Op art: differenze tra le versioni

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Vasarely, Soto, Le Parc, Bury, Riley, Munari, Mari, Alviani, Grignani, Richard Anusziewicz, Rene Parola, Francois Morellet, Ad Reinhardt, Kenneth Noland, Larry Poons, Jesus-Rafael Sotol, Damiano Gulluni, Gianni Latronico
 
Vasarely, Soto, Le Parc, Bury, Riley, Munari, Mari, Alviani, Grignani, Richard Anusziewicz, Rene Parola, Francois Morellet, Ad Reinhardt, Kenneth Noland, Larry Poons, Jesus-Rafael Sotol, Damiano Gulluni, Gianni Latronico
  
  
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Si sviluppa prevalentemente negli stati uniti, con epicentro a New York, estendendosi poi in tutta Europa, il Moma Museum ospiterà la prima mostra sull’Optical Art nel 1965
 
Si sviluppa prevalentemente negli stati uniti, con epicentro a New York, estendendosi poi in tutta Europa, il Moma Museum ospiterà la prima mostra sull’Optical Art nel 1965
  
  
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Ci potremmo porre lecite domande osservando queste opere, possiamo rispondere solo tramite le nostre sensazioni,  soffermandoci solo sulla poetica del nostro spirito, traducendo in emozioni, le vibrazioni che ci vengono trasmesse dall’ Op Art.
 
Ci potremmo porre lecite domande osservando queste opere, possiamo rispondere solo tramite le nostre sensazioni,  soffermandoci solo sulla poetica del nostro spirito, traducendo in emozioni, le vibrazioni che ci vengono trasmesse dall’ Op Art.
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Revisione 16:17, 14 Lug 2006

Personaggi:

Vasarely, Soto, Le Parc, Bury, Riley, Munari, Mari, Alviani, Grignani, Richard Anusziewicz, Rene Parola, Francois Morellet, Ad Reinhardt, Kenneth Noland, Larry Poons, Jesus-Rafael Sotol, Damiano Gulluni, Gianni Latronico


Luogo:

Si sviluppa prevalentemente negli stati uniti, con epicentro a New York, estendendosi poi in tutta Europa, il Moma Museum ospiterà la prima mostra sull’Optical Art nel 1965


Storia:

“Parliamo di Optical Art, quindi, riferendoci non tanto ad una tecnica pittorica, quanto piuttosto ad un movimento di pensiero. “


L’Op Art come abbiamo detto, e' un movimento che si sviluppa negli Stati Uniti e in Europa intorno alla metà degli anni Sessanta; in un periodo quindi caratterizzato da un costante mutamento dell’ arte, influenzata da politica, religione e cultura. Il termine compare la prima volta nell'ottobre del 1964 su "Time Magazine" e si consolida nel mondo artistico a partire dal 1965 per indicare il lavoro di un gruppo di pittori astratti che si riuniscono intorno alle figure di Victor Vasarely e Bridget Riley (sopraccitati). I principali appartenenti al movimento sono Richard Anusziewicz, Rene Parola, Francois Morellet, Ad Reinhardt, Kenneth Noland, Larry Poons e Jesus-Rafael Soto. l'Op Art che deriva evidentemente dall'Espressionismo astratto, ha come base della sua ricerca gli studi sulla percezione e sulle possibilità di ingannare l'occhio attraverso l'illusione ottica, realizzando una pittura che interpreta la superficie del quadro come un elemento dinamico in cui i colori e le forme sono utilizzati per creare diversi tipi di effetti ottici. Le forme geometriche divengono così le del parti più importanti del quadro e sono, utilizzate all'interno di composizioni simmetriche, illusorie e basate sulla discordanza ottica, che fanno diventare soggetto stesso dell'opera d'arte le regole che l'occhio utilizza per interpretare un'immagine visiva. I lavori degli artisti Op sono quasi sempre astratti e caratterizzati da un uso quasi esclusivo del bianco e nero in motivi geometrici dai contorni fortemente delineati che utilizzano la ripetizione di forme e colori molto semplici per creare effetti fortemente vibranti, esagerato senso di profondità, confusione tra sfondo e primo piano, impressione di movimento. L’Anamorfismo, viene indicato come la base di partenza nella ricerca compiuta dagli artisti Op Art; per definizione, l’anamorfosi, viene considerata un artificio prospettico, atto a rendere un’immagine pittorica leggibile, solo da un punto di vista anomalo, per lo più obliquo. (es. il famoso teschio nel Ritratto degli Ambasciatori di H. Holbein).

Lo studio sull’anamorfismo, viene approfondito da numerosi artisti; tra questi, Escher sembra essere uno dei più attivi. Da sempre è affascinato dal fenomeno ottico che a un oggetto fa corrispondere un’immagine dilatata, oppure contratta, in una direzione. E’ interessato soprattutto all’anamorfismo che si ottiene in presenza di lenti, specchi ed obiettivi cilindrici.

In cinematografia, viene utilizzato questo artificio, per ridurre alle dimensioni della pellicola una ripresa che in senso orizzontale abbia dimensioni molto maggiori rispetto a quelle verticali; in fase di proiezione, ci si riporta alle dimensioni naturali, sfruttando lo stesso fenomeno in senso inverso. Uno dei primi a studiare l’anamorfismo, fu il tedesco Abbe, che tentò di perfezionare l’obiettivo denominato anamorpho ideato da un suo allievo; ma il primo obiettivo realmente utilizzabile venne brevettato nel 1929 dal francosvizzero Chretièn col nome di hypergonar . Tale obiettivo consiste in un sistema di lenti cilindriche e, pur richiedendo operazioni quanto mai complesse di messa a fuoco, può essere anteposto agli obiettivi normali per anamorfizzare l’immagine. Quest’evoluzione continua di messa a fuoco, ed ovviamente tecnologica, permisero nel 1953 di dare vita al Cinemascope.


Poetica:

Opere:

Ci potremmo porre lecite domande osservando queste opere, possiamo rispondere solo tramite le nostre sensazioni, soffermandoci solo sulla poetica del nostro spirito, traducendo in emozioni, le vibrazioni che ci vengono trasmesse dall’ Op Art.

Karin Kuhlmann, Riley, Jesus-Rafael Sotol, Vasarely, Le Parc






Correlazioni:

Geometria Descrittiva, Anamorfosi, Esher, De Chirico





http://www.artcyclopedia.com/history/optical.html

http://www.vasarely.org/

http://www.mcescher.com/

http://www.albrightknox.org/ArtStart/Morellet.html

http://www.colorcube.com/illusions/optiart.htm

http://eluzions.com/Illusions/Art/Optical/

http://www.karinkuhlmann.de/DigitalWorlds/abstract6/abstract6.html