Electrohippies: differenze tra le versioni
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Il giorno 3 dicembre 1999, alle ore 18 di Londra, gli attivisti hanno cercato di bloccare tre dei siti che fanno capo all'Organizzazione mondiale per il commercio: quello principale, quello dedicato alla conferenza e quello dedicato al webcast. | Il giorno 3 dicembre 1999, alle ore 18 di Londra, gli attivisti hanno cercato di bloccare tre dei siti che fanno capo all'Organizzazione mondiale per il commercio: quello principale, quello dedicato alla conferenza e quello dedicato al webcast. | ||
Gli Electrohippies sono usciti dall'ombra partecipando a diverse manifestazioni sfociate nel "sit-in virtuale" che ha saturato di richieste o di messaggi di posta elettronica i server "nemici". | Gli Electrohippies sono usciti dall'ombra partecipando a diverse manifestazioni sfociate nel "sit-in virtuale" che ha saturato di richieste o di messaggi di posta elettronica i server "nemici". | ||
− | Gli organizzatori hanno definito il progetto “WTO Virtual sit- | + | Gli organizzatori hanno definito il progetto “WTO Virtual sit-in‿( atto moderno di disobbedienza civile) e hanno cercato di coinvolgere invitando tutti i navigatori, contrari allo spirito "capitalistico" e "ultraliberale" del Wto, ad aderire; chiaramente l’impresa che è stata annunciata dagli Electrohippies può essere delineata come azione di hackeraggio, anche se non troppo sofisticata sul piano tecnico. |
Lo scopo degli Electrohippies, in definitiva, era quello di bloccare gli accessi al server dell'organizzazione: "Un'operazione - spiegano - a cui hanno aderito circa cinquemila utenti Internet, e che comunque non ha durato più di trenta secondi". | Lo scopo degli Electrohippies, in definitiva, era quello di bloccare gli accessi al server dell'organizzazione: "Un'operazione - spiegano - a cui hanno aderito circa cinquemila utenti Internet, e che comunque non ha durato più di trenta secondi". | ||
− | A rendere nota l'iniziativa è stata l'edizione online del notiziario | + | A rendere nota l'iniziativa è stata l'edizione online del notiziario “Bbc‿, che ha scelto di non divulgare l'indirizzo della pagina in questione, ma che ha pubblicato una schermata (anche se piccola) della stessa pagina: "Sito dell'attivismo elettronico e della disobbedienza civile elettronica", è scritto con grossi caratteri. All'interno del variegato mondo dell'estremismo telematico, non tutti hanno promosso l'iniziativa. Infatti, un gruppo di hacker inglesi, chiamati "Hippies from hell", ha accusato gli Electrohippies di volersi solo fare pubblicità. |
Essi sono soprattutto famosi per aver portato avanti una campagna contro il sito Internet dell'Organizzazione mondiale del commercio durante il summit di Seattle. | Essi sono soprattutto famosi per aver portato avanti una campagna contro il sito Internet dell'Organizzazione mondiale del commercio durante il summit di Seattle. | ||
In seguito a questa azione, dicono i membri del collettivo, "ci siamo messi sotto per lanciare nuovi strumenti di attivismo su Internet. Uno dei quali è un software di disturbo di servizio, la cui versione beta è già stata valutata da militanti in Europa e negli Usa". | In seguito a questa azione, dicono i membri del collettivo, "ci siamo messi sotto per lanciare nuovi strumenti di attivismo su Internet. Uno dei quali è un software di disturbo di servizio, la cui versione beta è già stata valutata da militanti in Europa e negli Usa". | ||
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La disobbedienza civile elettronica è identificata come un’avanguardia che coniuga in questo caso la politicizzazione del gruppo Electrohippies con le nuove competenze tecniche. | La disobbedienza civile elettronica è identificata come un’avanguardia che coniuga in questo caso la politicizzazione del gruppo Electrohippies con le nuove competenze tecniche. | ||
Le azioni del gruppo sono utilizzate per far pressione su istituzioni impegnate in operazioni non etiche e criminali. Il messaggio che gli attivisti vogliono comunicare è innanzitutto il valore etico positivo dell’attività di hackeraggio proposta. | Le azioni del gruppo sono utilizzate per far pressione su istituzioni impegnate in operazioni non etiche e criminali. Il messaggio che gli attivisti vogliono comunicare è innanzitutto il valore etico positivo dell’attività di hackeraggio proposta. | ||
− | La tecnica che è stata utilizzata per la protesta virtuale è denominata “virtual sit- | + | La tecnica che è stata utilizzata per la protesta virtuale è denominata “virtual sit-in‿, il gruppo è riuscito a ragginugere l'obiettivo prefissato in quanto è riuscito a ribellarsi intasando l’attività del sito nemico grazie ad un afflusso straordinario di utenti. |
Hanno dunque manifestato grazie alla Rete milioni di persone. In teoria lo poteva fare da casa chiunque. In realtà solo quelli che possedevano un computer ed una connessione a Internet. Insomma quelli che sono già parte dell'era della globalizzazione. Anche dalla protesta erano esclusi i paesi del Terzo Mondo, oltre a molti paesi italiani e europei per i quali Internet è ancora uno strumento del futuro. | Hanno dunque manifestato grazie alla Rete milioni di persone. In teoria lo poteva fare da casa chiunque. In realtà solo quelli che possedevano un computer ed una connessione a Internet. Insomma quelli che sono già parte dell'era della globalizzazione. Anche dalla protesta erano esclusi i paesi del Terzo Mondo, oltre a molti paesi italiani e europei per i quali Internet è ancora uno strumento del futuro. | ||
L'iniziativa promossa dal gruppo sottende dunque un paradosso poichè il principale strumento della globalizzazione, Intenet, si è rivolto contro il Wto, l'organizzazione mondiale per il commercio che, con l'eliminazione di dazi e confini, aspira a creare un unico mercato globale. | L'iniziativa promossa dal gruppo sottende dunque un paradosso poichè il principale strumento della globalizzazione, Intenet, si è rivolto contro il Wto, l'organizzazione mondiale per il commercio che, con l'eliminazione di dazi e confini, aspira a creare un unico mercato globale. | ||
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Contents
Personaggio o gruppo
Electrohippies
Origini:
Il collettivo Electrohippies nasce nel 1999 a Oxford in Inghilterra è formato da cinque hacktivisti inglesi e vuole mettere a disposizione di tutti, un software che permette di lanciare attacchi per saturazione ai siti di tipo DoS (Denial of Service), malgrado l'opposizione di altri attivisti. E'un gruppo internazionale di attivisti, che ha lo scopo di infondere la propria disapprovazione tramite l’uso di Internet, come strumento divulgativo. Un gruppo di hacker al quale si devono eclatanti azioni dimostrative. Il gruppo ha mostrato chiaramente ideologie avverse all’organizzazione del WTO promuovendo, tramite il Web, una clamorosa iniziativa. Il giorno 3 dicembre 1999, alle ore 18 di Londra, gli attivisti hanno cercato di bloccare tre dei siti che fanno capo all'Organizzazione mondiale per il commercio: quello principale, quello dedicato alla conferenza e quello dedicato al webcast. Gli Electrohippies sono usciti dall'ombra partecipando a diverse manifestazioni sfociate nel "sit-in virtuale" che ha saturato di richieste o di messaggi di posta elettronica i server "nemici". Gli organizzatori hanno definito il progetto “WTO Virtual sit-in‿( atto moderno di disobbedienza civile) e hanno cercato di coinvolgere invitando tutti i navigatori, contrari allo spirito "capitalistico" e "ultraliberale" del Wto, ad aderire; chiaramente l’impresa che è stata annunciata dagli Electrohippies può essere delineata come azione di hackeraggio, anche se non troppo sofisticata sul piano tecnico. Lo scopo degli Electrohippies, in definitiva, era quello di bloccare gli accessi al server dell'organizzazione: "Un'operazione - spiegano - a cui hanno aderito circa cinquemila utenti Internet, e che comunque non ha durato più di trenta secondi". A rendere nota l'iniziativa è stata l'edizione online del notiziario “Bbc‿, che ha scelto di non divulgare l'indirizzo della pagina in questione, ma che ha pubblicato una schermata (anche se piccola) della stessa pagina: "Sito dell'attivismo elettronico e della disobbedienza civile elettronica", è scritto con grossi caratteri. All'interno del variegato mondo dell'estremismo telematico, non tutti hanno promosso l'iniziativa. Infatti, un gruppo di hacker inglesi, chiamati "Hippies from hell", ha accusato gli Electrohippies di volersi solo fare pubblicità. Essi sono soprattutto famosi per aver portato avanti una campagna contro il sito Internet dell'Organizzazione mondiale del commercio durante il summit di Seattle. In seguito a questa azione, dicono i membri del collettivo, "ci siamo messi sotto per lanciare nuovi strumenti di attivismo su Internet. Uno dei quali è un software di disturbo di servizio, la cui versione beta è già stata valutata da militanti in Europa e negli Usa".
Sito Web
http://www.fraw.org.uk/ehippies/index.shtml
Poetica:
"Electrohippies" viene identificato come gruppo di protesta poichè per mezzo della Rete si è organizzato, logisticamente e ideologicamente contro la globalizzazione. La filosofia del gruppo può essere riassunta nel titolo di un articolo di grande rilievo "Client-side distribuited Denial-of-Service: valid campaign tactic or terrorrist act?" che è stato sottoposto a diverse critiche. La protesta proviene soprattutto dalla comunità degli hacker in senso stretto, di informatici che mettono il loro talento a disposizione di cause sociali o politiche. "L'hacktivismo non si può riassumere negli attacchi DoS o nell'uso dei vecchi script simplet. Si tratta semplicemente di cambiare le cose e di informare la gente, di azioni positive per mettere in luce i problemi e non per punire le persone o le aziende che non parteggiano per il vostro punto di vista". Così ha reagito Bronc Buster, uno dei piloni portanti del gruppo "Attrition". In effetti, all'interno dell'articolo del collettivo, vengono date le relative informazioni per costruire un semplice DoS concepito per attaccare i siti per "saturazione". La disobbedienza civile elettronica è identificata come un’avanguardia che coniuga in questo caso la politicizzazione del gruppo Electrohippies con le nuove competenze tecniche. Le azioni del gruppo sono utilizzate per far pressione su istituzioni impegnate in operazioni non etiche e criminali. Il messaggio che gli attivisti vogliono comunicare è innanzitutto il valore etico positivo dell’attività di hackeraggio proposta. La tecnica che è stata utilizzata per la protesta virtuale è denominata “virtual sit-in‿, il gruppo è riuscito a ragginugere l'obiettivo prefissato in quanto è riuscito a ribellarsi intasando l’attività del sito nemico grazie ad un afflusso straordinario di utenti. Hanno dunque manifestato grazie alla Rete milioni di persone. In teoria lo poteva fare da casa chiunque. In realtà solo quelli che possedevano un computer ed una connessione a Internet. Insomma quelli che sono già parte dell'era della globalizzazione. Anche dalla protesta erano esclusi i paesi del Terzo Mondo, oltre a molti paesi italiani e europei per i quali Internet è ancora uno strumento del futuro. L'iniziativa promossa dal gruppo sottende dunque un paradosso poichè il principale strumento della globalizzazione, Intenet, si è rivolto contro il Wto, l'organizzazione mondiale per il commercio che, con l'eliminazione di dazi e confini, aspira a creare un unico mercato globale.
Opere:
- Un gruppo di hacker inglesi, che si autodefinisce "Electrohippies" ha annunciato un attacco il 3 dicembre del 1999, per bloccare tre dei siti che fanno capo all'Organizzazione Mondiale per il Commercio: quello principale, quello dedicato alla conferenza e quello webcast.
- Nel 2000 gli Electrohippies mettono a disposizione di tutti gli utenti un software che permette di lanciare attacchi per saturazione ai siti di tipo DoS (Denial of Service)
Bibliografia
Marco Deseriis, Giuseppe Romano “Net. Art, l’arte della connessione‿ Shake
Webliografia
http://www.gn.apc.org/pmhp/ehippies
http://www.dispenseronline.it/print.php?id=751
http://www.repubblica.it/online/economia/wto/hacker/hacker.html
http://searchsecurity.techtarget.com/sDefinition/0,,sid14_gci557340,00.html