Digital Hijack: differenze tra le versioni
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Revisione 18:47, 2 Feb 2010
Contents
Titolo:
Digital Hiajck
Anno:
1996
Autore:
Sito web
Descrizione:
L'azione che li ha resi noti è il digital hijack, un vero e proprio atto terroristico virtuale che nel 1996 "rapì" più di 600.000 internauti, dirottati sul sito di etoy mentre usavano normali motori di ricerca. Studiando l’andamento del traffico in Rete gli agenti si rendono conto che i motori di ricerca sono dei veri e propri spartitraffico che attraggono e ridirezionano la maggior parte del traffico di informazioni; decidono così di aggirare il sistema di filtraggio dei motori di ricerca per riversare più navigatori possibili sul proprio sito. Etoy individua le trenta parole più ricercate e, basandosi sulla meccanicità del calcolo dei motori di ricerca, mette in atto la propria manipolazione. Una serie di software raggiungono contemporaneamente il motore da punti diversi per non destare sospetti. Presentandosi come semplici utenti questi lo interrogano con una serie di domande di una lista messa a punto precedentemente. I primi dieci siti per ogni query vengono riversati in un database che funge da serch engine. Dopo questa fase l’agente di flusso torna dal motore di ricerca presentandosi non più come utente ma come webmaster e genera indici non pertinenti al contenuto del sito Etoy. In una prima fase queste “trappole‿ che rimandano al sito del gruppo non vengono messe fra i primi dieci risultati per evitare di essere scoperti. Quando tutte le false liste vengono completate l’operazione entra nella fase calda e tutte le trappole vengono spostate contemporaneamente fra la prima e la decima posizione nelle classifiche. Ogni volta che un navigatore pone una domanda su argomenti di ampio consumo viene dirottato automaticamente sul sito Etoy.Gli ignari navigatori, mentre effettuavano ricerche su Internet, venivano interrotti da una schermata lampeggiante seguita dall'apparizione di un tizio pelato e minaccioso che, puntandogli un enorme fucile a pompa in faccia, dichiarava: "Non fare una fottuta mossa! Questo è un rapimento digitale!". La rivendicazione che segue chiede la scarcerazione di un hacker arrestato dall’Fbi nel 1995, ma in realtà questa non è la vera motivazione, è solo un escamotage narrativo per simulare un atto terroristico in piena regola. Lo scopo del digital hijack era quello di scuotere la noia della Rete, mostrandone i limiti e le potenzialità inespresse. Un'operazione di sabotaggio che non usa virus, non danneggia l'hardware né il software, ma insinua dubbi nel tranquillo paesaggio mediatico quotidiano. Un virus psicologico che, attraverso un'azione shock, costringe a riflettere sul vero assetto della Rete e sul controllo del flusso informativo.