Gaudi' Antoni

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Personaggio o gruppo:

Antoni Gaudì.

Biografia:

Antoni Gaudì nasce nel 1852 a Reus presso Tarragona in Spagna. Dal 1873 al 1877 studia architettura alla Escola Provincial d’Arquitectura di Barcellona. Durante gli studi lavora presso alcuni studi di architetti tra i quali quello di Francisco de Paula de Villar che comincerà i lavori per la Sagrada Familia e con il quale collabora alla realizzazione del convento di Montserrat. Nel 1878, poco prima della conclusione degli studi ottiene il suo primo incarico pubblico: deve progettare dei lampioni per la città di Barcellona. Nel 1883 Gaudì progetta un padiglione da caccia per Eusebi Guell a Garraf, e nello stesso anno succede a Villar nella direzione dei lavori per la Sagrada Familia. Dal 1883 al 1888 inizia i lavori per Casa Vincent e per El Capricho, una casa di campagna a Comillas. Nel 1886 costruisce a Barcellona il Palazzo Guell. Tra il 1887 e 1889 Gaudì costruisce il palazzo vescovile di Astorga, e continua i lavori per il Colegio Teresiano. Nel 1898 comincia i progetti per la chiesa della Colonia Guell, e costruisce a Barcellona Casa Calvet; per questa costruzione riceve il premio della città per il miglior edificio dell’anno. Nel 1900, dopo la costruzione per Maria Saguès di una casa di campagna nello stile di un castello medievale, comincia a lavorare ad un progetto ambizioso di Guell: costruire a Gracia un parco residenziale, il parco Guell. Tra il 1904-1906 l’architetto ristruttura la casa di Josep Batllò, ne risulta un edificio completamente nuovo, in uno stile per i tempi ardito e rivoluzionario. Tra il 1906-1910 costruisce Casa Milà, il suo più grande progetto per quanto riguarda una costruzione di architettura civile. Nel 1909 Gaudì costruisce la scuola comunale della Sagrada Familia. Antoni Gaudì muore il 7 giugno del 1926 a Barcellona travolto da un tram.


Sito web:

Poetica

Poco interessato alle proposte dell’architettura ufficiale, seguì invece con passione i corsi di filosofia di Lores y Barba e quelli di estetica romantica, che lo portarono contemporaneamente ad approfondire la sua conoscenza dell’arte gotica sui libri di Viollet-le-Duc. Tali predilezioni lo introdussero nello spirito del modernismo, il movimento catalano che, in parallelo alle Arts and Crafts inglesi, proponeva un ritorno alle forme medievali, vedendo in esse l’espressione più genuina della tradizione popolare spagnola. Protetto dal conte Guell, un colto e ricchissimo industriale, costruì le sue prime opere in uno stile eclettico, abbastanza vicino all’Art Nouveau, nel quale si mescolano le forme del passato in un ardita e complessa sperimentazione di spazi, di materiali e di decorazioni sostanziata, fra l’altro, da una collaborazione diretta e continua con gli artigiani locali. Nelle opere della maturità Gaudì, affrancandosi da qualsiasi reminiscenza del passato, giunge ad elaborare un linguaggio assolutamente personale non solo sul piano decorativo ma anche su quello strutturale. L’opera di Gaudì, costruttore per istinto e per pratica, immaginario e barocco nella sensibilità, innamorato dei colori vivi e delle forme plastiche della tradizione mediterranea, costituì, in un momento di crisi linguistica e di rifondazione razionale della disciplina architettonica, un episodio isolato, di cui la critica ufficiale tardò a riconoscere la grandezza ed il valore '’profetico’’ a causa, appunto, della difficoltà di inserimento nelle contemporanee linee di sviluppo del Movimento moderno. L’esperienza di Gaudì fu resa possibile da condizioni particolari quali la prosperità economica di Barcellona e l’esistenza in Catalogna di abilissime maestranze artigiane. Grazie ad esse, Gaudì poté realizzare le sue opere quasi come uno scultore, intervenendo direttamente sui singoli particolari

Opere

  • Parco Guell

Tra le sue opere più importanti ricordiamo il Parco Guell (1904-14), che doveva far parte di una vasta sistemazione urbanistica delle pendici del monte Tibidabo, presenta una successione inesauribile di invenzioni formali, spaziali e coloristiche: grotte, fontane, parapetti di materiali grezzi incrostati di porcellane e vetri policromi. Il parco è oggi utilizzato per il pubblico. I padiglioni d’ingresso hanno le coperture a cuspide frastagliate e maiolicate, il parapetto della terrazza (da cui si apre un belvedere sulla città), mosso e ugualmente rivestito di maiolica, ha la balaustra in ferro forgiato; il viadotto ha colonne inclinate, come la cripta della cappella, l’unica parte compiuta.

  • Casa Batllò

Nella Casa Batllò (1905-07), un lussuoso complesso per abitazione civile, Gaudì intervenne su un edificio preesistente costruito su un terreno stretto e lungo, stravolgendo con la decorazione ogni schema compositivo tradizionale. La facciata su strada, la più ammirata, è lavorata in pietra arenaria grigia a motivi vegetali al piano terreno e al primo piano. Essi compongono un robusto e plastico basamento sporgente, per dar luogo a un’ampia tribuna al piano nobile. Questo basamento avvolge anche la struttura portante di tutta la facciata, composta da sei piloni in pietra raccordati tra loro da cinque archi. La sua articolazione volumetrica, concava e convessa, ricorda anche forme ossee, che ne accentuano la percezione di solidità e robustezza.

  • Casa Milà

La Casa Milà, detta la Pedrera (1905-10), è un altro complesso di abitazione a cinque piani in cui sia le facciate sia le piante interne (che sono sempre diverse per ogni piano) sono risolte con prepotente libertà linguistica. L’architetto dedica molte energie alla definizione della facciata, alla sua modellazione in pietra, restituisce l’impatto di una massa unica, grazie al forte risalto ondulatorio della superficie sul quale la luce del giorno gioca liberamente. La sua superficie è realizzata in blocchi di pietra ancorati con zanche in ferro ad un normale muro interno di mattoni.

  • Sagrada Familia

La Sagrada Familia, la chiesa alla quale Gaudì lavorò nell’ultima parte della sua vita (dal 1882) e che rimase incompiuta, nasce da un preesistente schema gotico stravolto attraverso una serie di invenzioni decorative e soprattutto strutturali, tra cui le famose colonne inclinate, capaci di assorbire contemporaneamente i pesi e le spinte senza dover ricorrere agli archi rampanti. Quest’opera, pur riallacciandosi al neogotico ottocentesco, nasce dalla fantasia, come un castello di sabbia, che è medievale solo nell’apparenza esteriore, ma in cui si proiettano i sogni evocati da ricordi del passato.


Bibliografia

P. Adorno, L’arte italiana, vol.III, Firenze 1998.

Enciclopedia dell’Arte Garzanti, Milano 2002.

M. A. Crippa, Antoni Gaudì, Koln 2003.

R. Zerbst, Antoni Gaudì, Koln 2003.


Webliografia