Kaprow Allan
Artista e teorico dell’arte, nella sua intensa carriera, Allan Kaprow si confronta con vari generi espressivi: la pittura, il collage, l'environment, fino alla creazione dell'happening.
.Biografia
Allan Kaprow nasce nel 1927 ad Atlantic City, New-Jersey, e trascorre la sua giovinezza a Tucson in Arizona.
E’ così che nel 1957-58 Kaprow comincia a creare lavori ambientali che richiedono la partecipazione del pubblico e questa integrazione di spazio, materiali, tempo e persone lo conduce finalmente ai pezzi più sperimentali ed allo sviluppo in forma definitiva dei suoi happenings. L'Happening si colloca vicino al filone Fluxus ed alla filosofia Gutai internazionale: è una corrente artistica che vede "l'evento" come tema principale dell'opera e considera il tempo un materiale artistico alla stregua di tutti gli altri. Kaprow tiene il suo primo Happening pubblico al Douglass College, New Jersey, nel 1957; nello stesso anno ne tiene un secondo, divenuto famoso, nella fattoria dello scultore George Segal. Alla fine degli anni ’60, dopo un intero decennio, fu lo stesso artista a decidere di abbandonare l'uso del termine da lui stesso forgiato – happening – giudicandolo ormai degradato dall'uso; ne adotta un altro – Activities - volutamente neutro, concentrando la ricerca sulle relazioni psico-sensoriali tra individui, sui problemi della percezione e sull'osservazione di particolari aspetti della vita quotidiana. Kaprow ha insegnato a Rutgers, Pratt Institute, State University di New York a Stony Brook, ed è stato vice rettore del California Institute of Arts, Los Angeles e alla University of California, San Diego. Attualmente Kaprow è Emeritus Professor e insegna stabilmente presso il Dipartimento di Arte Visiva dell'Università della California a San Diego.
Opere
Allan Kaprow ha realizzato happenings ed environments patrocinati da gallerie private, musei ed istituzioni accademiche nelle principali città americane ed europee. Ha tenuto numerose mostre personali e le sue pitture, sculture e collage sono nelle collezioni dei più importanti musei americani ed europei.
Fra gli eventi che ha organizzato: Apple Strine (1960), un servizio per il Dead (1962), mangia 1964, in una molla accadere (1961) Yard (1961), Words (1962), la spinta ed il tiro: Una Commedia della mobilia per Hans Hofmann, 18 Happenings in 6 Parts, alla Reuben Gallery di New York (1959) A Spring Happening, Coca-cola, Cannonball Di Shirley (1960), The Courtyard
Musei
The Newark Museum, New Jersey
Fine Arts Museums of San Francisco (2 opere)
MUMOK, Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien, Vienna
Bibliografia
Kaprow ha pubblicato innumerevoli saggi ed è stato oggetto di numerosi studi. Proprio sugli happenings ha pubblicato almeno due testi fondamentali: "Assemblages, Environments, Happenings" (1966), e "Essays on the Blurring of Art and Life" (1993).
Sito web
Poetica
L’elemento di maggiore innovazione artistica degli happenings è senza dubbio l’interattività, idea che ispirò profondamente molti artisti per decadi. L'happening nasce infatti come una specie di collage multisensoriale, come un'esperienza che coinvolge diverse facoltà percettive - vista, udito, tatto – e costituisce un netto passo avanti rispetto alle forme statiche di arte. Per Kaprow significava un ulteriore passo avanti rispetto alla staticità di cui soffrivano, sebbene assolutamente vivaci ed originali, le sue creazioni action-collages. Con gli happenings l’artista riesce ad introdurre nell’opera la dimensione temporale, facendo partecipare la gente, occupando davvero lo spazio dell’azione. Gli happenings diventarono famosi perché realizzavano il desiderio di rompere con la tradizionale distinzione tra creatore e pubblico, che ancora oggi trova molti seguaci soprattutto nell’ambito dei nuovi media: nell'happening lo spettatore, come semplice osservatore, non esiste più. L'happening necessita infatti sempre della partecipazione del fruitore che viene posto simultaneamente di fronte a nuovi tipi di codici espressivi, sollecitato ad esprimere una reazione sia fisica che psicologica rispetto all'evento; i partecipanti, con la loro presenza, si muovono nell'ambiente, si fondono con esso ed essendo impossibile distinguerli dagli attori diventano attori essi stessi. Un rapporto nuovo fra arte e pubblico, allora, si stabilisce solo a partire da quel momento e dalla possibilità, per gli spettatori, di introdurre dei mutamenti nell'opera, da quando, cioè, essi non "consumano" più, passivamente, ma partecipano alla sua realizzazione. Ogni partecipante all’happening porta nell’opera il proprio contributo di vita: è, a un tempo, vissuto dall’opera ma vive anche l’opera. Kaprow impiega i partecipanti come fossero insieme elementi rappresentativi e costitutivi dell'ambiente: tutti diversi ma ciascuno facente parte di un unico disegno generale. Ad amalgamare la composizione artistica ci pensa il suono, il colore e la luce; un po’ come accade nelle creazioni di action-collages dello stesso artista, nelle quali l'assemblaggio casuale di materiali diversi capaci di integrarsi e costituire un insieme, un allestimento ambientale, un environment. Con Kaprow l’arte non arriva soltanto a superare il confine esistente tra mondo dell’artista e mondo dello spettatore, ma rompe anche con la tradizione dei luoghi dell’arte, che vuole le opere disposte nelle esposizioni, nei musei, nelle gallerie. Molti dei happenings sono infatti stati effettuati in luoghi assolutamente non convenzionali (per esempio il campo di pallacanestro di "Coca cola, Shirley Cannonball", 1960 oppure il cortile di "The Courtyard", 1962). Per la diversa scelta dei luoghi, oltre che per il carattere spontaneo dell’azione e per il non professionismo dei partecipanti, l’happening si contrappone alla rappresentazione teatrale. Dei principi dell'happining affermati da Kaprow ricordiamo i sette punti teorici: I) La linea tra arte e vita deve rimanere fluida, e la più indistinta possibile. II) Pertanto la derivazione dei temi, dei materiali, delle azioni e la loro corrispondenza possono venire fuori da ogni posto o periodo fuori che dalle espressioni artistiche e dal loro ambiente e influsso. III) La rappresentazione di un happening dovrebbe avvenire su parecchi spazi, talvolta mobili e mutevoli. IV) Il tempo, di pari passo alle considerazioni sullo spazio, dovrebbe essere vario e discontinuo. V) Gli happening dovrebbero essere rappresentati una sola volta. VI) Il pubblico dovrebbe essere interamente eliminato. VII) La composizione di un happening è eguale a quella di un assemblage e di un environment cioè è costituita di un certo collage di eventi in certe misure di tempo e in certe misure di spazio".
Webliografia
www.geocities.com/Athens/Acropolis/5422/kaprow.html
www.newarkmuseum.org/americanart/html/tour/galleries/labels/kaprow.htm
www.artcyclopedia.com/artists/kaprow_allan.html
www.ubu.com/historical/kaprow/kaprow.html
www.lacma.org/MICNow/artists/Kaprow/kaprows.htm
www.hozro.it/editor.html
www.geocities.com/Athens/Acropolis/5422/kaprow.html
www.fluxus.org/FLUXLIST/kaprow.htm
www.artmuseum.net/w2vr/timeline/Kaprow.html