Carlo Fei - Doppia esposizione: differenze tra le versioni

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La duplice esperienza di artista e di fotografo professionale ha allertato la sua coscienza critica verso l’illusione di una qualche "riproducibilità" del reale, soprattutto attraverso quei mezzi tecnologici che trovano in questa riproducibilità la loro funzione.
 
La duplice esperienza di artista e di fotografo professionale ha allertato la sua coscienza critica verso l’illusione di una qualche "riproducibilità" del reale, soprattutto attraverso quei mezzi tecnologici che trovano in questa riproducibilità la loro funzione.
  
Nei due locali della galleria compaiono rispettivamente una fotografia "tautologica", dove compare una scritta con il nome dell’autore, sorta di autoritratto concettuale o di estremo tentativo di restituire cittadinanza ad una riproducibilità liberata da condizionamenti illusionistici; e un microfono collegato ad un apparato di registrazione, ma non attivo, una "macchina celibe" che testimonia la propria sterilità meccanica. Lo stesso titolo, che evoca un procedimento di realizzazione fotografica, è anche un’allusione alla duplicità dello spazio espositivo e alla conseguente moltiplicazione delle produzioni di senso articolate tra i due stadi della installazione. Una impossibilità di rappresentare che diventa quindi produzione di opera.
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In uno dei due locali della galleria, quello chiuso al pubblico e visibile solo dalla vetrata sulla strada, compare una fotografia "tautologica", dove compare una scritta con il nome dell’autore, sorta di autoritratto concettuale o di estremo tentativo di restituire cittadinanza ad una riproducibilità liberata da condizionamenti illusionistici; nell'altra stanza, quella aperta al pubblico, un'asta con un microfono collegato ad un apparato di registrazione, ma non attivo, una "macchina celibe" che testimonia la propria sterilità meccanica. Lo stesso titolo, che evoca un procedimento di realizzazione fotografica, è anche un’allusione alla duplicità dello spazio espositivo e alla conseguente moltiplicazione delle produzioni di senso articolate tra i due stadi della installazione. Una impossibilità di rappresentare che diventa quindi produzione di opera.
 
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La mostra presenterà 12 fotografie della serie nel formato 25x18,5 cm ed una grande fotografia della stessa serie di 110x81cm. Le fotografie sono stampate con plotter Epson su carta Hahnemühle 310 g e montate su supporto DIBOND.
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Versione attuale delle 23:34, 7 Gen 2011

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Doppia esposizione

Titolo:

Carlo Fei - Doppia esposizione

Autore:

Mostra di Carlo Fei, a cura di Francesco Galluzzi

Anno:

2008

Luogo:

Palermo

Sito web:

Descrizione:

L’enigma della rappresentazione è il tema della installazione che Carlo Fei, alla sua prima mostra a Palermo, presentata da Zelle.

La duplice esperienza di artista e di fotografo professionale ha allertato la sua coscienza critica verso l’illusione di una qualche "riproducibilità" del reale, soprattutto attraverso quei mezzi tecnologici che trovano in questa riproducibilità la loro funzione.

In uno dei due locali della galleria, quello chiuso al pubblico e visibile solo dalla vetrata sulla strada, compare una fotografia "tautologica", dove compare una scritta con il nome dell’autore, sorta di autoritratto concettuale o di estremo tentativo di restituire cittadinanza ad una riproducibilità liberata da condizionamenti illusionistici; nell'altra stanza, quella aperta al pubblico, un'asta con un microfono collegato ad un apparato di registrazione, ma non attivo, una "macchina celibe" che testimonia la propria sterilità meccanica. Lo stesso titolo, che evoca un procedimento di realizzazione fotografica, è anche un’allusione alla duplicità dello spazio espositivo e alla conseguente moltiplicazione delle produzioni di senso articolate tra i due stadi della installazione. Una impossibilità di rappresentare che diventa quindi produzione di opera.

Collezione:

Genere artistico di riferimento:

Arte contemporanea, personale

Bibliografia:

Webliografia: