Acconci Vito
Acconci Vito
Biografia
Vito Acconci è un artista che lavora negli anni Sessanta e Settanta sperimentando sul proprio corpo performance che guardano alla body-art. Vito Acconci lavora a Brooklyn e New York. Il periodo in cui svolge la sua pratica artistica va dagli anni Sessanta agli anni Settanta. Nel 1960 inizia con la prosa e la poesia, nel 1968 inizia con le arti visuali ed esegue performance di body-Art. Nel 1974 inizia a lavorare come architetto. Le sue performance sono incentrate sull'uso del corpo come mezzo espressivo.
Opere
Vito Acconci cade in avanti reiteratamente nel tentativo di afferrare una fotografia
Vito Acconci sceglie ogni giorno una persona a caso per la strada e la segue il più a lungo possibile , fino a quando questa entra in un luogo a lui impenetrabile.Questi inseguimenti potevano avere una durata variabile: potevano essere episodi di due o tre minuti , nel caso che la persona salisse su una macchina, ma potevano durare anche ore,quando ad esempio qualcuno entrava in un cinema o in un ristorante
Vito Acconci si avvicina moltissimo a qualcuno in un museo , quasi sfiorandolo, intervenendo sul piano simbolico laddove il museo, ossia il non luogo, proibisce qualsiasi contatto , poiché il patto simbolico stipulato all’ingresso è quello di non toccare, di rimanere sul piano della visione.
Performance basata sulla casualità dell’incontro,si svolse per un mese su una banchina abbandonata del molo 17 tra west street e park place. In un magazzino recintato del molo, ogni notte,dall’una alle due, Acconci aspettava che qualcuno , reclutato tramite inserzioni nel giornale, andasse ad incontrarlo. In quel caso gli avrebbe rivelato qualcosa di assolutamente segreto su di sé , qualcosa che chiunque avrebbe potuto usare come ricatto nei suoi confronti.
Vito Acconci si morde tutte le parti del suo corpo raggiungibili dalla bocca così da lasciare un'impronta che viene poi ricoperta di colore
Vito Acconci per una mezz'ora prende a schiaffi un microfono finché le sue mani sanguinano
Vito Acconci si sfrega un braccio con la mano mentre è in un ristorante fino a quando si forma una piaga
Bibliografia
- Acconci Vito, (1993), Making Pubblic, Stroom, Denhaag
- Macrì Teresa, (1996), Il Corpo Postorganico, Costa & Nolan, Genova.
- Sondheim A., (1975), Vito Acconci : Works 1973-1974, Arts Magazine
- Celant G., (1980), Dirty Acconci, Artforum
- AA.VV, (1992), Vito Acconci Catalogo, Giunti, Firenze
Sito web
Poetica
Vito Acconci, non proviene da una formazione accademica ma trova un primo interesse nella scrittura e nella poesia. Ciò che più gli importa della poesia non è tanto il significato delle parole, ma l'attività sulla pagina, l'ordine delle singole lettere e lo spazio da esse occupato. Prende un'importanza fondamentale il luogo in cui si svolge l'azione: Vito Acconci usa quasi esclusivamente piccole stanze o celle, zone ridotte dove si possa rappresentare il proprio agire privato.
In una sua performance , divisa in tre atti, sperimenta questa teoria: nella prima fase spinge la sua mano in bocca il più possibile fino a quando non si sente soffocare, nella seconda fase sta in piedi bendato perché non possa raccogliere una palla di gomma che gli viene ripetutamente lanciata e da cui si lascia colpire, nella terza e ultima fase si getta negli occhi acqua e sapone, cercando di ripulirsi senza usare le mani, solo con il battito delle palpebre. Nella teoria di Acconci sullo stress, alla fase dell'adattamento segue l'esaurimento, la cui fase estrema è rappresentata dalla morte. Ma nelle sue opere non c'è il desiderio, tensione verso la morte, quanto accettazione dell'esperienza di sé, compenetrandola come parte della vita: