21stCenturyBlues: differenze tra le versioni

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Revisione 11:31, 2 Dic 2005

Autore: Robert Adrian

Tratto da: "UND - das Buch zur Museumswelt und darüber hinaus", Steirische Kulturinitiative / Leykam Buchverlag, Graz, 1991. In recent history, outmoded technologies have often come to rest in museums, perhaps a fate that awaits museums themselves. A selection could be preserved (...) in a 'Museum of museums' as examples of late-nineteenth- and early-twentieth-century follies marking the triumph of consumer society. (Alan Morton)

[1]


Titolo Originale: 21st CENTURY BLUES

Traduzione di: Gaetana Falcone

Anno: Granz 1991

Titolo del brano tradotto : Blues del 21° secolo.

Testo dell'articolo


(Alan Morton) Nota 1







L’industria del turismo e del divertimento è cresciuta in parallelo con lo sviluppo dei media dell’immagine – il National Geographic ed altre riviste consimili, i film di viaggio, la TV naturalistica, i programmi dedicati all’ecologia, nonché le serie televisive ed i film di grande richiamo, che sfruttano ambientazioni romantiche in un contesto di grande eleganza e ricchezza. E’ particolarmente ironico che documentari TV stupendamente fotografati alla Jacque Cousteau, che illustrano i problemi ecologici creati dalla civiltà occidentale e dal turismo di massa, tendano ad attrarre i turisti proprio verso quei posti bellissimi ormai in pericolo. Le immagini sono più potenti del testo e tendono a sovrapporsi al messaggio che si intende comunicare. Le immagini restano, con la loro tangibile immediatezza, in primo piano, nel presente, mentre i testi che assolvono alla funzione di persuadere, spiegare, descrivere e suggerire idee, sfumano nel passato e nella storia, passando in secondo piano.




Il mondo industriale, fatto di cose, è stato rimpiazzato dal mondo elettronico fatto di connessioni – lo spazio fra le cose – e quello spazio di collegamento è pieno di immagini. Oggetti, cose, prodotti, nella nostra cultura post-industriale sono diventati assai più simili alle rappresentazioni delle loro immagini viste su qualcuno dei media in circolazione, ed i ragazzi giapponesi di Jam Jarmush, in giro per le strade sporche di Memphis alla ricerca delle loro radici culturali, trattano l’America come una specie di museo dove sono conservati gli originali (fisici, materiali) delle immagini della








Nota 1


Nota 2