Il grido

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Locandina del film

Titolo

Il grido

Anno

1957 d.C.

Luogo

Italia

Autore

Antonioni Michelangelo

Descrizione

Il protagonista Aldo lascia il lavoro dopo essere stato abbandonato dalla compagna Irma, ed intraprende un lungo viaggio attraverso la pianura padana, portando con se la piccola figlia. Sullo sfondo nebbioso di una natura rovinata dai segni del progresso, il suo pellegrinaggio vede incontri che diventano altrettante tappe, sempre alla ricerca di una parte di sé che sembra non riuscire a trovare. Questi incontri vedono donne che condividono con lui un senso d'inquietudine e di emarginazione: Elvia, un'amica che riemerge dal passato e sua sorella. Poi ancora Virginia, una benzinaia che vive col vecchio padre in un'opprimente solitudine. E ancora Andreina, una prostituta che coltiva la speranza di fuggire dalla sua provincia per poter iniziare una nuova vita. Con ognuna di queste Aldo tenta di allacciare un rapporto, che però non riesce ad avviarsi a causa delle frustrazioni che li affligono. Ritrovata Irma, scopre che lei si è costruita un futuro lontana da lui: si è sposata ed ha un figlio. Distrutto dal dolore derivante da un insopportabile isolamento, corre verso la torre del suo vecchio zuccherificio per salirein cima e gettarsi nel vuoto. Il grido è il miglior film in assoluto girato da Antonioni. Ad esaltarlo provvede la scelta provocatoria della qualifica sociale da attribuire al protagonista. L'aver fatto di aldo un operaio, im0plica un riconoscimento ed il regista ebbe a dichiarare: "Gli operai vanno al nocciolo delle questioni, all'origine dei sentimenti. In loro tutto è più vero". Il dato sociologico mira a conferire il massimo risalto al discorso esistenziale; da ciò il valore di scandalo dell'ambientazione popolare portato al culmine nelle ultime sequenze: Aldo tornando al sup paese trova i compaesani impegnati in una manifestazione di protesta, ma ne resta indifferente perchè troppo preso dall'ansia di rivedere la sua donna. Quando infinre la ritrova, ma ormai l'ha perduta, si allontana e si uccide, gettandosi proprio dalla fabbrica nella quale ha lavorato. Questo epilogo può essere letto in chiave morale, ovvero la punizione che spetta a chi si lascia dominare da una passione privata che lo porta ad estraniarsi dalla comunità e lo condanna alla solitudine. E la vicenda umana viene registrata in maniera documentaristica, come un accadimento di natura, come un rifiuto delle motivazioni coscienziali e senza alcuna ricerca del perchè.