Pop art

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Movimento artistico affermatosi negli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Il nome deriva dalla contrazione dell'inglese Popular Art, arte "popolare" in senso moderno, ossia "arte che fa uso dei linguaggi quotidiani dell'odierna società di massa, propri della comunicazione commerciale, cinematografica, televisiva o della stampa periodica".

Gli artisti Pop si contraddistinsero per la loro attenzione all'oggetto banale, per l'immagine scontata, per la situazione comune e per il recupero di ciò che solitamente veniva considerato come parte integrante della vita quotidiana e dell'immaginario collettivo e, quindi, osservato perlopiù in modo "neutro", senza evidenti intenti artistici.

Le prime opere furono dipinti a tinte forti, realizzati con colori acrilici (i colori violenti della cartellonistica pubblicitaria) e riproducevano bottiglie di birra, lattine, strisce di fumetti, segnali stradali, oggetti di consumo, etc... Presto, tuttavia, le tecniche espressive si moltiplicarono, passando dalla fotografia alla serigrafia, dal collage alla diretta inclusione di oggetti reali nell'opera. Si trattò di una vera e propria rivoluzione nell'atteggiamento artistico e nella percezione dell'opera d'arte, privata dell'aura che la contraddistingueva, in quanto ormai "adeguata" alla realtà comune e divenuta, in molti casi, seriale.

La Pop Art rappresentò un punto di riferimento per tutti i movimenti artistici che seguirono, ed esercitò una forte influenza in settori quali la grafica pubblicitaria, il design e la moda.

I precedenti storici della Pop Art sono da rintracciarsi nell'esperienza dadaista di Marcel Duchamp e nella pittura americana degli inizi del Novecento, caratterizzata dal ricorso alla tecnica del trompe-l'oeil e dalla raffigurazione di oggetti quotidiani e familiari.

Il movimento prese le mosse in Inghilterra, per opera di artisti e intellettuali quali Eduardo Paolozzi, Richard Hamilton, William Thurnbull, Theo Crosby e Lawrence Alloway: la sua nascita viene generalmente associata a una mostra dal titolo "This is Tomorrow", tenutasi nel 1956 alla galleria Whitechapel di Londra.

Negli Stati Uniti, i primi sviluppi della Pop Art sono legati ai nomi di Robert Rauschenberg, creatore di assemblaggi con oggetti domestici (trapunte e cuscini) e Jasper Johns, noto per le serie di dipinti raffiguranti bandiere americane, numeri e bersagli.

Promosso dal gallerista Leo Castelli, il movimento incontrò l'apprezzamento del pubblico a partire dal 1960, quando l'artista inglese David Hockney realizzò Typhoo Tea, uno dei primissimi dipinti che proponevano come soggetto un prodotto di marca. Nello stesso anno Jasper Jones portò a termine alcune sculture di bronzo dipinto che rappresentavano le lattine di birra Ballantines. Nel 1961 Claes Oldenburg espose la prima delle sue sgargianti e ironiche sculture a forma di hamburger e Roy Lichtenstein iniziò a prendere in esame il linguaggio del fumetto. Andy Warhol si dedicò a riflettere sul tema della riproducibilità dell'opera d'arte e sulle tecniche di rappresentazione seriale, ideando dipinti, serigrafie e fotomontaggi con soggetti ripetuti: bottiglie di Coca-Cola, lattine di zuppa Campbell, scatole di lucido Brillo, immagini-icona di Marilyn Monroe, Elvis Presley, Liz Taylor e così via. Altri importanti protagonisti americani furono: George Segal, James Rosenquist, Tom Wesselmann, Jim Dine, Robert Indiana, Joe Tilson e Ronald B. Kitaj.

In Italia la Pop Art ebbe come seguaci Mimmo Rotella, Lucio Del Pezzo, Renato Volpini e, per certi versi, anche Michelangelo Pistoletto e Valerio Adami.