Net.art on nettime: differenze tra le versioni
Riga 35: | Riga 35: | ||
+ | [[categoria:Net.art on nettime]] | ||
[[categoria:Testo di Adrian Robert]] | [[categoria:Testo di Adrian Robert]] | ||
+ | [[categoria:1997 d.c.]] | ||
+ | [[categoria:Arte delle reti]] | ||
+ | [[categoria:Net.art]] |
Revisione 17:52, 10 Mar 2006
Autore: Adrian Robert
Tratto da: http://www.ljudmila.org/nettime/zkp4/37.htm
Titolo Originale: Net.art on nettime
Traduzione di:
Anno: 11 maggio 1997
Net.art su nettime
Tutti sembrano concordare nel fatto che c’ è qualcosa che sta accadendo nelle reti (net works) che è connesso in qualche modo con l’ arte del 20° secolo. Tutti sono d’ accordo che si tratti di qualcosa che, comunque lo si chiami, è abbastanza emozionante. Quasi tutti concordano che si tratta di una vera simulazione di cose fatte (al fine di apparire come) versioni virtuali di bianchi muri di museo.
dell’ accesso ad internet che lui vede come il contesto “[[…] e instabili come le reti stesse [...] . Lo strumento principale di Net art (della Net art) è l’ Iperlink attraverso il quale un documento www può essere collegato ad un altro indipendentemente da dove, su internet, quel secondo documento si trovi. Questo significa che milioni di documenti www sono potenzialmente collegabili […] sui quali artisti e designess possono disegnare (intervenire/modificare ecc.).
Secondo le parole di Joan Grandall: “La Net.Art è interessante in quanto fondata sul (networking) lovoro in rete, non necessariamente in Internet.[...] E’ importante guardare ad Internet come inserita in una rete (imbedded in a net).L’arte nei mezzi di comunicazione esiste solo quando essa è condivisa con qualcuno, quando si collega con qualcosa/qualcuno nella rete...Quale mezzo interconnessione in rete si usi non è il vero problema dal momento che ,almeno fin ad ora, si tratta della vecchia linea telefonica..
David Garcia ha iniziato la lista con la video-art, mentre Crey Young ha riscontrato ‘forti legami’ con la scultura,l’arte telematica, la land art (arte con/sulla terra)e specialmente con l’ ‘installation’ (installazione). John Hopkins menziona la mail-art, Walter van de Cruijsen aggiunge alla lista il film sperimentale,la performance l’arte concettuale, l’arte elettronica e la ‘media art’.
La cosa interessante riguardo questa lista è che, come forme d’arte separate e plausibili (percorribili-possibili), la gran parte di questi movimenti e/o media usa morti come la video-art ma le troviamo ancora vive nel modo in cui gli artisti le stanno recuperando e ricombinando come parte di una strategia di lavoro in rete (working in the network)- il che fa pensare: 1)che la loro separatezza (l’ismismo) sia stata una illusione storico/artistica 2) o che le nuove reti di lavoro (network) create dalla congiunzione di tecnologie della comunicazione e della registrazione (di dati) formino una sorta di tunnel attraverso il quale le forme più diverse dell’ industria culturale vengono spremute e mescolate fra loro. È una specie di collage, un volo di immagini e suoni ma di materiali culturali, di ricordi, di storie, di media. Jeremy Welsh ha scritto: “il tipo di cose che vengono realizzate sulla rete (web) attraverso la ricampionatura/ricombinazione di dati sono solo una ulteriore estensione di un processo che comincia (provvisoriamente) con i cubisti e arriva ad essere l’estetica dominante come risultato di Scratch Video [ [