Molnar Vera: differenze tra le versioni
Riga 17: | Riga 17: | ||
* Distruzione aleatoria di 4 elementi, 1959 | * Distruzione aleatoria di 4 elementi, 1959 | ||
[[Image: molnar.jpg|left|frame|]] | [[Image: molnar.jpg|left|frame|]] | ||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
Riga 30: | Riga 58: | ||
* Transformations, 3x; Hypertrasformations; Mondrian Derange, 1974 | * Transformations, 3x; Hypertrasformations; Mondrian Derange, 1974 | ||
[[Image: molnar2.jpg|left|frame|]] | [[Image: molnar2.jpg|left|frame|]] | ||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
Revisione 17:08, 4 Mar 2007
==Titolo== Molnar Vera
Biografia
Vera Molnar nasce a Budapest nel 1924 ma vive e lavora a Parigi per molti anni. Inizia a dipingere all’età di dodici anni ed i suoi temi favoriti erano le ninfe e gli alberi, inspirati da uno zio. Molto presto inizia a dedicarsi a temi più geometrici, e nel 1968 incomincia a lavorare con il computer. Il suo lavoro durante questo periodo si concentra sulla rottura di unità che si ripetono, spesso espressa come una serie di immagini fratturate in modo crescente. È cofondatrice, con Garcia-Rosi Morellet, Francisco Sobrió, Joel Stein, Yvaral e Ferenc Molnar, del Gruppo di Ricerca d’Arte Visuale (GRAV), nel 1960, e di “Art et informatique” dell’Institut d’Estetique et des Sciences dell’Art di Parigi, nel 1967. I principali campi d’interesse della Molnar sono l’arte algoritmica, i processi stocastici, la fotografia e l’animazione.
Sito web
Poetica
Molnar scrive: “… procedendo per piccoli passi, l’artista si dedica a cercare l’immagine dei suoi sogni. Senza l’aiuto di un computer, è assolutamente impossibile materializzare fedelmente un’immagine che esiste già nella sua mente. Questo può sembrare paradossale, ma la macchina, additata come fredda e inumana, può aiutare a realizzare i nostri pensieri più soggettivi, irraggiungibili, e profondamente umani”. Come acuta osservatrice dei suoi tempi, l’artista ha identificato la prima e profetizzato la seconda delle due fasi nell’evoluzione del computer come mezzo creativo. Nella prima il computer è un aggressore delle forme tradizionali d’arte ed allo stesso tempo apre nuove strade; nella seconda si rivelerà come “propulsore della mente per lavorare in forme radicalmente nuove”. Quindi per l’artista il computer è un assistente che le permette di facilitare le sue esplorazioni formali, prima di scoprire la sua abilità di processare i dati compositivi, la Molnar era in grado di considerare solo poche delle innumerevoli trasformazioni potenziali dei suoi schemi geometrici. Il programma al computer ideato per lei non poteva modificare soltanto le organizzazioni dei set di quadri, ma poteva spostare quadri individuali, sradicare interi quadri o linee dentro ai quadri stessi, e scambiarli con segmenti di cerchi, parabole, iperboli, e curve a seno, richiedendo solo il tempo necessario per stampare con il plotter. Con l’aiuto del computer poteva letteralmente esaurire tutti i modi di modificare una composizione. Come già accennato sopra nel 1968 comincia a lavorare con il computer. Il suo lavoro durante questo periodo si concentra nella disintegrazione, e nella ripetizione di forme espresse come serie di immagini sempre di più fratturate. Dichiara che le piacciono “le forme semplici come il quadrato, triangolo, e che desidera sottometterle a continue trasformazioni”. Per esempio, i quadrati iniziali si convertono in quadrilateri che variano la longitudine dei loro lati e gli angoli di inclinazione. Quelle variazioni si ottengono determinando un valore in virtù di una serie di cifre aleatorie (certi artisti usano per esempio i numeri di telefono che tirano fuori dell’annuario). Il punto cruciale in questa specie di gioco infinito di variazioni è la scelta di tali cifre iniziali.
Opere
- Distruzione aleatoria di 4 elementi, 1959
- Transformations, 3x; Hypertrasformations; Mondrian Derange, 1974
Bibliografia
- Cynthia Goodman (1987), Digital Visions Computers and Art, New York, Harry N. Abrams.