Homeart
Contents
Titolo
Homeart
Autore
Pietro Grossi
Anno
1986 d.c.
Descrizione
Campo di ricerca e di produzione grafica; si tratta di elaborazioni visive realizzabili su personal computer con programmi dotati di autodecisionalità; arte creata da e per se stessi, estemporanea effimera, oltre la sfera del giudizio altrui.
Il pioniere italiano della computer music Pietro Grossi a metà degli anni ottanta si dedica all’arte grafica con gli stessi principi estetici che hanno, dal lontano 1967, ispirato la sua musica. Crea nel 1986 la Homeart (termine da lui stesso coniato) presentata per la prima volta durante la mostra Nuova Atlantide - Il continente della musica elettronica alla Biennale di Venezia nel novembre di quell’anno.
I processi grafici che Grossi produce si concretizzano in immagini anziché in idee sonore ma sono in realtà frutto della stessa linea estetica che ha caratterizzato l’attività precedente del compositore. Sarà poi il musicista e programmatore Sergio Maltagliati dagli anni novanta ad occuparsi dello sviluppo del progetto unendo la parte visiva e sonora in lavori di Visual music (come li definisce) che utilizzano come origine il codice di programmazione dei programmi di Grossi. Programmi che sono scritti in un linguaggio di programmazione comunissimo, caratterizzato ognuno da poche istruzioni all’interno dei quali viene dato spazio alle procedure pseudo-casuali nell’ambito di un’idea artistico-compositiva unica, sviluppata poi in una miriade di variazioni grafiche e sonore. La priorità di Grossi è di esprimersi anche nel campo della grafica, mantenendo quei principi che avevano regolato le sue idee musicali e utilizzando per la fruizione piccoli sistemi informatici di grande diffusione (Commodore 64 e Acorn Archimedes dopo) dal 1995 in poi declinati dalla, e per la Rete. Il termine Homeart sta a significare principalmente due cose: prima di tutto il fatto che l’artista grazie al personal computer può lavorare nella sua abitazione senza doversi recare altrove, (vera anticipazione di Internet). Dal 1986 fino al 2002 anno della sua scomparsa, centinaia di programmi di homeart e di realizzazioni visive, spesso cristallizzate in immagini fotografiche, sono state prodotte e documentate dallo stesso autore.
Homeart, quindi, come parafrasi di un nuovo modo di fare e fruire l’operazione artistica.