Arte partecipativa
Arte partecipativa, è un'espressione con cui si fa riferimento a quelle forme artistiche dove la presenza dello spettatore diviene di fondamentale importanza per la realizzazione stessa dell'opera d'arte. Questa definizione, coniata da Claire Bishop nel suo libro "Artificial Hells", comprende diverse pratiche artistiche che spaziano dall'attivismo, alle arti socialmente impegnate e a quelle pubbliche.
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Argomento:
Arte partecipativa
Descrizione:
L'aspetto centrale dell'arte partecipativa è appunto la partecipazione attiva dello spettatore, le opere che ne derivano si possono esprimere all'interno di una forma d'arte specifica come le arti visive, la musica o il teatro. Oppure possono essere interdisciplinari includendo una collaborazione che attraversa diversi ambiti artistici. Ma la caratteristica fondamentale di queste pratiche artistiche è data dall'impatto e dalle conseguenze che si manifestano nella società. L'opera d'arte prodotta può assumere varie forme, per la sua natura collaborativa potrebbe essere la realizzazione di un evento, oppure una situazione o una performance piuttosto che la produzione fisica di un oggetto. Le varie interazioni che si manifestano in questi incontri in genere sono documentate attraverso fotografie, video o testi questo per mantenere traccia di opere che hanno la caratteristica di non perdurare nel tempo.
L'origine dell'arte partecipativa Claire Bishop la riconduce al teatro e alla performance e quindi viene strettamente collegata ai movimenti d'avanguardia, in particolare al Futurismo e al movimento DADA. Le serate futuriste consistevano in veri e propri spettacoli con letture accompagnate da musica il cui fine era suscitare attraverso forti provocazioni una reazione del pubblico tanto violenta da terminare l'esibizione con una rissa. Invece il più importante evento precursore dell'arte partecipativa nello spazio pubblico è la "Stagione Dada" che ha luogo a Parigi nel 1921. L'operazione dadaista "è una sorta di ready-made urbano, il primo intervento artistico nella città che non sia scultoreo o monumentale ma di natura performativa."[1] Gli esponenti di queste correnti artistiche hanno iniziato a porsi il problema dell'originalità e della paternità dell'opera d'arte contestando anche il ruolo passivo dello spettatore. Intorno agli anni '60 gli sconvolgimenti sociali, politici e culturali hanno portato alla formazione di nuove forme artistiche come l'Arte concettuale, Fluxus e il situazionismo. Inoltre lo sviluppo di nuove tecnologie nel campo della comunicazione ha permesso una sempre più interazione fra artista e spettatore ponendo piano piano le due figure sullo stesso piano e eliminando quindi ogni sorta di gerarchia. Il rapporto che si crea tra l'opera e il pubblico è l'elemento centrale di queste pratiche artistiche. Alcune opere d'arte prendono vita anche senza l'intervento diretto dell'artista, coinvolgendo i partecipanti a eseguire una serie di istruzioni. Queste istruzioni possono essere comunicate attraverso diversi media come la fotografia, il video, il testo, la performance, il suono, la scultura e l'installazione.
Gli artisti fluxus respingono l'idea dell'oggetto d'arte permanente e della figura dell'artista vista come professionista. Vedono l'opera d'arte non come un oggetto finito ma come un'esperienza che prende forma in un determinato periodo di tempo fondata sulla performance o su esperimenti teatrali. Si interessano alla potenziale trasformazione dell'arte attraverso la collaborazione e la partecipazione incoraggiando gli spettatori ad interagire e realizzando quindi opere d'arte di libera interpretazione in varie forme che includono perfomance, pubblicazioni, eventi, e ambienti costruiti per coinvolgere interamente lo spettatore. Queste iniziative hanno la caratteristica del workshop dove l'artista svolge il ruolo di moderatore coinvolgendo il pubblico in discussioni filosofiche sul significato di arte. Le opere spesso assumono la forma di incontri, manifestazioni pubbliche e sculture sociali per cui il significato delle operazioni deriva dall'impegno collettivo dei partecipanti. L'obiettivo comune di fluxus, happenings e eventi situazionisti è quello di sviluppare una nuova sintesi tra politica e arte, dove l'attivismo politico si intreccia con la pratica artistica di strada eliminando la distinzione fra arte e vita quotidiana.
La crisi economica e le questioni politiche degli anni '80 sommati agli effetti del capitalismo e al suo impatto sulle strutture comunitarie hanno determinato una crescente consapevolezza sul potere dell'arte pensata come mezzo per affrontare questioni sociali. Da questo scenario si sono formate diverse Community Art, istituzioni che considerano l'arte come mezzo per affrontare questioni sociali coinvolgendo individui che spesso son emarginati socialmente ed economicamente dalla società. I progetti che prendono vita nelle Community Art in genere sono a livello locale dove la consultazione e la partecipazione sono aspetti fondamentali e imperativi delle iniziative artistiche.
Alla fine degli anni '90 i concetti di partecipazione si sono estesi a una nuova generazione di artisti identificati sotto il nome di Arte relazionale o Estetica relazionale. Questo termine è stato coniato dal curatore francese Nicolas Bourriaud per descrivere una serie di pratiche artistiche che interessano la rete di relazioni umane e il contesto sociale in cui si manifestano. L'arte relazionale prende la forma di incontri, feste, giochi, piattaforme di discussione e altri tipi di eventi sociali. In questo contesto il punto centrale si focalizza sull'uso dell'opera d'arte. E' considerata arte lo scambio di informazioni fra l'artista e lo spettatore.
Sempre secondo Bourriaud la generazione di artisti del ventunesimo secolo interpreta la globalizzazione culturale immersa in nuovi modi di comunicazione, grazie all'incremento dei viaggi e delle migrazioni culturali che hanno incentivato rapidi mutamenti nello stile di vita. Questo ha dato vita a una dimensione nuova detta Altermodern e fa riferimento proprio al fatto di come gli artisti reagiscono alle implicazioni del contesto globale grazie alla rapida accelerazione delle comunicazioni in tempo reale.
Bibliografia:
- Claire Bishop, Artificial Hells, Participatory Art and the Politics of Spectatorship, Verso, New York, 2012
- Cecilia Guida, Spatial Practice. Funzione pubblica e politica dell'arte nella società, Franco Angeli Editore, 2012
Webliografia:
Note:
- ↑ Cecilia Guida, Spatial Practice. Funzione pubblica e politica dell'arte nella società, Franco Angeli Editore, 2012
Tipo di scheda:
InteractiveResource
Soggetto (categoria) da Thesaurus Pico Cultura Italia:
Arte, Performance art
Soggetto (categoria, tags) a testo libero:
movimenti d'avanguardia, serate futuriste, "Stagione DADA", attivismo politico, pratiche artistiche urbane, Community art, Arte sociale, Arte relazionale, Estetica relazionale, globalizzazione culturale,
Voci correlate:
Arte concettuale,Fluxus,situazionismo, Interaction, Participation, Networking. Art and telecommunication, Futurismo, Dada, Avanguardia, Performance, Arte concettuale