Open source: differenze tra le versioni

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(open source musicale)
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In effetti, lo standard di compressione MPEG-1 Layer III permette di scaricare su un cd il contenuto di circa dieci album, mantenendo una buona qualità del suono.
 
In effetti, lo standard di compressione MPEG-1 Layer III permette di scaricare su un cd il contenuto di circa dieci album, mantenendo una buona qualità del suono.
 
Questo è possibile grazie ad un algoritmo di compressione che tratta le frequenze secondo il modello percettuale psicoacustico, eliminando tutti quei suoni dalle frequenze superiori ai 15.000 Hz, soglia massima che l’uomo riesce a percepire.
 
Questo è possibile grazie ad un algoritmo di compressione che tratta le frequenze secondo il modello percettuale psicoacustico, eliminando tutti quei suoni dalle frequenze superiori ai 15.000 Hz, soglia massima che l’uomo riesce a percepire.
  E’ una descrizione oltremodo povera, ma deve servirci solo come uno spunto teorico: Mp3 da considerarsi come una modalità operativa che permette di sfruttare pienamente gli spazi che prima erano colmi di frequenze non udibili.
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E’ una descrizione oltremodo povera, ma deve servirci solo come uno spunto teorico: Mp3 da considerarsi come una modalità operativa che permette di sfruttare pienamente gli spazi che prima erano colmi di frequenze non udibili.
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Dobbiamo considerare, però, che non esiste solo questo formato. Sicuramente è il più rinomato, ma la scelta è piuttosto ampia: Mp3 pro, Mpeg-2 AAC…
 
Dobbiamo considerare, però, che non esiste solo questo formato. Sicuramente è il più rinomato, ma la scelta è piuttosto ampia: Mp3 pro, Mpeg-2 AAC…
 
Le caratteristiche cambiano da caso in caso, ma l’unico che nella mia breve esperienza sul campo  ha destato la mia attenzione è stato l’Ogg Vorbis.  
 
Le caratteristiche cambiano da caso in caso, ma l’unico che nella mia breve esperienza sul campo  ha destato la mia attenzione è stato l’Ogg Vorbis.  

Revisione 08:21, 25 Mag 2005

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Tema: Tecnologie Open Source. Oggetto specifico: Ogg Vorbis


                                    Ogg Vorbis.
                 Tecnologia open source al servizio della musica



Oggi, il termine Mp3 è ormai di dominio pubblico. Tutti sanno cosa è, o per lo meno tutti sanno che è un qualcosa che si ascolta. In effetti, lo standard di compressione MPEG-1 Layer III permette di scaricare su un cd il contenuto di circa dieci album, mantenendo una buona qualità del suono. Questo è possibile grazie ad un algoritmo di compressione che tratta le frequenze secondo il modello percettuale psicoacustico, eliminando tutti quei suoni dalle frequenze superiori ai 15.000 Hz, soglia massima che l’uomo riesce a percepire.

E’ una descrizione oltremodo povera, ma deve servirci solo come uno spunto teorico: Mp3 da considerarsi come una modalità operativa che permette di sfruttare pienamente gli spazi che prima erano colmi di frequenze non udibili.

Dobbiamo considerare, però, che non esiste solo questo formato. Sicuramente è il più rinomato, ma la scelta è piuttosto ampia: Mp3 pro, Mpeg-2 AAC… Le caratteristiche cambiano da caso in caso, ma l’unico che nella mia breve esperienza sul campo ha destato la mia attenzione è stato l’Ogg Vorbis. Questo nuovo formato di codifica (già entrato nell’uso comune con l’appellativo di ogg files) rilasciato da Xiph.org, ha raggiunto il non trascurabile traguardo di essere annoverato come RC3 cioè che la fase iniziale di debugging è stata superata e che presto diventerà uno standard ufficiale nella codifica di sorgenti audio. Ma a cosa deve il suo nome? Ogg non è altro che il nome formato di codifica audio video e metadata edito dalla Xiph.org, mentre Vorbis è lo specifico nome dato allo schema di codifica sviluppato per essere contenuto nella suite Ogg. Il logo deriva invece dalla mitologia nordica: ritrae Thor mentre si appresta a "comprimere" il serpente Jörmungandr con il suo fido martello Mjölnir. Il serpente ha simbolicamente il corpo in forma di sinusoide, a rappresentare un suono puro.

Esaurite le descrizioni più superficiali, possiamo dire che questa è la tecnologia di memorizzazione digitale di brani audio che più direttamente si contrappone agli altri formati audio come i già citati Mp3, ect... Rispetto a quest’ultimi, permette una migliore qualità audio mediante algoritmi di compressione lossy basati su ricerche di psicoacustica. Più precisamente, a parità di qualità, il file in Ogg occupa molto meno spazio, mentre occupando lo stesso spazio, la qualità del file codificato in Ogg è nettamente maggiore: un discorso decisamente vantaggioso se consideriamo che sempre i file in Ogg possono sopportare un massimo di 256 canali audio discretri, contro i due stereo degli Mp3. Le notevoli prestazioni del formato Ogg sono sicuramente da esaltare, ma quello che più mi preme è sottolineare la sua natura open source. Libero inteso non come gratuito (S.L. può essere anche acquistato) ma come non sottoposto ad alcun tipo di brevetto e con il codice sorgente accessibile a tutti. Sappiamo bene quali sono i vantaggi dell’open source in termini di sicurezza , ma in questo caso, non possiamo fare a meno di osservare che tutti i vantaggi sopra citati sono frutto della collaborazione creatasi dalla possibilità data a tutti di osservare e rimodellare il codice sorgente: ognuno che si sentiva, e che si sente, in grado di poter dare un contributo, lo può fare. Ed è questa la più grande forza del software libero: è come se, potenzialmente, l’umanità intera fosse chiamata a contribuire alla programmazione!