Gruppo N
Cognome Nome del personaggio seguito da un abstract di circa 3 righe di descrizione del personaggio
Contents
- 1 Cognome Nome / Pseudonimo / Denominazione:
- 2 Biografia:
- 3 Sito web:
- 4 Poetica:
- 5 Opere:
- 6 Elenco esposizioni (anno, titolo, curatela, luogo, città):
- 7 File multimediali:
- 8 Augmented reality:
- 9 Bibliografia:
- 10 Webliografia:
- 11 Note:
- 12 Tipo di scheda:
- 13 Soggetto (categoria) da Thesaurus Pico Cultura Italia:
- 14 Soggetto (categoria, tags) a testo libero:
- 15 Voci correlate:
Cognome Nome / Pseudonimo / Denominazione:
Gruppo N
Biografia:
Il Gruppo N è insieme al Gruppo T di Milano all'origine dell'arte cinetica e programmata italiana, arte in parte legata a osservazioni di tipo psicologico, comprendente esperimenti mediante "trucchi percettivi", dove il movimento è dato dallo spostamento dello spettatore e "oggetti che si lasciano muovere" o meglio, che acquistano particolari caratteristiche, grazie ad un intervento esterno.
Il nucleo originario si forma a Padova nel 1959 ma si assesta nel 1960 con Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi, e Manfredo Massironi. La fisionomia programmatica del gruppo si delinea nel corso dello stesso anno, soprattutto con l'apporto teorico di Massironi e Biasi. Essi si intrecciano ad altre realtà italiane che hanno il proposito di modificare il significato di opera d'arte, il suo procedimento artistico e la figura stessa dell'artista che può diventare multipla. Procedendo in questo senso il Gruppo N rinuncia alla propria autorialità firmando le opere realizzate con il collettivo con il timbro N, seguito dai nomi di chi le ha progettate.
Nel Manifesto del Gruppo N, Padova, settembre 1961, si legge: La dicitura enne distingue un gruppo di “disegnatori sperimentali” uniti dall'esigenza di ricercare collettivamente. Il gruppo è certo che il razionalismo ed il tachismo sono finiti, che l'informale ed ogni espressionismo sono inutili soggettivismi.
Le origini sono contraddistinte da un “fare mentale” e in collaborazione di Azimut prendono vita le prime esposizioni “Mostra chiusa” e “Mostra del pane”. Vengono avviate una serie di “attività didattiche”. Il gruppo N rappresenta bene la stagione artistica tra gli anni 50 e 60 sempre in bilico fra apetura e instabilità. Le quattro aggregazioni che prendono il nome di EnneA, enne, N, enne 65 hanno come elementi costanti Alberto Biasi, e Manfredo Massironi.
La prima formazione denominata "EnneA" prende vita a Padova nel settembre del 1959. La definizione in greco significa 9 proprio perchè composta da nove membri. Il termine "n" invece sta a significare un numero imprecisato, indefinito di componenti e la A sta per architetti. EnneA rappresenta più un collettivo che un gruppo, composto per la maggioranza da studenti della Facoltà di Architettura di Venezia: Tino Bertoldo, Alberto Biasi, Tolo Custoza, Sara Ivanoff, Bruno Limena, Manfredo Massironi, Milla Muffato, Gianfilippo Pecchini e Gaetano Pesce.
EnneA partecipa alla biennale giovanile Cittadella con l'opera di Biasi “Stratificazione” che riceve il primo premio. Successivamente il collettivo viene travolto da uno scandalo in seguito all'opera presentata da Massironi al Premio San Fedele di Milano e ammessa da Lucio Fontana. L'opera consisteva in un cartone ondulato e provocò diverse critiche sia da parte della stampa che all'interno del gruppo.
Nel dicembre del 1959 il gruppo si ricompone oltre a Biasi e Massironi si aggiunge Edoardo Landi e prende il nome "enne". Un anno dopo nel dicembre del 1960 si uniscono al gruppo Toni Costa Ennio Chiggio, questa formazione prende nome Gruppo N e dura fino all'ottobre del 1964 data in cui si sciolgono. Biasi, Landi e Massironi continuano tuttavia la colalborazione e diventano “enne 65” anche se nel 1966 le strade professionali divergono.
Per Biasi la ricerca artistica deve essere portata avanti con un differente approccio di pensiero, quindi è necessario ripartire da zero. Il gruppo N rende pubbliche le scissioni e le ricomposizioni, importanti per documentare il carattere antidogmatico e instabile del collettivo. Questo procedere non è simbolo di confusione ma di apertura, soprattutto intesa come cambiamento.
Fondamentali per il percorso artistico sono i rapporti che si instaurano con gli artisti di Milano, Piero Manzoni ed Enrico Castellani gestori dello spazio Azimut. Importante anche l'influenza del Gruppo T, dei tedesco Gruppo Zero, dei francesi MOTUS.
Azimut viene frequentato da Biasi e Massironi che messi in contatto con altre realtà europee su iniziativa di Piero Manzoni espongono insieme al Gruppo Zero di Dusseldorf. Milano infatti è un punto strategico perchè fa da ponte tra l'Italia e le altre pratiche artistiche europee. Grazie a questa collaborazione a Padova vengono organizzate due mostre svoltesi presso Azimut: “La Nuova concezione artistica” e “MOTUS”. Due eventi di notevole importanza perchè testimoniano lo spirito e le scelte che spingono il gruppo ad operare.
Il manifesto della prima esposizione è “La nuova concezione artistica è essenzialmente ricerca, si pone al di fuori di qualsiasi tendenza schematizzabile, nasce dalla struttura molteplice della vita moderna” e che “supera l'estetica tradizionale per difendere un'etica di vita collettiva”. Nella successiva dichiarazione di “MOTUS” si leggono i punti centrali in comune ai gruppi: “MOTUS è più un gruppo di pitture che un gruppo di pittori.[...] MOTUS è il denominatore comune di pittori che pongono la pittura al di sopra della firma. […] MOTUS è contro la personalità”. [1]
Nel 1962 partecipa insieme al Gruppo T, Enzo Mari, Bruno Munari alla mostra “Arte Programmata” muovendosi in un percorso di ricerca tra l'arte cinetica e l'arte programmata. Il punto in cui si concentra la sperimentazione è il mutamento sia reale che virtuale. L'opera si presenta “aperta” proprio secondo la definizione data da Umberto Eco nel 1962 e si presta ad essere integrata dal processo costruttivo dell'immaginazione.
Si instaura un rapporto attivo con altre realtà e in questa apertura si sovrappone il privato con il politico testimoniato dalle frequentazioni con il partito comunista e sucessivamente con la classe operaia. Il rapporto col primo si interrompe per la politica culturale attardata, mentre con la classe operaia addirittura condividono la stessa sede, cosa che porterà allo sfratto e che spiega alcune prese di posizione in campo politico.
L'esperienza del Gruppo N si conclude nel 1966.
Sito web:
Poetica:
Gli artisti del gruppo riconoscono nelle nuove materie e nella macchina i mezzi espressivi della “nuova arte” in cui non possono esistere separazioni fra architettura, pittura, scultura e prodotto industriale. L’attività del Gruppo N si incentra su ricerche visive e cinetiche, agganciate alla psicologia della percezione, finalizzate alla realizzazione di oggetti ed ambienti che coinvolgono lo spettatore.
Opere:
Elenco esposizioni (anno, titolo, curatela, luogo, città):
File multimediali:
Video:
Audio:
Altro:
Augmented reality:
Latitudine:
Longitudine:
Link verso portali di augmented reality
Bibliografia:
1976, Mussa Italo, Il Gruppo N. La situazione dei gruppi in Europa negli anni ’60, Bulzoni Editore, Roma. 2009, Feierabend Volker, Meloni Lucilla (a cura di), Il Gruppo N. Oltre la pittura, oltre la scultura, l’arte programmata Silvana Editore.
Webliografia:
Note:
- ↑ L. Meloni, Gruppo N, Silvana Editoriale, Milano, 2004
Tipo di scheda:
InteractiveResource