Wilson Mark: differenze tra le versioni
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Revisione 21:51, 5 Mar 2007
==Titolo== Wilson Mark
Biografia
Durante gli anni settanta, Mark Wilson (nato nel 1943) ha esibito attivamente dipinti e disegni a New York. Il suo lavoro è stato profondamente incentrato sull’immagine geometrica che aveva un fascino distintamente tecnologico. Nel 1980, Wilson acquistò un microcomputer e cominciò ad imparare la programmazione per poter creare le sue opere. Questo lavoro è continuato, ed il suo computer ha generato opere che sono state esibite sia in Europa che negli Stati Uniti. Ha partecipato alle esposizioni di computer art più importanti tra cui sette edizioni della SIGGRAPH e Computer and Art all’IBM Gallery di New York.
Sito web
Poetica
Mark Wilson ha avuto un approccio unico alle tecnologie fin dai suoi primi esperimenti con il computer nel 1980. Agli inizi usa una tecnica che chiama “pixel mapping”, nata per risolvere il problema, inerente alle prime visualizzazioni grafiche, della differenza di potenziale tra lo schermo del computer e la stampa del plotter. Infatti il plotter era capace di indirizzare un numero smisuratamente più grande di punti su un grande foglio di carta rispetto a ciò che lo schermo del computer poteva far vedere. Usando i pixel sullo schermo per rappresentare elementi geometrici, come quadrati o cerchi, piuttosto che un singolo punto, Wilson ha creato la sua propria tecnica e linguaggio visivo. Più recentemente i computer possono immagazzinare mappe di pixel (bitmap) ad alta risoluzione che vengono rappresentate nel dettaglio nella stampa finale, ed allo stesso tempo è emersa la stampa inkjet. Wilson ha adattato il suo stile per approfittare dei vantaggi dati da questi sviluppi, in un modo simile al plotter virtuale di Jean-Pierre Hébert. Come lo stesso artista scrive: “Fin dai primi anni settanta, il mio lavoro è stato coinvolto con i disegni astratti e le elaborazioni di immagini lineari complesse. Nel 1980, Ho iniziato a lavorare con il computer ed a sviluppare il mio software. Negli anni recenti, mi sono concentrato su disegni monocromatici. Queste immagini sono create tramite un processo in due parti. Prima, le immagini sono generate sullo schermo del computer usando alcuni programmi. Alcuni di questi assumono semplici procedure random, altri utilizzano le permutazioni di elementi grafici. Successivamente, una sezione rettangolare dell’immagine viene stampata, pixel per pixel. I pixel possono essere disegnati come cerchi, caselle ecc.. Possono essere larghi o piccoli, e possono essere progettati in varie superfici geometriche, come piani, cilindri, coni. Alla fine, queste superfici sono proiettate nello spazio prospettico e stampate su carta. Il computer possiede due importanti qualità in questo processo. Le immagini altamente complesse possono essere create rapidamente. Più importante è il fatto che il computer ha stimolato gli artisti con la promessa di una nuove estetica, una nuova visione del mondo. Ho tentato di usare direttamente la natura digitale di questo mezzo. Effettivamente queste mie composizioni non sarebbero state eseguibili con altri mezzi. Piuttosto che tentare di nascondere i pixel, essi sono diventati l’elemento centrale del mio fare arte. La mia speranza è che questa tecnica rivelerà una nuova geometria visuale che non poteva essere perfezionata prima dell’arrivo dei computer”.
Opere
- HT9, 2003