Basquiat Jean-Michel
Biografia
Jean Michel Basquiat nacque a Brooklyn il 22 dicembre 1960. Il padre Gerard era un haitiano, la madre Matilde Andradas era portoricana. Nel'63 nacque la sorella Lisane e nel'67 la sorella Jeanine. Frequentò in un primo tempo una scuola cattolica privata e mostrò subito uno spiccato interesse per il disegno, ispirandosi a fumetti e cartoni animati. Scrisse con un compagno un libro per bambini nel quale iniziò a disegnare i suoi soggetti preferiti: macchine, personaggi basati sui film di Alfred Hichcock e libri comici. La madre incoraggiò subito il talento del figlio e spesso lo portava a visitare i principali musei newyorkesi:dal Brooklyn Museum, al Metropolitan Museum ed al Museum of Modern Art of New York. Nel 1968, venne investito da un auto, mentre giocava a pallone in strada e fu costretto a passare un mese in ospedale: aveva riportato la frattura di un braccio e gli venne asportata la milza. La madre, in questo frangente, gli regalò un testo di anatomia di Gray, che divenne un suo punto di riferimento e di ispirazione negli anni. Gray, infatti si chiamerà anche il gruppo musicale che Basquiat fonderà insieme agli amici Vincent Gallo, Michael Holman, Wayne Clifford, Nick Taylor e Shannon Dowson e dove suonava clarinetto e sintetizzatore. Nel 1974 la famiglia si trasferì a Portorico e Jean Michel fuggì per la prima volta di casa. Dopo 2 anni i Basquiat tornarono a New York. Il rendimento scolastico del ragazzo era pessimo. I rapporti tra l’artista e il padre diventarono sempre più critici, Basquiat scappò di nuovo e venne riportato a casa dalla polizia. Nel 1976 iniziò a frequentare la City-as-School, situata a Manhattan e destinata a ragazzi problematici, ma dotati. Fu proprio in questa scuola che,nel 1977, strinse amicizia con Al Diaz, un giovane graffitista. I due iniziarono a fare uso di stupefacenti ed unirono le loro capacità iniziando a graffitare per le strade di New York firmandosi con l’acronimo di SAMO “SAMe Old Shit” (la solita vecchia m***a). Le frasi criptiche e di protesta che apparivano al mattino sui muri o sulle lamiere dei vagoni metropolitani, incuriosivano le persone tanto che si scatenò una vera e propria caccia al profeta. Intanto, sempre insofferente di ogni forma di disciplina, Basquiat lasciò la High School nel 1978, un anno prima del diploma finale e abbandonò la casa paterna. Convisse prima con Diaz, poi con un’amica Alexis Adler. Per vivere vendeva cartoline che egli stesso produceva con la tecnica del collage e magliette dipinte. In un ristorante di SoHo, Andy Warhol acquistò una delle sue cartoline. In quello stesso anno il “Village voice” scrisse un articolo su SAMO. Basquiat per una ricompensa in denaro, rivelò l’identità del misterioso predicatore, tra l’incredulità generale, nessuno infatti sospettava che in realtà si trattasse di due diciassettenni. Dopo questo però si sciolse il sodalizio con Al Diaz e sui muri di Manhattan apparve l’annuncio “SAMO IS DEAD”, da allora Basquiat non usò più la firma Samo per le sue opere. Nel 1979 al Mudd Club incontrò Diego Cortez che divenne uno dei primi commercianti delle sue opere e che lo introdusse sulla scena dell’East Village, dove conobbe l’influente critico d’arte Henry Geldzahler. L’anno dopo Jean-Michel partecipò al Time Square Show, una retrospettiva organizzata da un gruppo di artisti, alla quale parteciperà anche Keith Haring. Da questo evento presero forma due nuove avanguardie della Grande Mela : la downtown (neopop) e la uptown ( rap e graffiti). Glenn O’Brian girò il film-documentario New York Beat, che è uscito nelle sale solo nel 2001 con il nome di Downtown 81, dove Basquiat interpretava se stesso. Nel 1981 Basquiat partecipò alla retrospettiva New York/New Wave, insieme ad altri artisti come Keith Haring e Andy Warhol. Basquiat non era più un artista di nicchia sconosciuto o quasi, infatti venne pubblicato su "Artforum" un entusiastico articolo su di lui dal titolo "Radiant Child", a firma del poeta artista Renè Ricard. Cominciò così la sua ascesa nell’empireo degli artisti di successo: nel marzo del 1982 espose per la prima volta una personale a Modena e, contemporaneamente, a New York nella galleria di Annina Nosei, raccogliendo commenti entusiastici di pubblico e critica. In breve tempo prima la Galerie Bischofberger in Svizzera, poi la Delta di Rotterdam ospitarono una sua retrospettiva. L'anno successivo produsse un disco Hip-hop.
Opere
SAMO
Nel 1977 Basquiat, con Al Diaz,inizia a graffitare per le strade di New York o sulle metropolitane, firmandosi con l’acronimo di SAMO© “SAMe Old Shit” (la solita vecchia m***a), propagando, con bomboletta spray e pennarello indelebile, detti criptici, idee ermetiche, rivoluzionarie ed a volte insensate, come “SAMO© SAVES IDIOTS” (SAMO© salva gli idioti).
USO LE PAROLE COME FOSSERO PENNELLATE
Dopo il 1985 la scrittura si espande sulla tela a scapito del colore, conquistando parti sempre maggiori come in Natchez 1985 dove la pittura viene praticamente annullata, sommersa da testi anche in fotocopie, pagine scritte, inserti di vecchi disegni.
LA DENUNCIA SOCIALE
L’opera "Jimmy Best, 1981", è un dipinto costituito da una frase che emblematicamente recita"Jimmy Best sulla sua schiena per i colpi bassi presi nella sua infanzia”o in un’altra traduzione “Jimmy mandato a tappeto da un pugno imprevisto dei suoi ricordi d’infanzia” , dedicato ad un giovane pugile di colore segnato per sempre dall’esperienza del riformatorio. In fondo il disegno dell’incidente del 1968 a causa del quale Basquiat fu operato e gli venne asportata la milza. Rappresenta il momento di passaggio dall'esperienza di graffitista a quella di pittore.
In Blue Gyp Stock la tela ha una superficie quasi completamente bianca. In alto sette volti bianchi con la scritta “testimoni”.
Al centro un unico viso e tronco di una persona di colore, con sopra la scritta “Negro”, ha in testa un cappellino da baseball. Davanti a se’ delle note escono da uno strumento, una cassa di sintetizzatore , forse, con la scritta “frustation”, cancellata. A sinistra un accalappiacani bianco con la rete, a destra un battitore bianco che al massimo della gioia colpisce una palla. Poi però la freccia rossa trasforma la mazza in un bastone che picchia un cane madido di sudore, che cerca inutilmente la fuga.
Il nero, proprio come il cane , è in trappola tra battitore e ricevitore, in un mondo dominato da bianchi. Forse la musica è la sua unica via di salvezza... A guardare bene si vede però che lo strumento potrebbe in realtà essere un utensile meccanico, una sega, forse simbolo dello sfruttamento delle minoranze, ma il manico assomiglia molto all’impugnatura di una pistola…..un incitamento alla rivolta?
Anche il titolo è indicativo “Gyp Stock” era il nome dato agli zingari. “Blue Gyp” era una squadra di baseball e “Blue chip stock” erano fondi capitalistici che ricordano il crack degli anni ’30.
L'ORGOGLIO NERO
Musei
- Museum of Modern Art, New York City
- Broad Art Foundation
- Brooklyn Museum of Art, New York City
- Fukuoka Art Museum, Fukuoka, Japan
- High Museum of Art, Georgia
- Ludwig Forum für Internationale Kunst, Aachen, Germany
- Modern Art Museum of Fort Worth, Texas
- Museum of Contemporary Art, Los Angeles
- Museo di Stato di Firenze
- Museu d’Art Contemporani de Barcelona
- Musée d’Art Contemporain Marseille
- Museo D'Arte Moderna Città di Lugano
Bibliografia
- AA.VV., Jean-Michel Basquiat, 2 Volumi In Cofanetto, Ed. Hoepli
- AA.VV., Basquiat, Ed. Rizzoli
- AA.VV., Basquiat, New York, Brooklyn Museum, 11 Mars-5 Juin 2005, Ed.Flammarion
- AA.VV., THE JEAN-MICHEL BASQUIAT SHOW Milano, Triennale, 20 settembre 2006-21 gennaio 2007, catalogo della mostra Skira 2006
- AA.VV., Jean-Michel Basquiat. Catalogo della mostra, Museo d'Arte Moderna, Città di Lugano, Skira (2005)
- Chalumeau J.L., Basquiat "Un Enfant-roi des années quatre-vingt", Ed. Cercle D'art
- Emmerling Leonard, Basquiat, Ed. Taschen
- Hoban Phoebe, Basquiat . A quick killing in Art, Ed. Penguin Books Ltd.
- Hoban Phoebe, Basquiat . Vita lucente e breve di un genio dell'arte, Ed. Castelvecchi
- Hoban Phoebe, Basquiat. L’artista di strada che divenne un mito, ED. Castelvecchi (2006)
- Mayer Marc, Basquiat, Ed. Merrell Holberton
- Mercurio G., Panepinto M., Jean-Michel Basquiat , Dipinti Roma, Chiostro Del Bramante, 20 Gennaio-17 Marzo 2002, Ed. Electa
Poetica
La pittura di Jean Michel Basquiat non è facilmente classificabile. Egli si definiva un analphabet artist, forse per la somiglianza del suo tratto con quello dei bambini, ma nelle sue opere, primitive, talvolta infantili, si rilevano influenze e citazioni delle correnti artistiche più significative del Novecento. Artista poliedrico, la sua poetica si esprime intorno ad alcune tematiche ricorrenti.
SAMO : IL GRAFFITISMO COME CRITICA ALL’ARTE
Basquiat comincia a entrare nel mondo dell’arte con i graffiti. Le sue opere, a firma SAMO, “le poesie di strada”, come furono definite dal Soho News, richiamavano veri e propri rebus, ma al tempo stesso si presentavano come proteste contro la società contemporanea e contro le forme classiche della rappresentazione, del “fare arte”. Talvolta si trattava di dichiarazioni esistenziali, derivanti da un flusso di pensiero continuo quasi filosofico di una specie di guru, un nuovo predicatore.
"SAMO come nuova forma d’arte
SAMO come la fine della religione che ti lava il cervello, della politica inconcludente, della falsa filosofia.
SAMO salva gli idioti
SAMO per la cosiddetta avanguardia
SAMO come alternativa al fare arte con la setta “radical chic” finanziata dai dollari di papà.
SAMO come la fine dei confini dell’arte.”
Un’ altra azione critica forte fu, successivamente, la scelta dichiarata di un segno semplice, primitivo, fuori da qualunque regola compositiva, così come dell’assoluta assenza di prospettiva e della visione frontale: “Non sopporto paletti, i quadri io li disegno come quando ero bambino”affermò Basquiat nel documentario “Shooting Star”
SCRITTURA, MUSICA, CINEMA, SPORT : CONTAMINAZIONE E INTERDISCIPLINARIETÀ.
Del graffitismo, nelle opere successive più a carattere pittorico, Basquiat conserva il valore attribuito alla parola sia come senso che come segno. La presenza della scrittura,l’uso di materiale polimaterico, la pluralità dei temi, le variazioni stilistiche fanno delle sue opere esempi di “contaminazione”, di convergenza di più linguaggi all’interno dello stesso strumento. Vi si possono riconoscere elementi colti, tratti da testi di archeologia o di anatomia, d’arte o di scienze insieme ad altri legati alla vita di strada. Si leggono riferimenti a storia, medicina, musica, leggende e miti classici, riti vudu e Bibbia, che convivono con immagini di estrazione popolare Nascono lavori come l’"Eroica" dove sono inseriti elenchi di nomi, parole dipinte che possono venire coperte o semicancellate per attirare l’attenzione di chi guarda: “Io cancello per rivelare”. Talvolta c’è una narrazione all’interno del quadro, altre volte le parole indicano il tema nascosto o un avvenimento espresso sulla tela, altre ancora sono prive di senso. Le parole sono libere di trasformarsi in puri segni grafici, fintamente elementari. Sembrano poesie, dove la ripetizione ossessiva di una lettera, ora più spessa, ora più sottile, si trasforma quasi in un gioco acustico. Ma il suono, la musica sono molto di più che allusioni: Basquiat è un musicista. Fonda una band i "Gray" con la quale suona nei locali underground, produce dischi di cui arriva a dipingere la copertina e addirittura il vinile, come per il disco hip hop “Beat Bop” del 1983. Nelle sue tele la musica ritorna incessantemente con infinite variazioni: strumenti come sax o trombe, note, riferimenti a generi diversi, musicisti. Basquiat è stato anche attore. Ha recitato in "Downtown 81" dove interpretava se stesso, in giro per New York alle prese con problemi ordinari di sopravvivenza, come, ad esempio, procurarsi con la vendita di un quadro i soldi per l’affitto dell’ appartamento da cui veniva sfrattato. E il cinema, la televisione, il mondo dei fumetti sono presenti in diverse opere, e poi lo sport, in particolare il pugilato. I suoi quadri potrebbero quasi definirsi degli ipertesti su tela .
LA DENUNCIA SOCIALE O L’AFFERMAZIONE DEL RISPETTO
A partire dal 1981 Basquiat dedica alcuni dipinti a temi sociali, dove appare chiara la richiesta di riconoscimento, di eguaglianza, di rispetto dei valori umani. In un’intervista egli ammise che l’80% dei suoi lavori erano animati dalla rabbia: rabbia legata alla propria situazione personale e familiare, ma anche e soprattutto rabbia contro la cultura dominante bianca. Egli denuncia apertamente i soprusi subiti nella storia e nel presente dalle persone di colore : gli schiavi, venduti come merce, sfruttati per il commercio del sale o dei diamanti, gli atleti di colore che, pur vincitori, non potevano festeggiare nei locali dei compagni di squadra bianchi, lo stesso Basquiat, artista nero famoso, che “non riesce a fermare un taxi nemmeno da star”. La prima opera di questo tipo è "Jimmy Best" del 1981 dove si legge “Jimmy mandato a tappeto da un pugno imprevisto dei suoi ricordi d’infanzia”, dedicato ad un giovane nero segnato per sempre dall’esperienza del riformatorio. Interessante “Grazing Soup to Nuts” del 1983, dove si denuncia lo sfruttamento economico e commerciale dei paesi in via di sviluppo, come la Nigeria e la Birmania e "Blue Gyp Stock".
ORGOGLIO NERO E RICERCA DELLA PROPRIA IDENTITÀ
Dall’82 all’85 si apre un nuovo periodo creativo che si basa sulla ricerca e la valorizzazione della propria identità nelle radici afroamericane.E’ il periodo dei neo-miti-neri - "re incoronati" - (tra cui i pugili Muhammed Alì e Sugar Ray Robinson, i campioni del baseball, Jackie Robinson e Hank Aaron). Atleti, musicisti, profeti neri, riempiono le sue tele, in un gioco di rimandi alla voglia di riscatto dei "blacks" (le sue maschere nere minacciosamente mostrano mandibole e denti serrati). Sono eroi che vogliono cambiare le cose, i “famous negro” e le teste nere coronate. Le teste nere non sono infatti teschi, ma maschere rituali, che imbruttiscono il soggetto per atterrire l’avversario, i segni evidenti sono colori di guerra. La maschera tribale e la corona diventano la firma di Basquiat: regalità, eroismo, negritudine. Nel dipinto "To Repel Ghosts" raffigura se stesso con una croce al collo e un bastone da sciamano in mano, come un profeta della sua gente nera. Eccessivo forse, ma d’altronde solo partendo dal riconoscimento e dal rispetto delle singole identità, nella loro pienezza è possibile costruire sistemi di relazioni con gli altri.
Webliografia
http://www.english.emory.edu/Bahri/Basquiat.html
http://web.dsc.unibo.it/~sfrances/ig/index.html
http://railibro.lacab.it/emma/zoom.phtml?ns=2007
http://web.tiscalinet.it/piergiorgio75/basquiat.htm
http://www.trendystyle.it/news/0132/articolo.htm
http://www.vecchiatoarte.it/catalog/author.php?id_parent=2&id_cat=57
http://espresso.repubblica.it/style_design/archivio/425223/2/6
Film
Basquiat come attore ha interpretato il film Downtown 81, prodotto da Maripol e uscito nelle sale nel 2001. Parti del filmato, insieme ad altri documentari e video su Basquiat si trovano suYoutube, altre notizie su Downtown
Più recente, del '96, il film Basquiat di Julian Schnabel, artista e amico dello stesso Basquiat, con un cast ricchissimo e David Bowie nei panni di Warloh. Articoli e recensioni sul film si trovano ai seguenti indirizzi