da indossare, da portare e soprattutto da togliere! Del resto Live in Boston altro non era che una metafora di denuncia contro lo sfruttamento degli animali da parte dell'uomo che se ne serve per le proprie sperimentazioni mediche e cosmetiche, decidendo se e come far sopravvivere gli animali di cui si serve a volte in modo molto superficiale e decisamente cinico! Da un' altra parte della stanza espositiva, disposti in modo lineare su lucidi scaffali metallici di una vetrina, venivano mostrati, in appositi contenitori, i lembi di pelle ibridata e tatuata in modo permanente con le stesse immagini disegnate sui corpi fotografati degli artisti. Nella mostra era presente anche una specie di casa delle bambole dove le normali camere dell'abitazione venivano sostituite da piccoli laboratori di ricerca scientifica: un modo ironico per rimarcare la superficialità dell'uomo nell'usare gli animali come giocattoli per i loro scopi. I vari elementi che compaiono in Live in Boston funzionano su diversi livelli argomentativi come gli strati dell'epidermide: condannare la nostra indifferenza agli animali e contemporaneamente preoccuparsi delle possibili applicazioni delle scoperte genetiche sull'uomo, pensare di impiegare l'ingegneria tissutale per la ricerca (utilizzando tessuti ibridati per la sperimentazione anziché gli animali) quando non siamo ancora in grado di sconfiggere un virus come l'HIV. Queste sono soltanto alcune delle grandi contraddizioni che fanno parte dell'essere umano.
Musei:
Bibliografia:
-Pasini Francesca, Verzotti Giorgio, Russo Antonella (a cura di), (1994), Soggetto Soggetto. Una nuova relazione nell’ arte di oggi, Italia, Charta.
-Pavel Pepperstein (a cura di), (1993), Pro-crèation?, Parigi, CQFD.
-AA.VV (a cura di), (2000), Art Orientè objet 1991-2001, Parigi, CQFD.
Sito web:
http://artorienteobjet.free.fr/
Poetica:
Già a partire dal 1948 Norbert Wiener aveva scritto due testi molto interessanti (Animal and Machine e The Human Use of Human Beings) su come lo sviluppo bio-tecnologico potesse rappresentare una valida estensione della pelle biologica intesa come amplificazione delle potenzialità umane in generale. Questa previsione di una forte alleanza fra biologia e tecnologia è diventata recentemente fattibile, utile (se si pensa agli impieghi di certe scoperte applicate in campo medico per esempio) ed economicamente redditizia (anche se molto costosa). Mentre la strumentalizzazione tecnologica continua a mutare la biosfera, le eventuali ripercussioni di questi cambiamenti sulla vita umana portano vari artisti ad ipotizzare diverse circostanze sulle alternative implicite nel concetto stesso di metamorfosi. É più di una violenta invasione tecnologica della carne, si tratta di una metamorfosi che coinvolge le parti nascoste di un individuo: la sua stessa struttura molecolare! Queste tematiche hanno portato gallerie d' arte all' avanguardia a trasformarsi in luoghi dove i nuovi Bio-artisti possano con le proprie opere far riflettere sul significato epistemologico delle sperimentazioni biotecnologiche. In particolare il duo artistico che si firma sotto lo pseudonimo di ART ORIENTE objet (AOo), denuncia con le proprie opere l'abuso del potere dell'uomo sul mondo animale, e soprattutto la crudeltà e ingiustizia dell'impiego degli animali nei test fatti dalle case farmaceutiche e di cosmesi.
Webliografia:
http://www.synesthesie.com/heterophonies/audiorama/aoo.html
http://www.pd.org/topos/perforations/perf12/nech3.html
http://old.thing.net/ttreview/janrev97.07.html
http://www.transfert.net/a8673
http://rhizome.org/thread.rhiz?thread=765&text=430#430