Adorno Theodor: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
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== Biografia:==
Nato nel 1903 a Francoforte da un ricco commerciante ebreo e da madre italiana, da cui prese il cognome, Adorno iniziò da giovane a studiare pianoforte e composizione e nel 1924 si laureò a Francoforte con una tesi su Husserl, da cui sarebbe poi nato il volume ''Per la metacritica della gnoseologia''.                             
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Nato nel 1903 a Francoforte da un ricco commerciante ebreo e da madre italiana, da cui prese il cognome, Adorno iniziò da giovane a studiare pianoforte e composizione e nel 1924 si laureò a Francoforte con una tesi su Husserl, da cui sarebbe poi nato il volume Per la metacritica della gnoseologia.                             
Recatosi a Vienna, dove ebbe contatti con Alban Berg e con Schönberg, nel 1928 rientrò a Francoforte, dove cominciò la sua collaborazione con l'Istituto per la ricerca sociale.  
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Recatosi a Vienna, dove ebbe contatti con Alban Berg e con Schönberg, nel 1928 rientrò a Francoforte, dove cominciò la sua collaborazione con l'Istituto per la ricerca sociale.  
Il primo volume da lui pubblicato fu la tesi di abilitazione, intitolata ''Kierkegaard e la costruzione dell'estetico'' (1933), dedicata al caro amico Siegfried Kracauer.  
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Il primo volume da lui pubblicato fu la tesi di abilitazione intitolata Kierkegaard e la costruzione dell'estetico (1933), dedicata al caro amico Siegfried Kracauer.  
Nei primi anni della dittatura nazista rimase in Germania, anche se andò spesso a studiare al Merton College di Oxford, ma in un secondo tempo si trasferì negli USA, dove, dal 1938 al 1941, diresse la sezione musicale della radio a Princeton.  
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Nei primi anni della dittatura nazista rimase in Germania, anche se andò spesso a studiare al Merton College di Oxford, ma in un secondo tempo si trasferì negli USA, dove, dal 1938 al 1941, diresse la sezione musicale della radio a Princeton.  
Durante la guerra scrisse la ''Dialettica dell'illuminismo'' in collaborazione con un altro grande filosofo dell'Istituto, Horkheimer, nonchè la ''Filosofia della musica moderna'' (1949), e fu in rapporto con Thomas Mann, al quale diede suggerimenti per la composizione delle parti di argomento musicale del romanzo Doctor Faustus .  
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Durante la guerra scrisse la Dialettica dell'illuminismo in collaborazione con un altro grande filosofo dell'Istituto, Horkheimer, nonchè la Filosofia della musica moderna (1949), e fu in rapporto con Thomas Mann, al quale diede suggerimenti per la composizione delle parti di argomento musicale del romanzo Doctor Faustus .  
Tornato in Germania, fu dal 1951 vice direttore e dal 1958 fino alla morte, sopraggiunta nel 1969, direttore dell'Istituto per la ricerca sociale di Francoforte.  
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Tornato in Germania, fa dal 1951 vice direttore e dal 1958 fino alla morte, sopraggiunta nel 1969, direttore dell'Istituto per la ricerca sociale di Francoforte.  
A questo periodo risalgono Minima moralia (1951), Prismi Critica della cultura e società (1955), Introduzione alla sociologia della musica (1962), Dialettica negativa (1966) e Teoria estetica , pubblicata postuma nel 1970.
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A questo periodo risalgono Minima moralia (1951), Prismi Critica della cultura e società (1955), Introduzione alla sociologia della musica (1962), Dialettica negativa (1966) e Teoria estetica , pubblicata postuma nel 1970.
  
== Sito web ==
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== Sito web: ==
 
http://www.emsf.rai.it/biografie/anagrafico.asp?d=139
 
http://www.emsf.rai.it/biografie/anagrafico.asp?d=139
  
== Poetica ==
 
Al principio della sua attività, Adorno mostra interesse per il problema della conoscenza. Più tardi, capovolgendo la teoria hegeliana secondo la quale il vero è nel tutto, afferma nei ''Minima moralia che'' “'''il tutto è il non vero'''�?; cioè che la società esistente nella sua totalità è falsa e non corrisponde al criterio della piena razionalità.�? 
 
Per questo motivo Adorno attribuisce  importanza a quanto è secondario e fuori dalla norma: il negativo. La vita che vive appare al filosofo tedesco ridotta alla sfera del privato e del semplice consumo, priva di autonomia e sostanza.                                     
 
Il principio fondamentale nel pensiero dialettico viene rivestito così dalla negazione: questo è il tema portante dello scritto più complesso sul piano teorico di Adorno: '''la Dialettica negativa'''.                                                                                                         
 
La dialettica di '''Hegel''', per Adorno, è ingannata perchè considera il finito e il negativo come un momento meramente provvisorio, destinato a dissolversi nell'accostamento conciliatore finale e nella riconquistata identità di soggetto e oggetto, di razionale e reale.                                                                              Intendendo la negazione come lo strumento per l'instaurazione del positivo, Hegel attribuiva alla negazione stessa un carattere affermativo, ma questo corrispondeva ad introdurre un'identità tra negazione ed affermazione, cioè un principio formale antidialettico (l'identità) nel bel mezzo della dialettica stessa.                               
 
Secondo Adorno il fatto stesso che l’uomo abbia prodotto un inferno come i campi di sterminio nazisti dimostrano che la cultura non ha cambiato gli uomini. Dopo l’esistenza di Auschwitz si deve rinnegare ogni ipotesi di positività dell’esistenza. La filosofia deve confrontarsi con le contraddizioni dell’essere. L’esistenza non è come vorremmo che sia, e il compito dei filosofi, secondo Adorno, è quello di mostrare agli altri la vera essenza dell’essere. Poiché la società attuale non è libera, la totalità diventa uno strumento concettuale necessario per carpirne le contraddizioni.
 
In questa situazione negativa, l'unica speranza è offerta dall' arte che riesce  a fondere forme e contenuti, elementi soggettivi e oggettivi. L'arte e la cultura, non possono essere ridotte ad uno specchio ideologico di una determinata classe sociale, ma devono rispecchiare tutta le molteplici attribuzioni dell’uomo e dell’esistenza .                     
 
La creazione artistica, infatti, non è meramente un atto individuale, ma esprime aspirazioni sociali oggettive; l'armonia realizzata sul piano artistico deve quindi contenere sempre un elemento di protesta, avere un conflitto  nei confronti della realtà esistente e profetizzare una dimensione utopica, come una sorta di promessa di felicità futura.
 
Tra le varie arti, quella che è meno caratterizzata da contenuti rappresentativi è la musica, la quale appare come la più idonea ad esprimere, nella sua indeterminatezza, ciò che non si ritrova nella società di oggi.                                       
 
Il problema è secondo Adorno, che gran parte della musica è ridotta a pura merce e oggetto di consumo; essa, come anche molte  forme di cultura popolare, contribuisce al rafforzamento di un adeguamento che è  sostanzialmente ideologico, ottenendo un’evasione ed un’ emancipazione illusoria dalla realtà.                                           
 
Sono solo le avanguardie artistiche, in particolar modo la musica atonale dodecafonica di Schönberg, ad esprimere il rifiuto di scendere a compromessi con i contrasti e le contraddizioni, che rimangono irrisolte nella realtà.
 
Solo l’arte può assumere il ruolo di contestatrice nei confronti della realtà esistente; ed è solo l'arte contemporanea, che sottraendosi ai canoni classici della bellezza,che può cogliere meglio di altre le brutture della società.                                   
 
L’arte può esprimere effettivamente la realtà, la moltitudine di sfumature, grazie alla sua affinità con l’infinito. Essa non deve standardizzarsi nè divenire arte industriale, perché altrimenti diverrebbe serva del potere dominante e degli ingranaggi economici della società.
 
  
  
'''Adorno e la tecnologia'''
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== Poetica: ==
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Al principio della sua attività, Adorno mostra interesse per il problema della conoscenza. Più tardi, capovolgendo la teoria hegeliana secondo la quale il vero è nel tutto, afferma nei Minima moralia che "'''il tutto è il non vero'''"; cioè che la società esistente nella sua totalità è falsa e non corrisponde al criterio della piena razionalità. 
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Per questo motivo Adorno attribuisce  importanza a quanto è secondario e fuori dalla norma: il negativo. La vita che vive appare al filosofo tedesco ridotta alla sfera del privato e del semplice consumo, priva di autonomia e sostanza.                                     
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Il principio fondamentale nel pensiero dialettico viene rivestito così dalla negazione: questo è il tema portante dello scritto più complesso sul piano teorico di Adorno: '''la Dialettica negativa'''.                                                                                                         
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La dialettica di '''Hegel''', per Adorno, è ingannata perchè considera il finito e il negativo come un momento meramente provvisorio, destinato a dissolversi nell'accostamento conciliatore finale e nella riconquistata identità di soggetto e oggetto, di razionale e reale.                                                                              Intendendo la negazione come lo strumento per l'instaurazione del positivo, Hegel attribuiva alla negazione stessa un carattere affermativo, ma questo corrispondeva ad introdurre un'identità tra negazione ed affermazione, cioè un principio formale antidialettico (l'identità) nel bel mezzo della dialettica stessa.                               
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Secondo Adorno il fatto stesso che l’uomo abbia prodotto un inferno come i campi di sterminio nazisti dimostrano che la cultura non ha cambiato gli uomini. Dopo l’esistenza di Auschwitz si deve rinnegare ogni ipotesi di positività dell’esistenza. La filosofia deve confrontarsi con le contraddizioni dell’essere. L’esistenza non è come vorremmo che sia, e il compito dei filosofi, secondo Adorno, è quello di mostrare agli altri la vera essenza dell’essere. Poiché la società attuale non è libera, la totalità diventa uno strumento concettuale necessario per carpirne le contraddizioni.
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In questa situazione negativa, l'unica speranza è offerta dall' arte che riesce  a fondere forme e contenuti, elementi soggettivi e oggettivi. L'arte e la cultura, non possono essere ridotte ad uno specchio ideologico di una determinata classe sociale, ma devono rispecchiare tutta le molteplici attribuzioni dell’uomo e dell’esistenza .                     
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La creazione artistica, infatti, non è meramente un atto individuale, ma esprime aspirazioni sociali oggettive; l'armonia realizzata sul piano artistico deve quindi contenere sempre un elemento di protesta, avere un conflitto  nei confronti della realtà esistente e profetizzare una dimensione utopica, come una sorta di promessa di felicità futura.
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Tra le varie arti, quella che è meno caratterizzata da contenuti rappresentativi è la musica, la quale appare come la più idonea ad esprimere, nella sua indeterminatezza, ciò che non si ritrova nella società di oggi.                                       
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Il problema è secondo Adorno, che gran parte della musica è ridotta a pura merce e oggetto di consumo; essa, come anche molte  forme di cultura popolare, contribuisce al rafforzamento di un adeguamento che è  sostanzialmente ideologico, ottenendo un’evasione ed un’ emancipazione illusoria dalla realtà.                                           
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Sono solo le avanguardie artistiche, in particolar modo la musica atonale dodecafonica di Schönberg, ad esprimere il rifiuto di scendere a compromessi con i contrasti e le contraddizioni, che rimangono irrisolte nella realtà.
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Solo l’arte può assumere il ruolo di contestatrice nei confronti della realtà esistente; ed è solo l'arte contemporanea, che sottraendosi ai canoni classici della bellezza,che può cogliere meglio di altre le brutture della società.                                   
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L’arte può esprimere effettivamente la realtà, la moltitudine di sfumature, grazie alla sua affinità con l’infinito. Essa non deve standardizzarsi nè divenire arte industriale, perché altrimenti diverrebbe serva del potere dominante e degli ingranaggi economici della società.
  
L’idea che il progresso tecnologico possa far evolvere la società fino a farla diventare oppressiva è un pensiero dominante in tutta la Scuola di Francoforte.
 
Soprattutto Adorno pensa che la spinta tecnologica della società possa portare ad un totalitarismo politico, ovvero alla dittatura del grande fratello come è narrata anche nel libro di Orwell “1984�?.
 
La visione futura di Adorno è quella di una società tecnologica che assomiglia ad un meccanismo gigantesco mosso da un unico motore centrale.
 
Questo sistema è lubrificato e alimentato dalla propaganda, anch’essa favorita dallo sviluppo della tecnologia della comunicazione e dell’informazione, che diventano strumenti di persuasione in mano a chi detiene il potere
 
La propaganda, secondo Adorno, è sostanzialmente unitaria e si propaga da un centro verso tutti i punti periferici, come succedeva ai tempi del nazismo con Goebbels.
 
Inoltre Adorno sostiene che la pubblicità portata dalla tecnologia della comunicazione faccia sì che la società in cui viviamo non sia molto diversa da quella nazista, solo che al posto della propaganda politica c’è la pubblicità delle merci che ci rende a suo modo schiavi.
 
Questa visione di Adorno si è rivelata straordinariamente profetica, visto che comunque oggi si sente la necessità di garantire un pluralismo di informazione che, soprattutto nel nostro paese, non c’è.
 
 
  
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'''Adorno e la tecnologia'''
  
== Opere ==  
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L’idea che il progresso tecnologico possa far evolvere la società fino a farla diventare oppressiva è un pensiero dominante in tutta la [[Scuola di Francoforte]].
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Soprattutto Adorno pensa che la spinta tecnologica della società possa portare ad un totalitarismo politico, ovvero alla dittatura del grande fratello come è narrata anche nel libro di Orwell "1984".
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La visione futura di Adorno è quella di una società tecnologica che assomiglia ad un meccanismo gigantesco mosso da un unico motore centrale.
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Questo sistema è lubrificato e alimentato dalla propaganda, anch’essa favorita dallo sviluppo della tecnologia della comunicazione e dell’informazione, che diventano strumenti di persuasione in mano a chi detiene il potere
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La propaganda, secondo Adorno, è sostanzialmente unitaria e si propaga da un centro verso tutti i punti periferici, come succedeva ai tempi del nazismo con Goebbels.
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Inoltre Adorno sostiene che la pubblicità portata dalla tecnologia della comunicazione faccia sì che la società in cui viviamo non sia molto diversa da quella nazista, solo che al posto della propaganda politica c’è la pubblicità delle merci che ci rende a suo modo schiavi.
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Questa visione di Adorno si è rivelata straordinariamente profetica, visto che comunque oggi si sente la necessità di garantire un pluralismo di informazione che, soprattutto nel nostro paese, non c’è.
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== Opere: ==  
 
Per la metacritica della gnoseologia. Studi su '''Husserl''' e le '''antinomie della fenomenologia''' , pubblicato nel 1956.
 
Per la metacritica della gnoseologia. Studi su '''Husserl''' e le '''antinomie della fenomenologia''' , pubblicato nel 1956.
  
'''Kierkegaard e la costruzione dell'estetico''' (1933), dedicata all’amico Siegfried Kracauer
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'''Kierkegaard e la costruzione dell'estetico''' (1933), dedicata all’amico Siegfried Kracauer
  
'''Dialettica dell'illuminismo''' in collaborazione con un altro filosofo, Horkheimer, è scritta durante la seconda guerra mondiale.
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'''Dialettica dell'illuminismo''' in collaborazione con un altro filosofo, Horkheimer, è scritta durante la seconda guerra mondiale.
  
 
'''Filosofia della musica moderna''' (1949)
 
'''Filosofia della musica moderna''' (1949)
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'''Minima moralia''' (1951),  
 
'''Minima moralia''' (1951),  
  
'''Prismi Critica della cultura e società''' (1955),  
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'''Prismi Critica della cultura e società''' (1955),  
  
 
'''Introduzione alla sociologia della musica''' (1962),  
 
'''Introduzione alla sociologia della musica''' (1962),  
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'''Teoria estetica''' , pubblicata postuma nel 1970.
 
'''Teoria estetica''' , pubblicata postuma nel 1970.
  
== Bibliografia ==
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== Bibliografia: ==
 
Mario Barzaghi "Dialettica e materialismo in Adorno" 1981
 
Mario Barzaghi "Dialettica e materialismo in Adorno" 1981
  
 
Buck-Morss Stephan "The origin of Negative Dialectic: T.W. Adorno, W.Benjamin and the Frankfurt Institute" 1977
 
Buck-Morss Stephan "The origin of Negative Dialectic: T.W. Adorno, W.Benjamin and the Frankfurt Institute" 1977
  
Fulvio Carmagnola “Hegel, Nietzche, Adorno: sulla conoscenza degli estremi�? 1986
+
Fulvio Carmagnola "Hegel, Nietzche, Adorno: sulla conoscenza degli estremi" 1986
  
Lucio Colletti “Ideologia e società�? 1969
+
Lucio Colletti "Ideologia e società" 1969
Franco Cossu “Negazione senza rivoluzione�? 1983
+
Franco Cossu "Negazione senza rivoluzione" 1983
  
Francesca Aiello Di Lorenzo “Conoscenza e immaginazione: saggio sulla teoria della conoscenza in T.W. Adorno�? 1988
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Francesca Aiello Di Lorenzo "Conoscenza e immaginazione: saggio sulla teoria della conoscenza in T.W. Adorno" 1988
  
Umberto Galeazzi “Scuola di Francoforte: teoria critica in nome dell’uomo�?
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Umberto Galeazzi "Scuola di Francoforte: teoria critica in nome dell’uomo"
  
Rose Gilliam “The melancoly science: an introduction to the Tough of T.W.Adorno�? 1984
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Rose Gilliam "The melancoly science: an introduction to the Tough of T.W.Adorno" 1984
  
Joy Martin “T.W. Adorno�? 1987
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Joy Martin "T.W. Adorno" 1987
  
Marc Jimenez “Adorno: arte, ideologia e teoria dell’arte�?
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Marc Jimenez "Adorno: arte, ideologia e teoria dell’arte"
  
Marco Nardi “Pensare nella verità: l’itinerario della ragione in T.W.Adorno�? 1993
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Marco Nardi "Pensare nella verità: l’itinerario della ragione in T.W.Adorno" 1993
  
Roberto Nebulosi “Dialettica e storia in T.W. Adorno�? 1978
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Roberto Nebulosi "Dialettica e storia in T.W. Adorno" 1978
  
Tito Perlini “Che ha veramente detto Adorno�? 1971
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Tito Perlini "Che ha veramente detto Adorno" 1971
  
Carlo Petazzi “T.W. Adorno: linee di origine e sviluppo del pensiero (1903-1949)�? 1979
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Carlo Petazzi "T.W. Adorno: linee di origine e sviluppo del pensiero (1903-1949)" 1979
  
Rolf Wiggerhaus “La Scuola di Francoforte. Storia. Sviluppo teorico. Significato politico�? 1992
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Rolf Wiggerhaus "La Scuola di Francoforte. Storia. Sviluppo teorico. Significato politico" 1992
  
== Webliografia ==  
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== Webliografia: ==  
 
http://www.lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/adorno.htm
 
http://www.lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/adorno.htm
 
http://www.plato.stanford.edu/entries/adorno/
 
http://www.plato.stanford.edu/entries/adorno/

Versione attuale delle 01:10, 9 Nov 2012

Theodor Adorno


Theodor Adorno


Biografia:

Nato nel 1903 a Francoforte da un ricco commerciante ebreo e da madre italiana, da cui prese il cognome, Adorno iniziò da giovane a studiare pianoforte e composizione e nel 1924 si laureò a Francoforte con una tesi su Husserl, da cui sarebbe poi nato il volume Per la metacritica della gnoseologia. Recatosi a Vienna, dove ebbe contatti con Alban Berg e con Schönberg, nel 1928 rientrò a Francoforte, dove cominciò la sua collaborazione con l'Istituto per la ricerca sociale. Il primo volume da lui pubblicato fu la tesi di abilitazione intitolata Kierkegaard e la costruzione dell'estetico (1933), dedicata al caro amico Siegfried Kracauer. Nei primi anni della dittatura nazista rimase in Germania, anche se andò spesso a studiare al Merton College di Oxford, ma in un secondo tempo si trasferì negli USA, dove, dal 1938 al 1941, diresse la sezione musicale della radio a Princeton. Durante la guerra scrisse la Dialettica dell'illuminismo in collaborazione con un altro grande filosofo dell'Istituto, Horkheimer, nonchè la Filosofia della musica moderna (1949), e fu in rapporto con Thomas Mann, al quale diede suggerimenti per la composizione delle parti di argomento musicale del romanzo Doctor Faustus . Tornato in Germania, fa dal 1951 vice direttore e dal 1958 fino alla morte, sopraggiunta nel 1969, direttore dell'Istituto per la ricerca sociale di Francoforte. A questo periodo risalgono Minima moralia (1951), Prismi Critica della cultura e società (1955), Introduzione alla sociologia della musica (1962), Dialettica negativa (1966) e Teoria estetica , pubblicata postuma nel 1970.


Sito web:

http://www.emsf.rai.it/biografie/anagrafico.asp?d=139


Poetica:

Al principio della sua attività, Adorno mostra interesse per il problema della conoscenza. Più tardi, capovolgendo la teoria hegeliana secondo la quale il vero è nel tutto, afferma nei Minima moralia che "il tutto è il non vero"; cioè che la società esistente nella sua totalità è falsa e non corrisponde al criterio della piena razionalità. Per questo motivo Adorno attribuisce importanza a quanto è secondario e fuori dalla norma: il negativo. La vita che vive appare al filosofo tedesco ridotta alla sfera del privato e del semplice consumo, priva di autonomia e sostanza. Il principio fondamentale nel pensiero dialettico viene rivestito così dalla negazione: questo è il tema portante dello scritto più complesso sul piano teorico di Adorno: la Dialettica negativa. La dialettica di Hegel, per Adorno, è ingannata perchè considera il finito e il negativo come un momento meramente provvisorio, destinato a dissolversi nell'accostamento conciliatore finale e nella riconquistata identità di soggetto e oggetto, di razionale e reale. Intendendo la negazione come lo strumento per l'instaurazione del positivo, Hegel attribuiva alla negazione stessa un carattere affermativo, ma questo corrispondeva ad introdurre un'identità tra negazione ed affermazione, cioè un principio formale antidialettico (l'identità) nel bel mezzo della dialettica stessa. Secondo Adorno il fatto stesso che l’uomo abbia prodotto un inferno come i campi di sterminio nazisti dimostrano che la cultura non ha cambiato gli uomini. Dopo l’esistenza di Auschwitz si deve rinnegare ogni ipotesi di positività dell’esistenza. La filosofia deve confrontarsi con le contraddizioni dell’essere. L’esistenza non è come vorremmo che sia, e il compito dei filosofi, secondo Adorno, è quello di mostrare agli altri la vera essenza dell’essere. Poiché la società attuale non è libera, la totalità diventa uno strumento concettuale necessario per carpirne le contraddizioni. In questa situazione negativa, l'unica speranza è offerta dall' arte che riesce a fondere forme e contenuti, elementi soggettivi e oggettivi. L'arte e la cultura, non possono essere ridotte ad uno specchio ideologico di una determinata classe sociale, ma devono rispecchiare tutta le molteplici attribuzioni dell’uomo e dell’esistenza . La creazione artistica, infatti, non è meramente un atto individuale, ma esprime aspirazioni sociali oggettive; l'armonia realizzata sul piano artistico deve quindi contenere sempre un elemento di protesta, avere un conflitto nei confronti della realtà esistente e profetizzare una dimensione utopica, come una sorta di promessa di felicità futura. Tra le varie arti, quella che è meno caratterizzata da contenuti rappresentativi è la musica, la quale appare come la più idonea ad esprimere, nella sua indeterminatezza, ciò che non si ritrova nella società di oggi. Il problema è secondo Adorno, che gran parte della musica è ridotta a pura merce e oggetto di consumo; essa, come anche molte forme di cultura popolare, contribuisce al rafforzamento di un adeguamento che è sostanzialmente ideologico, ottenendo un’evasione ed un’ emancipazione illusoria dalla realtà. Sono solo le avanguardie artistiche, in particolar modo la musica atonale dodecafonica di Schönberg, ad esprimere il rifiuto di scendere a compromessi con i contrasti e le contraddizioni, che rimangono irrisolte nella realtà. Solo l’arte può assumere il ruolo di contestatrice nei confronti della realtà esistente; ed è solo l'arte contemporanea, che sottraendosi ai canoni classici della bellezza,che può cogliere meglio di altre le brutture della società. L’arte può esprimere effettivamente la realtà, la moltitudine di sfumature, grazie alla sua affinità con l’infinito. Essa non deve standardizzarsi nè divenire arte industriale, perché altrimenti diverrebbe serva del potere dominante e degli ingranaggi economici della società.


Adorno e la tecnologia

L’idea che il progresso tecnologico possa far evolvere la società fino a farla diventare oppressiva è un pensiero dominante in tutta la Scuola di Francoforte. Soprattutto Adorno pensa che la spinta tecnologica della società possa portare ad un totalitarismo politico, ovvero alla dittatura del grande fratello come è narrata anche nel libro di Orwell "1984". La visione futura di Adorno è quella di una società tecnologica che assomiglia ad un meccanismo gigantesco mosso da un unico motore centrale. Questo sistema è lubrificato e alimentato dalla propaganda, anch’essa favorita dallo sviluppo della tecnologia della comunicazione e dell’informazione, che diventano strumenti di persuasione in mano a chi detiene il potere La propaganda, secondo Adorno, è sostanzialmente unitaria e si propaga da un centro verso tutti i punti periferici, come succedeva ai tempi del nazismo con Goebbels. Inoltre Adorno sostiene che la pubblicità portata dalla tecnologia della comunicazione faccia sì che la società in cui viviamo non sia molto diversa da quella nazista, solo che al posto della propaganda politica c’è la pubblicità delle merci che ci rende a suo modo schiavi. Questa visione di Adorno si è rivelata straordinariamente profetica, visto che comunque oggi si sente la necessità di garantire un pluralismo di informazione che, soprattutto nel nostro paese, non c’è.

Opere:

Per la metacritica della gnoseologia. Studi su Husserl e le antinomie della fenomenologia , pubblicato nel 1956.

Kierkegaard e la costruzione dell'estetico (1933), dedicata all’amico Siegfried Kracauer

Dialettica dell'illuminismo in collaborazione con un altro filosofo, Horkheimer, è scritta durante la seconda guerra mondiale.

Filosofia della musica moderna (1949)

Minima moralia (1951),

Prismi Critica della cultura e società (1955),

Introduzione alla sociologia della musica (1962),

Dialettica negativa (1966)

Teoria estetica , pubblicata postuma nel 1970.


Bibliografia:

Mario Barzaghi "Dialettica e materialismo in Adorno" 1981

Buck-Morss Stephan "The origin of Negative Dialectic: T.W. Adorno, W.Benjamin and the Frankfurt Institute" 1977

Fulvio Carmagnola "Hegel, Nietzche, Adorno: sulla conoscenza degli estremi" 1986

Lucio Colletti "Ideologia e società" 1969 Franco Cossu "Negazione senza rivoluzione" 1983

Francesca Aiello Di Lorenzo "Conoscenza e immaginazione: saggio sulla teoria della conoscenza in T.W. Adorno" 1988

Umberto Galeazzi "Scuola di Francoforte: teoria critica in nome dell’uomo"

Rose Gilliam "The melancoly science: an introduction to the Tough of T.W.Adorno" 1984

Joy Martin "T.W. Adorno" 1987

Marc Jimenez "Adorno: arte, ideologia e teoria dell’arte"

Marco Nardi "Pensare nella verità: l’itinerario della ragione in T.W.Adorno" 1993

Roberto Nebulosi "Dialettica e storia in T.W. Adorno" 1978

Tito Perlini "Che ha veramente detto Adorno" 1971

Carlo Petazzi "T.W. Adorno: linee di origine e sviluppo del pensiero (1903-1949)" 1979

Rolf Wiggerhaus "La Scuola di Francoforte. Storia. Sviluppo teorico. Significato politico" 1992

Webliografia:

http://www.lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/adorno.htm http://www.plato.stanford.edu/entries/adorno/ http://www.riflessioni.it/enciclopedia/adorno.htm http://www.ilgiardinodeipensieri.com/storiafil/fabiani3.htm http://www.theory.org.uk/ctr-ador.htm http://www.unitn.it/unitn/numero18/Adorno.html http://www.ldb.org/adorno.htm http://www.english.emory.edu/Bahri/Adorno.html