La Galleria dei Cetacei
Tratto da EduEDA
Versione del 4 Apr 2016 alle 11:37 di Prova9999 (Discussione | contributi)
Museo di Storia Naturale di Pisa
Sala
La Galleria dei Cetacei
[1] I cetacei sono mammiferi adattati all’ambiente acquatico: sono praticamente privi di peli, ma con uno spesso strato adiposo; hanno una forma idrodinamica con fusione parziale o totale delle sette vertebre cervicali, arti anteriori trasformati in pinne, coda trasformata in pinna caudale orizzontale e arti posteriori assenti; le narici (sfiatatoi) sono arretrate in posizione dorsale per facilitare la respirazione fuori dall’acqua. Sono divisi in due gruppi: odontoceti (cetacei con i denti) e misticeti (cetacei senza denti). La prima parte della galleria è dedicata agli odontoceti. La famiglia più numerosa è quella dei delfinidi qui rappresentata da: delfino comune, tursiope, grampo, orca, pseudoorca (solo cranio), lagenorinco e globicefalo. Tra gli odontoceti ritroviamo anche la focena e la neofocena (focenidi); il platanista del Gange (platanistidi) caratterizzato da occhi ricoperti di pelle non funzionali e da vertebre cervicali completamente mobili; la pontoporia (pontoporidi); il capodoglio (fisiteridi), l’odontoceto di dimensioni maggiori; il narvalo (monodontodi) il cui maschio è caratterizzato da un lungo e affusolato incisivo sinistro; il mesoplodonte e l’iperodonte (zifidi). Questo settore è attualmente in fase di riallestimento e ad alcuni cetacei attuali saranno affiancate specie fossili a loro affini. [2]Il settore del capodoglio è già stato restaurato e così, accanto allo scheletro del capodoglio attuale, sono presenti i calchi di due crani di specie affini oggi estinte: il cranio del leviatano (Livyatan melvillei) nuova specie scoperta nel 2008 in Perù in sedimenti di circa 12 – 13 milioni di anni fa e il cranio dello zigofisetere (Zygophyseter varolai) ritrovato in Puglia in sedimenti di circa 11-7 milioni di anni fa.
[3] Entrambe le specie fossili hanno denti robusti e appuntiti simili a quelli dell’orca e si ritiene quindi che avessero una dieta simile alla sua, cioè che si nutrissero di grandi prede a sangue caldo, in particolare il leviatano, essendo un animale così grosso, forse poteva cacciare anche le balene. Il capodoglio attuale (Physeter macrocephalus), invece, non ha denti sulla mascella e i denti della mandibola sono relativamente piccoli e arrotondati e non vengono usati per cacciare. Il capodoglio si nutre di calamari, in particolare di calamari giganti che caccia fino ai 2.000 metri di profondità e che inghiotte per suzione, praticamente li afferra con la bocca e poi succhia per inghiottirli. La seconda parte della galleria è dedicata ai misticeti caratterizzati dall’assenza di denti, sostituiti dai fanoni, spazzole di cheratina che dal palato scendono fino alla mandibola e consentono un’alimentazione per filtrazione. Possiamo ammirare in mostra i fanoni di un neonato di balena e gli scheletri di balena franca boreale (balenidi), megattera, balenottera minore, balenottera comune e balenottera azzurra (balenotteridi). La balenottera azzurra, con i suoi 30 metri di lunghezza, è il più grande animale oggi esistente, l’esemplare qui esposto è lungo circa 24 metri.