Caronia Antonio

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Caronia Antonio

Antonio Caronia è uno degli studiosi più originali e attenti dei fenomeni che riguardano l'impatto sociale e culturale delle nuove tecnologie.


Biografia

Nato a Genova nel 1944 (residente a Milan, dove lavora) ha studiato matematica, laureandosi con una tesi su Chomsky Noam. Docente di Comunicazione all’Accademia di Brera, è studioso di scienze, tecnologia, letteratura e comunicazioni. Svolge un'intensa attività di traduttore e divulgatore di testi e romanzi stranieri. E' particolarmente interessato alle modalità d'impiego delle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione nell'arte. Ha tenuto numerosi corsi e seminari; partecipa a convegni, conferenze, dibattiti presso università e circoli culturali; ha svolto consulenze editoriali; ha diretto convegni e mostre. Dal 1964 al 1977 ha svolto attività politica, prima nella sinistra del PSI e poi nella sezione italiana della quarta Internazionale (fece il suo apprendistato giornalistico dirigendo per un paio d’anni il giornale Bandiera Rossa). Dal 1978 data il suo ingresso nel mondo della sf italiana, quando si unì all'attivissimo collettivo milanese "Un'ambigua utopia" (denominazione che riprendeva il sottotitolo del celebre romanzo di Ursula K. LeGuin “I reietti dell'altro pianeta”. In quel collettivo - per alcuni anni punto di riferimento per un'ala della fantascienza italiana - Caronia collaborò a varie iniziative: la rivista omonima, dibattiti, manifestazioni e una sorta di contro-convention, "L'invasione dei mar/x/ziani". Cessata a cavallo degli anni Ottanta l'attività del gruppo, egli avviò una attività pubblicistica in proprio che gli ha fruttato diverse collaborazioni: Linus, Corto Maltese, il manifesto, Videomagazine, Virtual, Isaac Asimov's Science Fiction Magazine, Virus. Fino al 1991 ha insegnato nella scuola secondaria superiore, tenendo al contempo corsi sperimentali di logica. Collabora a L'unità, alle riviste Linea d'ombra, Pulp, Flesh, Out (in cui fa parte del comitato editoriale) e alla trasmissione televisiva Mediamente (Rai3). E' direttore - con Daniele Brolli - della rivista Alphaville.

Opere

Musei

Sito web

http://www.fuoriquadro.info/relatori/caronia.htm


Poetica

Antonio Caronia studia le trasformazioni che stanno subendo i mezzi di comunicazione, e della possibilità che, contestualmente all’affermazione di nuovi sistemi di comunicazione, si stia avviando una fase nuova della storia dell’umanità. Il libro, e per esteso la scrittura, è il mediatore culturale per eccellenza, è ciò che regola il rapporto dell’uomo col mondo, il fondamento della nostra civiltà. Caronia non si preoccupa della concorrenza che fa al libro ad esempio il CD-ROM, da lui ritenuto strumento di espressione e di comunicazione poco maneggevole, che scomparirà presto per dar luogo ad altri supporti, ad altre forme di organizzazione della conoscenza e dell’espressione più ricche, articolate e maneggevoli, ma si chiede piuttosto se il libro continuerà ad essere il fondamento culturale della civiltà. Egli ritiene che molte delle invenzioni dell’ultimo periodo non sono altro che elevazioni all’ennesima potenza di cose che c’erano già prima, in questo senso Internet non sarebbe che il collegamento tra biblioteca, museo, mediateca, cineteca e videoteca. La sua impressione sembra suffragata dal fatto che le nuove tecniche di comunicazione e di espressione hanno sempre iniziato la loro strada scimmiottando le vecchie: il cinema facendo del teatro filmato, il telefono ripetendo la comunicazione orale faccia a faccia, e così via. Solo dopo un periodo di rodaggio i «nuovi media» hanno creato le forme di espressione e di comunicazione più pertinenti, apportando il proprio specifico, unico e insostituibile contributo. Caronia, pur riconoscendo al World Wide Web il merito di avere determinato l’esplosione di Internet, gli attribuisce il grave limite di costituirne l’aspetto meno innovativo, più tradizionale dal punto di vista della logica comunicativa: è un insieme scintillante di testi e immagini, un ipertesto illustrato che ha la stessa rigidità ed, entro certi limiti, la stessa immodificabilità dei testi tradizionali, un ambiente in cui l’utente è prevalentemente spettatore, e in cui la sua «interattività» si limita ad attivare qualche opzione marginale. Gli strumenti generalmente legati agli ambienti interattivi multiutenti e condivisi – posta elettronica, canali di chat, mailing list, newsgroup – sono le zone di Internet in cui Caronia rintraccia l’embrione di una nuova forma di espressione e di comunicazione; una sorta di «neo-oralità» che si appresta a superare come strumento di mediazione culturale sia il testo che la scrittura. A prima vista la comunicazione basata sulla posta elettronica appare tutt’altro che nuova. Il fenomeno è invece ben più complesso, perché uno strumento come la scrittura, di cui credevamo di conoscere ormai a fondo i meccanismi di funzionamento, gli effetti culturali e sociali, sta invece cambiando natura sotto i nostri occhi. La scrittura che si pratica con la posta elettronica, con le mailing list, con i newsgroup, non ha niente a che vedere con la scrittura di un libro, di un catalogo, di una rivista, di una lettera tradizionale. È una scrittura immediata, perché una e-mail, di norma, richiede una risposta non fra due, cinque, dieci giorni come le lettere che viaggiano per posta cartacea, non uno o due anni dopo come accade per i libri, ma nel giro di qualche ora, al massimo il giorno dopo, dopo di che l’e-mail è già vecchia, finita, dimenticata. È una scrittura ibrida, che ritrova o riscopre caratteristiche dell’oralità, naturalmente rinnovata. Nel corso della millenaria storia dell’uomo la parola «parlata» è stata la tecnica di comunicazione fondamentale, e quella che più a lungo ha dominato e strutturato i rapporti fra gli uomini. I successivi passaggi alla scrittura ideografica e poi all’alfabeto sillabico e fonetico hanno marcato altrettanti passaggi nell’evoluzione della mentalità dell’uomo e delle sue modalità di rapporto con il mondo circostante. Tra le infinite caratteristiche proprie alla scrittura vi è anche quella della dogmatizzazione del pensiero. Ciò spiegherebbe, almeno in parte, il fatto che da quando l’uomo ha smesso di essere nomade tutte le sue esperienze sociali sono state basate, in qualche modo, su forme di rigidità, di dominio, e soprattutto di irreggimentazione del corpo. Nell’era digitale gli strumenti di comunicazione uniscono tutto ciò che l’uomo ha prodotto nel corso dei millenni per comunicare all’interno della specie e per agire poi sull’ambiente esterno: la parola, l’immagine, il suono. Ma il fattore di novità, rispetto a qualsiasi altro mezzo di comunicazione del passato, è che con la nuova generazione di mezzi digitali la comunicazione in primo luogo ampiamente manipolabile, cioè trasformabile in modo molto più veloce, molto più potente, molto più radicale, molto più profondo. Con il matrimonio dell’informatica e delle telecomunicazioni (la cosiddetta Telematica), la verticalità e la asimmetria della comunicazione sono superate, spezzate. Il flusso di comunicazione digitale è realmente simmetrico, il fruitore ha pari dignità comunicativa rispetto a chi tradizionalmente ha svolto la funzione di emettitore. La televisione è stato l’ultimo grande mezzo di comunicazione dell’era della scrittura tipicamente asimmetrico e verticale, in cui uno parla e molti ricevono la comunicazione senza essere in grado di poterla modificare, o di poter rispondere direttamente in tempo reale. Il telefono, altro strumento dell’era della scrittura, consente sì una comunicazione interattiva, simmetrica, ma ha il limite del numero di due soli interlocutori. I nuovi sistemi di comunicazione telematica, invece, sono una specie di telefono potenziato, una specie di telefono televisivo, in cui molti possono comunicare con molti, e hanno tutti pari grado e pari dignità. Le disuguaglianze che si verificano non dipendono da una condizione a priori della comunicazione, ma dalla natura concreta degli atti comunicativi: chi parla di più, chi è più capace di dire cose, avrà uno spazio maggiore, ma per quanto riguarda i punti di partenza tutti sono sullo stesso piano. Caronia condivide la possibilità di conservare, difendere, ampliare il carattere interattivo e partecipativo dei nuovi sistemi di comunicazione, non in alternativa alla vita reale, ma in quanto arricchimento delle esperienze possibili nella vita concreta.


Bibliografia

Editorialista del mensile "Virtual", collaboratore della rivista "Virus" e, con Brolli Daniela , direttore di "Aphaville".

Tra le sue pubblicazioni ricordiamo:

  • 1979: "Nei labirinti della fantascienza. Guida critica", a cura del collettivo "Un'ambigua utopia"
  • 1985: "Il cyborg. Saggio sull'uomo artificiale "
  • “Digitare se stessi. Il nuovo ‘spazio interno’ in Neuromante di William Gibson”, La città e le stelle n. 6, autunno-inverno 1987 (ristampato in A.C., Archeologie del virtuale, ombre corte, Verona 2001, pp. 100-106);

1988: "Variazioni Cosmiche. La fantascienza fra letteratura e immagine"

  • “I cowboy del computer”, L’europeo n. 31, 4 agosto 1990;
  • “Alieni nello spazio qualunque”, il manifesto, 20 settembre 1990;
  • “Volando volando nella fantasia”, La gazzetta del mezzogiorno (supplemento Più, Anno II N.5, agosto 1992);
  • 1992: "Philip K. Dick, Attenzione polizia! "
  • “Sarà virtuale ma è già arte”, L’europeo n. 18, 1 maggio 1992;
  • “Houdini e Faust: breve storia del cyberpunk�? (con Gallo D.), Boldini e Castoldi, Milano;
  • “Il corpo virtuale: dal corpo robotizzato al corpo disseminato nelle reti�?, 1997, Muzzio, Padova;
  • Cyberpunk: istruzioni per l'uso�?, 1995, Stampe Alternative, Viterbo;
  • 1996: "Le origini del cinema. CD-ROM" e "Il corpo virtuale. Dal corpo robotizzato al corpo disseminato nelle reti"
  • 1997: "Houdini e Faust. Breve storia del cyberpunk"
  • 1999: cd rom "CD Scienza - I segreti della vita artificiale"
  • 2001: "Archeologie del virtuale. Teorie, scritture, schermi" e "Il cyborg. Saggio sull'uomo artificiale"
  • 2005: "Cyborg. La carne e il metallo"
  • 2006: "Philip K. Dick. La macchina della paranoia. Enciclopedia dickiana"


Negli anni settanta scrive testi di saggistica su “La morte della fantascienza�?.Caronia collaborò a molte iniziative: la rivista omonima, dibattiti, manifestazioni ,nonché una sorta di contro-convention, “L’invasione dei ma/x/ziani�?. Cessata a cavallo degli anni ottanta l’attività di gruppo, egli avviò una attività pubblicista in proprio che gli ha fruttato una imponente serie di collaborazioni:dal lunghissimo elenco di testate citeremo Linus, Corto Maltese, il manifesto, Videomagazine, Isaac Asimov’s. Caronia si occupa anche di reti telematiche :egli si è accostato ai problemi della comunicazione con un taglio che non esclude la riflessione e la valutazione estetica,non solo delle attività tradizionalmente definite “artistiche�?, ma anche dei comportamenti sociali delle trasformazioni dell’immaginario.

Webliografia

http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/biografi/c/caronia.htm
http://www.feltrinelli.it/IntervistaInterna?id_int=55
http://www.hackerart.org/media/amc/caronia.htm
http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/caronia.htm
http://www.fantascienza.com/magazine/collaboratori/174
http://www.emsf.rai.it/scripts/documento.asp?id=234&tabella=trasmissioni