The thing.it
Personaggio o Gruppo:
The Thing.it
Biografia:
Il progetto The Thing Italia nasce come nuovo nodo di un network internazionale già esistente.
The thing nasce a New York nel 1991 come un Bulletin Board System, da un'idea dell'artista concettuale austriaco Wolfgang Staehle, che si concentra su arte di contemporay e teoria culturale. Nel 1995 la BBS si trasforma in sito web e nel 1998 fu disegnato "The Thing Communicator" che diede a Thing.it la sua forma attuale. È un’organizzazione disinteressata che riceve appoggio da individui, fondazioni e società per sostenere la propria forma di arte.
The Thing è dal 1993 uno dei primi - e rari - siti web americani a intrecciare molto efficacemente la ricerca della net art con le prime sperimentazioni di attivismo online. Negli ultimi 3 anni, sull'onda di quell'esperienza, diversi nodi di The Thing sono stati replicati a Vienna, Berlino, Francoforte, Amsterdam e Basilea (con un imminente apertura in Giappone e Inghilterra) dando vita a un network internazionale con un forte radicamento locale. Ogni sito ospita infatti progetti nella lingua del paese ospitante e/o in inglese.
TheThing.it nasce nel marzo del 2000 su iniziativa di alcuni attivisti provenienti dall'area della telematica sociale romana (in particolare dal gruppo di AvANa BBS) e del culture jamming. Tali attivisti fondano il nodo italiano di The Thing, un network internazionale dedicato all'arte e alla cultura delle reti nato a New York nel 1991. Contribuiscono alla sua fondazione Marco Deseriis (aka Snafu) e Giuseppe Marano (aka Subjesus), insieme ad Agnese Trocchi, Valerio Bindi, Tatiana Bazzichelli e, per un certo periodo, Alessandro Ludovico della rivista Neural. Dopo alcuni mesi di prova, poco prima del lancio effettivo, il sito ospitato dalla Rete Civica romana (uno spazio telematico messo a disposizione dal Comune di Roma all’associazionismo) viene sottoposto a improvvisa censura dalle autorità comunali per la pubblicazione di alcune immagini dell'artista australiana Francesca Da Rimini. Queste sono parte di un contesto di una violenta campagna repressiva, che colpisce il libro-inchiesta di Luther Blissett: "Lasciate che i Bimbi", e altri siti della telematica amatoriale romana. Nel frattempo The Thing inizia anche una proficua collaborazione con il network di Digital is Not Analog (www.d-i-n-a-.net), insieme al quale si fa promotrore di alcuni happening internazionali dedicati alla net.art e all'hacktivism, che ospitano esponenti di punta del vasto arcipelago delle nuove pratiche digitali. Non avendo più ottenuto risposta dal Comune di Roma, The Thing migra su Ecn.org, il server che ospita gran parte della telematica antagonista italiana, per poi trasferirsi definitivamente, nel 2002, sulle macchine di The Thing New York, con un nuovo nome-dominio (thething.it), una nuova interfaccia e un più esteso network di collaboratori. Purtroppo nel corso del 2005, il sito subisce un violento attacco da parte di ignoti hacker tanto da perdere il suo database. Attualmente resta online una versione "minima" in HTML. Tra i collaboratori recenti si segnala l’arrivo di Miriam Tola (a.k.a Synner).
L'apertura di un nodo romano, in due o più lingue -- almeno inglese e italiano -- svolgerebbe una duplice funzione: quella di arricchire questo network internazionale con il contributo di progetti romani e italiani e quella di allacciare artisti ed operatori culturali che agiscono spesso in un ambito strettamente locale a una rete di scambi e collaborazioni internazionali. A livello internazionale gli editors di The Thing Italia sono in contatto già da diversi mesi con un vasto numero di gruppi e reti come Rhizome, l'Australian Network for Art and Technology (Anat), Alt-X, Fakeshop, Rtmark, The Nerve, Critical Art Ensamble, V2, trAce Online International Writing Community che rappresentano oggi una parte considerevole circuito mondiale della net art. A livello italiano ci sono le esperienze on-line di Radio Lada, Giardini Pensili e Karenina.it ma anche gruppi di architetti e disegnatori come Sciatto Produzie, manipolatori del suono come Giuliano Lombardo e tutta una serie di artisti visivi (Tubi, Gianvenuti, Basilé, Jacovoni, Monti, solo per citarne alcuni), che pur non creando strettamente per la rete sperimentano da tempo sulle nuove tecnologie. C'è poi tutta la scena cyberpunk italiana (da Decoder a Strano Network ad Avana BBS) che da un punto di vista dell'elaborazione di un pensiero critico dei nuovi media non è seconda a nessuno, anche a livello internazionale.
Sito web:
Poetica:
Il nodo italiano di The Thing (www.thething.it) è un punto di riferimento per una piccola ma attiva comunità di networkers, che percorrono in più direzioni il campo della sperimentazione di rete. The Thing si propone come ponte tra diverse realtà attive nel campo della comunicazione radicale, dalle tattiche radical-pubblicitarie di Guerriglia Marketing alle incursioni cyberfemministe del gruppo A/Matrix, alle mordaci operazioni di culture jamming degli Yes Men e degli 0100101110101101.ORG. Purtroppo la scarsità permanente di risorse, lo rende un progetto che oscilla tra momenti di grande vivacità, a periodi di completa inoperatività.
In seguito alla censura della autorità comunali romane, il 20 ottobre del 2000, The Thing lancia in collaborazione con il gruppo di net.artisti 0100101110101011.org, una competizione internazionale chiamata No Protest No Profit. I navigatori, che condividono la battaglia per la libertà di espressione, vengono invitati a spedire un'e-mail di protesta al Comune di Roma. Alla fine di novembre, il festival spagnolo di new media art Observatori offre al Comune di Roma una quota per acquistare l'Inbox (contenente l'opera "originale", formata dalla somma di tutte le e-mail di protesta) dell'allora assessore alle Politiche informatiche Mirella Gramaglia. Il meccanismo, che simula l'intero ciclo di valorizzazione dell'opera d'arte (con gli artisti, la giuria, l'istituzione artistica e l'opera originale) avrebbe dovuto garantire un'accumulazione originaria ai protestatari: “ciò dimostra che l'unico modo per aumentare il proprio capitale è la lotta.‿
The thing permette livelli di accesso multipli per più utenti ed un’impaginazione threaded, caratteristiche avanzate che facilitano le interazioni tra gli utenti e migliorano il lavoro tra artisti, moderatori, scrittori e redattori. Il progetto The Thing Italia si prefigge lo scopo di costruire una comunità socio-virtuale, collegando artisti ed operatori culturali che agiscono in un ambito strettamente locale, a una rete di scambi e collaborazioni internazionali. Il progetto si struttura nella forma di un sito web in due o più lingue -- almeno inglese e italiano -- e aspira a divenire un forte polo artistico-culturale della rete civica romana. Dal punto di vista operativo ciò si traduce nella presentazione di una serie di progetti in un periodo determinato di tempo, attraverso l’editing del materiale fornito dagli autori e l’utilizzo di una rete di collaborazioni esterne che varieranno di progetto in progetto.
Opere:
- Net.Art - L'arte della connessione (www.thething.it/netart)
Questo libro è uno dei frutti di tale intensa attività di networking. È stato scritto a quattro mani da Deseriis e Marano ed edito dalla storica casa editrice milanese ShaKe. Il libro, interamente disponibile online, offre una lettura critica della scena internazionale della Net.Art mettendo in evidenza il “potenziale memetico‿ delle pratiche di rete artistico-politiche che più si prestano ad essere riutilizzate in contesti diversi.
- No Protest No Profit
Competizione internazionale in cui i navigatori, che condividono la battaglia per la libertà di espressione, vengono invitati a spedire un'e-mail di protesta al Comune di Roma, contenenti testi, attachment grafici e anche piccoli software, valutate economicamente da una giuria internazionale sulla base della loro coerenza estetico-politica. La somma dei valori delle singole e-mail fissa il valore generale dell'operazione No Protest No Profit.
- Digital_is_not_analog / Incontri Interfacce culturali e giochi identitari nel tempo di Internet