Acconci Vito: differenze tra le versioni
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Revisione 12:49, 1 Dic 2005
Acconci Vito Vito Acconci è un artista che lavora negli anni Sessanta e Settanta sperimentando sul proprio corpo performance che guardano alla body-art.
Biografia
Vito Acconci lavora a Brooklyn e New York. Il periodo in cui svolge la sua pratica artistica va dagli anni Sessanta agli anni Settanta. Nel 1960 inizia con la prosa e la poesia, nel 1968 inizia con le arti visuali ed esegue performance di body-Art. Nel 1974 inizia a lavorare come architetto. Le sue performance sono incentrate sull'uso del corpo come mezzo espressivo.
Opere
Musei
Bibliografia
- Acconci Vito, (1993), Making Pubblic, Stroom, Denhaag
- Macrì Teresa, (1996), Il Corpo Postorganico, Costa & Nolan, Genova.
- Sondheim A., (1975), Vito Acconci : Works 1973-1974, Arts Magazine
- Celant G., (1980), Dirty Acconci, Artforum
- AA.VV, (1992), Vito Acconci Catalogo, Giunti, Firenze
Sito web
Poetica
Vito Acconci, non proviene da una formazione accademica ma trova un primo interesse nella scrittura e nella poesia. Ciò che più gli importa della poesia non è tanto il significato delle parole, ma l'attività sulla pagina, l'ordine delle singole lettere e lo spazio da esse occupato. Prende un'importanza fondamentale il luogo in cui si svolge l'azione: Vito Acconci usa quasi esclusivamente piccole stanze o celle, zone ridotte dove si possa rappresentare il proprio agire privato.
In una sua performance , divisa in tre atti, sperimenta questa teoria: nella prima fase spinge la sua mano in bocca il più possibile fino a quando non si sente soffocare, nella seconda fase sta in piedi bendato perché non possa raccogliere una palla di gomma che gli viene ripetutamente lanciata e da cui si lascia colpire, nella terza e ultima fase si getta negli occhi acqua e sapone, cercando di ripulirsi senza usare le mani, solo con il battito delle palpebre. Nella teoria di Acconci sullo stress, alla fase dell'adattamento segue l'esaurimento, la cui fase estrema è rappresentata dalla morte. Ma nelle sue opere non c'è il desiderio, tensione verso la morte, quanto accettazione dell'esperienza di sé, compenetrandola come parte della vita: