Nori Franziska

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Nori Franziska

“Le arti oggi agiscono sempre più in un contesto nel quale si sovrappongono realtà e finzione…”


Nori Franziska

Direttrice della Strozzina, Centro di Cultura Contemporanea di Palazzo Strozzi, Firenze.

Biografia

Nata a Roma nel 1968 da padre italiano e madre tedesca. Franziska Nori si è laureata in antropologia culturale, letterature romanze e storia dell’arte presso l’università Johan Wolfgang Goethe di Francoforte.

Franziska Nori è direttore del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina[1] (Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze).

Dal marzo 2007 è responsabile per il programma artistico del centro di cui è stata curatrice di mostre come “Sistemi emotivi” (2007), “Arte, prezzo e valore” (2008), “Gerhard Richter e la dissolvenza dell’immagine nell’arte contemporanea”, “As Soon As Possible” (2010), “Identità virtuali” e “Declining Democracy” (2011) e delle installazioni site specific nel Cortile di Palazzo Strozzi, realizzate da artisti come Michelangelo Pistoletto, Yves Netzhammer, Wang Yu Yang e Loris Cecchini.

Dal 2000 al 2003 ha diretto il dipartimento di arti digitali “digitalcraft” presso il Museo di Arti Applicate di Francoforte (MAK), in cui è stata elaborata e creata la prima collezione museale dedicata a manufatti digitali (http://www.digitalcraft.org), organizzando mostre dedicate a temi della cultura digitale come “I Love You”, sul mondo degli hacker e dei virus informatici, o “adonnaM.mp3”, un’analisi del file e network sharing sulla rete.

Dal 2005 al 2007 ha fatto parte del comitato scientifico della New Media International School dell’Università di Lubecca.

Nel 1998 ha svolto per la Commissione Europea uno studio sulle future strategie per i musei europei nel loro lavoro sul patrimonio culturale digitale.

Dal 1994 al 1997 ha lavorato come curatrice indipendente d’arte moderna e contemporanea per istituzioni internazionali come la Schirn Kunsthalle di Francoforte, il Museum für Moderne Kunst di Vienna, il Museo Nacional Reina Sofia di Madrid, la Fundación la Caixa a Palma di Maiorca e la Fondazione Lucio Fontana, curando tre mostre monografiche sull’artista.

Sito Web

Poetica

Nel corso degli ultimi decenni, gli artisti contemporanei hanno ampliato sempre più la loro attività culturale, estendendola a tutti gli ambiti della società. L’idea classica dell’istituzione come cornice tradizionale dell’arte, è stata messa in discussione, decostruita, provocata e a volte negata.

Gli artisti oggi lavorano con un concetto nuovo, più aperto rispetto alla concezione consueta del ruolo artistico. Essi si muovono liberamente tra i diversi ruoli, quello dell’artista, del curatore, dell’editore di periodici, o ancora del designer, dell’architetto, dell’imprenditore, del documentarista, del programmatore, del gestore di piattaforme di comunicazione in internet e persino dell’attivista politico. Creano i propri network locali e allo stesso tempo si muovono nelle strutture di un mondo globalizzato, generando sia contesti critici rispetto al sistema dell’arte, che spazi di partecipazione e comunicazione autonomi. I mezzi di produzione non si limitano più soltanto al disegno, alla pittura, alla scultura, alla fotografia o al video, ma da tempo il contesto di sperimentazione artistica si estende a tutte le realtà che fanno parte del quotidiano, così anche internet, il software, i videogiochi o i telefoni cellulari. L’approccio fondamentale scelto dal CCCS è quello di ideare un programma pluriennale sia sulla base dei network locali che di quelli internazionali. Ciò significa che non solo verranno proposti progetti espositivi tematici da presentare nel corso dell’anno, ma saranno invitati anche curatori e istituzioni a concepire esposizioni, cicli di programmazione di film e video, workshops, performances e lectures da svolgere negli spazi del centro. Su questa base si definirà il programma, strumento di studio e di riflessione per i visitatori sia sull’eterogeneità dell’arte contemporanea, che su quella delle diverse posizioni curatoriali e interpretative. L’arte oggi reagisce in maniera conforme ai principi della società che la genera. Si sviluppa come una verifica costante della realtà e della quotidianità, che, in modo molto più evidente rispetto al passato, ci appare complessa e frammentata. Le arti, dunque, agiscono sempre più in un contesto nel quale si sovrappongono realtà e finzione; di conseguenza la lettura dell’arte contemporanea appare meno immediata e soprattutto non si presta più a una interpretazione univoca, non basandosi su codici e valori universalmente comprensibili dalla collettività, come nel caso dell’arte delle società pre-moderne.

Gli artisti sembra preferiscano invadere il quotidiano, mettendo in discussione gli elementi che ne compongono il tessuto sociale, e interrogare le diverse realtà, cercando di provocare un cambio di parametri e una modifica nelle abitudini. La ‘bellezza’ (come categoria del bello) non vuole più essere un fenomeno puramente estetico, ma si estende alla dimensione dell’esperienza vissuta, nella quale l’azione consapevole persegue un ruolo centrale, un’azione che trova la sua fonte nella sensibilità critica rispetto al mondo circostante, trasformandosi dunque in atteggiamento etico e in nuova coscienza politica. Questo cambio paradigmatico si rispecchia non solo nelle tematiche affrontate dagli artisti contemporanei, ma anche nella loro scelta formale ed estetica che imbocca nuove direzioni e campi di sperimentazione, slegandosi dai vincoli di genere dettati dalla tradizione come anche dall’idea dell’opera come prodotto finito. Lars Blunck (in Between Object and Event) parla di una “attivazione del potenziale empirico” e intende con ciò definire una produzione artistica che diviene rappresentazione (nel senso teatrale del termine) e che si genera nel momento dell’azione stessa. Includendo, in questo contesto, installazioni performative, provocazioni psicofisiche, eventi messi in scena, oppure costruzioni socio-politiche di varie situazioni, essa mette in discussione, con i presupposti della contemporaneità, la nozione classica di opera d’arte. Ciò non significa, però, che oggi nell’ambito dell’arte contemporanea non si possa più parlare di “opera d’arte” (nel senso di qualcosa di compiuto, che assolve il suo compito nell’essere contemplato), ma si riferisce al fatto che per l’arte contemporanea è difficile trovare chiare definizioni tipologiche che siano conciliabili con la tradizionale classificazione in generi delle opere d’arte.

L’arte prodotta oggi si rifiuta di muoversi in una cornice delimitata e cerca sempre di rinnovarsi attraverso nuove tendenze e sviluppi. "Credo che nella produzione odierna ci sia una parte degli artisti che ritenga gli stimoli provenienti dalla realtà una condizione non sufficiente per completare con successo il loro processo creativo, da qui la necessità di ricorrere alle sollecitazioni della finzione, che a sua volta ha il potenziale di generare una nuova condizione di realtá – dunque una sorta di loop realtá / visione / realtá – all’infinito". Nel trasformare e differenziare ciò che risulta conosciuto e familiare, l’arte contemporanea si rifà alle sue radici, che sono da riconoscere nelle avanguardie dei primi decenni del ventesimo secolo, che hanno calato le pratiche artistiche nella quotidianità e con ciò intrapreso il cammino che ci porta ai nostri giorni.

(Intervento di Franziska Nori nel catalogo della mostra Sistemi Emotivi)

Opere

MOSTRE organizzate presso il museo di arti applicate di Francoforte.

MOSTRE organizzate (in stretta collaborazione con gli appositi Comitati Scientifici) presso il Centro di Cultura Contemporanea Strozzina.

Bibliografia

"Arte,prezzo e valore" (2009)

Scritto con Dossi Piroschka. Editore: Silvana

Webliografia

[Tutti i link sono stati verificati il 03/12/2012]

Note

  1. [http://www.strozzina.org/ Sito ufficiale del CCC Strozzina