EpidemiC

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Versione del 24 Gen 2005 alle 21:18 di Massimiliano (Discussione | contributi)

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Questo virus è scritto in python, un linguaggio di programmazione molto usato in ambienti di ricerca scientifica. La sua elegante sintassi gli ha permesso di risolverlo in 37 righe. I virus informatici, o programmi autoriproducenti, si comportano con il medesimo modo di divulgazione dei virus biologici: si attaccano ad un "organismo", ossia un file, per rimanerci e installarvi il proprio habitat, talvolta, e in casi più rari, per distruggerlo. I virus, pertanto, si diffondono rispettando perfettamente le leggi della conservazione della specie e dell’istinto di sopravvivenza. Un virus è, anzi vuole "esistere", istintivamente e senza mediazioni, ed è proprio questa la principale e unica funzione di "biennale.py": sopravvivere. All’interno del Padiglione è stato possibile leggere il codice sorgente di "biennale.py" e testarne il funzionamento su un computer infettato. Durante i giorni d’apertura della Biennale sono comparse migliaia di t-shirt, cui è stato riportato sopra il codice sorgente del programma. Proprio come i virus biologici, "biennale.py" si è diffuso non soltanto attraverso le macchine, ma anche attraverso gli uomini. "biennale.py" è interpretabile non solo dalle macchine, ma anche dagli uomini: il suo codice sorgente, letto dal fondo, narra una storia d’amore; proprio per confermare la possibilità di creare bellezza attraverso il codice sorgente. Forse per questo copie del virus, entità per eccellenza immateriale e dannosa, sono state vendute a galleristi e collezionisti spregiudicati.