#002 - Leviatano
Cetaceo preistorico del miocene, affine ai moderni capodogli.
Museo di Storia Naturale di Pisa
Contents
Reperto
#002
Sala
La Galleria dei Cetacei
[1] I cetacei sono mammiferi adattati all’ambiente acquatico: sono praticamente privi di peli, ma con uno spesso strato adiposo; hanno una forma idrodinamica con fusione parziale o totale delle sette vertebre cervicali, arti anteriori trasformati in pinne, coda trasformata in pinna caudale orizzontale e arti posteriori assenti; le narici (sfiatatoi) sono arretrate in posizione dorsale per facilitare la respirazione fuori dall’acqua. Sono divisi in due gruppi: odontoceti (cetacei con i denti) e misticeti (cetacei senza denti).
La prima parte della galleria è dedicata agli odontoceti. La famiglia più numerosa è quella dei delfinidi qui rappresentata da: delfino comune, tursiope, grampo, orca, pseudoorca (solo cranio), lagenorinco e globicefalo. Tra gli odontoceti ritroviamo anche la focena e la neofocena (focenidi); il platanista del Gange (platanistidi) caratterizzato da occhi ricoperti di pelle non funzionali e da vertebre cervicali completamente mobili; la pontoporia (pontoporidi); il capodoglio (fisiteridi), l’odontoceto di dimensioni maggiori; il narvalo (monodontodi) il cui maschio è caratterizzato da un lungo e affusolato incisivo sinistro; il mesoplodonte e l’iperodonte (zifidi).
Questo settore è attualmente in fase di riallestimento e ad alcuni cetacei attuali saranno affiancate specie fossili a loro affini.
Il settore del capodoglio è già stato restaurato e così, accanto allo scheletro del capodoglio attuale, sono presenti i calchi di due crani di specie affini oggi estinte: il cranio del leviatano (Livyatan melvillei) nuova specie scoperta nel 2008 in Perù in sedimenti di circa 12 – 13 milioni di anni fa e il cranio dello zigofisetere (Zygophyseter varolai) ritrovato in Puglia in sedimenti di circa 11-7 milioni di anni fa. [2]
[3] Entrambe le specie fossili hanno denti robusti e appuntiti simili a quelli dell’orca e si ritiene quindi che avessero una dieta simile alla sua, cioè che si nutrissero di grandi prede a sangue caldo, in particolare il leviatano, essendo un animale così grosso, forse poteva cacciare anche le balene! Il capodoglio attuale (Physeter macrocephalus), invece, non ha denti sulla mascella e i denti della mandibola sono relativamente piccoli e arrotondati e non vengono usati per cacciare. Il capodoglio si nutre di calamari, in particolare di calamari giganti che caccia fino ai 2.000 metri di profondità e che inghiotte per suzione, praticamente li afferra con la bocca e poi succhia per inghiottirli.
La seconda parte della galleria è dedicata ai misticeti caratterizzati dall’assenza di denti, sostituiti dai fanoni, spazzole di cheratina che dal palato scendono fino alla mandibola e consentono un’alimentazione per filtrazione. Possiamo ammirare in mostra i fanoni di un neonato di balena e gli scheletri di balena franca boreale (balenidi), megattera, balenottera minore, balenottera comune e balenottera azzurra (balenotteridi). La balenottera azzurra, con i suoi 30 metri di lunghezza, è il più grande animale oggi esistente, l’esemplare qui esposto è lungo circa 24 metri.
Descrizione
• Nome Scientifico
Livyatan melvillei
• Caratteristiche
[4] Il Leviatano, lungo fra 13,5 e 17,5 metri a seconda del metodo usato per stimarne la lunghezza, aveva un’imponente testa simile a quella del capodoglio, che probabilmente proprio come nel suo discendente moderno conteneva spermaceti, una sostanza cerosa biancastra contenuta in due grandi organi definiti cassa e giunca, sopra e davanti al cranio dell’animale.
Per via delle similitudini con il capodoglio si è ipotizzato che questi organi fossero utilizzati per controllare la galleggiabilità, modificando la densità dello spermaceti e forse per l’ecolocazione delle proprie prede. Alcuni studiosi hanno però obiettato che l’animale non cacciasse in profondità come il capodoglio, che può immergersi fino a più di 2 km di profondità per dare la caccia alle sue prede favorite, i calamari giganti e che la grande testa fosse invece utilizzata dal Livyatan come le corna di un ariete per colpire violentemente le prede più grandi, come altre balene (o chissà, giovani megalodonti), stordirle e poi farle a brandelli come le moderne orche con le sue possenti mascelle e denti. Gli studiosi hanno ipotizzato che il Leviatano utilizzasse la sua grande testa per colpire e stordire le prede più grandi.
[5] I cetacei contemporanei non erano differenziati e grandi quanto quelli attuali, ma raggiungevano dimensioni già considerevoli come il cetotherium lungo 8-10 metri. Era questa probabilmente la sua preda favorita per due motivi: era una preda “facile” incapace di difendersi da un tale predatore e forniva una considerevole quantità di carne e grasso per un predatore che necessitava ogni giorno di enormi quantità di cibo, anche in considerazione del fatto che era un mammifero e quindi, come noi, un animale a sangue caldo.
I mammiferi marini erano le sue prede favorite, ma certamente come il [6]Megalodonte era anche un predatore opportunista, che non disdegnava anche uccelli marini, squali, pesci ossei o rettili, come le grandi tartarughe marine.
• Classificazione
Dominio Eukaryota Regno Animalia Phylum Chordata Classe Mammalia Ordine Cetacea Sottordine Odontoceti Superfamiglia Physeteroidea Genere Livyatan Specie L. melvillei
• Localizzazione
[7] Il cetaceo condivideva i mari con le più grandi specie di squalo conosciute ed era a sua volta un predatore; era lungo circa 18 metri, quasi come un moderno capodoglio.
Ma mentre gli attuali capodogli si nutrono soprattutto di molluschi, i denti di Leviathan (alcuni lunghi 36 centimetri) suggeriscono che la specie si confrontasse con prede ben più impegnative, tra cui forse altri cetacei suoi simili.
"Si trattava molto probabilmente di un animale possente e spaventoso, la cui descrizione si accorda con quella fatta da Melville di Moby Dick, dice Olivier Lambert, paleontologo del Muséum National d'Histoire Naturelle di Parigi, primo firmatario della ricerca assieme a Giovanni Bianucci del Dipartimento Scienze della Terra dell'Università di Pisa.
Curiosità
[8] Si può dire che il nome Livyatan melvillei sia decisamente appropriato, inizialmente gli era stato dato il nome di Leviathan, il famoso mostro marino citato nella Bibbia, il nome era però già stato usato come sinonimo di una specie di Mammut, così per non creare confusione si decise di usare la versione ebraica di questo nome: Livyatan. La denominazione della specie: melvillei, è invece un omaggio a Herman Melville, autore di Moby Dick.
Note
Webliografia
- ↑ http://www.msn.unipi.it/la-galleria-dei-cetacei-gallery//
- ↑ https://it.wikipedia.org/wiki/Zygophyseter_varolai//
- ↑ /http://www.msn.unipi.it/la-galleria-dei-cetacei-gallery//
- ↑ /http://leganerd.com/2015/09/03/mostri-preistorici-livyatan-melvillei/
- ↑ /http://leganerd.com/2015/09/03/mostri-preistorici-livyatan-melvillei//
- ↑ https://it.wikipedia.org/wiki/Carcharocles_megalodon/
- ↑ /http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2010/07/01/foto/scoperta_balena_preistorica_leviatano_dei_mari-60314/1/
- ↑ /http://leganerd.com/2015/09/03/mostri-preistorici-livyatan-melvillei/