Poesia visiva

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Genere o movimento artistico:

Poesia visiva

Personaggi o Gruppi:

Poesia tecnologica: Gruppo 70, Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Luciano Ori, Michele Perfetti con la partecipazione di Sylvano Bussotti, Giuseppe Chiari, Nanni Balestrini, Antonio Bueno e alcuni esponenti del Gruppo 63

Poesia Concreta e Sonora: Carlo Belloli, Haroldo e Augusto De Campos, Eugen Gomringer, Joan Brossa, Dieter Rot, Hans Gappmary, John Furnival, Adriano Spatola, Mirella Bentivoglio, Elisabetta Gut, Patrizia Vicinelli, Ladislav Novak, Jiri Valoch, Kitasono Katue, Toshihiko, Shimizu, Luigi Tola, Ugo Carrega, Corrado D’Ottavi, Martino Oberto,Luciano Caruso, Mario Diacono, Stelio Maria Martini

Poesia visiva internazionale: Adriano Spatola, Claudio Parmiggiani, Giuliano Della casa, Franco Vaccari, Sebastiano Vassalli, Pierre e Ilse Garnier, Jean-François Bory, Julien Blaine, Mirella Bentivoglio, Roberto Comini, Franz Mon, Helmut Heissenbüttel, Timm Ulrichs, Gianni Sassi, Arrigo Lora Totino, Jochen Gertz, Heinz Gappmayr, Dom Sylveter Houedard, Jiri Kolar, Ladislav Novak, Carlo Cremaschi, Henri Chopin, Corrado Costa, Vincenzo Accame, Julio Campal, Alain Arias Misson, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lucia Marcucci, Lamberto Pignotti, Ketty La Rocca, Patrizia Vicinelli, John Furnival, Sarenco, Paul De Vree, Alain Arias.Misson.

Luogo:

Internazionale

Storia:

La Poesia Viva, nasce da tutte quelle sperimentazioni artistiche e letterarie compiute nel clima della Neoavanguardia, a partire dagli anni anni sessanta del Novecento. Tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta, le ricerche verbo-visuali vennero segnate da alcune tappe fondamentali, tra le quali: la crisi del Neorealismo evidenziata dalla rivista "Officina"; le riflessioni sui rapporti tra la politica, la cultura e la letteratura tipiche di riviste come "Il Politecnico", "Società", "Il Contemporaneo" e "Rinascita" nate a partire dal secondo dopoguerra; il rinnovamento dei dibattiti su temi come 'letteratura e vita', 'letteratura e industria', e su una nuova questione della lingua;la presa di coscienza dello sperimentalismo di Pasolini, dei futuristi e dei dadaisti; il principio dell'engagement ipotizzato da Sartre e ripreso da Vittorini negli anni Cinquanta nella rivista "Il Verri"; la democratizzazione e la morte dell'Arte analizzata dalla Scuola di Francoforte; l'allargamento lessicale dei mass media; l'idea di opera aperta teorizzata da Umberto Eco; il decostruzionismo analizzato e teorizzato da Jacques Deridda;la ripresa di Marcel Duchamp da parte di John Cage;l'attività critica e poetica sperimentale di Emilio Villa; la capacità da parte del Lettrismo di superare le posizioni dada-surrealiste;l'avanzarsi a livello internazionale della Poesia Concreta e Sonora, rappresentata da Carlo Belloli, Haroldo e Augusto De Campos, Eugen Gomringer, Joan Brossa, Dieter Rot, Hans Gappmary, John Furnival, Adriano Spatola, Mirella Bentivoglio, Elisabetta Gut, Patrizia Vicinelli, Ladislav Novak, Jiri Valoch, Kitasono Katue, Toshihiko, Shimizu;le esperienze verbovisuali che si aprono all'interno di Fluxus, con Emmett Williams, Dick Higgins, Daniel Spoerri, Wolf Vostell, George Brecht, Robert Filliou, Ben Vautier, Giuseppe Chiari, Juan Hidalgo e Walter Marchetti.

Nel 1963 a Firenze la “Poesia Tecnologica” (definizione coniata da Lamberto Pignotti in un aticolo pubblicato a Milano sulla rivista “Questo e altro”, n. 2 del 1962) del gruppo fiorentino: Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Lucia Marcucci, Giuseppe Chiari che diede vita al “Gruppo 70”. Le prime manifestazioni sono due convegni organizzati a Firenze sul tema "Arte e comunicazione" nel 1963 e l’anno successivo su "Arte e tecnologia". A partire dal 1963 il “Gruppo 70” mette in scena un happening itinerante dal titolo “Poesie e no” basato sull’interazione tra pubblico, poeti e musicisti. La prima rappresentazione ha luogo al Gabinetto Viesseux di Firenze, l’azione viene ripetuta in diversi spazi in toscana e nel resto del paese, coinvolgendo in scena Bueno e Marcucci e successivamente anche Emilio Isgrò e Ketty La Rocca. A Genova la ricerca “verbovisuale” di Martino Oberto riunisce attorno alla sua rivista "Ana eccetera" Ugo Carrega, Corrado D’Ottavi, Lino Matti e altri. A Napoli, invece, è attorno alla figura di Luca (Luigi Castelano) e alla rivista "Documento Sud" che fioriscono le esperienze di Luciano Caruso, Mario Diacono e Stelio Maria Martini. In questo periodo importanti sono anche l'esperienze di "Il Portico" attorno alla figura di Luigi Tola, di "Trerosso" (1965). Nel corso degli anni Sessanta sono molte le riviste che si occupano di sperimentazione verbovisuale, contribuendo al suo sviluppo. Fra le tante si annoverano: "Schemi", "Linea Sud", "Quaderni", "Continuum", "Continuazione A/Z", "Silence Wake", "Dettagli" e "Quaderno", "EX", "E/Mana/Azione", "Geiger", "Tèchne", "Tam Tam", "Lotta Poetica", "La Battana". E' proprio attorno a questo riviste che si accentra il dibattito critico sulle esigenza della cultura moderna e si delineano le basi teoriche delle rassegne e delle mostre di Poesia Visiva da parte di Centro Tool, Mercato del Sale, Centro Tèchne, Studio Santandrea, Studio Brescia, Studio Inquadrature 33 ecc... fino a superare i confini italiani e divenire un fenomeno artistico internazionale con le mostre itineranti 'Logomotives'. Tra gli anni 80 e gli anni 90 si crea un'area di ricerca che sperimenta tra scrittura, visualità e nuovi media, sviluppando in modo molto differenziato temi del Futurismo, della poesia concreta, della poesia sonora e visiva. La produzione è varia e spazia dal video analogico a quello digitale, dalla computer grafica all'elaborazione digitale acustica, all'installazione. Nasceranno la videopoesia, la computer poetry, CD ROM di poesia e vari ambienti interattivi e ipermediali, anche on line. Tra gli autori rilevanti a livello internazionale: Gianni Toti, Philadelpho Menezes e Wilton Azevedo, Arnaldo Antunes, Akenaton, Jim Andrews, Jean-Pierre Balpe, Caterina Davinio, Augusto de Campos, Reiner Strasser

Poetica:

La Poesia Visiva sottolinea la crisi della rappresentazione: la parola per sottrazione di senso diviene, nelle ricerche verbo-visuali, autoreferenziale, matericità e parola-oggetto. Nella stagione dell’espansione della comunicazione, segno linguistico e segno visivo si contaminavano in operazioni osmotiche come prova linguistica empirico-razionale di decostruzione e destrutturazione del discorso poetico, e come tentativo di traduzione della caoticità oggettiva del mondo, attraverso l’uso di una semantica realistica. Si trattava, in sostanza, della proposta e della presa di coscienza del nuovo obiettivo delle arti e della cultura, ossia dell’acquisizione di una nuova esperienza artistica come creazione di nuovi territori della parola, di forme espressive adeguate alla nuova estetica tecnologica. Segno verbale e segno visivo assumono un rapporto reciproco di equilibrio senza subordinarsi a vicenda, avendo lo stesso peso nell'insieme dell’opera d’arte. Si tratta in sostanza del 'potenziamento espressivo' di una prassi artistica che si muove al di là del canone tradizionale. I poeti visivi hanno distinto il linguaggio propriamente detto dai sottocodici prodotti dalla civiltà industriale. Non a caso l’allargamento lessicale – iniziato già con le avanguardie storiche – e la simultaneità dei codici espressivi nell’ambito dello stretto legame che si crea fra forma e referente, fra significante e significato, si configura, ancora oggi, come una risposta culturale – di matrice artistica – alla complessità del rapporto fra comunicazione verbale e comunicazione visiva, caratteristico dell’espansione mediatica della società di massa. Si può fare riferimento, per esempio, alla tecnica del collage, del fotomontaggio o all’assemblage – intesi come recupero di tecniche già usate storicamente dalle arti minori – in cui il reale viene percepito in concreto senza ricorrere all’illusione pittorica con l’intento di dar vita a una tecnica pittorica in cui l’Arte possa competere con i mezzi di comunicazione. Le pratiche di visualizzazione del materiale verbale si fanno promotrici di un’intensificazione del segno grafico, proprio attraverso la convergenza e l’associazione di altri tipi di segni, e le modalità con cui il messaggio ‘poetico’ viene espresso pongono l’accento sulla semanticità del segno: l’estrinsecazione del significato si attua in relazione a un trattamento pluriartistico delle potenzialità espressive e comunicative del significante, sia esso fonico o iconico. Si è trattato, in definitiva, del riscatto estetico – nella pratica operativa – della parola poetica che va incontro a una radicale trasformazione verso le forme della ‘scrittura visuale’, ibrida linguisticamente.

Correlazioni:

Bibliografia:

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Webliografia: