Hadid Zaha
Contents
Hadid Zaha
Zaha Hadid è fra gli architetti più significativi del momento. Le sue opere, pubblicati in tutto il mondo, interpretano lo spirito dei tempi e stimolano una nuova sensibilità. La sua attività artistica spazia dalla pittura all’architettura, muovendosi liberamente nel campo progettuale dall’intervento urbano a grande scala alla creazione d’oggetti d’arredo.
Biografia
Nasce a Bagdad nel 1950, nel 1971 consegue un master in matematica pura presso l’Università americana di Beirut e studia Architettura a Londra, dove si laurea nel 1977. Dopo la laurea entra a far parte dello staff di progettisti all’“Office of Metropolitan Architecture‿, dove lavora con grandi architetti come Rem Koolhaas ed Elia Zenghelis. Negli anni ottanta apre uno studio personale a Londra ed ottiene presto un’attenzione internazionale con un controverso progetto, vincitore del concorso per un albergo a Hong Kong nel 1983.
Anche se la Hong Kong Peak rimase sulla carta, l’originale composizione di piani che si librano in molteplici direzioni nel vuoto della vetta, diedero origine alla sua fama di architetto molto creativo, svincolato dai concetti tradizionali dell’architettura. La sua opera grafica e pittorica è stata esposta nei più importanti musei, fra cui: il Museum of Modern Art di New York, la Galleria G.A. di Tokyo, il Deutsches Architektur museum di Francoforte e il Guggenheim. E’ stata l'unica donna architetto a far parte dell'esposizione di Architettura Decostruttivista nel 1988 al Museum of Modern Art di New York. Negli anni novanta la sua carriera inizia una fase nuova con la costruzione della Vitra Fire Station a Weil am Rhein, in Germania (1993). Questa piccola struttura realizzata esprime nel concreto la sua poetica di forme insolite che integrano un edificio col suo ambiente. Le sue opere, dalla stazione dei Pompieri per il campus Vitra citata, al padiglione video-musicale a Grodningen, al bar-ristorante Moonsoon a Sapporo, illustrano un'intensa ricerca linguistica ed espressiva.
Nei recenti anni ha vinto numerosi concorsi internazionali ed ha aumentato rapidamente il numero dei suoi progetti in costruzione. Fra questi ricordiamo il primo progetto americano realizzato, il Rosenthal Center for Contemporary Arts di Cincinnati nell’Ohio, progettato nel 1998 e finito di costruire nel 2003, il Bergisel Ski Jump, realizzato ad Innsbruck, Austria nel 2002, il BMW Plant Leipzig - Central Building, realizzato a Leipzig in Germania nel 2003 e infine l’Ordrupgaard Museum Extension, costruito a Copenhagen in Danimarca nel 2005.
Ha tenuto conferenze e lezioni in diverse parti del mondo, nel 1994 ha insegnato alla Graduate School of Design dell'università di Harvard, occupando la cattedra che fu di Kenzo Tange.
Sito web
Il sito ufficiale dell’architetto: http://www.zaha-hadid.com
Poetica
La ricerca artistica di Zaha Hadid prefigura dimensioni inedite e diverse per l'architettura che stimola una nuova sensibilità tradotta in un linguaggio dinamico sostanziato da concetti di dissonanza, leggerezza, asimmetria. I rivoluzionari del barocco come Borromini scardinarono le idee del Rinascimento, legate al concetto di prospettiva ad un unico punto di vista, in favore di spazi alterati, compressi, dilatanti e dinamici. Allo stesso modo Hadid attacca un’idea classica del modernismo legata agli angoli retti, al sistema cartesiano, smontando le forme note per riassembrarle liberamente, ibridandole in contesti mutati. Sono forme che lei ricrea e raduna poi in quello che chiama "un fluido nuovo‿ generato da una nuova spazialità che è sorretta da prospettive multiple e frammentate che simbolizzano la fluidità caotica della vita moderna.
L'architettura di Hadid nega la sua solidità ed è caratterizzata da un senso di leggerezza che esprime lo spirito dei tempi. Piega e plasma forme e linguaggi per creare l'apparato solido di una nuova sensibilità, che ci fa percepire il senso e la dimensione contemporanea attorno ai nuovi concetti di transizione dello spazio metropolitano. Hadid parla poco di teoria e, diversamente da tanti suoi colleghi, non afferma mai cosa una sua forma simboleggia. Lascia che siano i suoi spazi a parlare per loro, ad avere una loro identità culturale. Questo non significa che i suoi progetti sono soltanto pure esercitazioni formalistiche. Al contrario, il rapporto che essi ricercano con il contesto dei luoghi in cui s’inseriscono è sempre ben calibrato e raffinato nel determinare una sinergia totale con l’esistente. La sua ossessione è d'intuire le potenzialità del luogo per creare atmosfere generate da matrici che si pongono mai come citazioni, piuttosto come stimoli e suggestioni che creano segni e figurazioni che interagendo con quelli preesistenti definiscono un nuovo episodio architettonico volto a configurare una ben distinta dimensione urbana.
Derivanti da una rilettura del patrimonio figurativo del movimento moderno e delle avanguardie artistiche del novecento, i progetti di Hadid sono una connessione di materie e tecnologie segnate da dinamismi centripeti, flussi centrifughi, ritmi, contrazioni ed esplosioni spaziali. Ne consegue che le realizzazioni, come i progetti ed i seducenti disegni, sono improntate ad un'estetica dell'indeterminato che rifiuta il senso del finito, dell’assoluto e sfugge la percezione dello statico, del pesante e monumentale, e si costruisce su una nuova sensibilità del dinamico, del leggero e persino del transitorio. Domina in queste composizioni il vuoto, la mancanza di limite, la dislocazione, la dispersione che trae alimento proprio dalle molteplici radici da cui la sua produzione si origina. Lo spazio, dapprima considerato omogeneo e continuo, viene frammentato e ricostruito in una molteplicità di visioni simultanee. Nel complesso emerge un lavoro indubbiamente emblematico in cui si dissolve l'idea dell'opera architettonica intesa come unità, per stabilire piuttosto un'unitarietà di frammenti, d’elementi aggregati in una forma di con-crescita che concorre in maniera paritetica alla creazione di spazialità inedite per una reale contemporaneità.
Opere principali
- 1983. The Peak Leisure Club - Hong Kong Competition, Hong Kong, Cina.
- 1986. Office Building Berlin-Charlottenburg, Berlino.
- 1987. IBA - Hochhaus (Wohnhof) Berlin-Kreuzberg, dal 1987 al 1994, Berlino.
- 1990 Abu Dhabi Hotel.
- 1990. Al Wahda Sports Center, Abu-Dhabi, Emirati Arabi.
- 1990. Tokio Cultural Center, Tokyo,Giappone.
- 1990. Hafenstrasse Building, Amburgo.
- 1990. Expo 90 Osaka Folly, Osaka, Giappone.
- 1990. Groningen Music Video Pavillon, Groningen, Olanda.
- 1990. Bar-restaurant Moonsoon, Sapporo, Giappone.
- 1993. Vitra Fire Station, Weil am Rhein, Germania.
- 1999. Mind Zone at the Millennium Dome, Greenwich, Londra, Inghilterra.
- 1999. Landesgardenschau, Landscape Formation One, Weill am Rheim, Germania.
- 2000. Stazione Marittima di Salerno, Italia.
- 2001. Terminus Hoenheim-Nord, Strasbourg, Francia.
- 2001. Cinema - Plaza De Las Arts, Barcelona, Spagna.
- 2001. Maggie Centre, Scozia.
- 2002. Ski Jump in Innsbruck, Austria.
- 2002. World Trade Center Site, New York, USA.
- 2003. BMW Plant Leipzig - Central Building, Leipzig, Germania.
- 2003. High Speed Train Station, Afragola, Napoli, Italia.
- 2003. Rosenthal Centr for Contemporary Art, Cincinnati, Ohio, USA.
- 2004. New Eusko Train Headquarters, Durango, Spagna.
- 2004. Glasgow Transport Museun, Glasgow, Scozia.
- 2005. The Architecture Foundation, Londra, Inghilterra.
- 2005. MAXXI: Centre for Contemporary Art, Roma, Italia.
- 2005. Ordrupgaard Museum Extension Copenhagen, Danimarca.
- 2005. Phaeno Science Center, Wolfsburg, Germania.
- 1983. The Peak Leisure Club – Hong Kong Competition, Hong Kong, Cina.
Il suo primo grande successo, l’edificio sulla Vetta che ha progettato per Hong Kong, non fu costruito mai. Il progetto per un albergo, formula un’eccentrica composizione di piani, liberi nello spazio, che si stratificano verso l’alto con forti aggetti nel vuoto della vetta. L’immagine, controllata da una geometria apparentemente libera, determina un’architettura riscattata da concezioni tradizionali che all’epoca erano molto di moda.
- 1987. IBA - Hochhaus (Wohnhof) Berlin-Kreuzberg, dal 1987 al 1994, Berlino.
L'edificio è composto di un corpo più basso a tre piani e di una torre posta ad uno dei vertici dello stesso. Il volume basso si sviluppa in lunghezza ed ha la coper-tura organizzata a terrazzo giardino. La linearità del blocco è resa evanescente dalle lunghe finestre a nastro che lo percorrono, mentre la serie ininterrotta d’aperture degli esercizi commerciali, posti al livello terra, lo svuotano. La torre sviluppa otto piani d’abitazioni La torre è svuotata a livello terra, per accentuare il senso di «instabile equilibrio» che informa il manufatto e che già è stato evidenziato dall'incontrarsi e connettersi, in maniera del tutto decentrata e disequilibrata, dei due volumi. L'immagine d'insieme è quella di uno scatto, la torre, che sembra risucchia-re il volante più basso.
- 1990. Al Wahda Sports Center, Abu-Dhabi, Emirati Arabi.
II carattere prioritario di questo progetto è costituito dall’integrazione fra la terrazza panoramica, lo stadio e il contesto. Il podio, posto ad una quota sopraelevata rispetto alla strada, è un livello sospeso che lascia libero il suolo sottostante, affinché la città si spinga sin dentro il progetto: un segno evidente nel paesaggio urbano, per animarlo di un fulcro efficace e inedito. L’altro episodio qualificante del progetto è lo stadio, la cui forma molto libera permette una grande flessibilità nell’uso. Le gradinate, che sviluppano in onde asimmetriche, raggiungono il punto di massima altezza, prevedendo una disposizione dei posti destinati agli spettatori non informe, come quella che è comunemente adottata, ma che procede per nuclei e addensamenti.
- 1990 Groningen Music Video Pavillon, Groningen, Olanda.
Il padiglione s’inserisce nello spazio fra gli edifici A-Kerk e Korembeurs, uno fra i luoghi più interessanti della città. L'idea da cui prende vita il progetto del padiglione, prefigura una finestra spalancata sul mondo, ossia un radicale annullamento d’ogni cesura fra dimensione interna ed esterna. Dentro e fuori si articolano l'uno nell'altro, informandosi e contaminandosi reciprocamente. I visitatori dell’edificio sono, a loro volta, visti dall'esterno e diventano parte dello spettacolo virtuale che si svolge sugli schermi. Le immagini sono proiettate dalle piat-taforme superiori sopra quelle intermedie. Le scale si arrampicano sino ad arrivare ad una di esse posta superiormente, sospesa e galleggiante con il suo apparire co-me senza pavimento. L'immagine del padiglione è quella di una strana macchina in movimento: una struttura dinamica che colloquia con il contesto.
- 1990. Bar-restaurant Moonsoon, Sapporo, Giappone.
L'interno del ristorante rappresenta, con la sua estrema libertà espressiva, una netta antitesi al tradizionale edificio in cui l'intervento è inserito. Ne scaturisce una dimensione ibrida, con un interno compresso e dinamico che si oppo-ne alla staticità dell'immagine esterna. L'intervento presenta due mondi contrapposti ma, in qualche modo, complementari. La sala inferiore che ospita il ristorante, con le tonalità di grigi date dalle superfici di cristallo e metallo, è il decomposto universo causato da una glaciazione. Al livello superiore troviamo il bar, la cui immagine è resa da un tur-binare di lingue di fuoco dato dagli accesi cromatismi rosso, giallo, arancio-ne. Così, nell'eterna dialettica degli opposti, l'algida atmosfera sottostante si ribalta nelle accese tonalità della sala-bar.
- 1993. Vitra Fire Station, Weil am Rhein, Germania.
L'opera è dichiaratamente mirata a risemantizzare l'area, occupata dai ca-pannoni delle fabbriche, fra le quali, come un cuneo di forze dinamiche, essa s’inserisce per improntare il sito ad espressività formale e organicità. L'edificio, pur segnando il luogo della sua forte identità attraverso la forza espressiva che lo connota, prevede che l'intorno sia suscettibile di mutamenti, e a tali trasformazioni il manufatto é predisposto. Il progetto è organizzato su un sistema di muri che si stratificano e guizzano lungo linee di forze centrifughe. Essi si dilatano e vi s’incidono i tagli e gli squarci delle aperture. Il manufatto rifiuta ogni lettura statica e frontale, non si può capirlo restando fermi, os-servandolo da un solo punto di vista. Va percepito, letto e compreso attra-verso il tempo del movimento, secondo sequenze che si sviluppano perpendi-colarmente e in profondità. Interamente realizzato in cemento armato e privo d’ogni accenno d’ornamentazione, mostra un linguaggio asciutto, che esalta maggiormente la manipolazione spaziale svolta, tesa a creare cavità dinamiche.
- 2000. Stazione Marittima di Salerno, Italia.
La forma della stazione marittima s’ispira a quella di un'ostrica, modellata come una guscio che contiene al suo interno elementi morbidi e fluidi. Un sistema di piani liberi e percorsi s’innalzano dal suolo attorno a punti focali, quali il ristorante e la sala d'attesa, avvolti da un tetto innervato che flette e protegge dal forte sole del Mediterraneo. La stazione è organizzata su tre funzioni principali collegate tra loro: gli uffici amministrativi, il punto d'approdo per i traghetti e quello per le navi da crociera. Ancora una volta il tema della transizione diventa il concetto portante della forma architettonica, sia dal punto di vista visivo che da quello operativo. La nuova stazione marittima diventa un comodo elemento di passaggio dalla terraferma al mare, una stratificazione artificiale sospesa tra terra ed acqua.
- 2001. Terminus Hoenheim-Nord, Strasbourg, Francia.
L’impianto compositivo del progetto è impostato sulla sovrapposizione e gli intrecci di tessiture diverse, esistenti e create, le quali determinano un insieme di rimandi visivi che legano la costruzione al luogo. Una superficie estesa di cemento armato innalzandosi e piegandosi produce, attraverso il movimento attorno, sopra e sotto l’edificio, un sistema articolato di visuali che lo rapportano con l’ambiente circostante. Punti di transizione e d‘incontro sono collocati sotto questa superficie avvolgente, pensata come ibridazione di spazi tra natura ed artificio contenuti nel tema del movimento metropolitano.
- 2001. Maggies Centre, Scozia.
Il Centro del Maggie è situato nella corte a sud-est dell'ingresso principale del Victoria Hospital in Kirkcaldy. La piccola architettura ha lo scopo di accogliere spazi destinati alla cura del cancro. Il centro poggia su una lastra di base in metallo che lo connette alle aree circostanti. Tale lastra si piega per coprire lo spazio sottostante. Grandi superfici vetrate chiudono i fianchi ed estendono l'edificio nel contesto su ambo i lati. Sul lato nord, la grande lastra metallica si estende in copertura a segnare l’ingresso, mentre sul lato sud, offre ombreggiatura solare alla parete di vetro e parzialmente copre il terrazzo a piano terra. La lastra continua lungo il lato orientale e divide il centro dal posteggio abbassandosi come un muro. La presenza del muro su questa parte indica la separazione graduale dello spazio pubblico dell'ingresso a quelli privati del terrazzo. La piega termina avvolgendo la punta meridionale del centro come un terrazzo a sud.
- 2002. Ski Jump in Innsbruck, Austria.
Lo Ski Jump è un esempio conciso di disegno funzionale, uno strumento per lo sport e lo spettacolo sagomato con precisione matematica. L’idea era di assemblare diversi elementi sviluppando un ibrido senza giunzioni, dove le varie parti erano articolate agevolmente in un'unità organica che entra in competizione con la natura circostante. Il risultato è una silhouette insolita situata sulla Montagna di Bergisel ad Innsbruck. Essa è parte di un più grande progetto di rimessa a nuovo per l'Arena Olimpica e ha sostituito il vecchio salto di sci. Con una lunghezza approssimativamente di 90 metri ed un'altezza di circa 50 metri, l'edificio è una combinazione di una torre ed un ponte. Due elevatori portano su i visitatori al caffè posto a 40 metri sulla vetta della Montagna di Bergisel. Da qui loro possono godere del panorama della città e di quello alpino circostante.
- 2002. World Trade Center Site, New York, USA.
Il progetto prevede una coppia di grattacieli che è più alta, più grande e più complessa della precedente. L’architetto disegna due gemelli sinuosi: quello più sottile per uso residenziale e quello più spesso destinato ad uffici. I nuovi edifici sono estrusi in verticale e si elevano come dei tubi. Lo spazio sottostante si contrappone alla verticalità delle torri definendo un piano molto orizzontale per accogliere funzioni diverse. Hadid ridisegna il grattacielo come un nuovo tipo d’edificio, operando sul principio dell’estrudere in altezza spazi diversi piuttosto che ripeterli identicamente. L’architetto crea una sequenza in verticale di layer variabili che determina l’estrusione finale.
- 2003. BMW Plant Leipzig Central Building, Leipzig, Germania.
Il progetto vincitore del concorso prevede un edificio centrale per il nuovo BMW Plant a Leipzig in Germania. Il progetto offrì a Zaha Hadid l'opportunità di sperimentare una tipologia inedita d’ufficio contemporaneo, articolando una trasparenza e una flessibilità d’organizzazione interna piuttosto originale. L'edificio centrale si determina come un punto focale e dinamico per le sue attività notevoli. Il diagramma fondamentale del disegno è determinato dalla distribuzione funzionale dei diversi ambienti. Il risultato è un flusso continuo di spazi amministrativi e spazi per la lavorazione che facilita il mescolare delle diverse funzioni e la creazione di spazi sociali e combinati. L'organizzazione dell'edificio è trasparente e flessibile; l'atrio generoso lascia spazio a viste profonde nell'edificio, e l'inserzione di cortili consente l’ingresso della luce e la visibilità al cuore dell'edificio. L’immagine esterna è quella di una macchina-parco caratterizzata da un disegno dinamico per generare un senso della fluidità.
- 2003. High Speed Train Station, Afragola, Napoli, Italia.
La Stazione d’Alta Velocità ad Afragola è un ponte sopra i binari. Il tema centrale dell’impianto architettonico è di creare un nuovo ingresso alla città di Napoli. Il concetto del ponte emerge dall'idea di offrire un collegamento pubblico all’interland urbanizzato che è allo stesso tempo spazio di transizione e nucleo di un centro affari. L’idea del viadotto permette una fruizione aperta dell’area interrotta dalla presenza dei binari, connettendo il luogo al panorama circostante e al centro d’affari. Il linguaggio architettonico esprime quest’articolazione di movimento, ricercata anche negli interni dell'edificio, dove il sistema di flusso dei viaggiatori determina la geometria dello spazio.
- 2003. Rosenthal Centr for Contemporary Art, Cincinnati, Ohio, USA.
Il progetto si fonde su due punti fondamentali: l’idea del lotto d’angolo, nel tentativo di riaffermare un valore urbano nel centro cittadino, e lo straordinario percorso interno interpretato dal sistema di scale che si sviluppa sull’intera altezza della galleria. Il concetto è quello del “ Tappeto Urbano‿, un lembo di suolo pubblico che si stacca da terra e si eleva, offrendo un inconsueto appoggio ai volumi del museo. Il suolo diviene verticale ed i volumi non vi poggiano sopra, ma se ne distaccano come mensole permettendo alla superficie della strada di fluire all’interno verso il sistema verticale di distribuzione delle varie attività. L’immagine, data da un insieme di volumi accatastati uno sull’altro ad occupare l’intero sito, riafferma la dimensione della densità e dell’intensità.
- 2004. New Eusko Train Headquarters, Durango, Spagna.
La Stazione di Durango nuova sarà localizzata sottoterra con accessi dal pianterreno. Eusko Train sta realizzando nuove piste per il trasporto sottoterra per rendere disponibile il suolo alla creazione di un nuovo parco pubblico. Il progetto della nuova sede centrale di Eusko Train prevede inoltre una serie d’ambienti commerciali al piano terra. L’insieme definisce un volume architettonico che ambisce all'ambizioso compito di interagire col luogo per contribuire ad una rigenerazione urbana nel centro di Durango.
- 2004. Glasgow Transport Museun, Glasgow, Scozia.
Il nuovo Museo del Trasporto sostituirà l’attuale spazio espositivo localizzato alla Sala di Kelvin. Sarà costruito su un luogo dove il fiume Clyde s’incontra con l'altro corso d'acqua principale di Glasgow, il fiume Kelvin, adiacente a Glasgow Harbour. Il concetto è ancora quello di un campus aperto alla circolazione pubblica. Una grande copertura ondulata si estende sull’area definendo una spazialità lineare che fluisce all’interno come all’esterno per articolare le varie direzioni, sovrapposizioni e biforcazioni nel sistema delle gallerie.
- 2005.The Architecture Foundation, Londra, Inghilterra.
Il progetto vincitore del concorso per la nuova sede dell'Architecture Foundation è contraddistinto da un segno netto, materico, un solido elemento strutturale che da solo definisce le linee dell'edificio. La massa volumetrica, definita da un costolone strutturale ancorato saldamente al suolo, si piega descrivendo lo spazio con angoli acuti e ben definiti che avvolgono lo spazio centrale dell'atrio, determinato per contrasto da un sistema di trasparenze. In questo modo il sistema strutturale diviene una sorta di portale che garantisce prima di tutto una completa permeabilità fisica e visiva dell'atrio, centro attivo della Fondazione e destinato ad accogliere mostre ed eventi di vario tipo. Il ruolo di portale caratterizza l’edificio come espansione dei percorsi pedonali pubblici, un “continuum urbano" aperto alla città ed alla diffusione della cultura architettonica.
- 2005. MAXXI: Centre for Contemporary Art, Roma, Italia.
Il progetto per il Centro dell'Arte Contemporanea di Roma prevede un impianto funzionale flessibile, interdisciplinare per l'esposizione d’arte ed architettura contemporanea e per vari eventi. La cifra architettonica è ancora una volta caratterizzata da linee sinuose, superfici complesse che descrivono un moto incessante, una dinamica interpretazione dello spazio espositivo dettato dal fluidificare dei visitatori in movimento nel sistema delle gallerie. Uno spazio denso e continuo, piuttosto che un singolo volume compatto, descrive la linearità del sistema spaziale. Il sito è solcato da spazi espositivi, da pareti che attraversano lo spazio a formare percorsi fluidi. Gli interni sono protetti da un tetto in vetro che inonda lo spazio di luce naturale filtrata dalle orditure strutturali del solaio. Un’idea di spazio moderno di transizione urbana.
- 2005. Ordrupgaard Museum Extension, Copenhagen, Danimarca.
L’ampliamento del Museo di Ordrupgaard offrì l'opportunità di esplorare nel concreto nuove relazioni formali tra architettura e luogo. Il disegno delle nuove gallerie è basato sull'interpretazione personale di Zaha Hadid del contesto e della relazione all'edificio del museo originale ed al giardino. L'opacità è realizzata da una pelle di calcestruzzo nero che si comporta come una colata lavica in contrappunto con le parti in vetro che riflettono il panorama e permettono un rapporto diretto con l'interno. L'edificio nasce dalla terra come un nastro continuo che vibra nello spazio del giardino. Il nuovo ingresso è posto parallelo al cortile che fisicamente disgiunge l'edificio nuovo da quello esistente. Fenditure visive verso l’esterno agiscono come meccanismi d’orientamento ai visitatori nella distribuzione delle gallerie. La luce naturale è filtrata attraverso il guscio dell’edificio.
- 2005. Phaeno Science Center, Wolfsburg, Germany.
Il nuovo Centro della Scienza si pone come un campo urbano posto sulla terra, un oggetto monolitico dal profilo sinuoso e ben definito, fiammante ed elegante come una scocca automobilistica appena uscita dallo stampo ( Wolfsburg è la patria della Volkswagen). Localizzato nel centro di Wolfsburg il volume principale dell'edificio, si erge su una serie di pilastri conici, mantenendo un alto grado di trasparenza porosa. L'area sottostante diviene un genere nuovo di spazio urbano, un panorama artificiale e coperto circondato da dolci colline ondeggianti e valli estendendosi fuori nell'area circostante. Spazi funzionali come l'ingresso al museo, una scala mobile che porta visitatori al livello principale, una libreria, ed un teatro sono localizzato nei coni portanti. Flussi pedonali e veicolare s’intrecciano attraverso l'edificio, componendo un'interfaccia di movimento-percorso che permette viste multiple dallo spazio d’esposizione centrale. In esso Hadid ha creato crateri artificiali che permettono viste diagonali ai livelli diversi dell'esposizione, mentre volumi che sporgono accolgono le altre funzioni. I coni divenuti crateri creano un collegamento tra l'esterno e l’interno dinamico e misterioso.
Musei
Al Museum of Modern Art di New York vi sono diverse opere grafiche e pittoriche in esposizione permanente.
Bibliografia
- Lotus International, dicembre 1978
- Lotus International, IV, 1979
- Modo, luglio 1982
- Modo, dicembre 1982
- Architectural Review, maggio 1983
- Architectural Record, settembre 1983
- Domus, settembre 1983
- Architectural Review, ottobre 1983
- Architecture Interieure, ottobre-novembre 1983
- Domus, maggio 1984
- L'architecture d'aujourd'hui, giugno 1984
- L'architecture d'aujourd'hui, dic. 1985
- Architectural Review, gennaio 1986
- GA Architect, n. 5, 1986
- GA Architecture, n. 5, 1986
- Architecntirnl Review, aprile 1987
- Architecntirnl Review, aprile 1987
- Architectural Record, giugno 1987
- L'architecture d'aujourd'hui, settembre 1987
- Architectural Record, settembre 1987
- Architecture and Urbanism, settembre 1987
- AD Architectural Design, n. 3-4, 1988
- Modo, giugno-luglio 1988
- Architects Journal, agosto 1988
- Architectural Record, settembre 1988
- Metropolis, ottobre 1988
- Architecture Interieure, ottobre-novembre 1988
- Arquitectura, agosto 1989
- Modo, settembre 1989
- World Architecture, n. 4, 1989
- AD Architectural Design, n. 87. 1990
- World Architecture, n. 4. 1990
- El Croquis, n. 52, 1991
- Domus, luglio-agosto 1991
- Diseno Interior, settembre 1991
- Architectural Review, novembre 1991
- AD Architectural Design, n. 3-4, 1992
- Baumeister, agosto 1992
- Progressive Architecture, ottobre 1992
- L'architettura, cronache e storia, novem-bre 1992
- GA Global Architecture, n. 37, 1993
- Abitare, gennaio 1993
- Architecture & Urbanism, febbraio 1993
- Architectural Review, giugno 1993
- Architect, luglio 1993
- Progressive Architecture, agosto 1993
- Abitare, settembre 1993
- Architecture & Tecnique, settembre 1993
- Architecture, settembre 1993
- Domus, settembre 1993
- L'architecture d'aujourd'hui, settembre 1993
- Architecture & Urbanism, ottobre 1993
- L'architettura, cronache e storia, novem-bre 1993
- Global Architecture, 1994
- Industria delle costruzioni, n. 7-8, 1994
- Arquitectura & Diseno, gennaio 1994
- Diseno Interior, marzo 1994
- Arquitectura Viva, maggio-giugno 1994
- Architecture, ottobre 1994
- Arquitectura Viva, novembre 1994
- Progressive Architecture, dicembre 1994
- GA Document Intenrnational, 1995
- L'architecture d'aujourd'hui, 1995
- El Croquis, n. 72, 1995
- Ari Forum International, febbraio 1995
- L'Arca marzo 1995
- De Sessa Cesare, “Zaha Hadid, eleganze dissonanti‿, ed. Testo & Immagine, TO 1996
- Domus, aprile 2000
- Casabella, luglio/agosto 2002
- Domus, dicembre 2002
- Casabella, febbraio 2003
- Domus, luglio/agosto 2003
- Casabella, settembre 2003
- Noever Peter Wien, a cura di, “Zaha Hadid architektur / architecture‿, MAK /Ostfildern, Hatje Cantz Verlag, 2003
- Domus, maggio 2004
- Casabella, dicembre 2004/gennaio2005
- Domus, novembre 2005
- Fontana Giusti Gordana, “Zaha Hadid‿, ed. Rizzoli, MI 2005
Webliografia
http://www.architettiroma.it/architettura/hadid/
http://www.europaconcorsi.com/db/arch/index.php?id=9099
http://www.archimagazine.com/hadid.htm
http://www.darc.beniculturali.it/zaha_hadid/ita/servizi/stampa.htm
http://www.kunstwissen.de/fach/f-kuns/a_pm/hadid0.htm
http://www.floornature.it/worldaround/articolo.php/6/it/arch53
http://www.professionearchitetto.it/news/it/news1002.aspx
http://www.tesionline.it/news/personaggio.jsp?n=Hadid+Zaha
http://www.pritzkerprize.com/2004/mediakit.htm
http://www.architettura.supereva.com/architetture/20050214/index.htm
http://www.greatbuildings.com/architects/Zaha_Hadid.html
http://www.arcspace.com/architects/hadid/hadid_features.html
http://www.architettare.it/public/commento1/zaha_hadid.php
http://www.rasscass.com/templ/te_bio.php?PID=1429&RID=1
http://www.designmuseum.org/design/index.php?id=104
http://www.kitchens.it/articolo.asp?art=1797
http://www.phaeno.de/hadidgespraech.html
http://www.nextroom.at/actor_text,php?actor_id=4030&cat_id=1
http://www.art-in.de/incverl2427/zaha-hadid.htm
http://www.architekt.de/architekten/zaha_hadid.php
http://www.archinform.net/arch/1186.htm
http://www.corriere.it/Speciali/Extra/2006/salone_mobile/articoli/zaha.shtml
http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00372.html
http://www.casadellarchitettura.it/dettagli.asp?id=6882
http://www.designboom.com/portrait/zaha.html
http://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=1781764
http://www.arch.columbia.edu/gsap/5709
http://www.soloarquitectura.com/arquitectos/hadidzaha.html
http://www.amazon.de/exec/obidos/ASIN/3775713646
http://www.phaeno.de/hadid.html
http://www.europaconcorsi.com/db/rec/inbox.php?id=47
http://www.architetturaamica.it/Lineadiretta/AFC%20risposte.htm
http://www.professionearchitetto.it/news/it/news1809.aspx
http://www.gadgetblog.it/post/1600/fuori-salone-zaha-hadid-zisland
http://www.bbc.co.uk/bbcfour/documentaries/profile/zaha-hadid.shml
http://www.bcn.es/publicacions/b_mm/ebmm62/bmm62_qc70.htm
http://www.bauzentrale.com/news/2005/2052.php4
http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00372.html