Decrescita

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Decrescita è un'ipotesi politica che promuove una radicale trasformazione dei paradigmi di misurazione del benessere economico definendo prima di tutto un nuovo concetto di ricchezza, promuovendo una nuova economia e organizzando una nuova società di persone responsabili e consapevoli dei limiti delle risorse ambientali.

Manifesto sulla decrescita felice

Argomento:

Decrescita

Descrizione:

Decrescita nel suo significato generale significa diminuzione o inversione di crescita ma il concetto che si forma nei primi anni del nuovo secolo la intende come una "Concezione politica, economica e sociale che, mettendo in discussione radicalmente l’idea universalistica che la crescita trainata dalle economie sviluppate produca sempre e per tutti effetti positivi a lungo termine, propone un modello di sviluppo basato sulla riduzione dei consumi e sull’autoproduzione e autoconsumo dei beni."[1]

Questa ipotesi politica ed economica prende i suoi punti di riferimento dal pensiero dell'economista e filosofo francese Serge Latouche. Nell'immaginario collettivo la crescita è sempre stata sinonimo di benessere, più aumenta il PIL (prodotto interno lordo) più significa che l'economia di una nazione va bene e di conseguenza i suoi abitanti ne nutrono benefici. Ma il PIL calcola semplicemente il valore monetario delle merci ed è un indicatore riduttivo che non tiene conto di diversi fattori e questo metodo di analisi comporta una crescita sempre in aumento costante. La decrescita mette in discussione questa idea di crescita illimitata e lo stesso Latouche promuove l'urgenza di un "cambio di paradigma" da cui deriva la formazione di un nuovo tipo di economia sostenibile e cioè basata sui veri bisogni dell'uomo riducendo quelli inutili creati da un mercato che ha bisogno invece di aumentare i consumi per massimizzare i profitti. La teoria della decrescita quindi dichiara che l'ecosistema non è più in grado di sostenere i ritmi di questa economia. Mauro Bonaiuti economista e importante sostenitore della decrescita afferma che il progresso tecnologico ha portato un utilizzo delle risorse più efficente determinandone però un maggiore consumo.

Oltre a un nuovo tipo di economia è necessario un nuovo tipo di società che cambi radicalmente la mentalità basata sulla generazione di benessere nelle mani di pochi e di promuovere invece una maggior equità delle ricchezze ridistribuendo le risorse del pianeta tra tutti i suoi abitanti. Serge Latouche è colui che ha reso credibile il progetto di una società basata sulla decrescita. "Non una società della recessione, come può pensare chi ragiona in maniera tradizionale, ma una società conviviale, pacifica, solidale".[2] Bisogna in qualche modo decostruire l'immaginario economico che affligge i paesi industrializzati dell'Occidente perchè un'economia basata sul principio di crescita non è più sostenibile. Lo stesso concetto "sviluppo sostenibile" è ingannevole perchè rappresenta un tentativo di aggiungere alla crescita economica una componente ecologica. Ma lo sviluppo non è affidabile, nè vivibile e nè duraturo e la decrescita rappresenta ormai una necessità.

Il primo passo secondo Latouche consiste nell'attuazione di un cambiamento radicale di mentalità che porta a vivere il mondo attraverso altri concetti. In secondo luogo invece elabora un vero e proprio programma nominato delle "Otto R":

  • Rivalutare i valori su cui viene organizzata la vita.
  • Riconcettualizzare o Reinquadrare i concetti di ricchezza e povertà oppure quelli di scarsità e abbondanza.
  • Ristrutturare e quindi adattare l'apparato di produzione ai nuovi valori.
  • Rilocalizzare significa produrre localmente i prodotti d'importanza primaria per le persone.
  • Ridistribuire le ricchezze del patrimonio naturale.
  • Ridurre l'impatto della produzione sell'ecosistema.
  • Riutilizzare utensili e prodotti per aumentare la durata di utilizzo.
  • Riciclare e cioè ricavare da un oggetto ormai usurato le materie prime per produrne altri.

Decrescita non vuol dire recessione ma significa semplicemente la perdita di fiducia nello sviluppo e nel progresso. Non vuol dire nemmeno crescita negativa o regressione ma implica sostanzialmente una rinuncia a una continua crescita in un pianeta con risorse limitate. Per fare questo è necessaria una rivoluzione culturale ripensando la società con nuovi valori.

Un principio fondamentale per la decrescita è il ritorno al localismo e al pluralismo, mentalità opposta alla globalizzazione. Questo comporta un attenzione particolare all'interazione fra uomo e ambiente che va rispettato eliminando le situazioni di degrado perchè da questo ne consegue anche il degrado sociale. Gli insediamenti umani non dovrebbero più richiedere sostegni esterni per sostenersi e quindi è fondamentale la loro indipendenza e autonomia dal punto di vista alimentare e successivamente anche economico. Questo comporta come sostiene Magnaghi una ricostruzione di regole locali per lo sviluppo con la realizzazione di progetti sostenibili.

"La sinergia fra i soggetti della trasformazione e la messa in valore dei giacimenti patrimoniali comporta la costruzione di regole virtuose, socialmente condivise, per il trattamento dei giacimenti stessi finalizzato a produrre benessere, ricchezza durevole, riproducibilità delle risorse e valore aggiunto territoriale. Queste regole (“statuti del territorio” socialmente prodotti), configurano dunque un corpus pianificatorio che precede e condiziona i progetti e gli atti di trasformazione, nel senso che qualsivoglia progetto o piano da una parte si alimenta dei valori patrimoniali denotati nel quadro conoscitivo (atlanti del patrimonio) e dall’altra tiene conto delle regole di riproducibilità e di crescita durevole del patrimonio stesso contenute nello statuto."[3]

Altro sostenitore e fondatore del "Movimento per la decrescita felice" è Maurizio Pallante esperto in politiche energetiche e tecnologie ambientali. Secondo Pallante la decrescita è l'unica strada che permette di recuperare una dimensione umana e allo stesso tempo di salvare il pianeta. Pallante critica il sistema capitalista perchè si basa su di una crescita economica fondata su un sistema produttivo di merci e non di beni. Il fatto di non fare più distinzione fra un bene e una merce rischia di identificare la decrescita come una rinuncia e quindi una riduzione del benessere e un ritorno al passato. Invece il nuovo obiettivo portato avanti da una politica della decrescita è quello di diminuire la produzione di merci che non sono beni e di aumentare la produzione di beni che non sono merci. Questo processo rende più felice un individuo perchè vive in una società che si preoccupa di anteporre i beni di qualità ambientali piuttosto che la crescita della produzione di merci. Proprio per questo Pallante promuove la pratica dell'autoproduzione eliminando l'acquisto di prodotti superflui.

Latouche, Magnaghi e Pallante quindi puntano a una profonda trasformazione e riorganizzazione della società che ha come obiettivo la riduzione del livello di produzione materiale in favore del riuso e del riciclo. Queste condizioni non determinano un regime di austerità ma un processo che pone al centro della vita degli uomini obiettivi diversi da quelli dell'aumento della produzione e del consumo. E' possibile attuare tale politica senza sacrificio ridefinendo alla base il concetto di ricchezza, diventando responsabili e prendendo atto dei limiti oggettivi delle risorse umane.

Bibliografia:

  • Scenari strategici. Visioni identitarie per il progetto di territorio, Albero Magnaghi, Alinea, Firenze 2007
  • La scommessa della decrescita, S. Latouche, Milano, Feltrinelli, 2007

Webliografia:

Note:

  1. http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/parole/delleconomia/decrescita.html
  2. http://www.questotrentino.it/articolo/9861/serge_latouche_decrescere_per_reincantare_il_mondo.htm
  3. Magnaghi Albero, Scenari strategici. Visioni identitarie per il progetto di territorio, Alinea, Firenze, 2007

Tipo di scheda:

InteractiveResource

Soggetto (categoria) da Thesaurus Pico Cultura Italia:

Materiale didattico

Soggetto (categoria, tags) a testo libero:

inversione di crescita, PIL, economia sostenibile, equo e solidale, localismo, pluralismo, trasformazione della società, risorse limitate

Voci correlate:

Sostenibilita' dello sviluppo umano, Economia del dono, Chris Jordan