Free software as collaborative text

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Cramer Florian

o Software libero come testo collaborativo

http://amsterdam.nettime.org/Lists-Archives/nettime-l-0009/msg00163.html

( questo è il manoscritto di una conferenza che ho tenuto nel dibattito alla 5 conferenza sull’interfaccia ad Amburgo). Spero che sia di qualche interesse per sottoscrittori di Nettime. Il testo è anche disponibile in PDF e nel formato html < http://userpage.fu-berlin.de/~cantsin>-FC dalla mia home page)

Sw libero come testo collaborativo

                          Florian Cramer
                    <cantsin a zedat.fu-berlin.de>
                                 
                       15 settembre 2000 [1]
                                 
  

Che cosa è il Software Libero ?

Perché discutere di Software Libero nel contesto dell’arte e della cultura della rete?


Da circa due anni, il Software Libero o a "sorgente aperta" ha attirato un’ attenzione crescente delle culture artistiche della rete.


Definizione di software libero


[2] La definizione di sorgente aperta (Opeb) quindi attinge alle linee guida del Free sw di Debian (Deb) che possono essere così riassunte :

1. Il software libero può essere liberamente copiato. 2. Non solo il codice binario ma anche il programma è eseguibile, il codice sorgente è liberamente disponibile. 3. Il codice sorgente può essere modificato e utilizzato per altri programmi da chiunque. 4. Non c'è alcuna limitazione sull'utilizzo di Software Libero. Anche se Software Libero è utilizzato per scopi commerciali, nessun onorario di licenza deve essere pagato. 5. Non c'è alcuna limitazione sulla distribuzione freeware di Software. Il software libero può essere venduto per denaro anche senza pagare i programmatori. 6.

   concetti  non sono diversi in termini tecnici. Eppure ciascuno dei termini ha le proprie ambiguità: mentre "software libero" tende a venir confuso  con Freeware e shareware, [4] "open source"è facile che venga confuso con "standard aperti"  - come il formato HTML e il protocollo http-  e con software Java di Sun il cui  codice sorgente è pubblicamente disponibile, ma solo sotto una licenza restrittiva. È particolarmente importante differenziare "sorgente aperta" e "software libero" da standard aperti. Mentre gli standard aperti sono un insieme di specifiche tecniche unificate stabilite  da committenti come Internet  Progettare Taskforce (IETF) e il consorzio World Wide Web  (W3C), gli sviluppatori di "sorgente aperta" o di "software libero" codificano qualunque cosa  apprezzano per proprio divertimento, e  sono liberi di dividere i loro progetti e sviluppare il codice in direzioni separate se non può più essere raggiunta un’intesa .[5] Poiché i fraintendimenti su "sorgente aperta" sono così comuni, punterei sul termine meno popolare ma più chiaro di freeware.


La storia del software libero

  Non è accidentale che la storia del Software Libero segua di pari passo la storia di Internet. Internet è costruito sulla tecnologia di rete Unix. Unix  soleva essere gratuito   per le istituzioni accademiche negli anni '70 ed il Software Libero è stato la base o il modello dei sistemi operativi comuni BSD e Gnu/Linux.
  
  Un qualsiasi comune messaggio E-Mail rivela ancora l'affinità della Tecnologia Internet e Unix: E-Mail non è altro che   un comando di posta Unix. Un indirizzo di posta elettronica del modulo xy a z.com è composto di quello che è storicamente un nome utente su un sistema multiuser Unix e, seguendo lo "@", il nome host del sistema. Questo nome ’host si esplica attraverso il collegamento al software libero Unix secondo il sistema di nome di dominio Internet (DNS); DNS è soltanto un'estensione in rete del file di sistema Unix /etc/host. Poiché Internet ha reso marginale o ha rimpiazzato i network privati come IBM /Bitnet, Compuserve, il Btx tedesco e il Minitel francese,  la tecnologia di rete UNIX è standard su tutte le piattaforme di collegamento in rete. Nel 1970, Unix ha in particolare attratto le comunità  di studenti al MIT e all'Università della California a Berkeley. I concetti di reti di computer decentralizzati e i sistemi operativi liberi sullo stile di freeware.Unix-like sono iniziati n  laboratori di scienza di computer di queste istituzioni. Dagli anni '90, il software scritto "dai pirati informatici" là ha avuto uno sviluppo in:
  
   1. la famiglia BSD di sistemi operativi con le versioni libere FreeBSD, NetBSD e OpenBSD. Tutti utilizzano un codice base che è stato sviluppato originariamente a Berkeley sotto il progetto con la leadership di Bill Joy.
   2. il sistema operativo GNU/Linux. Tutta le principale distribuzioni basate sul sistema operativo Linux- -- RedHat Linux, SuSE Linux,Gnu Turbo Linux, Debian/Linux la, Mandrake Linux, Corel Linus Os e Caldera OpenLinux, per nominarne solo alcune --  si rifanno al software Gnu  (1984) dalla fondazione del Software Libero (FSF) e sulla kernel Linux scritto dal 1991 sotto la leadership di progetto di Linus Torvalds.[6] Il FSF è stato fondato e viene ancora condotto dal più vecchio
      hacker del MIT Richard M. Stallman.
  La tecnologia aperta è stata un fattore chiave per l'accettazione del computer e della connessione in rete: L'architettura aperta dell'IBM Personal computer ha reso i computer economici e diffusi dagli Anni '80, e con l'architettura aperta di Internet,la connessione in rete è diventata diffusa negli anni '90. Ultimamente, il software libero ha messo a disposizione la computazione high-end (alta finalità) dell'assistente di UNIX di chiunque vuole imparare i particolari tecnici. Se Il software libero può diventare così diffuso sui desktop  dei computer tradizionali e alla fine spodestare tutto il software di computer, è da vedersi, ma non è questa la domanda che voglio indagare

Free software come una cultura della rete

  Nel mezzo degli anni '90, " la cultura della rete" è diventata la parola chiave dell’argomentazione
    artistica, critica e politica in Internet. Il termine è stato collegato strettamente a mailing list come Nettime (http://www.nettime.org) e Rizoma     (http://www.rhizome.org), conferenze come quella dove io
  presento questo documento e stampo pubblicazioni come l’ antologia Nettime
  [BMBB^+99]. "Cultura della rete" era abitualmente pronunciata come un sostantivo singolare e si riferisce soltanto  all’argomento  che  hanno creato.
  
  Il software libero è un esempio saliente che non esiste solo una, ma molte culture della rete. Ha depredato le culture artistiche della rete in internet da circa venti anni. Il software libero “copyleft “può essere visto come la riflessione più appropriata di questa lunga esperienza. Inventato per preservare la libertà di pensiero  accademico-artistica tradizionale  e la citazione nel regno digitale, tuttavia l'ha riscritto radicalmente. Il concetto che il codice, cioè il testo, può non solo essere liberamente copiato, ma anche assemblato, volontariamente riciclato e commercialmente ridistribuito da chiunque senza il permesso dell’ autore è straniero alle arti e alle scienze occidentali post-medievali. Nella cultura di stampa, tali pratiche, sono considerate plagio e furto.   Anche per le arti della rete digitale, il copyleft rimane uno sfida insoluta. Molte, se non la maggior parte delle illustrazioni della rete dipendono  da software di autore, [7] e i termini della distribuzione del loro codice sono ancora raramente chiariti.[8]. Il software libero ha influito significativamente sulle arti digitali in rete

Senza il software di un server di posta elettronica libero come Majordomo (http://www.greatcircle.com/majordomo/) e Sendmail (http://www.sendmail.org--and) la possibilità generale di configurare server economici utilizzando grossi fornitori di sitemi operativi - le culture artistiche della rete di Nettime et.al. difficilmente avrebbe potuto operare non-commercialemnte e con partecipazione gratuita (libero9) L'osservazione di Kittler Friedrich che gli strumenti artistici danno forma concettualmente a ciò che creano [Kit85] si applica anche alle arti della rete.

  Il fatto che Majordomo e Sendmail sono diventati i principali strumenti dell’attività della rete artistica è un importante - ma naturalmente non l’unica - spiegazione del perché la Net.art contemporanea tende

verso il concettuale, discorsivo e impegnativo invece che verso gli ambienti immersivi della"realtà virtuale" che molti critici attendevano per distribuirli. Ciò avrebbe richiesto software d’autore costoso per la progettazione e per i software del display, chiuso nelle reti ad alta velocità e, come risultato, dipendenza dalle infrastrutture istituzionali finanziate, comunità a limitata partecipazione e top-down invece di organizzazione bottom-up di questa particolare cultura della rete.


Libero software come scrittura

  L'importanza di Software Libero per altre culture della rete non è limitata agli strumenti che ha creato e alle infrastrutture  che  ha reso possibile, semplicemente perché quegli strumenti stessi sono il vero obiettivo della cultura del software libero: essi sono testo, risultato di elaborazione testuale complessa. Inoltre, questo testo è stato prodotto con strumenti che sono essi stessi a codice libero.

Mentre il fatto che il testo è costruito con gli strumenti che sono essi stessi testo originale si applica al software gratuito con una differenza importante: il codice sorgente non è pubblicamente attingibile. Non può essere abbandonato dall'amministrazione dell'azienda e non sparisce quando lo sviluppo è cessato. Tutto il software libero aumenta fino ad essere un deposito pubblico del testo-codificato. Invece di scrittura da zero, il software libero nuovo può essere sviluppato da qualunque cosa è in quell'archivio. Il software libero quindi è altamente intertestuale. Lo sviluppo libero del software è la pratica iniziale ed ancora in maggior parte riuscita di scrittura di collaborazione nelle reti di computer. Con il relativo sistema di produzione testuale e di politica del codice, il software libero è di gran lunga la letteratura di rete più avanzata di ciò che è comunemente inteso come poesia e fiction di rete . Può essere vista simultaneamente come

 un corpo liberamente accessibile e sempre crescente del codice - archivio del testo;  elaborazione di testi ricorsiva, poiché il testo disponibile è usato sia come fonte che come attrezzo della costruzione per generare il nuovo codice;  elaborazione di testi anche per mezzo del testo, perché le infrastrutture libere di sviluppo del software principalmente dipendono dalle mailing list e dai sistemi di controllo ordine.  una cultura "degli hacker" che sostiene la libertà delle informazioni e codifica la relativa politica nei testi legali del copyleft.

Il copyleft codificato ha potuto essere l'interstizio più libero fra software libero come cultura della rete e software libero come testo della rete. Entrambe queste funzioni già entrano in gioco quando il software libero sta scrivendo. Lo sviluppo libero del software è realizzato tipicamente dai progetti volontari auto-organizzati in cui i membri comunicano e collaborano via il Internet.

Il lavoro di sviluppo consiste di:

1. Il testo originale di programma di scrittura implica la valutazione del codice sorgente libero disponibile del software per la possibile inclusione e adattamento. Inoltre coinvolge selezionare -- e compilare -- gli strumenti di codificazione che è il testo originale libero del software. Per soddisfare i propri bisogni, il software libero ha sviluppato gli strumenti di scrittura più specializzati per creare testo distribuito. Particolarmente rilevante è il sistema simultaneo di traduzione (CVS) [ Ced99 ] che permette che gli autori prendano le parti di testo -- con noncuranza se sia scritto in linguaggio di programmazione o in linguaggio naturale -- in Internet, lavorarci a casa e sincronizzare in qualunque momento i cambiamenti con le revisioni di altri collaboratori. La scrittura di CVS-based potrebbe essere la partenza tecnicamente più radicale dal paradigma che della macchina da scrivere porta fin qui all'editazione di testo. 2. La documentazione del testo di scrittura è sia interna che esterna al testo originale di programma quando quest’ultimo contiene le annotazioni e la documentazione riferite a chi sta scrivendo. I manuali liberi rimangono una questione politica all'interno dello sviluppo libero del software. Un certo numero di aziende basano il loro modello di affari sul dare via il software sotto le autorizzazioni libere e sull'addebito della documentazione e supporto.[11 ] Nel caso ideale tuttavia, una seconda ricorrenza testuale si presenta dentro il software libero che è comune in tutti i sistemi moderni di conoscenza da l’Encyclopédie dei Diderot ed d'Alembert [12]: il testo insegna al lettore tutti i punti necessari per la relativa creazione in modo da potere riapplicare a sé tutte le informazioni che contiene. 3. La comunicazione attraverso le mailing, i sistemi bugtracking e le squadre di sviluppo del software del’ IRC quasi esclusivamente si costituiscono liberamente e comunicano in Internet, nelle mailing e con gli assistenti del IRC. La comunicazione tra persone quindi è un terzo strato di testo che regola il disegno sia del programma che del testo originale della documentazione. Funziona come ciclo di ritorno cibernetico per il processo di sviluppo. 4. Scrivendo il software legale del testo è definito liberamente legalmente. È software sotto determinate autorizzazioni, cioè documenti giuridici. I tipi più comuni di copyleft includono l'autorizzazione http://www.gnu.org/copyleft/gpl.html del grande pubblico di GNU, l'autorizzazione del BSD e l'autorizzazione artistica del Perl. Se il testo originale di programma è solamente libero dipende sopra se è copylefted. Il testo legale quindi è il quarto strato di testo che regola l'intero flusso di testo generato nei progetti liberi del software.

Il software libero è così un sistema altamente specializzato della generazione ricorsiva del testo per uno stagno pubblico di conoscenza.  È codice del testo generato dal codice del testo con gli attrezzi testo-codificati e le reti eccessive di comunicazione testuale.  I tipi di testi proceduti nel software libero sono estremamente vari:  Includono i binaries eseguibili, [13] il testo scritto nei linguaggi di programmazione, il testo scritto nei linguaggi naturali per documentazione, il testo scritto nei linguaggi naturali per sviluppo di comunicazione e di direzione ed i testi legali definenti le regole del giusto-gioco dell'elaborazione testuale ricorsiva.


Obiezioni

  Sia l’ ingegneria del software libero che i campi artistici nella rete sono tradizionalmente scettici sui tentativi di leggere il software libero  in termini di arte della rete. Le obiezioni sono state espresse quando al kernel Linux fu assegnato  il Nica d'oro nella categoria "della rete" di Ars Electronica 1999.
  Alle installazioni guidate di  conferenza nello stesso anno, 
  l'artista  della rete Alexej Shulgin ha argomentato che il Software Libero fosse
  "funzionale" mentre Net.art è "non funzionale", codice autosufficiente[14]
  
  Non trovo questo punto attuabile da una prospettiva analitica, la divisione fra "funzionale" e  "non funzionale" è puramente arbitraria e soggettiva. 

I/O/D un browser Web sperimentale, un attività di arte della rete ben nota è sostenibilmente più "funzionale" dell'emblema desktop dell’ orsacchiotto di pezza teddy contenuto in tutte le distribuzioni Gnu/Linux.

Inoltre, la distinzione tra software libero "funzionale" e la net art "non funzionale" risale a concetti tardo romantici dell’assoluta opera d’arte contro il più basso artigianato.
   Trascura anche il fatto che la sua auto applicazione di testo multiplo,
   lo   sviluppo e l'utilizzo di Software Libero è il  proprio scopo. Nessun altro sistema operativo è così aperto e  allettante da utilizzare  come  Gnu/Linux.
  
  Altrettanto arbitraria come software la distinzione fra "funzionale"
  e "non funzionale" è quella fra codice sorgente
   e poesia. Fino ad oggi, tutti i  tentativi di definire formalmente
  la poesia e il linguaggio poetico non sono riusciti. La decisione se un

testo è poesia dipenderà sempre dal lettore. Il concetto di

  " codice programmato"contro" poesia" è stato messo  per la prima volta in discussione 
  dal poeta francese e  matematico François le Lionnais, che
  fondò con Raymond Queneau il gruppo Oulipo . Nel 1973, le
  Lionnais pubblicò un volume di poesia scritta in 
  linguaggio di programmazione Algol. La pratica è stata riproposta 
  negli anni '90 a coloro che scrivono poemi nel linguaggio Perl.
  

Conclusione

  Letto come una letteratura della rete e una cultura della rete, Software Libero è un
  sistema altamente sofisticato di testo auto applicato e di  interazione sociale.
   Nessuna altra cultura della rete ha inventato la sua codifica di  computer così
  interamente e nessuna altra cultura della rete ha acquisito una
  consapevolezza simile della cultura e della politica del testo digitale.
  
  
  Molta arte e letteratura della rete e argomentazioni critiche su di esse
  si sono concentrate sull'estetica e sulla politica di utente del desktop e delle
  interfacce. Nel suo focus sul codice, Software Libero mostra che 
  le culture della rete riguardano, più di quanto implichino le persone e 
  la rete. Fino ad oggi, rimane un raro esempio  di letteratura elettronica
  che non confonde Internet con  browser web.
  

Riferimenti

  [BMBB^+99]
         Josephine Bosma, Pauline van Mourik Broekman, Ted
         Byfield, Matthew Fuller, Geert Lovink, Diana McCarthy,
         Pit Schultz, Felix Stalder, McKenzie Wark, and Faith
         Wilding, editors. Readme! Filtered by Nettime.
         Autonomedia, Brooklyn, 1999.
  [Bos98]
         Josephine Bosma. Is It a Commercial? Nooo... Is It
         Spam? ... Nooo - It's Net Art. Mute, 10:73-74, 1998.
  [Ced99]
         Per Cederqvist. Version Management with CVS. Signum
         Support AB, Link oping, 1992-1999.
         http://www.lorai.fr/~molli/cvs-index.html.
  [Cra00]
         Florian Cramer. Warum es zuwenig interessante
         Netzdichtung gibt: Neun Thesen, 2000.
         http://userpage.fu-berlin.de/~cantsin/aufsaetze/netzlit
         eratur/karlsruher_thesen.pdf.
  [Deb]
         Debian Project. The Debian Free Software Guidelines.
         http://www.debian.org/social_contract.html
  [Hof99]
         Jeanette Hofmann. Der Erfolg offener Standards und
         seine Nebenwirkungen. Telepolis, 7 1999.
         http://www.heise.de/tp/deutsch/special/wos/6453/1.html.
  [I/O97]
         I/O/D. I/O/D 4: The Web Stalker, 1997.
         http://bak.spc.org/iod/.
  [Kit85]
         Friedrich Kittler. Aufschreibesysteme 1800 1900. Fink,
         München, 1985.
  [Opea]
         The Open Source Initiative. Frequently asked questions
         about open source. http://www.opensource.org/faq.html.
  [Opeb]
         The Open Source Initiative. Open Source Definition.
         http://www.opensource.org/osd.html.


Note a piè di pagina:

  1 questo documento è stato presentato alla conferenza Interfaccia 5 sul
  pannello Operazioni di Supporto Secondarie, Amburgo, Warburg-Haus, settembre
  15, IL 2000
  

[Opea]

  3 Sia il Free software Debian Guidelines che Definition Open Source sono stati disegnati originariamente da Bruce Perens, uno sviluppatore di Free Software ed editore del website technocrat.net

http://www.technocrat.net.

  4 I.e. software binary-only che può essere scaricato liberamente e
  utilizzato senza licenze gli onorari (Freeware) o per pagare
  licenze relativamente piccole onorari (shareware).
  
  5 Un esempio notevole è lo XEmacs  http://www.xemacs.orgtext
  editor che ha  "biforcato" il suo codice base da GNU Emacs
  http://www.gnu.org/software/emacs/emacs.htm. Lo stesso sarebbe
  impossibile nello  sviluppo di standard aperti. La dinamica sociale
  e il controllo istituzionale sullo sviluppo di standard aperti è descritto
  in modo eccellente in Jeanette Hofmanns (tedesca) Der
  Standard Erfolg offener und seine Nebenwirkungen [Hof99].
  
  6 c ' è una discussione in corso nella  cultura del Software Libero se
  i sistemi operativi basati sul kernel Linux dovessero essere chiamati
  l’istalllazione di "Linux" , su GNU C il compilatore (gcc)
  converte tutto il programma codice sorgente nel pc a software 
  binario, la libreria C (glibc) come l ' interfaccia tra kernel Linux e le applicazioni userspace, e gli     strumenti di Gnu  base per i comandi d’uso . Benché sia possibile
   sostituire  gli strumenti GNU e il glibc con strumenti  non-GNU
 , tutte le distribuzioni comuni "Linux" utilizzano il Linux+
  Gnu software di Installazione di. Quindi perciò con  il nome
  "gnu/Linux"  mi riferisco non solo al kernel  ma anche al
  sistema operativo intero.
  
  7 come  macromedia  Shockwave e Flash nella "Net.art",  

Max opcode’s nella muscia elettronica Eastgate’s Storyspace nella fiction di ipertesti.

  8 il gruppo di artisti 0100101110101101.ORG
  http://www.0100101110101101.org mette questo argomento di fronte quando ha rispecchiato e parzialmente modificato ciò che è ben noto sulla Net.art nei siti web che possiede.
  9 Le reti artistiche di computer come il BBS http://www.thing.net  hanno caricato in anticipo i loro abbonati (almeno a Berlino) prima che migrassero in Internet.
  

[Cra00].

  11 Tra queste società ci sono O’Reilly  editori, Sendmail Inc., VA Linux, Scriptics, Codice Elicoidale e Eazel. Tutti  sono coinvolti nello sviluppo o nella documentazione di componenti critici di sistemi operativi Gnu/Linux.
  
  12 ringrazio Wau Holland per avermelo fatto notare in una
  riunione prepatoria al meeting per la prima di Eizards of OS conferences.
  
  13 che può essere letto come "testo" se il testo è linguisticamente e
  semioticamente definito come un numero limitato di segni separati
  scelto da un insieme limitato di segni. Nel calcolo, "il testo" è
  piuttosto capito, modo colloquiale. come un codice alfabetico del linguaggio naturale
  diverso dal codice binario. Essendo un filologo, io
 mi  riferisco al concetto precedente di "testo".
  
  14 secondo [Bos98], l'etichetta "Net.art" è stato coniata nel 1996 dal net artista Vuk Cosic. È stata associata a una particolare generazione di net artisti netti (tra gli altri, lo stesso Cosic, Zigolo di Brughiera, Olia Lialina, Alexej, (Shulgin, jodi e I/O/D).


     c/o Freie Universität Berlin, seminario für Allgemeine und
  Vergleichende Literaturwissenschaft, Hüttenweg 9, 14195 Berlino


-- Florian Cramer, PGP chiave pubblica 6440BA05 < http://userpage.fu-berlin.de/~cantsin/>



Cramer Florian

o Free software as collaborative text

http://amsterdam.nettime.org/Lists-Archives/nettime-l-0009/msg00163.html


<nettime> Free Software as Collaborative Text To: Nettime <nettime-l AT bbs.thing.net> Subject: <nettime> Free Software as Collaborative Text From: Florian Cramer <paragram AT gmx.net> Date: Tue, 19 Sep 2000 11:39:31 +0200 Reply-To: Florian Cramer <paragram AT gmx.net> Sender: nettime-l-request AT bbs.thing.net


(This is the manuscript of a lecture I held on the panel "Minor Media Operations" at the Interface 5 conference in Hamburg. I hope it's of some interest to Nettime subscribers. The text is also available in PDF and html format from my homepage <http://userpage.fu-berlin.de/~cantsin> -FC)


               Free Software as Collaborative Text
                                 
                          Florian Cramer
                    <cantsin AT zedat.fu-berlin.de>
                                 
                       September 15, 2000 [1]
                                 
  

What is Free Software?

 Why discuss Free Software in the context of net arts and net
 cultures?
 
  Since about two years, Free Software--or "Open Source"--has
  drawn increasing attention from artistic net cultures. The
  Wizards of OS conference, first held in Berlin in 1999, was
  the most prolific event to bridge the gap between the arts,
  humanities and social sciences on the one hand and Free
  Software culture on the other. The politics of copyleft and
  free distribution of code and knowledge soon turned out to be
  a common ground of discourse. In this paper, I will take a
  different aspect into consideration by reading Free Software
  as a net culture and its code as a multi-layered,
  collaborative text. Seen as a literary practice, Free Software
  development is an avant-garde of writing in digital networks,
  and even more: Since Free Software is at the heart of the
  technical infrastructure of the Internet, it has--to a large
  extent--written its own digital network.
  
 Definition of Free Software
 
  In this paper, "Free Software" does not refer to
  "Freeware", "Shareware" or other proprietary software
  given away at no cost--like Microsoft Internet Explorer,
  QuickTime and Real Player--, but is understood in accordance
  with the definitions of Free Software Foundation
  http://www.fsf.org as software which is "free as free speech,
  not as free beer". Among the best-known examples of Free
  Software are the Linux kernel, the GNU tools and the Apache
  web server.
  
  Since 1998, the term "Free Software" competes with "Open
  Source", a term launched by a group around the writer and
  programmer Eric S. Raymond. According to this group, "Open
  Source" is only a different name for the same thing to gain
  more mainstream acceptance in the world of computing.[2] The
  Open Source Definition [Opeb] therefore draws upon the older
  Free Software Guidelines [Deb] of Debian, a non-commercial
  GNU/Linux distribution made by volunteers.[3] The guidelines 
  can be summarized as follows:
  
   1. Free Software may be freely copied.
   2. Not only the executable binary code, but also the program
      source code are freely available.
   3. The source code may be modified and used for other
      programs by anyone.
   4. There are no restrictions on the use of Free Software.
      Even if Free Software is used for commercial purposes, no
      license fees have to be paid.
   5. There are no restrictions on the distribution of Free
      Software. Free Software may be sold for money even without
      paying the programmers.
      
  Since the same criteria apply to "Open Source", the two
  concepts indeed do not differ in technical terms. Yet each of
  both terms has its ambiguities: While "Free Software" tends
  to get confused with Freeware and Shareware,[4] "Open Source"
  is easy to be mixed up with "open standards"--like the HTML
  format and the http protocol--and with software like Sun's Java
  whose source code is publicly available, but only under a
  restrictive license. It is particularly important to
  differentiate "Open Source" and "Free Software" from open
  standards. While open standards are unified technical
  specifications set up by committees like the Internet
  Engineering Taskforce (IETF) and the World Wide Web Consortium
  (W3C), "Open Source" or "Free Software" developers code
  whatever they like for their own fun, and they are free to
  split their projects and develop the code into separate
  directions if a consensus can no longer be reached.[5]
  
  Since misconceptions of "Open Source" are so common, I will
  stick with the less popular, but somewhat clearer term "Free
  Software".
  
 Free Software History
 
  It is not accidental that history of Free Software runs
  parallel to the history of the Internet. The Internet is built
  on Unix networking technology. Unix used to be free for
  academic institutions in the 1970s, and it has been either the
  base or model of the common Free Software operating systems
  BSD and GNU/Linux.
  
  Any ordinary E-Mail message still reveals the affinity of the
  Internet and Unix technology: E-Mail itself is nothing but the
  Unix mail command. An E-Mail address of the form xy AT z.com is
  made up of what's historically a user name on a multiuser Unix
  system and, following the " AT ", the system's host name. This
  host name is resolved via the free Unix software bind
  according to the Internet domain name system (DNS); DNS itself
  is nothing but a networked extension of the Unix system file
  /etc/hosts. Since the Internet has marginalized or even
  replaced proprietary computer networks like IBM's EARN/Bitnet,
  Compuserve, the German Btx and the French Minitel, Unix
  networking technology is standard on all computing platforms.
  
  In the 1970, Unix particularly attracted student hacker
  communities at the MIT and at the University of California at
  Berkeley. The concepts of open, decentralized computer
  networks and free Unix-like operating systems originated in 
  the computer science labs of these institutions. By
  the early 1990s, the "hacker" software written there had
  evolved into
  
   1. the BSD family of operating systems with the free versions
      FreeBSD, NetBSD and OpenBSD. All of them use a codebase
      that was originally developed in Berkeley under the
      project leadership of Bill Joy.
   2. the GNU/Linux operating system. All major Linux-based
      operating system distributions--RedHat Linux, SuSE Linux,
      Turbo Linux, Debian GNU/Linux, Mandrake Linux, Corel Linux
      OS and Caldera OpenLinux, to name only a few--build on the
      GNU software written since 1984 by the Free Software
      Foundation (FSF) and on the Linux kernel written since
      1991 under the project leadership of Linus Torvalds.[6] 
      The FSF was founded and is still being led by former MIT
      hacker Richard M. Stallman.
      
  Open technology has been a key factor for the acceptance of
  computers and networking: The open architecture of the IBM
  Personal Computer made computers cheap and popular since the
  1980s, and with the open architecture of the Internet,
  networking became popular in the early 1990s. Lately, Free
  Software has made high-end Unix server computing available to
  anyone willing to learn the technical details. Whether Free
  Software can become as popular on mainstream desktop computers
  and eventually de-commoditize all computer software, remains
  to be seen, but is not the question I want to investigate
  here.
  

Free Software as a Net Culture

  In the middle of the 1990s, "net culture" became the keyword
  for artistic, art-critical and political discourse in the
  Internet. The term was closely identified with mailing lists
  like Nettime http://www.nettime.org and Rhizome
  http://www.rhizome.org, conferences like the one where I
  present this paper and print publications like the Nettime
  anthology [BMBB^+99]. "Net culture" used to be pronounced as
  a singular noun in these forums and media referring only to
  the discourse they created.
  
  Free Software is an outstanding example that there is not one,
  but many net cultures. It predates artistic net cultures in
  the Internet by roughly twenty years. The Free Software
  copyleft can be seen as the quintessential reflection of this
  long experience. Invented to preserve the traditional
  academic-artistic freedom of speech and citation in the
  digital realm, the copyleft has radically rewritten it
  nevertheless. The concept that code, i.e. text, may not only
  be freely copied, but even modified ("patched"), willfully
  recycled and commercially redistributed by anyone without the
  author's permit is foreign to the post-medieval Western arts
  and sciences. In print culture, such practices are considered
  plagiarism and theft.
  
  Even for the digital net arts, the copyleft remains an
  unresolved challenge. Many, if not most net artworks depend on
  proprietary authoring and display software,[7] and the
  distribution terms of their code are rarely clarified.[8] Yet
  Free Software has as subtly as significantly influenced the
  digitally networked arts. Without free E-mail server software
  like Majordomo http://www.greatcircle.com/majordomo/ and
  Sendmail http://www.sendmail.org--and the overall possibility 
  to set up inexpensive servers using the GNU/Linux and BSD
  operating systems on stock PC hardware--, the artistic net
  cultures of Nettime et.al. hardly could have operated
  non-commercially and with free participation.[9] Friedrich
  Kittler's observation that artistic tools conceptually shape
  what is made with them [Kit85] also applies to the net arts.
  The fact that Majordomo and Sendmail became major tools of
  artistic net activity is an important--but of course not the
  sole--explanation why contemporary Net.art tends towards
  conceptual, discursive and text-heavy work instead of the
  immersive "virtual reality" environments many critics had
  expected them to deliver. The latter would have required
  expensive proprietary software for design and display, closed
  high-speed networks and, as a result, dependence on highly
  funded institutional infrastructures, limited community
  participation and top-down instead of bottom-up organization
  of this particular net culture.
  

Free Software as Writing

  The relevance of Free Software for other net cultures is not
  limited to the tools it has created and the infrastructures it
  has made possible, simply because those tools themselves are
  the very object of Free Software culture: they are text,
  results of complex textual processing. Moreover, this text is
  being produced with tools which themselves are free code.
  
  While the phenomenon that text is being built with tools which
  are source text themselves applies to the proprietary software
  as well, there is an important difference: Free Software
  source text is not withdrawn from the public. It cannot be
  abandoned by company management and does not disappear when
  development has ceased. All Free Software builds up to a
  public repository of text-coded, free-to-use knowledge. It
  accumulates to an archive. Instead of being written from
  scratch, new Free Software can be built from whatsoever is in
  that archive. Free Software therefore is highly intertextual.
  Free Software development is the earliest and still most
  successful practice of collaborative writing in computer
  networks. With its system of textual production and politics
  of code, Free Software is by far the more advanced net
  literature than what is commonly understood as net poetry and
  net fiction.[10] Free Software may be seen simultaneously as
  
    * a freely accessible, ever-growing body of code--a text
      archive;
    * recursive (i.e. self-applied) text processing, since
      available text is used both as a source and as a building
      tool to create new code;
    * text processing even through the medium of text, because
      Free Software development infrastructures mostly depend on
      mailing lists and command-based version control systems.
    * a "hacker" culture which advocates freedom of
      information and codes its politics into the legal texts of
      the copyleft.
      
  The coded copyleft might be the clearest interstice between
  Free Software as a net culture and Free Software as net text.
  Both these aspects already come into play when Free Software
  is being written. Free Software development is typically
  achieved by self-organized volunteer projects whose members
  communicate and collaborate via the Internet. The development
  work consists of:
  
   1. Writing program source text
      This involves evaluting of available Free Software source
      code for possible inclusion and adaption. It also involves
      picking--and compiling--the coding tools which themselves
      are Free Software source text.
      To accomodate its own needs, Free Software has developed
      the arguably most sophisticated writing tools for the
      distributed authoring of text. Particularly outstanding is
      the Concurrent Versioning System (CVS) [Ced99] which
      allows authors to take portions of text--regardless whether
      it is written in programming language or in natural
      language--over the Internet, work on them at home, and
      synchronize the changes with the revisions of other
      collaborators any time. CVS-based writing might be the
      technically most radical departure from the
      typewriter-and-mail paradigm in text editing to date.
   2. Writing documentation text
      Documentation is both internal and external to the program
      source text when the latter contains annotations and
      separate reference documentation is being written.
      Free manuals remain a political issue within Free Software
      development. A number of companies base their business
      model on giving away the software under free licenses and
      charging for documentation and support.[11] In the ideal
      case however, a second textual recursion occurs within in
      Free Software which is common in all modern knowledge
      systems since Diderot's and d'Alembert's Encyclopédie:[12]
      The text teaches the reader all steps which were necessary
      for its creation so that all the information it contains
      may be re-applied to itself.
   3. Communication over mailing lists, bugtracking systems and
      IRC
      Free Software development teams almost exclusively
      constitute themselves and communicate over the Internet,
      in mailing lists and on IRC servers. Interpersonal
      communication therefore is a third layer of text which
      regulates the design of both program and documentation
      source text. It operates as a cybernetic feedback loop for
      the development process.
   4. Writing legal text
      Free Software is legally defined. It is software under
      certain licenses, i.e. legal documents. The most common
      types of copyleft include the GNU General Public License
      http://www.gnu.org/copyleft/gpl.html, the BSD License and
      the Perl Artistic License. Whether program source text is
      free solely depends on whether it is copylefted. Legal
      text therefore is the fourth layer of text regulating the
      entire flow of text generated in Free Software projects.
      
  Free Software is thus a highly sophisticated system of
  recursive text generation for a public pool of knowledge. It
  is text code created from text code with text-coded tools and
  textual communication over networks. The types of texts
  processed in Free Software are extremely diverse: They include
  executable binaries,[13] text written in programming languages,
  text written in natural languages for documentation, text
  written in natural languages for communicating and steering
  development, and legal texts defining the fair-play rules of
  the recursive textual processing.
  

Objections

  Both the Free Software engineering and the net artistic camps
  are traditionally skeptical about attempts to read Free
  Software in terms of the net arts. The objections were
  particularly voiced when the Linux kernel was awarded the
  Golden Nica in the "net" category of Ars Electronica 1999.
  At the Wizards of OS conference in the same year, the net
  artist Alexej Shulgin argued that Free Software is
  "functional" while Net.art is "non-functional",
  self-sufficient code.[14]
  
  I do not find this point viable from an analytical
  perspective, since the division between "functional" and
  "non-functional" is purely arbitrary and subjective. I/O/D's
  Web Stalker [I/O97], an experimental Web browser and
  well-known Net.art work, is arguably more "functional" than
  the teddy bear desktop emblem xteddy which is contained in all
  major GNU/Linux distributions. Moreover, the dinstiction
  between "functional" Free Software and "non-functional"
  Net.art falls back into late-romanticist notions of the
  absolute artwork versus lower craftsmanship. It also neglects
  that with its multiple self-applications of text, the
  development and use of Free Software is to a large extent its
  own purpose. No other operating system is as open and
  seductive to be used as an end to itself as GNU/Linux.
  
  Just as arbitrary as the distinction between "functional"
  and "non-functional" software is that between program source
  code and poetry. To date, all attempts to formally define
  poetry and poetic language have failed. The decision whether a
  text is poetry will always be up to the reader. The notion of
  "program code" versus "poetry" was first put into question
  by the French poet and mathematician François le Lionnais, who
  co-founded the Oulipo group with Raymond Queneau. In 1973, le
  Lionnais released a volume of poetry written in the
  programming language Algol. The practice has been revived in
  the 1990s by people who write poems in the Perl scripting
  language.
  

Conclusion

  Read as a net literature and a net culture, Free Software is a
  highly sophisticated system of self-applied text and social
  interactions. No other net culture has invented its computer
  code as thoroughly, and no other net culture has acquired a
  similar awareness of the culture and politics of the digital
  text.
  
  Much Net.art, net literature and critical discourse about them
  has focused on the aesthetics and politics of desktop user
  interfaces. In its focus on code, Free Software shows that net
  cultures are about more than just what is between people and
  the network. To date, it remains a rare example of electronic
  literature which does not confuse the Internet with web
  browsers.
  
  (Acknowledgement: This paper was written using the Free
  Software programs LyX, LaTeX, bibtex, bibtools, pdflatex,
  latex2html, lynx, XEmacs and GNU Ghostscript on an office and
  a home PC running Debian GNU/Linux with reiserfs, XFree86 and
  larswm.)
  

References

  [BMBB^+99]
         Josephine Bosma, Pauline van Mourik Broekman, Ted
         Byfield, Matthew Fuller, Geert Lovink, Diana McCarthy,
         Pit Schultz, Felix Stalder, McKenzie Wark, and Faith
         Wilding, editors. Readme! Filtered by Nettime.
         Autonomedia, Brooklyn, 1999.
  [Bos98]
         Josephine Bosma. Is It a Commercial? Nooo... Is It
         Spam? ... Nooo - It's Net Art. Mute, 10:73-74, 1998.
  [Ced99]
         Per Cederqvist. Version Management with CVS. Signum
         Support AB, Link oping, 1992-1999.
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  [Cra00]
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         Netzdichtung gibt: Neun Thesen, 2000.
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         I/O/D. I/O/D 4: The Web Stalker, 1997.
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         Friedrich Kittler. Aufschreibesysteme 1800 1900. Fink,
         München, 1985.
  [Opea]
         The Open Source Initiative. Frequently asked questions
         about open source. http://www.opensource.org/faq.html.
  [Opeb]
         The Open Source Initiative. Open Source Definition.
         http://www.opensource.org/osd.html.
    _________________________________________________________
  
 Footnotes:
 
  1 This paper was presented at the conference Interface 5 on the
  panel Minor Media Operations, Hamburg, Warburg-Haus, September
  15, 2000
  
  2 To quote from Raymond's Frequently Asked Questions about Open
  Source: "The Open Source Initiative is a marketing program
  for free software. It's a pitch for free software on solid
  pragmatic grounds rather than ideological tub-thumping. The
  winning substance has not changed, the losing attitude and
  symbolism have." [Opea]
  
  3 Both the Debian Free Software Guidelines and the Open Source
  Definition were originally drafted by Bruce Perens, a Free
  Software developer and editor of the website technocrat.net
  http://www.technocrat.net.
  
  4 I.e. binary-only software which can be downloaded freely and
  used without licenses fees (Freeware) or by paying
  comparatively small licenses fees (Shareware).
  
  5 A prominent example is the XEmacs http://www.xemacs.orgtext
  editor which "forked" its codebase from GNU Emacs
  http://www.gnu.org/software/emacs/emacs.htm. The same would be
  impossible in open standards development. The social dynamics
  and institutional control of open standards development is
  excellently described in Jeanette Hofmanns (German) essay Der
  Erfolg offener Standards und seine Nebenwirkungen [Hof99].
  
  6 There is an ongoing debate in Free Software culture whether
  operating systems based on the Linux kernel should be called
  "Linux" or rather "GNU/Linux". In order to be functional
  at all, a "Linux" setup relies upon the GNU C Compiler (gcc)
  to translate all program sourcecode into machine-executable
  binary software, the GNU C Library (glibc) as the interface
  between the Linux kernel and userspace applications, and the
  GNU tools for the basic user commands. Although it is possible
  to replace at least the GNU tools and the glibc with non-GNU
  workalikes, all common "Linux" distributions use the Linux +
  GNU software setup. I will therefore stick with the name
  "GNU/Linux" where I refer not only to the kernel, but to the
  whole operating system.
  
  7 Such as Macromedia's Shockwave and Flash in "Net.art",
  Opcode's MAX in electronic music and Eastgate's Storyspace in
  hypertext fictions.
  
  8 The artist group 0100101110101101.ORG
  http://www.0100101110101101.org put this issue up front when
  it mirrored and partially modified well-known Net.art web
  sites on its own web site.
  
  9 Early artistic computer networks like the Thing BBS
  http://www.thing.net charged their subscribers (at least in
  Berlin) before they migrated into the Internet.
  
  10 How net literature--"hyperfiction" and "new media
  poetry"--relates to poetic practices rooted in programmer's
  cultures is discussed in more detail in my (German) paper
  [Cra00].
  
  11 Among those companies are O'Reilly publishers, Sendmail
  Inc., VA Linux, Scriptics, Helix Code and Eazel. All of them
  are involved in the development or documentation of critical
  components of GNU/Linux operating systems.
  
  12 I thank Wau Holland for pointing this out to me in a
  prepatory meeting for the first Wizards of OS conference.
  
  13 Which can be read as "text" if text is linguistically and
  semiotically defined as a finite number of discrete signs
  chosen from a finite set of signs. In computing, "text" is
  rather colloquially understood as code from natural-language
  alphabets as opposed to binary code. Being a philologist, I
  refer to the prior concept of "text".
  
  14 According to [Bos98], the label "Net.art" was coined in 1996
  by the net artist Vuk Cosic. It has been associated with a
  particular generation of net artists since (involving, among
  others, Cosic himself, Heath Bunting, Olia Lialina, Alexej
  Shulgin, jodi and I/O/D).


     c/o Freie Universität Berlin, Seminar für Allgemeine und
  Vergleichende Literaturwissenschaft, Hüttenweg 9, 14195 Berlin


-- Florian Cramer, PGP public key ID 6440BA05 <http://userpage.fu-berlin.de/~cantsin/>