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Revisione 00:06, 8 Mar 2005
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Data: Sun, 20 Aprile 1997
Di: Andreas Broeckmann
Gli ambienti sociali di oggi sono permeati pienamente da apparati tecnici, attrezzi e infrastrutture che formano assemblaggi complessi di oggetti, spazi e comportamenti. I nostri corpi sono adattati bene con le estensioni dell’ambiente cyborg (occhiali, walkman, pace-maker), e il modo in cui noi lavoriamo, riposo e gioco è attorcigliato col nostro ambiente del macchinico. Siamo noi parte degli assemblaggi del macchinico che ci circonda. L’Arte della macchina è, per un po’ di tempo, trattata con l'apparato tecnologico come qualche cosa che è esteriore e ' other' al corpo umano. Qui, la macchina è un oggetto autonomo (SRL, McMurtie), o un mezzo per lavorarci su o rappresentare il corpo umano (Hobijn, Sermone). Il principio del ' macchinico' non si riferisce molto ai particolari oggetti tecnologici o meccanici connessi o indipendenti dal corpo umano. Le macchine possono essere corpi sociali, complessi industriali, o formazioni psicologiche o culturali, così come il complesso di desideri, delle abitudini e degli incentivi che creano le particolari forme di comportamento collettivo in gruppi di individui o l'aggregazione di materiali, strumenti, individui umani, linee di comunicazione, delle regole e delle convenzioni che insieme costituiscono una compagnia o istituzione. Questi sono esempi di macchine che sono assemblaggi di parti eterogenee, aggregazioni che trasformano forze, spingono i loro elementi, e li costringe in un stato continuo di trasformazione. Come un principio estetico, il machinic è associato ad un processo piuttosto che ad un oggetto, con dinamiche piuttosto che finalità con instabilità piuttosto che permanenza, con comunicazione piuttosto che rappresentazione con azione e con gioco. L'estetica del machinic non è molto preoccupato dell'intenzione o del risultato di pratiche artistiche, ma delle traduzioni e trasformazioni che accadono fra l’assemblaggio di un macchinico. Per esempio, non è così molto interessato nel disegno come una rappresentazione, ma nei processi di trasformazione (conoscitivo, neurologico, anatomico) quello accade in un disegno corpo umano e nel disegno come uno dei risultati potenziali di quelli processi. Artisti stanno esplorando il machinic in una molteplicità di modi. Nella Tivù della Poesia di Gebhard Sengmüller (1994), un programma del computer analizza immagini televisive per rappresentazioni di parole, note e li re-compila, e li ripete come un ruscello di 'asserzioni poetiche'. Daniela Plewe del Muser’s Service(1996) è un database multi-dimensionale di concetti logici dell'interlinked che, su richiesta, produce una frase come un evidentemente casualità, sebbene sia dedotto da un sentiero logico attraverso questa rete di lavoro associativa di parole e idee. Il Nox’s Soft Site (1996) trasforma l'attività dei visitatori al sito web DEAF96 in una mutazione, mai-cambiando totalmente ma cambiando leggermente le produzioni su rappresentazioni della città di Rotterdam. Nel Ulrike Gabriel’s Terrain (1994) l'intensità del cervello oscilla per dirigere l'intensità dell’utente verso fonti leggere che ' il feed' di sensori leggeri attiva come difetti artificiali. Seiko Mikami’s Molecular Informatics (1996) traccia i movimenti dell'occhio dell'utente e li traduce in strutture molecolari virtuali e l'utente può vedere come si evolvono. Per il progetto Anonymous Muttering (1996), Knowbotic Research hanno disegnato un assemblaggio in cui un computer, utenti a molte ubicazioni nello spazio urbano, e utenti su Internet, possono manipolare collettivamente e percepire dei segnali di audio di digitized. Nel progetto Refresh (1996), un grande gruppo di artisti della rete crearono pagine web , così che qualsiasi visitatore del progetto farebbe un cappio automaticamente attraverso l’intero l'anello . Tutti questi progetti fanno uso delle forze e parametri delle macchine e limitano l'aspetto di interattività e controllano a una funzione di entrata e di ricevimento, mentre il processo creativo e attuale è delegato a una disposizione complessa ed eterogenea di forze, di codici e di funzioni che sono determinate in parte dalla qualità del materiale di elementi certi del macchinico (l'attrito), mentre altri risultano da dati programmati o processi progettati. La conseguenza di questi processi del macchinico è caratterizzata da un grado alto di impraticabilità, sebbene loro raramente siano casuali. La logica dell’eterogeneità del macchinico crea risultati imprevedibili, ancora organizzati ai quale l'utente umano può essere come uno agente fra gli altri. Le forze che operano fra assemblaggi del macchinico non sono caotiche, ma possono essere descritte come tendenze. Knowbotic Research sostiene: Uno non tenterebbe di controllare queste tendenze dall'esterno scoprendo le loro regolarità o valutandoli altrimenti. Invece uno potrebbe sviluppare modi di agenzia che sono basati sulla comprensione che uno forma parte dell'assemblaggio del macchinico. Poi è possibile decidere se uno vuole cooperare col dispositivo o se uno vuole resistere, se uno vuole raccogliere le forze di tendenza, le amplifica o le devia. Evidentemente non si ha mai il pieno controllo ma sempre atti in relazione a cose che accadono altrove nell'assemblaggio. (...) Uno non governa mai il sistema e non arriverà mai a una posizione da dove sarebbe possibile godere la vista del sistema intero dall'esterno. (intervista, Gennaio. 1997) La pratica artistica in questo senso non è così molto diretta ai particolari risultati, ma descrive un atteggiamento che è mirato alla creazione di zone operative aperte, di preparazione verso la facilitazione di un processo durante il quale eventi provvisori ed esperienze possono succedere. L'arte del Macchinico si comporta come la facilitazione di aggregazioni di corpi e forze nei quale nessuna differenziazione significativa può essere fatta tra creatura umana e macchina. La funzionalità del machinic stesso diviene il centro della forza estetica esercita e crea un phylum che non distingue tra creatura umana e agenzia della macchina. Nelle applicazioni pratiche del macchinico, come nel disegno dell'interfaccia, agenti del computer o lo sviluppo di ambienti interattivi multi-utente, la sfida è di concepire strategie di coesistenza con le altre forze fra l'assemblaggio, di comprensione le tendenze di territorializzazione e auto-organizzazione che è presente in qualsiasi ambiente del macchinico. È una delle sfide grandi di pratica artistica che tratta di tali disposizioni, disegnare l'integrazione di tendenze del macchinico, di aspetti di creatività collettivi e processi sociali e determinare i possibili e produttivi gradi di agenzia e di intervento. Gli effetti sociali e psicologici della negazione implicita dell'antropologico e il monopolio antropomorfico non saranno sottovalutato. Comunque, come Maturana e Varela dicono, è un modo importante di acquisire una migliore comprensione della posizione dell'individuo nel mondo. Se noi applichiamo una nozione aperta di soggettività al complesso del macchinico, la combinazione di processualità integrale e integrazione del macchinico porta ad una concezione di esistenza umana come una forma di trasformazione continua. Il principio di diventare (i.e. diventare diverso) permette una comprensione dell’essere come un processo e riconcilia l'esperienza di permanenza relativa con quello di eterogeneità e cambio continuo. Noi potremmo disegnare fuori questa linea di pensiero sopra un terreno dove questa molteplicità di diventare è radicalizzata più lontano ed è attuale e significativo, assoggettando forze del che provocano forme nuove di essere: noi arriviamo alla prospettiva conveniente di un etica e un’estetica di ' macchine'. McKenzie Wark scrive: L'essere-come-divenire, il ' il chaosmosis', come lo chiama Guattari, è un mondo di potenziali... La soggettività in questo contesto non è restretta, l’essere umano è auto-consapevole ma può essere esteso a quello che il Guattari ha descritto come il ‘proto-soggettivo', dimensione autopoetica che caratterizza ogni macchina. Wark continua: Si prenda ' la rete' come un aereo, dove si ha una serie piuttosto particolare di flussi di articolata differenza pura. Flussi di elettricità, di rame, di codice, di lingua - noi possiamo immaginare queste cose come se loro esistessero in uno stato puro, e poi si può immaginare il modo in cui la rete seleziona, può riferire e può articolare questi flussi in un modo certo, come un genere certo di consistenza. Fuori di quella consistenza sorge la produzione di generi certi di desiderio. (...) L'autoproduzione di desideri produce se stesso fuori da se stesso, sempre differenziando se stesso da se stesso. Questo, penso, è l'estetica della rete. E, si potrebbe aggiungere, è l'estetica del macchinico. Accettare la dimensione dell'autopoetica del macchinico ci permette, come Knowbotic Research ha indicato, di porre la domanda, se dai mezzi di macchine tecnologiche, è forse, possibile sviluppare modi nuovi per la distribuzione di desideri. Quello che il macchinico mostra come una tendenza è che non governa i desideri di uno, ma che loro sono messi liberamente in un campo strutturato dove uno può osservare il loro evolversi non-lineare. (...) Ci permette come artisti di designare come bersaglio questo punto e dare col multi-layered desideri generando campi operativi nei quale è possibile esaminare le forze e relazioni, individualmente e collettivamente. (1997) Questi lavori vogliono, come gli esempi menzionati sopra e anche mostrati, essere sempre molto interessanti, dove la tensione tra macchina e individuo, tra separazione e risoluzione, tra riflessione e flusso dell'esperienza è rappresentato fuori efficacemente ed è tenuto in un equilibrio critico. Knowbotic Research: Con costante moto indietro e avanti in questo campo intermedio, avendo personale, appaiono e scompaiono e sono possibili forme specifiche di, forse, processi del macchinico di assoggettazione. Wark enfatizza un punto simile quando dichiara che un'arte deve esistere cercando quei momenti, quelle forme di consistenza dove l’auto-produzione emerge nel suo proprio accordo. O meglio, costruisce tali zone, guarda e aspetta cosa accade - su un listserver. Non caos puro che tende alla fine ad essere non interessante ma caos articolato e selezionato sul bagaglio di consistenza. (1997) Quando noi guardiamo indietro nella storia, noi possiamo vedere che il macchinico non è un principio estetico e completamente nuovo. L'impegno alla macchina dei Futuristi, l'estasi della scrittura automatica e di alcuni dei dipinti di arte brut, i Situationists' praticano di deduce, Fluxus, musica concreta, arte della posta - tutti questi sono esempi di pratiche sulle quale enfatizzano il macchinico a livello intenzionale, rappresentativo, espressivo. Nella situazione presente, un'importante domanda sarà perciò quella che il ruolo specifico della tecnologia digitale e delle reti è, nell'evolversi di pratiche di arte del macchinico può essere, come loro producono le particolari forme del macchinico i cui effetti estetici sono riferiti alla loro struttura e organizzazione.