Simulacri del Paesaggio (monografia di Augusto De Luca)

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Simulacri del Paesaggio è una monografia del fotografo Augusto De Luca patrocinata dal Comune di Modena e dall'Assessorato alla Cultura; pubblicata dalle Edizioni Panini 1982.

Catalogo realizzato in occasione della mostra fotografica di Augusto De Luca alla Galleria Civica[1] di Modena, il 18 dicembre 1982[2][3].

Il lavoro di Augusto De Luca rappresentato in questa monografia assume una particolare rilevanza perché le sue immagini introducono nel linguaggio fotografico un taglio decisivo del cordone ombelicale che lega il concetto stesso di fotografia a quello di riproduzione della realtà. Dei dati reali Augusto De Luca salva solo piccoli segni - una nuvola, uno spigolo, un'ombra, una parete, la luna, il sole - che puntualizzano l'architettura di immagini pensate per piani di colore e precisi equilibri di spazi[4]. Questo modo di procedere da parte di Augusto De Luca si riallaccia più in generale alla sua ricerca del mistero nella e oltre la realtà, al di là del paesaggio delle apparenze e della cornice dei gesti previsti [5]. La sua ricerca presenta richiami chiarissimi alla Metafisica: si leggono soprattutto nel gioco magico delle forme, che nell'insieme dell'immagine vengono ridotte ad un equilibrio essenziale. Anche sul colore, altro punto di forza, De Luca lavora con criteri di semplificazione: tende a renderlo quanto più nitido, definito e trasparente: astratto,quindi. La stessa essenzialità la ritroviamo nella scelta di una luce che ha la sostanza dell'irreale e del sogno. La campitura degli spazi rimanda all[Astrattismo, l'altra coordinata di queste fotografie, insieme alla Metafisica [6]. Il lavoro fotografico esposto in questa monografia testimonia inoltre una delle prime esperienze italiane di una maniera surreale di fotografare che dall'America degli Anni '70 si è propagata nel resto del mondo [7].

Dal punto di vista più specifico della struttura dell'immagine, le opere di Augusto De Luca qui rappresentate si collocano sulla scia dell'arte Minimal, ossia di quel movimento che si preoccupa di evidenziare gli elementi primari (forme strutturali e colore) alla ricerca delle minime unità espressive. Come ha rilevato la critica, per Augusto De Luca Arte e Fotografia sono differenti codici linguistici che si muovono su comuni aree di coincidenza ideologica. Infatti il fotografo ha operato sui segni dell'arte (strutturalisti sovietici, costruttivisti, Malevich, Dada, Morandi, metafisici, surrealisti), sviluppando come risultato un "sopracodice", o se vogliamo un "ipercodice" a se stante, un assemblaggio di segni combinati per affinità visive, una specie di Esperanto semantico, che gli appartiene in quanto inventore, ma che è anche oggetto di interesse collettivo [8] [9] [10] [11] [12] [13] [14] [15].

Il libro è introdotto da due importanti dediche: la prima di Renate Gruber (collezionista e amica di Man Ray. Con il marito Fritz Gruber ha curato diverse mostre del grande artista[16]), scrive delle foto di Augusto De Luca: "Mi piacciono queste fotografie perché sono la vista del futuro" e l'altra di Pierre Gassman (amico e collaboratore di Henri Cartier-Bresson, stampava le sue fotografie), scrive: "Ayant vu les photographies originales j'etais heureux de découvrir la réalité de ces images très belles"[17].

Alle fotografie a colori di Augusto De Luca si affianca la prefazione del prof. Giuseppe Bonini in cui si legge: "…la scelta delle inquadrature, l'uso della luce e dei materiali, indicano di fatto come Augusto De Luca guardi al "reale" per cercarvi altro, un simulacro appunto, una simbolizzazione della "realtà" mediante la riquadratura del fotogramma che si traduce poi in una immagine della geografia del profondo…"

Le fotografie sono state presentate con le mostre a: New York, Italian Culture Institute[18], aprile 1981 - Basilea, Arte fiera[19], 1981 - Bologna, Galleria Lotti[20][21], novembre 1981 - Bilbao, Arteder '82, marzo 1982 - Napoli, Studio Trisorio, maggio 1982 - Chiasso, Galleria Fotografia Oltre[22], novembre 1982.

Edizioni

  • Augusto De Luca, Simulacri del Paesaggio, Edizioni Panini, 1982.

Galleria

Note

  1. Galleria Civica di Modena - Scheda
  2. Cfr."Augusto De Luca" di Ettore Bernabò, Fotocine 80 dicembre 1982 - pag.24
  3. Cfr."Fotografia come pittura dall'obiettivo di Augusto De Luca" di Giuseppe Turroni, Arredorama aprile 1983 - pag.36
  4. Cfr. Roberta Valtorta, storico e critico della fotografia, direttore scientifico del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano, in Progresso Fotografico, nov. 1988 - pag. 8
  5. Cfr. Giuseppe Turroni, studioso di fotografia e critico del Corriere della Sera, in Arredorama, aprile 1983 pag.36
  6. Cfr. Roberta Valtorta, op. cit.
  7. Cfr. Claudio Della Seta, giornalista, nella rivista fotografica 'Reflex', settembre 1982 pag. 59
  8. Cfr. Roberta Valtorta, storico e critico della fotografia, direttore scientifico del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano, in op. cit.: " (…) La sua ricerca presenta richiami chiarissimi - e, va detto, di una grammatica particolarmente sicura e pulita - alla Metafisica: li leggiamo soprattutto nel gioco magico delle forme, che nell'insieme dell'immagine vengono ridotte ad un equilibrio essenziale. Anche sul colore, altro punto di forza, Augusto De Luca lavora con criteri di semplificazione: tende a renderlo quanto più nitido, definito e trasparente. Astratto,quindi. La stessa essenzialità la ritroviamo nella scelta di una luce che ha la sostanza dell'irreale e del sogno. La campitura degli spazi rimanda all'Astrattismo, l'altra coordinata di queste fotografie, insieme alla Metafisica: il distacco dalla realtà, nota definitiva di queste immagini, è dato infatti dall'impianto particolarmente saldo e avulso da ogni "realismo"
  9. Cfr. Alberto Piovani, critico e storico della Fotografia, in Gente Viaggi (Rusconi Editore), gennaio 1984 pag. 24
  10. Cfr. Giuseppe Turroni, in op. cit.: (…) In questi anni si è affacciato alla ribalta, non soltanto italiana, un fotografo di vero talento, Augusto De Luca.Le sue immagini, dai colori delicati e insieme squillanti, vividi e ancora tenerissimi, hanno fatto il giro del mondo, esposte nelle più importanti gallerie di fotografia. Per queste fotografie che ritraggono forme astratte, e che talvolta sono ottenute con la sovrapposizione di due negativi, si è parlato da più parti di New Pictorialism, un termine che sta ad indicare uno sguardo attento, sensibile, analitico, gettato dal fotografo nel mondo dell'avanguardia pittorica (…) Senza dubbio De Luca ha un gusto e un sentimento di sottilissima qualità estetica. Augusto De Luca è un grande fotografo di materie, di fatti concreti, di abbandoni sensuali, di estatiche e lucide malinconie, di ludiche invenzioni formali, di felici trasalimenti estetici (...) Le sue lune, i suoi muri, i suoi tramonti, le sue albe, ci trasportano in un "reale" di metafisico incanto (…)
  11. Cfr. Giuseppe Alario, direttore Kodak del centro-sud, in 'Il Fotografo Professionista' Kodak, marzo 1987 pag.49: (…) come fotografo, ma faremmo bene a dire come artista, in pieno fermento, esplode scrutando, indovinando quel continente di vita, meraviglioso, invisibile allo sguardo, metafisico e surreale, su cui il tempo ha stratificato immensi territori di realtà immobile ed ovvia. Oggi, dopo passaggi che contrassegnano la sua eclettici, è momentaneamente approdato a una sorta di purismo apostolico, al soggetto tradizionale depurato però del superfluo e della volgarità quotidiana. Veggente che alla tristezza del nulla/nulla/nulla contrappone il tutto/tutto/tutto, Augusto De Luca sperimenta se stesso in continuazione e, strenuamente ricettivo alle forme irresistibili del naturale, manifesta meraviglia e cupidigia di fronte alla più piccola scoperta sublimando poi il gioco in sapiente magia (…)
  12. Cfr. Claudio Della Seta, in op. cit.: " (…) Dall'America degli anni Settanta è partita alla conquista del mondo una maniera nuova di fotografare: surreale. Arriva anche in Italia e sbarca a Napoli. Augusto De Luca adopera il colore, il colore del Kodachrome e quello del Ciba, ed un muro di mattoni si trasforma per incanto in una tavoletta di cioccolato. E' una indagine la sua sui limiti e la flessibilità del mezzo fotografico, e da fotografo ormai maturo, allarga la sua ricerca ai materiali: adopera l'Istant, espone pellicola diurna in notturno, fa Sandwich sovrapponendo gambe di donna ad architetture inverosimili fino a farle apparire come tentacoli di animali preistorici alla conquista di uno scenario post atomico. La fotografia è anche questo (…)
  13. Cfr. Alberto Piovani, in op. cit.: " (…) Se creatività è relazione tra le relazioni, ossia capacità di suggerire pensieri nuovi rielaborando, sintetizzando, riproponendo in modo diverso elementi già acquisiti e memorizzati, De Luca è indubbiamente un fotografo creativo. I segniche caratterizzano i suoi paesaggi onirici gli appartengono in quanto lui li ha scelti, e poco importa se in passato siano stati mescolati tra quelli di movimenti artistici o di artisti innovatori (...)
  14. Cfr. Michele Bonuomo, direttore Cairo Editore, giornalista e critico d'arte, in il Mattino Napoli 29 maggio 1982: (…) La ricerca fotografica di Augusto De Luca trova una sua autonomia e scatto in una tensione tutta rivolta allo specifico fotografico, che non è solo quello del linguaggio. Questa sua componente "introversa" gli permette di spingere su percorsi nuovi il dato più strettamente tecnico, sfruttando sapientemente, ma anche con spregiudicatezza, i vari e sofisticati prodotti della moderna industria fotografica (…) Quella di Augusto De Luca è una tensione formale ricca di riferimenti, ma soprattutto libera e felice nel riuso degli stessi.
  15. Cfr. Ugo Di Pace, storico della fotografia e critico d'arte, in Paese Sera, Roma 25 maggio 1982: (…) Augusto De Luca infatti ai ritagli anonimi di architetture dai colori a volte sgargianti ed altre tenui e delicati vi aggiunge - nella seconda ripresa notturna - l'immagine della luna e il suo riverbero luminoso. E' evidente qui un rinnovamento linguistico nel campo della fotografia a colori di estremo interesse: tale esperimento può costituire un momento di riflessione sullo stato complessivo della ricerca. L'autore mette in risalto le sue capacità espressive e una notevole padronanza del mezzo. (…) L'interesse delle immagini esposte deriva essenzialmente dal fatto che esse costituiscono una novità stilistica riuscita più che una citazione pittorica.
  16. Man Ray and L. Fritz Gruber – Years of Friendship 1956 – 1976
  17. Cfr."La sperimentazione fotografica" di Giuseppe Turroni, Check-Up aprile 1983 - pag.56
  18. Cfr."Augusto De Luca" di Fabio Consiglio, Nuova Fotografia marzo 1981 - pag.40
  19. Cfr."Augusto De Luca" di Alberto Piovani, Progresso Fotografico febbraio 1981 - pag.12
  20. Cfr."I colori e le forme di una irreale geometria nel sogno fantastico di un giovane napoletano", Progresso Fotografico ottobre 1981 - pag.8
  21. Cfr."Azzurro in galleria" di Roberta Valtorta, ZOOM novembre 1981 - pag.26
  22. Cfr."Augusto De Luca" di Claudio della Seta, Reflex - settembre 1982 - pag.58

Voci correlate