Goya Francisco: differenze tra le versioni
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*"La marchesa de Pontejos" olio su tela del 1788 ca. esposto nella National Gallery di Washington. | *"La marchesa de Pontejos" olio su tela del 1788 ca. esposto nella National Gallery di Washington. | ||
*"La lampada del diavolo" olio su tela appartenente alla serie delle Stregonerie del 1797-98 esposto nella National Gallery di Londra. | *"La lampada del diavolo" olio su tela appartenente alla serie delle Stregonerie del 1797-98 esposto nella National Gallery di Londra. | ||
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Descrizione di : “La Maja vestida e la Maja denuda” | Descrizione di : “La Maja vestida e la Maja denuda” | ||
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Per molto tempo si è pensato che questa coppia di dipinti incarnassero la duchessa d’Alba, con la quale Goya ebbe una relazione amorosa, ma le forme ed i lineamenti della nobildonna non rispecchiano quelle della Maja, come emerge da alcuni ritratti che l’artista gli realizzò. Inoltre, si ritiene che i due quadri fossero montati in una doppia cornice e che un meccanismo permettesse di far scomparire la Maja vestida svelando, con un piccante artificio, la sottostante Maja desnuda. | Per molto tempo si è pensato che questa coppia di dipinti incarnassero la duchessa d’Alba, con la quale Goya ebbe una relazione amorosa, ma le forme ed i lineamenti della nobildonna non rispecchiano quelle della Maja, come emerge da alcuni ritratti che l’artista gli realizzò. Inoltre, si ritiene che i due quadri fossero montati in una doppia cornice e che un meccanismo permettesse di far scomparire la Maja vestida svelando, con un piccante artificio, la sottostante Maja desnuda. |
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Personaggio o Gruppo:
Goya Francisco
Biografia:
Francisco Goya Y Lucientes nasce il 30 marzo 1746 a Fuendetodos, piccola borgata di Saragozza in Aragona, di cui è originaria la madre Gracia Lucientes, mentre il padre è un mastro doratore.
Francisco è il quarto figlio di sei, ma riguardo la sua infanzia e la sua prima giovinezza non abbiamo molte notizie. Nel 1759, all’età di tredici anni inizia a frequentare lo studio di José Luzán, artista abbastanza apprezzato che aveva studiato a Napoli presso il pittore Giuseppe Mastroleo. Successivamente Goya conosce il pittore aragonese Francisco Bayeu e lo segue a Madrid, poiché era stato chiamato da Anton Raphael Mengs, primo pittore del re. Nel 1763 partecipa al concorso indetto dall’Accademia de Bellas Artes di San Fernando di Madrid, senza ottenere alcun successo, come pure nel 1766.
Nel 1771 compie un viaggio a Roma e ottiene un altro insuccesso all’Accademia di Parma, il cui tema era un quadro raffigurante “Annibale che guarda dall’alto delle Alpi le terre d’Italia”. Al suo rientro in Aragona, sostenuto dal cognato, pittore piuttosto noto e da Mengs, riceve la sua prima commissione ufficiale relativa alle decorazioni della cappella di Nuestra Senora del Pilar a Saragozza (1771-1772) inoltre eseguì composizioni per la certosa di Aula Dei (1772-1774) e altri dipinti, il suo stile risente sempre dell’influenza di Corrado Giaquinto. Il 25 luglio 1773 Goya sposa a Madrid, Josefa, sorella di Bayeu, rafforzando così i rapporti con questa famiglia.
Il suo primo lavoro documentato a Madrid sono i cartoni per arazzi che gli vengono assegnati grazie alla raccomandazione del cognato, che all’epoca era il sostituto di Mengs presso la Real Fábrica de Tapices de Santa Bárbara; Goya riesce a mettersi in luce per la bellezza e freschezza d’invenzione dei suoi cartoni,ovvero dipinti ad olio perfettamente rifiniti e a volte di dimensioni enormi che i tessitori copiavano esattamente nella lana. Questi cartoni rappresentavano con grande vivacità ed espressività scene di vita popolare, in uno stile legato ancora alla tradizione settecentesca, che aveva nell’arte italiana, rappresentata dal napoletano Corrado Giaquinto e da Giambattista Tiepolo, il suo punto di riferimento. La maggior parte dei cartoni è conservata oggi al museo del Prado.
Ne eseguì non meno di una sessantina, in quattro periodi: 1774-1775, scene di caccia; 1776-1780, soggetti popolari; 1786-1788, il periodo più giocondo, ma nel quale inizia già ad emergere la sensibilità del pittore verso la sofferenza e la miseria; 1791-1792, nel quale i due temi, gioia e amarezza, sembrano incontrarsi. Negli stessi anni realizzò, per i duchi di Osuna, sei tele ove si intersecano gli stessi motivi (L’altalena, L’albero di cuccagna, La caduta, L’assalto alla corriera).
Il periodo che va dal 1776 al 1793 è il più felice della vita e della carriera di Goya. Nel 1778 ebbe accesso alle collezioni di corte, dove conobbe la pittura di Velàzquez, di cui incise all’acquaforte diciassette quadri; l’anno dopo fu ricevuto da re Carlo III; nel 1780 fu nominato accademico “de mérito” dell’Accademia di San Fernando e nel 1785 vicedirettore;nel 1784 nasce Francisco Javier, solo figlio vivente su cinque, nel 1786 ottenne la carica di “pittore del re” e nel 1789 quella di “pittore di camera”.
Oltre ad alcune composizioni religiose, a Saragozza e a Madrid, eseguì in quegli anni meravigliosi ritratti di personaggi dell’alta società. Fra scintilii di sete e di gioielli, le sue figure sono sempre un po’ rigide e fisse, ma i volti restituiscono una efferata penetrazione psicologica. Fra i ritratti più importanti e conosciuti troviamo quelli dell’attrice La Tirana e della Duchessa d’Alba, fra Goya e la quale la leggenda ha composto un romanzo d’amore non comprovato da alcuna testimonianza. Altri dipinti di questo periodo sono da ricordare le Ragazze al balcone, il gran quadro di Carlo IV e la sua famiglia, e le due Majas le “belle popolane”, eseguite nel 1805 circa per le raccolte del ministro Manuel Godoy, amante della regina. Accanto a essi dipinse anche scene di vita madrilena, sempre più tenebrose e quadri ove iniziano ad apparire fantastiche stregonerie (1788-89). Opera splendida, dello stesso anno, è la decorazione ad affresco della cupola della cappella di SanAntonio de la Florida a Madrid (nelle quali sono conservate le ceneri del pittore).
Nel 1792 una grave malattia rende Goya completamente sordo, il quale inizia a chiudersi in sé stesso e ad isolarsi, restando sempre più occupato con le fantasie e le invenzioni della sua immaginazione e con le osservazioni critiche e satiriche dell’umanità. In questo periodo inizia la serie di acquaforte dei Capricci (1799), che hanno per tema la follia, la retriva superstizione del clero spagnolo e la debolezza umana.Nel 1805 Il figlio Javier sposa Gumersinda Goicoechea, l’anno dopo nasce il nipote Mariano Goya.
Nel 1807 le truppe francesi invadono la Spagna. L’anno seguente il re abdica e il suo erede è costretto all’esilio. Inizia il periodo della guerra d’indipendenza, che agiterà la Spagna per cinque lunghi anni. Goya, ormai sessantaduenne, sceglie di restare in disparte ed esegue una nuova serie di incisioni dal titolo “Disastri della guerra”, in cui esprime tutto l’orrore della violenza e della crudeltà umana. Con la sconfitta di Napoleone e la salita al trono di Spagna del crudele sovrano Ferdinando VII nel 1814, l’assolutismo della monarchia e il potere della Chiesa vengono ristabiliti.Goya è costretto a difendere la “Maja desnuda” di fronte al tribunale dell’Inquisizione. Sfuggito alla condanna si dedica a svolgere alcuni lavori per il nuovo sovrano, per cercare di mantenere la propria posizione come “pittore di corte”.Oltre all’attività di ritrattista alterna la realizzazione di altre tele: scene di tragedia o di catastrofe, o di una serenità religiosa assai rara nella sua opera.
Del 1816 sono le trentatre tavole della Tauromachia; un’altra serie di incisioni, le Follie, iniziata contemporaneamente non sarà mai portata a termine.Nel 1819 acquista la casa della Quinta del sordo e lì dipinge alle pareti, tra il 1820 e il 1825, le Pitture nere, chiamate così perché prevalgono le tonalità cromatiche più cupe, che saranno staccate nel 1873 ed esposte a Parigi nel 1878, e successivamente donate al Prado dal barone d’Erlanger. Si tratta di opere dominate dalla paura, dal senso di vuoto e dalla bestialità, come esemplificato dall’immagine di Saturno che sbrana i propri figli. La disperazione raffigurata nelle “pitture nere” è anche quella di una Spagna dilaniata dalla guerra civile.
L’artista, nonostante la malattia, ha ancora un ‘intensa attività: gli ultimi dipinti sono veri capolavori, tra i quali il Ritratto di Juan Bautista de Muguiro, il Ritratto di Pio de Molina e la Lattaia di Bordeaux, Nel 1824, dopo un tentativo di ristabilire il governo liberale, Goya si trasferisce a Bordeaux, dove rimane fino alla morte, avvenuta il 16 aprile 1828.
Poetica:
L’arte di Goya ha aperto le porte alla pittura moderna: Delacroix, Daumier e Manet sono tra i più noti pittori che si sono ispirati a lui, è per questo che viene chiamato “il padre dell’arte moderna”.
La sua pittura, è riuscita a superare le diffuse idee neoclassiche, il gusto figurativo settecentesco per ottenere una nuova libertà espressiva propria del Romanticismo, di cui anticipò, con gran coraggio, i motivi fantastici più tenebrosi. E’ per questo che si può ritenere Goya come colui che emanò il primo impulso al Romanticismo, riuscendo ad attraversare tutte le gamme espressive, dalla dolcezza di ritratti di bambini alla sensibilità della Maja desnuda fino all’orrore delle scene di guerra. Egli volle condannare la menzogna, il pregiudizio, arrivando al rifiuto di modelli assoluti di bellezza. La forza visionaria dell’inconscio lo porta ad amare il colore e l’ombra per rappresentare i mali della mente umana che impediscono la ragione della storia.
Goya fu un genio creatore in continua evoluzione fino alla fine della sua vita, neanche i suoi ottantadue anni, la malattia, la sordità e i gravi problemi di vista riuscirono a fermarlo.
Opere:
- "La famiglia Osuna" olio su tela del 1788; Madrid - Museo del Prado
- "Famiglia di Carlo IV " olio su tela del 1800-01;
- "Maja desnuda" olio su tela presumibilmente dipinto intorno al 1800-03; Madrid - Museo del Prado
- "Maja vestita" olio su tela presumibilmente dipinto nel 1800-03; Madrid - Museo del Prado
- "Il 3 maggio 1808: fucilazione alla Montana del Principe Pio" olio su tela del 1814;
- Pitture nere della Quinta del Sordo" del 1821-23 ca. ;
- Decorazione ad affresco nell'Eremitaggio di S. Antonio de la Florida del 1798;
- Ultima comunione di Giuseppe Colasanzio" olio su tela del 1819 esposto nella Scuole pie di S. Antonio Abad;
- "La duchessa d'Alba" olio su tela del 1795 appartenente alla Collezione del Duca de Alba.
- "La marchesa de Pontejos" olio su tela del 1788 ca. esposto nella National Gallery di Washington.
- "La lampada del diavolo" olio su tela appartenente alla serie delle Stregonerie del 1797-98 esposto nella National Gallery di Londra.
Descrizione di : “La Maja vestida e la Maja denuda”
Per molto tempo si è pensato che questa coppia di dipinti incarnassero la duchessa d’Alba, con la quale Goya ebbe una relazione amorosa, ma le forme ed i lineamenti della nobildonna non rispecchiano quelle della Maja, come emerge da alcuni ritratti che l’artista gli realizzò. Inoltre, si ritiene che i due quadri fossero montati in una doppia cornice e che un meccanismo permettesse di far scomparire la Maja vestida svelando, con un piccante artificio, la sottostante Maja desnuda. Il secondo dipinto provocò l’ira del tribunale dell’Inquisizione, perché era il primo nudo femminile della pittura spagnola dopo la lontana Venere allo specchio di Velazquez; ciò era vitatissimo in quell’epoca. Una particolare caratteristica della Maja desnuda è l’illuminazione fredda e quasi irreale che rischiara le forme del corpo femminile. La Maja vestida compare più provocante, grazie al suo sguardo profondo ed allusivo; il suo volto prende un colorito più caldo ed acceso, riflettendo le preziose stoffe di cui è rivestita.