Challenge for change: differenze tra le versioni

Tratto da EduEDA
Jump to: navigation, search
 
(Titolo:)
 
Riga 10: Riga 10:
  
 
==Titolo:==  
 
==Titolo:==  
'''Sfida per il cambiamento'''
+
'''Challenge for change'''
  
  

Versione attuale delle 20:25, 5 Mar 2007

==Autore:== Todd Héneaut Dorothy

==Tratto da:== Radical Software

==Titolo Originale:== Challenge for change

==Traduzione di:== barbara benedetti

==Anno:== 1971

Titolo:

Challenge for change


Non ci sono dubbi. E’ qui. Il video a mezzo pollice è ovunque, e così compagnie del cavo, e il numero di persone dietro e di fronte alle telecamere si sta moltiplicando in maniera incredibile. La televisione non sarà più il mezzo di una piccola élite che programma per la massa. Sarà il luogo di discussione attraverso il quale i molti segmenti della comunità saranno capaci di parlarsi a vicenda, un mezzo per tutti. O invece lo sarà ancora? Devo dire che, sono preoccupato. La potente attrazione di imitazione o miglioramento nella disinvoltura e nel sensazionalismo della televisione broadcast, e la sensazione di potere che ti invade quando tieni una videocamera tra le mani sono terrificanti insidie. Così è semplice essere “abili” con quelle videocamere, inserire una piccola astuta ripresa del vostro intervistato nell’atto di soffiarsi il naso in un momento di pausa in cui non era al corrente che la videocamera stesse riprendendo, o non potesse fermarla se ne era consapevole ( perché dopotutto si sarebbe sentito sciocco e sempliciotto, vero?) Quello che voglio dire è che è facile non rispettare le persone che mettiamo sullo schermo quando ci sentiamo talmente forti dietro i nostri videocamera e microfono, e dopotutto, stiamo esprimendo noi stessi, non è così? Probabilmente questo è il punto cruciale della questione. Il VTR permette senza dubbio una sorta di democratizzazione dell’ auto-espressione. Ma chi è colui che esprime se stesso: il ragazzo dietro la videocamera o quello di fronte ad essa? In Challenge for Change siamo piuttosto meticolosi. Quando insegniamo alle persone l’ uso del VTR, insistiamo fin dall’ inizio sul fatto che le persone dietro la videocamera assicurino alle persone di fronte ad essa, che vedranno immediatamente la registrazione, e che se c’è qualcosa che a loro non piace, o della quale si vergognano, sarà subito cancellata. Inoltre assicuriamo loro che vedranno la registrazione montata, così da poter approvare o disapprovare la maniera in cui sono stati usati nel montaggio. Potrebbero anche partecipare al processo di montaggio se lo chiedono. Questo ha un insieme di risultati immediati. Anzitutto, sono maggiormente rilassati di fronte alla videocamera per il fatto che hanno meno paura di commettere errori irrimediabili. Infatti, di solito vengono molto bene in ripresa, grazie alla situazione di rilassamento, e raramente, semmai, desiderano che si cancellino alcune parti. Ma se si sono espressi bene, quando viene mostrata loro la registrazione, finito di lamentarsi della cicatrice sulla fronte o del doppio mento, si rendono immediatamente conto di essere più articolati, di essere più presentabili che mai, e la loro autostima migliora in maniera permanente. Aiutare la gente a piacersi di più è un potere che il ragazzo che si trova dietro la videocamera ha tra le mani ed è molto orgoglioso di averlo! Il secondo risultato di questo tipo di approccio è che quando le persone vedono la registrazione montata, o partecipano al processo di montaggio, imparano una gran cosa sulla cosiddetta obiettività dei media. Il processo di demistificazione dei media è cominciato: non sarà mai più il pubblico credulone di un tempo. E anche questo è un potere importante. Appropriamocene. Affrontiamolo. Non importa quanti VTR finiranno per circolare, le persone dietro la videocamera saranno ancora una minoranza. Non solo è legittimo, ma è anche necessario che si usino le videocamere per auto-esprimersi, e spero che la distribuzione attraverso la Tv via cavo, i teatri e gli scambi di registrazioni permetterà a molte persone di condividere i lavori artistici che ne verranno fuori. Ma accanto a tale auto-espressione, c’è l’enorme opportunità di aiutare le altre persone, le quali probabilmente non si metterebbero mai da sole dietro una videocamera per esprimere se stesse. Questo significa che il creatore di film mette se stesso a servizio delle persone che si trovano di fronte alla videocamera, diventa un insegnante e uno strumento per aiutarli a convogliare le loro idee verso coloro che cercano di raggiungere. Questo è un ruolo potente nel processo sociale, e spero che molti di voi saranno coinvolti in questo senso. Ho questo sogno utopico, onde come l’ inquinamento e lo smog spariscono lentamente, e i fuochi nei ghetti si affievoliscono, i pesci saltano nei ruscelli ancora una volta, il fogliame si rigenera, la gente canta per strada, uno coglie ovunque barlumi di una troupe di VTR via cavo, composta da tre persone: Jonny Appleseed, Caesar Chavez e una piccola anziana signora in scarpe da ginnastica. Allegria!