Radical Software: differenze tra le versioni

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==Biografia:== [[Radical Software]] fa la sua comparsa nella primavera del 1970 ed i redattori erano i membri del collettivo [[Raindance]]; grazie agli undici numeri pubblicati tra il 1970 e il 1974, Radical Software diventò la rivista fondamentale per conoscere e capire quello che facevano i vari gruppi negli Stati Uniti, nonché le notizie tecniche per impadronirsi del videotape.
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Radical Software
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[[Radical Software]] fa la sua comparsa nella primavera del 1970 ed i redattori erano i membri del collettivo [[Raindance]]; grazie agli undici numeri pubblicati tra il 1970 e il 1974, Radical Software diventò la rivista fondamentale per conoscere e capire quello che facevano i vari gruppi negli Stati Uniti, nonché le notizie tecniche per impadronirsi del videotape.
 
[[Raindance]] era un’esperienza aperta alle influenze esterne; attorno al fulcro centrale costituito dai fondatori effettivi ([[Gillette Frank|Frank Gillette]],[[Shamberg Michael|Michael Shamberg]] e Louis Jaffe) circolavano altri personaggi che apportando le loro idee ed esperienze, rendevano il contesto estremamente interessante; occasionalmente avevano dato il loro contributo anche Eric Siegal, Les Levine, [[Paik Nam June|Nam June Paik]],[[Schneider Ira|Ira Schneider]]; quest’ultimo aveva iniziato inoltre a riflettere con Beryl Korot e Phillis Gershuny  sulla necessità di una sorta di bollettino informativo al servizio delle comunità che iniziavano ad usare il video in modo sistematico: è il concepimento di [[Radical Software]].
 
[[Raindance]] era un’esperienza aperta alle influenze esterne; attorno al fulcro centrale costituito dai fondatori effettivi ([[Gillette Frank|Frank Gillette]],[[Shamberg Michael|Michael Shamberg]] e Louis Jaffe) circolavano altri personaggi che apportando le loro idee ed esperienze, rendevano il contesto estremamente interessante; occasionalmente avevano dato il loro contributo anche Eric Siegal, Les Levine, [[Paik Nam June|Nam June Paik]],[[Schneider Ira|Ira Schneider]]; quest’ultimo aveva iniziato inoltre a riflettere con Beryl Korot e Phillis Gershuny  sulla necessità di una sorta di bollettino informativo al servizio delle comunità che iniziavano ad usare il video in modo sistematico: è il concepimento di [[Radical Software]].
 
Il primo numero esce nel giugno del 1970, col titolo The Alternate Television Movement e ne faranno seguito in modo discontinuo altri dieci: The Electromagnetic Spectrum (autunno 1970), due edizioni senza titolo rispettivamente nella primavera e nell’estate del 1971, Realistic Hope Foundation (primavera 1972), Changing Channels (inverno 1972), The TV Environment (primavera 1973), Videocity (estate 1973), Solid State (autunno 1973), Video and Environment (inverno 1973) e Video and Kids (estate 1974).  
 
Il primo numero esce nel giugno del 1970, col titolo The Alternate Television Movement e ne faranno seguito in modo discontinuo altri dieci: The Electromagnetic Spectrum (autunno 1970), due edizioni senza titolo rispettivamente nella primavera e nell’estate del 1971, Realistic Hope Foundation (primavera 1972), Changing Channels (inverno 1972), The TV Environment (primavera 1973), Videocity (estate 1973), Solid State (autunno 1973), Video and Environment (inverno 1973) e Video and Kids (estate 1974).  
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==Poetica:== L’editoriale del numero 1 della rivista è fondamentale per capire il pensiero e lo scopo di Radical Software: partendo dalle considerazioni che il potere non si misura in termini di terra-lavoro-capitale, bensì in relazione all’accesso all’informazione, e che la televisione è un mezzo sofisticato di controllo dell’opinione pubblica, si arriva ad individuare la possibilità di un nuovo uso dei nuovi mezzi.
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L’editoriale del numero 1 della rivista è fondamentale per capire il pensiero e lo scopo di Radical Software: partendo dalle considerazioni che il potere non si misura in termini di terra-lavoro-capitale, bensì in relazione all’accesso all’informazione, e che la televisione è un mezzo sofisticato di controllo dell’opinione pubblica, si arriva ad individuare la possibilità di un nuovo uso dei nuovi mezzi.
 
L’invito forte è a non rigettare la tecnologia solo perché l’uso che ne viene fatto nella società è improprio, ma ad umanizzarla e ad usarla per riprendere il controllo delle proprie vite; la televisione ad esempio non deve essere vista solo come lo strumento migliore di trasmettere la vecchia cultura, ma come mezzo fondante di una nuova cultura.
 
L’invito forte è a non rigettare la tecnologia solo perché l’uso che ne viene fatto nella società è improprio, ma ad umanizzarla e ad usarla per riprendere il controllo delle proprie vite; la televisione ad esempio non deve essere vista solo come lo strumento migliore di trasmettere la vecchia cultura, ma come mezzo fondante di una nuova cultura.
 
Gli autori, partendo dal dato di fatto che l’informazione è l’ambiente della società attuale, si chiedono, in modo provocatorio, perché non succeda il contrario, cioè perché l’ambiente delle persone non sia considerato informazione; il video è quindi identificato come lo strumento per realizzare l’alternativa che parte dalle persone.
 
Gli autori, partendo dal dato di fatto che l’informazione è l’ambiente della società attuale, si chiedono, in modo provocatorio, perché non succeda il contrario, cioè perché l’ambiente delle persone non sia considerato informazione; il video è quindi identificato come lo strumento per realizzare l’alternativa che parte dalle persone.
 
Il ruolo che [[Radical Software]] si prefigge non è quello di fornire una semplice pubblicazione, ma, attraverso la raccolta di notizie tecniche ed esperienze, vuole creare un processo di scambio ed interconnessione tra gli individui e le realtà che usano il video in modo sistematico, una sorta di work in progress.
 
Il ruolo che [[Radical Software]] si prefigge non è quello di fornire una semplice pubblicazione, ma, attraverso la raccolta di notizie tecniche ed esperienze, vuole creare un processo di scambio ed interconnessione tra gli individui e le realtà che usano il video in modo sistematico, una sorta di work in progress.
  
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==Bibliografia:== Radical Software Vol. I, no. 1 The Alternate Television Movement (1970)
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Radical Software Vol. I, no. 1 The Alternate Television Movement (1970)
  
 
Radical Software Vol. I, no. 2 The Electromagnetic Spectrum (1970)
 
Radical Software Vol. I, no. 2 The Electromagnetic Spectrum (1970)
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[[categoria:Pratiche e culture artistiche]]
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Versione attuale delle 14:03, 18 Giu 2009

Personaggio o Gruppo:

Radical Software

Biografia:

Radical Software fa la sua comparsa nella primavera del 1970 ed i redattori erano i membri del collettivo Raindance; grazie agli undici numeri pubblicati tra il 1970 e il 1974, Radical Software diventò la rivista fondamentale per conoscere e capire quello che facevano i vari gruppi negli Stati Uniti, nonché le notizie tecniche per impadronirsi del videotape. Raindance era un’esperienza aperta alle influenze esterne; attorno al fulcro centrale costituito dai fondatori effettivi (Frank Gillette,Michael Shamberg e Louis Jaffe) circolavano altri personaggi che apportando le loro idee ed esperienze, rendevano il contesto estremamente interessante; occasionalmente avevano dato il loro contributo anche Eric Siegal, Les Levine, Nam June Paik,Ira Schneider; quest’ultimo aveva iniziato inoltre a riflettere con Beryl Korot e Phillis Gershuny sulla necessità di una sorta di bollettino informativo al servizio delle comunità che iniziavano ad usare il video in modo sistematico: è il concepimento di Radical Software. Il primo numero esce nel giugno del 1970, col titolo The Alternate Television Movement e ne faranno seguito in modo discontinuo altri dieci: The Electromagnetic Spectrum (autunno 1970), due edizioni senza titolo rispettivamente nella primavera e nell’estate del 1971, Realistic Hope Foundation (primavera 1972), Changing Channels (inverno 1972), The TV Environment (primavera 1973), Videocity (estate 1973), Solid State (autunno 1973), Video and Environment (inverno 1973) e Video and Kids (estate 1974). Tra le pagine di Radical Software troveranno espressione praticamente tutte le realtà che ebbero a che fare con video, tv via cavo, mass media, arte e che, anche se con approcci spesso diversi, condividevano la stessa volontà di un uso alternativo dei mezzi d’informazione; questo spazio fu estremamente ricco di stimoli ed iniziative, ma, purtroppo risentì probabilmente della mancanza di un progetto ben delineato: i membri del collettivo seguivano anche percorsi diversi, che spesso distoglievano energie e risorse alla rivista (un esempio significativo è l’esperienza dello stesso Shamberg con il gruppo Top Value Television); il successo aumentava gli sforzi richiesti nella realizzazione e distribuzione; inoltre, da quando la rivista aveva trovato un editore ufficiale, non erano mancati forti contrasti sulla struttura stessa della rivista: Schneider e Korot ambivano ad una pubblicazione di sei numeri l’anno per riuscire a mantenere aggiornate le informazioni tecniche, gli editori volevano una pubblicazione meno frequente e allo stesso tempo consideravano la qualità della carta, della stampa e della riproduzione delle immagini non all’altezza degli standard giornalistici. Questo stato di cose portò alla chiusura dei rapporti con l’editore e alla fine dell’avventura di Radical Software, il cui contributo rimane ancor oggi fondamentale per capire quella realtà diffusa e spesso confusa degli esordi del video.


Sito web:

http://www.radicalsoftware.org

Poetica:

L’editoriale del numero 1 della rivista è fondamentale per capire il pensiero e lo scopo di Radical Software: partendo dalle considerazioni che il potere non si misura in termini di terra-lavoro-capitale, bensì in relazione all’accesso all’informazione, e che la televisione è un mezzo sofisticato di controllo dell’opinione pubblica, si arriva ad individuare la possibilità di un nuovo uso dei nuovi mezzi. L’invito forte è a non rigettare la tecnologia solo perché l’uso che ne viene fatto nella società è improprio, ma ad umanizzarla e ad usarla per riprendere il controllo delle proprie vite; la televisione ad esempio non deve essere vista solo come lo strumento migliore di trasmettere la vecchia cultura, ma come mezzo fondante di una nuova cultura. Gli autori, partendo dal dato di fatto che l’informazione è l’ambiente della società attuale, si chiedono, in modo provocatorio, perché non succeda il contrario, cioè perché l’ambiente delle persone non sia considerato informazione; il video è quindi identificato come lo strumento per realizzare l’alternativa che parte dalle persone. Il ruolo che Radical Software si prefigge non è quello di fornire una semplice pubblicazione, ma, attraverso la raccolta di notizie tecniche ed esperienze, vuole creare un processo di scambio ed interconnessione tra gli individui e le realtà che usano il video in modo sistematico, una sorta di work in progress.

Opere:

Bibliografia:

Radical Software Vol. I, no. 1 The Alternate Television Movement (1970)

Radical Software Vol. I, no. 2 The Electromagnetic Spectrum (1970)

Radical Software Vol. I, no. 3 (senza titolo) (1971)

Radical Software Vol. I, no. 4 (senza titolo) (1971)

Radical Software Vol. I, no. 5 Realistic Hope Foundation (1972), Gordon and Breach, Science Publishers Inc., New York

Radical Software Vol. II, no. 1 Changing Channels (1972) Gordon and Breach, Science Publishers Inc., New York

Radical Software Vol. II, no. 2 The Tv Environment (1972) Gordon and Breach, Science Publishers Inc., New York

Radical Software Vol. II, no. 3 Videocity (1973) Gordon and Breach, Science Publishers Inc., New York

Radical Software Vol. II, no. 4 Solid State (1973) Gordon and Breach, Science Publishers Inc., New York

Radical Software Vol. II, no. 5 Video and Environment (1973) Gordon and Breach, Science Publishers Inc., New York

Radical Software Vol. II, no.6 Video and Kids (1974) Gordon and Breach, Science Publishers Inc., New York


Webliografia:

http://www.radicalsoftware.org