Gessert George: differenze tra le versioni
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Gessert George ( a cura di ), ( 1997 ), ''Kitsch Ornamental Plants'', in DesignIssue Vol. 13, Cambridge (MA), Mit Press. | Gessert George ( a cura di ), ( 1997 ), ''Kitsch Ornamental Plants'', in DesignIssue Vol. 13, Cambridge (MA), Mit Press. | ||
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+ | Infatti i fiori ibridati, proprio come la carta giapponese, assorbono l'acqua e i pigmenti in modo imprevedibile e casuale. | ||
+ | L'artista rimaneva affascinato ogni volta, dal modo in cui i punti di inchiostro si sviluppavano sulla carta non preparata e guardare quel pigmento che cresceva autonomamente, lo faceva sentire non più come un semplice artista, ma come stimolatore delle energie creative che già risiedono nella materia e nel mondo. | ||
+ | Dal dipingere e lasciar crescere i punti di pigmento sulla carta, al coltivare e far crescere fiori ibridati, il passo risultò breve. | ||
+ | Al di là della semplice rappresentazione della bellezza sotto forma vegetale, l'artista affida ai suoi fiori riflessioni sull'eugenetica e sull'utilizzo delle biotecnologie per la creazione di forme viventi che rispondano alle esigenze dei mercati o ai dettami della moda. Se questo tipo di visione eugenetica si applica oggi ai fiori e agli animali, cosa accadrà quando sarà il turno dell'uomo? In una sorta di darwinismo rovesciato, Gessert crea piante che rispondono unicamente al suo personale concetto di bellezza, ignorando il comune concetto del bello. All'interno del suo lavoro c'è quindi anche una componente più specificamente estetica: "incrocio fiori perché ritengo che questa pratica sia una delle forme più immediate e complete di accesso alla bellezza", precisa Gessert, "colore, forma, consistenza, profumo esistono nella loro massima espressione soltanto negli organismi viventi". | ||
+ | L'interesse di Gessert verso la scienza, nasce dalla credenza che una comprensione più profonda della genetica possa aumentare il nostro rispetto per altre forme di vita ed il nostro apprezzamento della grandiosità dei processi evolutivi. | ||
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Versione attuale delle 16:41, 10 Mag 2007
Personaggio o Gruppo: Gessert George
Biografia
George Gessert nasce nel 1944 a Milwaukee nel Wisconsin. Nel 1966 ottiene un BA in Inglese dall'University of California di Berkeley e nel 1969 un MA in Belle Arti presso la University of Wisconsin di Madison. La prima parte della sua attività artistica lo vede impegnato come pittore e printmaker, mentre a partire dal 1985 inizia a nutrire interesse per la sovrapposizione della scienza all'arte, credendo profondamente nel binomio Arte - Genetica, inteso come percorso necessario per raggiungere una nuova estetica idonea a rappresentare il mondo contemporaneo. “Le biotecnologie mi affascinano", dice Gessert, "perché ridanno vita quotidianamente a un mito ancestrale: quello del controllo assoluto della vita". L'artista frequenta i confini tra le molte varietà di iris, dalie e papaveri, incrociandoli e creando nuove piante; nelle sue mostre sono esposte piante che evidenziano particolari caratteristiche cromatiche e forme plasmate e trasformate in base alla propria volontà attraverso alcune modifiche genetiche. Inoltre, Gessert accompagna le sue creazioni con serie di progetti che documentano, passo dopo passo, il suo lavoro di ricerca genetica. Gessert ha esposto al New Langton Arts (San Francisco, 1988), al Museum of Art (University of Oregon, Eugene, 1990), al Vasarely Museum (Budapest), Exploratorium (San Francisco, 1995), alla Smithsonian Institution (New York, 1995), alla Brunnier Gallery (Iowa State University, Iowa, 1998), Exit Art (New York, 2000), allo Science Museum (London, 2002), Le Lieu Unique (Nantes, 2003), all'European Media Art Festival (Osnabrueck, 2003) e nel corso di molti altri eventi culturali e in diverse gallerie d'arte contemporanee del mondo. Ha scritto per varie e importanti riviste d'arte e scienza come: Leonardo, Art Papers, Design Issues, Whitewalls, Massachusetts Review, Hortus, Circa, Northwest Review e altre. Dal 1996 è consigliere editoriale per l'arte e la biologia, del Leonardo magazine. Tra i vari premi ricevuti ricordiamo la Medaglia di merito Coler-Maxwell (Leonardo/MIT Press, 1993). Luogo dove lavora: USA: Oregon (espone in varie parti del mondo) Periodo in cui svolge la sua pratica artistica: Dalla fine del 1970 inizia la sua carriera di pittore. A partire dal 1985 inizia ad interessarsi alla genetica in quanto strumento per fare arte. Tipologia di intervento: Ibridazione, Arte Transgenica, Artista - orticoltore, Riflessioni sull'eugenetica, Estetica, Minimizzare i problemi legati alle possibili ripercussioni negative di esseri ibridi liberati nell' ecosistema.
Opere
Musei
Bibliografia
Gessert George ( a cura di ), ( 2003 ), Notes sur l'art de la sélection végétale, in L'art Biotech, Nantes ( Francia ).
Gessert George ( a cura di ), (Agosto 1996 ), Bastard Flowers, in Leonardo Vol. 29, Cambridge (MA), Mit Press.
Gessert George ( a cura di ), (Giugno 1997 ), Editorial: Art and Biology, in Leonardo Vol. 30, Cambridge (MA), Mit Press.
Gessert George ( a cura di ), ( 1997 ), Kitsch Ornamental Plants, in DesignIssue Vol. 13, Cambridge (MA), Mit Press.
Sito Web
http://www.viewingspace.com/genetics_culture/pages_genetics_culture/gc_w02/gc_w02_gessert.htm
Poetica
Gessert ha cominciato come pittore per dedicarsi alla coltura di fiori ibridati dopo aver constatato una notevole similitudine tra le modalità di sviluppo di questi e il dipingere sulla carta giapponese. Infatti i fiori ibridati, proprio come la carta giapponese, assorbono l'acqua e i pigmenti in modo imprevedibile e casuale. L'artista rimaneva affascinato ogni volta, dal modo in cui i punti di inchiostro si sviluppavano sulla carta non preparata e guardare quel pigmento che cresceva autonomamente, lo faceva sentire non più come un semplice artista, ma come stimolatore delle energie creative che già risiedono nella materia e nel mondo. Dal dipingere e lasciar crescere i punti di pigmento sulla carta, al coltivare e far crescere fiori ibridati, il passo risultò breve. Al di là della semplice rappresentazione della bellezza sotto forma vegetale, l'artista affida ai suoi fiori riflessioni sull'eugenetica e sull'utilizzo delle biotecnologie per la creazione di forme viventi che rispondano alle esigenze dei mercati o ai dettami della moda. Se questo tipo di visione eugenetica si applica oggi ai fiori e agli animali, cosa accadrà quando sarà il turno dell'uomo? In una sorta di darwinismo rovesciato, Gessert crea piante che rispondono unicamente al suo personale concetto di bellezza, ignorando il comune concetto del bello. All'interno del suo lavoro c'è quindi anche una componente più specificamente estetica: "incrocio fiori perché ritengo che questa pratica sia una delle forme più immediate e complete di accesso alla bellezza", precisa Gessert, "colore, forma, consistenza, profumo esistono nella loro massima espressione soltanto negli organismi viventi". L'interesse di Gessert verso la scienza, nasce dalla credenza che una comprensione più profonda della genetica possa aumentare il nostro rispetto per altre forme di vita ed il nostro apprezzamento della grandiosità dei processi evolutivi.
Webliografia
http://www.recirca.com/backissues/c90/8.shtml
http://www.exploratorium.edu/genepool/art.html