Fake: differenze tra le versioni
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Un esempio clamoroso di fake è l’azione fatta sul logo della famosa multinazionale Nike, che è stato fatto grondare di sangue per criticare le sue politiche aziendali nel terzo mondo. | Un esempio clamoroso di fake è l’azione fatta sul logo della famosa multinazionale Nike, che è stato fatto grondare di sangue per criticare le sue politiche aziendali nel terzo mondo. | ||
Più in generale rientrano in questa categoria tutte le strategie di falsificazione di notizie (da cui fake imitazione) mirate ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle malefatte di qualche grande gruppo politico o economico. | Più in generale rientrano in questa categoria tutte le strategie di falsificazione di notizie (da cui fake imitazione) mirate ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle malefatte di qualche grande gruppo politico o economico. |
Versione attuale delle 17:48, 21 Dic 2011
Contents
Genere o movimento artistico:
Fake
Personaggi o Gruppi:
- Barbie Liberation Organization
- Clown Army
- Kalle Lasn
- Luther Blissett Project
- RTMark
- Serpica naro
- Yes men
Luogo:
Storia:
Fine anni 60
Alla critica dei modelli culturali di legittimazione del potere corrisponde una guerra dei segni di cui le strategie del falso, i cosiddetti fake, ne sono uno dei suoi aspetti. Un esempio celebre negli anni Settanta sono state le false testate di quotidiani realizzate da Il Male, i seminari e le ricerche dei semiologi a Bologna negli anni Settanta, il plagiarismo, o alcune delle operazioni perpetrate dal gruppo Luther Blissett, quale ad esempio quella in cui riuscirono quasi a far realizzare una puntata della nota trasmissione televisiva Chi l’ha visto sull’ipotetica scomparsa del fantomatico Luther Blissett. In generale, rientrano in questa categoria tutte le strategie di falsificazione di notizie (fake) mirate a portare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle malefatte di qualche gruppo o potentato economico o politico. Alla fine degli anni Sessanta, Abbie Hoffman, così come altri del movimento dei cosiddetti Pranks, realizzarono alcune iniziative che pur al limite del verosimile crearono scalpore e ansia nei cittadini americani: dall’organizzazione di un girotondo intorno alla Casa Bianca che avrebbe avuto il risultato di farla lievitare, fino alla voce fatta girare ad arte che avevano buttato LSD in gran quantità nelle acque dell’acquedotto di San Francisco al punto che ogni cittadino che l’avrebbe bevuta avrebbe avuto un trip. Il Sindaco dovette intervenire pubblicamente per smentire la notizia. Nello specifico del settore artistico alcuni fake famosi come i falsi Modigliani o la vicenda di Darko Maver hanno svelato da una parte l’incapacità del sistema dell’arte di verificare la veridicità delle proprie asserzioni, dall’altra hanno smascherato la mancanza di reale legittimazione nei giudizi di coloro che sono reputati esperti di uno specifico settore. È infatti grazie a tale presunta autorevolezza che spesso si possono far lievitare i prezzi di un’opera.
Poetica:
Fake è il così detto deturnamento analogico, ovvero la sostituzione del contenuto di cartelloni pubblicitari fatta per esempio dal famoso gruppo artistico Billboard Liberation Front e dall’area di Adbuster. Un esempio clamoroso di fake è l’azione fatta sul logo della famosa multinazionale Nike, che è stato fatto grondare di sangue per criticare le sue politiche aziendali nel terzo mondo. Più in generale rientrano in questa categoria tutte le strategie di falsificazione di notizie (da cui fake imitazione) mirate ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle malefatte di qualche grande gruppo politico o economico. Il Billboard Liberation Front, dal 1977 è una presenza costante nel sabotaggio della pubblicità. Se uno ci fa caso, siamo ogni giorno completamente sommersi dai cartelloni pubblicitari, li abbiamo accettati da tempo e ci facciamo bombardare ogni giorno dalle loro informazioni. Più di un quarto di secolo fa, un gruppo di americani ha deciso di smettere di farsi manipolare e di iniziare a sabotare i cartelloni pubblicitari che infestavano le loro città e tutto il loro Paese. Il loro obiettivo è l'entropia assoluta. Nel loro manifesto si legge "Fare pubblicità significa esistere. Il nostro fine ultimo è che ogni cittadino abbia il proprio personale ed originale cartellone pubblicitario. Fino a quel giorno continueremo a fare tutto ciò in nostro potere per incoraggiare le masse a manipolare la pubblicità e farne un progetto personale". Le loro azioni si basavano soprattutto nel modificare il lettering delle pubblicità, semplicemente geniale una pubblicità al neon della Camel in cui spegnendo alcune lettere hanno fatto risultare la frase "non sono ancora morto?", oppure con lo stesso metodo comporre la frase "LSD: l'inizio di qualcosa di meraviglioso". L'unico pericolo per queste azioni è l'effetto boomerang. Rendendo una pubblicità più divertente di quanto i copy dell'agenzia che l'ha ideata siano riusciti a fare, rischia di innescare un meccanismo perverso, di fatto fare involontariamente pubblicità al prodotto del cartellone, più di quanto il cartellone da solo sarebbe riuscito a fare. Così come il Billboard Liberation Front, anche il gruppo di Adbuster tenta il boicottaggio dei grandi marchi delle multinazionali con questo sistema, programmando per esempio un boicottaggio totale del ‘made in America’, pensando ad azioni pubbliche contro i guerrieri e colonnelli di punta del brand ‘America’: McDonald's, Philip Morris, Exxon Mobil, Texaco, le pricipali case automobilistiche, Tommy Hilfiger, Gap, Starbucks, Nike, Disneyland, Blockbusters e i cinema Hollywoodiani ecc. Alcuni mediattivisti stanno inoltre lanciando la campagna "spegni il televisore" contro la Fox, la Cnn, l’ABC, la CBS e MTV. Arma a doppio taglio, quindi, ma pur sempre un mezzo per opporsi e manifestare le proprie idee.