Radical Software-editoriale numero 1: differenze tra le versioni
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Versione attuale delle 21:52, 5 Mar 2007
==Autore:== Korot Beryl, Gershuny Phyllis, Shamberg Michael
==Tratto da:== Radical Software
==Titolo Originale:== The Alternate Television Movement
==Traduzione di:== barbara benedetti
==Anno:== 1970
Titolo:
The Alternate Television Movement
Come risolutori di problemi siamo una nazione di fans dell’ hardware. Alcuni stanno per impadronirsi della proprietà o distruggerla. Altri credono nella protezione della proprietà a qualsiasi costo, incluso la vita o almeno nel vigilarla contro un uso spontaneo. Nel frattempo, sistemi inosservati modellano le nostre vite. Il potere non è più quantificato in terra, lavoro o capitale, ma dall’ accesso all’informazione e ai mezzi per divulgarla. Finché gli strumenti (non le armi) più potenti rimarranno nelle mani di coloro che vorranno ammassarli, nessuna visione culturale alternativa potrà avere successo. A meno che non progettiamo e rendiamo effettive strutture di informazione alternative che trascendano e riconfigurino quelle esistenti, i sistemi e gli stili di vita alternativi non saranno altro che prodotti del processo già esistente. Fortunatamente nuovi strumenti suggeriscono nuovi utilizzi, specialmente a coloro che sono insoddisfatti dell’ uso al quale vengono sottoposti i vecchi strumenti. Non siamo una versione computerizzata di qualche corrotta cultura ideale del primo novecento, ma un’intera società nuova poiché siamo computerizzati. La televisione non è soltanto un modo migliore per trasmettere la vecchia cultura, ma un elemento nella fondazione di una nuova. Le nostre specie non sopravvivranno né attraverso il totale rifiuto, né abbracciando incondizionatamente la tecnologia – ma umanizzandola: concedendo alle persone l’accesso agli strumenti informativi di cui necessitano per modellare e riaffermare il controllo sulle proprie vite. Non c’è ragione per presumere che la tecnologia sia sproporzionatamente negativa o positiva in relazione agli altri regni della selezione naturale. L’ automobile come specie, per esempio, è stata un tempo una cosa positiva. Ma ora ha oltrepassato la sua nicchia ecologica e sconvolge il nostro equilibrio o modo di vivere ideale. Solo trattando la tecnologia come ecologia possiamo sanare la scissione tra noi stessi e le nostre estensioni. Abbiamo bisogno di ottenere buoni strumenti in buone mani – non di rifiutare ogni strumento poiché ne è stato fatto un cattivo uso al fine di giovare a una minoranza. Anche stili di vita differenti quanto la politica urbana e il rurale pubblico richiedono complessi sistemi di supporto tecnologico i quali creano realtà proprie, realtà che dovranno essere sia considerate parte del problema, o, meglio ancora, parte della soluzione, ma che non possono essere ignorate. E comprendiamo intuitivamente che ci sono troppa centralizzazione e troppo poco feedback concepite nei nostri sistemi culturali attuali. Gli unici elementi di tecnologia pubblica, per esempio, ricettivi alla scelta del soggetto umano sono le porte con occhio elettronico e gli ascensori fai-da-te. Gli schemi per uso stradale e i progetti di edifici strutturano completamente la nostra esperienza, piuttosto che viceversa. ( La gente appartiene alle strade). Quando si entra in sistemi di comunicazione di massa diversi dal telefono, non solo c’è un controllo centralizzato, ma il prendere decisioni è un processo istituzionale più che un processo umano. Fortunatamente, comunque, la tendenza di tutte le tecnologie va verso un più ampio accesso attraverso la diminuzione di misure e costi. Sistemi di videoregistrazione portatili, a basso costo e facili da usare possono assomigliare alle “riprese casalinghe della Polaroid” per tecnici professionisti che trasmettono “situation”, commedie e dibattiti, ma per coloro che tra noi hanno pochi preconcetti è possibile essi siano il seme di un sistema di comunicazione utile e ricettivo. Il videotape può essere per la televisione quello che la scrittura è per il linguaggio. E la televisione, in cambio, ha un linguaggio scritto incluso come mezzo dominante di comunicazione del globo. Presto l’accessibilità di sistemi VTR e videocassette (ancor prima che la tv cavo sia operativa) renderanno realtà sistemi di reti alternative. Quelli tra noi che fanno la propria televisione, sanno che il mezzo può essere molto di più di una “radio con lo schermo”, come viene invece ancora utilizzata dai network, nel rafforzare la produzione di nozioni orientate e sorpassate di punti di vista fissi che affermano sia la loro passività, e anche la nostra, dandoci feedback di feedback di informazioni, piuttosto che affermare l’implicita immediatezza del video, immunizzandoci dall’impatto dell’informazione, chiedendo di aspettarci ciò che già potremmo prevedere – l’adattamento televisivo dei servizi sul Vietnam trasmessi ogni sera all’ora di cena. Se l’ informazione è ciò che ci circonda, perché ciò che ci circonda non è considerato informazione? Così sei mesi fa alcune persone che lavoravano sul videotape ebbero l’ idea per una sorgente di informazione che avrebbe unito coloro che stavano già lavorando alla propria televisione; tentando di coinvolgere altri nell’idea di un mezzo di cambiamento sociale e scambio, e servendo come introduzione ad un manuale in evoluzione sulla nuova tecnologia. Il titolo del nostro lavoro era The Video Newsletter e le informazioni al suo interno erano raccolte principalmente da persone che rispondevano al questionario a destra. Mentre alcuni dei contenuti risultanti potevano sembrare non necessariamente orientati all’ hardware o addirittura esoterici, percepimmo che nello spazio pubblico la spinta verso un concetto di progetto pratico di software come strumento sociale, non poteva aspettare. Nelle uscite a venire pensiamo di continuare a inserire i feedback dei lettori per rendere questa esperienza un processo, piuttosto che la pubblicazione di un prodotto. In particolar modo speriamo di accendere l’interesse e gli sforzi delle seconde e terze generazioni televisive nei campus dei college, enormi energie spesso sprecate dalla tradizionale maniera universitaria di strutturare il sapere, verso la creazione di centri propri di informazione alternativa. ( Noi stessi facciamo parte della prima generazione televisiva.) Per incoraggiare la diffusione dell’informazione di Radical Software, abbiamo creato il nostro simbolo, una x all’interno di un cerchio. Questo è un marchio Xerox; l’antitesi del diritto d’ autore, che significa copia DO.(Gli unici contenuti con diritto d’autore in questa pubblicazione sono estrapolati da articoli e libri pubblicati o che lo saranno presto, che godono già del diritto d’autore.) Gli individui e i gruppi elencati qui sono impegnati nel processo di espansione televisiva. La nostra speranza è che ciò che è qui stampato aiuti nel creare gli scambi e le interconnessioni necessarie ad affrettare questo processo.