New Global Vision
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New Global Vision - ( HYPERLINK "http://www.ngvision.org" www.ngvision.org) - è il " centro d’accoglienza" e smistamento di tutte le produzioni delle microemittenti che aderiscono al progetto, e trovano forza proprio nella capillarità sulla quale Telestreet è concepita. Questo sito incarna un modello di comunicazione capace di coniugare reticolarità e videostreaming; la sua funzione é centrale per la costruzione di un processo di produzione televisiva a rete, in quanto oltre a permettere di accedere alle produzioni locali delle varie microtv, Ngvision è una vera e propria piattaforma di flussi di immagine di vario genere, dai videostreaming autoprodotti fino a film e documentari. Il video esplica la sua natura poliforme in una sorta di juxe-box visivo nel quale ogni StreetTV può proporre quei prodotti che si possono considerare di interesse collettivo, e contemporaneamente può trovare in questo ambiente materiali di informazione o di creazione che possano essere utili alla sua programmazione. Il progetto nasce nel 2001 da una costola di Indymedia Italia per motivi puramente logistici: la struttura sulla quale era concepito il canale di comunicazione indipendente, basato sull’open-publish - pubblicazione aperta - non permetteva l’archiviazione di file video, che in quel periodo, il dopogenova, affluivano copiosamente sul server. Anche qui la tecnologia è venuta in aiuto, dato che è stato un nuovo linguaggio informatico, il PHP, a consentire di sostituire il sistema di impaginazione dei siti con uno nuovo che ne permette la gestione e l’eleborazione dei dati da molteplici livelli. NGV si profila, infatti, come un modello di condivisione dei saperi aperto in scrittura e lettura, che basa la sua stessa struttura software su prodotti open source - con ciò s’intende che il codice sorgente della struttura è trasparente e modificabile – e sottopone i contenuti che distribuisce a un tipo di licenza copyleft – la CC (acronimo di Creative Commons). Il sito, che incarna la filosofia hacker, è gestito attraverso una mailing list da una rete di soggetti che amministrano i server, aggiornano i database, "upgradano" il sito e mettono in comune le proprie reti relazionali in modo da costruire una redazione virtuale decentrata e flessibile. Uno dei principi sul quale si basa il lavoro di NGV è la condivisione delle risorse, sia fisiche-materiali che intellettuali. La costruzione di una rete di computer che garantisca l’efficienza del sistema e la richiesta di impiegare i propri PC domestici per sostenere il progetto, si integra con il modello partecipativo del gruppo di lavoro fino al punto di realizzare un modello di pubblicazione aperta e autogestita dei propri materiali. L’idea che sta alla base di un progetto del genere è di costruire una massa critica di riflessione sulle tecnologie attraverso la rete: fare rete attraverso la rete. La scelta dell’open source e dell’ open publish è quindi una scelta di autonomia e di democrazia - possedere, trasmettere, modificare le informazioni - ed è, soprattutto, una scelta in favore, dopo i decenni del dominio della TV commerciale, dell’intelligenza, dello spirito critico e di un sapere più libero e condiviso. Un sapere che oltre ai contenuti costruisce proprio la struttura di un nuovo territorio da abitare, affinché sulla base delle conoscenze di tutti, si realizzino nuovi e più efficienti media. Un sistema come questo si basa su un allargamento effettivo della partecipazione da parte dei fruitori delle risorse in rete e guarda oltre alla tradizionale struttura redazionale chiusa e stabile, per divenire al contrario un sistema aperto e mutevole, come il flusso del cervello collettivo che anima la realtà in cui viviamo. La questione rimane quindi quella della qualità della comunicazione che compone questa realtà, e NGV si propone come terreno sul quale lavorare per un’informazione differenziata e aderente ad un reale che si offre ai nostri occhi da innumeroveli prospettive. L’ottica è dunque quella dell’autoproduzione e diffusione (concetto quest’ultimo diverso da quello di distribuzione) della comunicazione, affinché, attraverso la traiettoria locale-globale-locale, chi la fruisce crei la comunicazione stessa. La pagina di presentazione è tradotta in cinque lingue, proprio a rappresentare la volontà di commistione fra contesto locale (pc domestico) e contesto globale (la rete e i suoi terminali), mentre nella homepage sono evidenziati gli ultimi video prodotti da altri progetti che condividono i medesimi principi di libera comunicazione e diffusione. NGVision ha però anche un’occhio per il passato e la memoria collettiva, in quanto un altro scopo che questo sito si propone è quello di lavorare per la preservazione di materiali realizzati negli anni passati da circuiti dell’autoproduzione. I problemi legati alla natura fisica dei supporti e al loro deterioramento è noto e vede nella digitalizzazione e nell’archiviazione elettronica una soluzione praticabile. Il sito è concepito su più livelli e si presenta con una semplice interfaccia grafica le cui pagine contengono informazioni sui filmati presenti nell’archivio, una rete di server che permettono di scaricarli in forma anonima e gratuita e una guida con le istruzioni dell’how-to. La forma-mentis che ha generato questo sito, è il diretto prodotto di ciò che viene definito la rivoluzione cognitiva digitale. Con ciò s’intende una vera e propria rivoluzione culturale che le nuove tecnologie hanno innestato nel campo della produzione, distribuzione, fruizione e conservazione di un’opera, e di conseguenza nel tipo di messaggio di cui è portatrice, e nelle modalità di circolazione di quest’ultimo. La figura dell’Autore, si eclissa a favore di un corpo collettivo di produzione; infatti l’estrema malleabilità dei prodotti in formato digitale permette un lavoro a più mani, lungo il quale è possibile aggiungere o togliere parti. Non si tratta qui di alterazione o modificazione in un’accezione negativa, bensì di una forma aperta dell’opera, che dal momento in cui nasce viene immessa in un contesto vivo, e per questo in continua evoluzione. Per quanto riguarda poi la distribuzione, come la fruizione, la facilità con cui le opere digitali possono essere trasmesse e usate da più utenti elimina ogni tipo di ostacolo fisico alla loro circolazione, e diventa diffusione. Infine la conservazione si configura se non eterna, potenzialmente illimitata; i nuovi prodotti audiovisivi sono leggeri, compatti, appunto immateriali. Le tradizionali divisioni tra autori e lettori, produttori e spettatori, creatori e interpreti si contaminano in un unico corpo che comprende dai programmatori di macchine e reti, ai videomaker anche i ricettori finali. L’esperienza di NGV definisce un modello di telelavoro replicabile, si propone come archivio collettivo in costante aggiornamento, qualcosa di più di un luogo di riferimento in cui trovare e scambiare materiale video d’informazione e intrattenimento che, oltre ad avere un metapubblico via Web, possa uscire dalla rete e proiettarsi sul territorio, nei palinsesti delle sempre più numerose emittenti locali e satellitari. Ngvision è dunque un’archivio in continua evoluzione, si sviluppa come un ipertesto la cui posta in gioco diviene la democratizzazione e diffusione della cultura. Una cultura che prende forma in prodotti audiovisivi e che non fa nessuna restrizione di genere, ma che anzi, mano mano che confluisce nel data base, modifica e scolpisce "a sua immagine" la struttura del server. Il sito diviene così un canale a "doppia viabilità", nel quale i produttori sono contemporaneamente anche fruitori, e genera un tipo di comunicazione interattiva e performativa. Interattiva, in quanto le parti coinvolte continuamente si scambiano i ruoli, ogni emittente è allo stesso modo destinatario, poiché fra di loro si instaura una relazione bidirezionale e reversibile. Performativa in quanto il messaggio non è mai conchiuso in sé, ma aperto in un reticolare processo di significazione. Le avanguardie artistiche si dissolvono qui, nell’arte della comunicazione audiovisiva, come condivisione dei saperi e accessibilità tecnologica. Ngvision è un software di collaborazione che crea un tessuto connettivo, in quanto accessibile a chiunque e perché basato su relazioni vive, istantanee, che avvengo per mezzo della rete e sulla rete. Crea un luogo in cui l’istanza individuale si immette in una zona collettiva senza essere eliminata, un luogo la cui conformazione è data innanzitutto dall’espressione del singolo. Questo progetto si propone di far riconoscere e avviare il diritto all'autogestione attiva della comunicazione, all'interno di una nuova visione del dominio pubblico dei media costituita da reti telematiche amatoriali e attraverso la condivisione dei saperi artistico-tecnologici, dell’esperienza locale e di una cultura comune comunicata orrizontalmente.