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Quaranta Domenico
Domenico Quaranta ha concentrato inizialmente la sua attenzione sulla net art, per poi estendere la sua indagine alla new media art e all'impatto dei media digitali sull'attività artistica.
Biografia
Domenico Quaranta (1978, Brescia, Italy) è critico e curatore d’arte contemporanea.Laureato in Lettere Moderne presso l’Università Cattolica di Brescia,dove ha discusso una tesi di storia dell’arte contemporanea dedicata ad ada’web, un sito americano che tra 1994 e 1998 ha commissionato molti progetti di Net Art. La sua parabola – da sito attivo a sito collezionato dal Walker Art Center di Minneapolis -, il suo tentativo di avvicinare Internet agli artisti, l’originale soluzione economica adottata, la sua precoce storicizzazione mi hanno permesso di fare oggetto di uno studio “storico” una vicenda relativamente recente come quella dell’arte in rete.Successivamente ha frequentato il master universitario “Sistemi e professionalità dei musei di arte contemporanea”. Come critico, collabora regolarmente a Flash Art; i suoi saggi, recensioni e interviste sono comparse in riviste, giornali e portali online, fra cui: Magazine électronique du CIAC (CA), Rhizome (US), A Minima (SP), Vague Terrain, HZ Journal, MESH (AU), RCCS (Resource Center For Cyberculture Studies, US), Maska (SLO), Around Photography (IT), FMR Bianca (IT), Digimag (IT), Exibart (IT), Noemalab (IT), Arte e critica (IT), Drome (IT), Cluster (IT), L'Unità (IT) e molti altri. Nel 2004 ha pubblicato il suo primo libro, NET ART 1994-1998: La vicenda di Äda'web; ha co-curato, con Matteo Bittanti, il libro "GameScenes. Art in the Age of Videogames" (Milano 2006) e ha collaborato a parecchi libri e pubblicazioni. Dal 2008 cura, per l'editore FPEditions, una collana di volumi sulla New Media Art (titoli pubblicati: Todd Deutsch – Gamers, 2008; Gazira Babeli, 2008; Holy Fire. Art of the Digital Age, 2008; UBERMORGEN.COM, 2009; RE:akt! | Reconstruction, Re-enactment, Re-reporting, 2009). Ha curato e co-curato diverse mostre in Italia e all'estero. Fra queste: Connessioni Leggendarie. Net.art 1995-2005 (Milano 2005); GameScenes (Torino 2005); Radical Software (Torino 2006); "Holy Fire. Art of the Digital Age" (Bruxelles 2008); "For God's Sake!" (Nova Gorica, 2008); RE:akt! | Reconstruction, Re-enactment, Re-reporting (Bucharest – Lijubliana 2009); Expanded Box (ARCO Art Fair, Madrid 2009); Hyperlucid (Prague Biennal, Praga 2009). Ha tenuto numerose conferenze e insegna “Net Art” presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Attualmente insegna “Net Art” presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Sito Web
http://www.domenicoquaranta.com
http://medianewmediapostmedia.wordpress.com/
Poetica
Se escludiamo la preistoria della Net Art, ossia quel complesso nodo di esperienze che hanno sfruttato i protocolli di Internet, a fianco di altri media, per sviluppare progetti incentrati sulla comunicazione, la creazione collaborativa etc., l’arte in Rete ha poco più di dieci anni, il che rende un po’ arbitrario parlare di presente e passato. Tuttavia, è vero anche che la storia di Internet, e con lei quella della Net Art, ha avuto uno sviluppo molto rapido, e che i suoi primi giorni sembrano lontani anni luce. In questo lasso di tempo, la Net Art ha vissuto un itinerario completo, fatto di maturazione, di crisi e di rinascite; ha suscitato, con una rapidità che stupisce se pensiamo ai tempi lunghi di accettazione di un medium tanto meno radicale come il video, l’interesse di musei e gallerie: ma anche questo ha avuto un crollo improvviso, e se oggi continua, lo fa in una forma decisamente ridimensionata rispetto alle aspettative che aveva creato attorno al 2000. Il risultato è che sono molti, oggi, a gridare alla morte della Net Art. Come spesso succede, si tratta in realtà di mettersi d’accordo sull’oggetto della conversazione. La Net Art nasce come nuova possibilità di azione creativa offerta da un mezzo nuovo. Fra i primi sperimentatori, un gruppo compatto e transnazionale – quello, in sostanza, che si riconosce nel termine net.art, e che trova in Nettime, in 7/11 e parzialmente in Rhizome la propria piattaforma di scambio – inizia a riconoscersi come avanguardia, e ad agire come tale. Un’avanguardia molto variegata, ma accomunata da alcune costanti: il rifiuto del sistema dell’arte, l’autoironia, il formalismo, l’autoreferenzialità, lo sviluppo di sistemi propri di sostentamento, la costruzione di una sovrastruttura leggendaria e di una narrazione in cui riconoscersi. La net.art porta avanti la propria ricerca, e in parallelo racconta la sua storia, e scrive il proprio certificato di morte. è stata una vicenda straordinaria, e se è vero che si è conclusa, è vero anche che i suoi principali rappresentanti sono ancora quasi tutti attivi, e che alcune delle tendenze più vitali della situazione presente – dalla Software Art al lavoro sulle interfacce alternative – nascono lì. Ma la Net Art non è stata solo questo. I musei americani, insieme a qualche galleria e iniziativa privata, hanno tentato di sanare la frattura tra Rete e sistema dell’arte, avvicinando alla Rete artisti “tradizionali” e portando la Net Art fuori dalla Rete: penso a vicende come quella di ada’web, di Stadium, del Dia Center di New York… Entrambe queste situazioni, quella attivista e quella imprenditoriale, quella eurocentrica e quella americana, quella antiartistica e quella museale, sono entrate in crisi nello stesso momento, e più o meno in sincronia con il crollo della New Economy. Ma tutto ciò non ha lasciato il vuoto. Ha lasciato una situazione di fermento sotterraneo, di ampliamento progressivo delle possibilità creative. Le carte sono state rimescolate, e si è resa necessaria una pausa di riflessione. Ne sono nati lavori meno strabilianti, ma di grande interesse e solidità. Si stava – probabilmente, si sta ancora – tastando il terreno, e si procede con i piedi per terra. Il mondo dell’arte, che per un certo momento aveva potuto sembrare l’approdo naturale dell’arte in Rete, a un certo punto le ha voltato le spalle, e molti artisti sono tornati a cercare il proprio pubblico in altri contesti: l’attivismo, le comunità dei videogiocatori e, più di recente, dei blogger. Oggi, Net Art è un termine poco amato, abbandonato da chi, in altri tempi, l’aveva abbracciato e sostenuto e poco sentito da chi comincia a lavorare in Rete. Alcuni si stanno facendo strada nel mondo dell’arte, spesso con ottimi risultati: pensiamo, giusto per fare due esempi italiani, peraltro agli antipodi l’uno dagli altri, a Carlo Zanni, che ha in corso una mostra all’ICA di Londra, e agli 0100101110101101.ORG, che stanno lavorando a una importante personale da Postmasters; ma anche a Ubermorgen, JoDi, Cory Arcangel… artisti il cui lavoro è sempre meno “net-specific”, ma che con la Rete, la sua etica, i suoi sistemi di produzione e la sua storia recente hanno ancora un legame molto forte. Contemporaneamente, Internet è ancora la fonte, il nucleo operativo e il luogo di incontro, di tante articolazioni possibili della New Media Art: dalla Software Art all’arte generativa, dai videogame alla musica elettronica al vjing – si pensi a community nate attorno a un software come Micromusic e 8bitpeople, FLxER e Flickr. Quanto a tendenze vere e proprie, senza alcuna volontà di essere esaustivo potrei segnalare i “media contagiosi” teorizzati dall’americano Jonah Peretti, che sfruttano la Rete come mezzo di accesso a network sociali complessi; la tendenza “retro”, che si manifesta in forme diverse e a vari livelli, dalla nostalgia per la net.art al recupero dello stile delle homepage dei primi anni perseguito da Olia Lialina, da una generica infatuazione per il low-tech al recupero di vecchie estetiche e piatteforme.
Opere
Everybody Talks About the Weather. We Don't - Curatorship (2009)
Karin Andersen - Nouvelles etudes sur le magnetisme animal (2008)
0100101110101101.org – Lol (2007)
LVI Premio Michetti - In and Out (2005)
Net.art 1994-1998 (2005)
Cluster. On Innovation (2004)
Bibliografia
- UBERMORGEN.COM (libro) (FPEditions, Brescia, febbraio 2009)
- OUT NOW: RE:AKT! (FPEditions, Marzo 2009)
- FOR GOD'S SAKE! (Cat. Dicembre 2008)
- HOLY FIRE. ART OF THE DIGITAL AGE (Cat. Aprile 2008)
- GAZIRA BABELI (FPEditions, Brescia, marzo 2008)
- TODD DEUTSCH: GAMERS (FPEditions, Brescia, gennaio 2008)
- PORTRAITS
- GameScenes. Art in the Age of Videogames (Johan & Levi, Milano 2006)
- Connessioni Leggendarie. NET.ART 1995-2005 (Cat. 2005)
- C.STEM. Art Electronic Systems and Software Art (Edizioni Teknemedia, Torino 2006)
- NET ART 1994 - 1998. La vicenda di Äda’web, Vita & Pensiero (Collana “Strumenti”, Milano, marzo 2004)
- Magritte (Classici dell’Arte Rizzoli, Rizzoli Libri Illustrati - Artificio Skira - Corriere della Sera, Milano, aprile 2004)
- Warhol (Classici dell’Arte Rizzoli, Rizzoli Libri Illustrati - Artificio Skira - Corriere della Sera, Milano, maggio 2004)
Articoli
http://www.exibart.com/profilo/autoriv2/persona_view.asp?id=295&op=notizie