Visual music: differenze tra le versioni

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Con gli strumenti multimediali e informatici disponibili oggi ci sono molte ricerche in questo ambito: alcune prevedono interfaccie visuali per creare musica come ''Hyperscore'', un software che cerca di rendere più intuitivo il processo di creazione musicale. Hyperscore viene già usato con successo alla Newcomers High School di Long Island-New York dove insegna Tod Machover, uno dei suoi sviluppatori. Si può comporre musica semplicemente tracciando linee colorate sullo schermo e ascoltandone i risultati, proseguendo nel successivo perfezionamento di tonalità e tempi attraverso la forma e il colore delle linee stesse. Altre sperimentazioni utilizzano programmi che generano suoni e immagini come il software ''autom@tedVisualMusic'', progetto dell'artista italiano [[Maltagliati Sergio]] incentrato su questo stimolante rapporto tra suono e immagine. Le immagini, create in relazione a precise corrispondenze suono-segno-colore, seguono il mutare delle note e sono visualizzate attraverso il programma, che genera molteplici variazioni visive e sonore. Anche ''the visual music project™'' di Gian Marco Vergani Art Director e Media Artist, realizza da famosi brani di musica classica, sequenze visuali.
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Con gli strumenti multimediali e informatici disponibili oggi ci sono molte ricerche in questo ambito: alcune prevedono interfaccie visuali per creare musica come ''Hyperscore'', un software che cerca di rendere più intuitivo il processo di creazione musicale. Hyperscore viene già usato con successo alla Newcomers High School di Long Island-New York dove insegna Tod Machover, uno dei suoi sviluppatori. Si può comporre musica semplicemente tracciando linee colorate sullo schermo e ascoltandone i risultati, proseguendo nel successivo perfezionamento di tonalità e tempi attraverso la forma e il colore delle linee stesse. Altre sperimentazioni utilizzano programmi che generano suoni e immagini come il software ''autom@tedVisualMusic'', progetto dell'artista italiano [[Maltagliati Sergio ]] incentrato su questo stimolante rapporto tra suono e immagine. Le immagini, create in relazione a precise corrispondenze suono-segno-colore, seguono il mutare delle note e sono visualizzate attraverso il programma, che genera molteplici variazioni visive e sonore. Anche ''the visual music project™'' di Gian Marco Vergani Art Director e Media Artist, realizza da famosi brani di musica classica, sequenze visuali.
  
 
==Bibliografia==
 
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* [http://www.visualmusic.it/ITA/visualmusic.htm autom@tedVisualMusic]
 
* [http://www.visualmusic.it/ITA/visualmusic.htm autom@tedVisualMusic]
 
* [http://www.gmvergani.com/vmusic/VM-home.htm the visual music project™]
 
* [http://www.gmvergani.com/vmusic/VM-home.htm the visual music project™]
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Versione attuale delle 21:26, 6 Mar 2009

Descrizione

Possiamo definire la Visual music una modalità rappresentativa, in prevalenza audio visiva, ma anche solo visiva dove i caratteri dell’immagine sono in relazione alla struttura musicale o sonora. Il timbro (musicale)- colore (pittorico) oppure il rapporto altezza tra nota e nota e altezza tra colore e colore, sono stati temi studiati da musicisti e pittori, senza mai arrivare però a creare un preciso linguaggio di traduzione musica - immagine e viceversa. I vari tentativi del passato, non hanno mai superato uno stadio meramente epidermico e intuitivo.

La storia

I tentativi di tradurre pittoricamente effetti musicali sono antichissimi: la possibilità di collegare direttamente colori e suoni era ben nota alle antiche culture dell’India e della Cina. In tempi più recenti la prima ricerca di sinestesia fra colore e suono è del sacerdote gesuista francese Beltrand Louis Castel (1680-1757). Egli era sicuramente a conoscenza del tentativo di scrivere le altezze dei suoni con i colori in strati sovrapposti del pittore del 1500 Arcimboldi. Padre Castel costruì nel 1740 un clavicembalo oculare dove ogni tasto era un colore. Nel 1877 Bainbridge Bishop brevettò un organo a colori, che permetteva di suonare avendo una corrispondenza visiva con luci colorate proiettate tramite la retro illuminazione di vetri colorati azionati dai martelletti dell’organo. Anche Newton aveva unito sette colori alla scala musicale. Agli inizi del Novecento il pittore milanese Luigi Veronesi graficizzando alcune battute di una Sonata di Beethoven, ci ha posto visivamente quello che era solo sensazione uditiva. Nel Prometeo per piano e orchestra del 1911, Alexander Scriabin pone in partitura segni che prevedono una proiezione di luci colorate. Arnold Schönberg seguendo le esperienze di Skrjabin compose, a partire dal 1909, Die glückliche Hand (La mano felice). La partitura riporta indicazioni di colori da proiettare su uno schermo in rapporto allo scorrere della musica. Nel 1913 Carrà scrive il manifesto della pittura dei suoni, rumori e colori. Nel 1928 H. Neugeboren al Bauhaus compie una raffigurazione su carta millimetrata di una Fuga di J. S. Bach. Oskar Fischinger realizza tra il 1929 e il 1934 i primi studi 1-13 elaborando illustrazioni e contrappunti visivi su composizioni musicali da Brahms, Mozart e Beethoven. Ma colui che profondamente riuscì a capire la sinestesia, tanto come funzione sensoriale ma anche come idea artistica fu Kandinskij. Egli esplorò la relazione tra colore e timbro abbinando al suono di ogni strumento musicale un colore. Egli utilizzò anche termini musicali come titoli per suoi quadri pittorici.

Le ricerche di oggi

Con gli strumenti multimediali e informatici disponibili oggi ci sono molte ricerche in questo ambito: alcune prevedono interfaccie visuali per creare musica come Hyperscore, un software che cerca di rendere più intuitivo il processo di creazione musicale. Hyperscore viene già usato con successo alla Newcomers High School di Long Island-New York dove insegna Tod Machover, uno dei suoi sviluppatori. Si può comporre musica semplicemente tracciando linee colorate sullo schermo e ascoltandone i risultati, proseguendo nel successivo perfezionamento di tonalità e tempi attraverso la forma e il colore delle linee stesse. Altre sperimentazioni utilizzano programmi che generano suoni e immagini come il software autom@tedVisualMusic, progetto dell'artista italiano Maltagliati Sergio incentrato su questo stimolante rapporto tra suono e immagine. Le immagini, create in relazione a precise corrispondenze suono-segno-colore, seguono il mutare delle note e sono visualizzate attraverso il programma, che genera molteplici variazioni visive e sonore. Anche the visual music project™ di Gian Marco Vergani Art Director e Media Artist, realizza da famosi brani di musica classica, sequenze visuali.

Bibliografia

  • Segni FirenzeAnnoDuemilatre: Marcello Aitiani, Giancarlo Cardini, Giuseppe Chiari, Pietro Grossi, Daniele Lombardi, Albert Mayer, Sergio Maltagliati , pubblicato dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Firenze sul rapporto tra musica e arti visive.
  • Scritti intorno alla musica Vasilij Kandinskij edizioni Discanto.
  • Punto Linea Superficie Vasilij Kandinskij edizioni Adelphi.
  • Attraversamenti di Daniele Lombardi: La musica in Toscana dal 1945 ad oggi (Firenze, Maschetto&Musolino).
  • La Sincromia edizioni Baroni Lucca.

Collegamenti esterni