Ascott Roy: differenze tra le versioni
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− | direttore e fondatore del programma di ricerca CAiiA-STAR afferma che il collegamento in rete è la metafora della cultura della fine del ventesimo secolo in quanto permette l'interattività, il decentramento e la stratificazione di molteplici idee e fonti. | + | direttore e fondatore del programma di ricerca [[CAiiA]]-STAR afferma che il collegamento in rete è la metafora della cultura della fine del ventesimo secolo in quanto permette l'interattività, il decentramento e la stratificazione di molteplici idee e fonti. |
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− | + | Roy Ascott è il fondatore e direttore del programma di ricerca CAiiA-STAR, oggi Planetary-Collegium composto da [http://www.planetary-collegium.net CAiiA], presso la School of Technology, Communication and Electronics at the University of Plymouth England, [http://www.z-node.net Z-Node] diretto da Jill Scott presso l'Institute for Cultural Studies, University of Applied Arts, (HGKZ) Zürich, Switzerland e il [http://www.m-node.com M-Node] diretto da Francesco Monico e Antonio Caronia presso la Scuola di Media Design della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, [http://www.naba.it NABA]. Alla Biennale di Venezia sono stati presentati i suoi progetti che comprendono: Electra Paris, [[Ars Electronica]] Linz, V2 Holland, Triennale di Milano, Biennale do Mercosul, Brazil, e gr2000az a Graz. È stato Preside del San Francisco Art Institute, California, e Professore di Teoria delle Comunicazioni alla Hochschule fuer angewandte Kunst di Wien. <br> | |
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− | Roy Ascott è il fondatore e direttore del programma di ricerca CAiiA-STAR. Alla Biennale di Venezia sono stati presentati i suoi progetti che comprendono: Electra Paris, [[Ars Electronica]] Linz, V2 Holland, Triennale di Milano, Biennale do Mercosul, Brazil, e gr2000az a Graz. È stato Preside del San Francisco Art Institute, California, e Professore di Teoria delle Comunicazioni alla Hochschule fuer angewandte Kunst di Wien. | + | |
È redattore di Leonardo, Convergence, e Digital Creativity, ed è consulente di centri per i nuovi media in Giappone, Corea, Brasile, Nord America ed Europa. | È redattore di Leonardo, Convergence, e Digital Creativity, ed è consulente di centri per i nuovi media in Giappone, Corea, Brasile, Nord America ed Europa. | ||
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Secondo Ascott il collegamento in rete è la metafora della cultura della fine del ventesimo secolo in quanto permette interattività, decentramento, stratificazione di idee di molteplici fonti. Nella sua portata globale, nella sua complessità di elaborazione di idee, nella sua flessibilità di produzione (immagini/musica/testo e l'articolazione di sistemi, strutture e ambienti cibernetici remoti), nella sua capacità di prevedere una gran varietà di modi di emissione, tutti trattati con tecniche digitali in uno spazio dati universale, è particolarmente adatto ad assumersi la grande sfida dell'arte di fine secolo, che si può vedere come il grande progetto del nostro tempo: rendere visibile l'invisibile, cioè portare ai nostri sensi, rendere disponibile alla nostra mente, nei limiti umani di spazio e di tempo, ciò che altrimenti rimarrebbe fuori dalla nostra portata e dalla nostra percezione. | Secondo Ascott il collegamento in rete è la metafora della cultura della fine del ventesimo secolo in quanto permette interattività, decentramento, stratificazione di idee di molteplici fonti. Nella sua portata globale, nella sua complessità di elaborazione di idee, nella sua flessibilità di produzione (immagini/musica/testo e l'articolazione di sistemi, strutture e ambienti cibernetici remoti), nella sua capacità di prevedere una gran varietà di modi di emissione, tutti trattati con tecniche digitali in uno spazio dati universale, è particolarmente adatto ad assumersi la grande sfida dell'arte di fine secolo, che si può vedere come il grande progetto del nostro tempo: rendere visibile l'invisibile, cioè portare ai nostri sensi, rendere disponibile alla nostra mente, nei limiti umani di spazio e di tempo, ciò che altrimenti rimarrebbe fuori dalla nostra portata e dalla nostra percezione. | ||
− | Il ruolo fondamentale della sperimentazione artistica nel campo del digitale é quello di modificare il rapporto dello spettatore con l'opera artistica. L’arte interattiva, infatti, mette colui che guarda, l'utente, al primo posto. L'utente é colui che da inizio a una sorta di trasformazione delle immagini, e colui che é al centro dell'esperienza percettiva di un sistema interattivo. L'arte interattiva modifica anche lo statuto dell'artista che deve essere anche un ricercatore e in un certo senso un filosofo perché il campo dell'arte interattiva é un settore emergente della pratica artistica che, come altre forme d'arte, ancora non ha confini ben stabiliti. Ascott Roy é il primo a mettere in chiaro la questione del postindividualismo cioè la formazione di un’intelligenza connettiva distribuita in un contesto (network) in cui potenziamento e autonomia di ogni singola individualità creativa aveva origine dal livello di cooperazione e di interscambio. Egli ha coniato il termine “paternità distribuita" poiché secondo lui l’arte telematica permette una creazione collaborativa e cooperativa: l’arte viene vista come un processo continuo e integrato dove ogni elemento è chiamato a interagire con il tutto. Ascott afferma che è possibile estendere la percezione e la conoscenza umana attraverso le relazioni tra arte/intuizione e tecnologia/ragione e che la networking tecnologica riesce a rappresentarle e a coltivarle. | + | Il ruolo fondamentale della sperimentazione artistica nel campo del digitale é quello di modificare il rapporto dello spettatore con l'opera artistica. L’arte interattiva, infatti, mette colui che guarda, l'utente, al primo posto. L'utente é colui che da inizio a una sorta di trasformazione delle immagini, e colui che é al centro dell'esperienza percettiva di un sistema interattivo. L'arte interattiva modifica anche lo statuto dell'artista che deve essere anche un ricercatore e in un certo senso un filosofo perché il campo dell'arte interattiva é un settore emergente della pratica artistica che, come altre forme d'arte, ancora non ha confini ben stabiliti. Ascott Roy é il primo a mettere in chiaro la questione del postindividualismo cioè la formazione di un’intelligenza connettiva distribuita in un contesto (network) in cui potenziamento e autonomia di ogni singola individualità creativa aveva origine dal livello di cooperazione e di interscambio. Egli ha coniato il termine “paternità distribuita" poiché secondo lui l’arte telematica permette una creazione collaborativa e cooperativa: l’arte viene vista come un processo continuo e integrato dove ogni elemento è chiamato a interagire con il tutto. Ascott afferma che è possibile estendere la percezione e la conoscenza umana attraverso le relazioni tra arte/intuizione e tecnologia/ragione e che la networking tecnologica riesce a rappresentarle e a coltivarle. E' il coniatore della parola [[Technoetica]], o tecnoetica, termine composto da un'unione tra le parole Tecné e noetica: la parola indica quella speculazione che concerne l'impatto della tecnologia sui processi della coscienza. La tecnologia può essere telematica, digitale, genetica, vegetale, moist (letteralmente emulsionata), linguistica.... Un altro concetto utilizzato da Ascott è quello di [[Cibernazione]]. |
Ascott si rifà a diverse teorie e culture cercando di trarne considerazioni nuove e più articolate: prende spunto, ad esempio, dagli scritti di [[cibernetica]], da [[Duchamp Marcel]], dall'[[I Ching]] e da molte altre correnti; sperimenta in prima persona dispositivi telematici che consentano la realizzazione di testi per opera di autori dislocati lungo i nodi della rete e crede molto nel confronto diretto e nell’interscambio tra i vari artisti. Ascott non si identifica con l’artista tradizionale, diventa egli stesso spettatore, cerca di ricavare informazioni, idee e eventi, con il diretto coinvolgimento di più persone, da luoghi e ruoli diversi. | Ascott si rifà a diverse teorie e culture cercando di trarne considerazioni nuove e più articolate: prende spunto, ad esempio, dagli scritti di [[cibernetica]], da [[Duchamp Marcel]], dall'[[I Ching]] e da molte altre correnti; sperimenta in prima persona dispositivi telematici che consentano la realizzazione di testi per opera di autori dislocati lungo i nodi della rete e crede molto nel confronto diretto e nell’interscambio tra i vari artisti. Ascott non si identifica con l’artista tradizionale, diventa egli stesso spettatore, cerca di ricavare informazioni, idee e eventi, con il diretto coinvolgimento di più persone, da luoghi e ruoli diversi. | ||
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Versione attuale delle 12:24, 12 Ott 2016
Roy Ascott direttore e fondatore del programma di ricerca CAiiA-STAR afferma che il collegamento in rete è la metafora della cultura della fine del ventesimo secolo in quanto permette l'interattività, il decentramento e la stratificazione di molteplici idee e fonti.
Biografia:
Roy Ascott è il fondatore e direttore del programma di ricerca CAiiA-STAR, oggi Planetary-Collegium composto da CAiiA, presso la School of Technology, Communication and Electronics at the University of Plymouth England, Z-Node diretto da Jill Scott presso l'Institute for Cultural Studies, University of Applied Arts, (HGKZ) Zürich, Switzerland e il M-Node diretto da Francesco Monico e Antonio Caronia presso la Scuola di Media Design della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, NABA. Alla Biennale di Venezia sono stati presentati i suoi progetti che comprendono: Electra Paris, Ars Electronica Linz, V2 Holland, Triennale di Milano, Biennale do Mercosul, Brazil, e gr2000az a Graz. È stato Preside del San Francisco Art Institute, California, e Professore di Teoria delle Comunicazioni alla Hochschule fuer angewandte Kunst di Wien.
È redattore di Leonardo, Convergence, e Digital Creativity, ed è consulente di centri per i nuovi media in Giappone, Corea, Brasile, Nord America ed Europa.
Sito web:
http://caiia-star.newport.plymouth.ac.uk/PEOPLE/ROY-ASCOTT/index.html
Poetica:
Secondo Ascott il collegamento in rete è la metafora della cultura della fine del ventesimo secolo in quanto permette interattività, decentramento, stratificazione di idee di molteplici fonti. Nella sua portata globale, nella sua complessità di elaborazione di idee, nella sua flessibilità di produzione (immagini/musica/testo e l'articolazione di sistemi, strutture e ambienti cibernetici remoti), nella sua capacità di prevedere una gran varietà di modi di emissione, tutti trattati con tecniche digitali in uno spazio dati universale, è particolarmente adatto ad assumersi la grande sfida dell'arte di fine secolo, che si può vedere come il grande progetto del nostro tempo: rendere visibile l'invisibile, cioè portare ai nostri sensi, rendere disponibile alla nostra mente, nei limiti umani di spazio e di tempo, ciò che altrimenti rimarrebbe fuori dalla nostra portata e dalla nostra percezione. Il ruolo fondamentale della sperimentazione artistica nel campo del digitale é quello di modificare il rapporto dello spettatore con l'opera artistica. L’arte interattiva, infatti, mette colui che guarda, l'utente, al primo posto. L'utente é colui che da inizio a una sorta di trasformazione delle immagini, e colui che é al centro dell'esperienza percettiva di un sistema interattivo. L'arte interattiva modifica anche lo statuto dell'artista che deve essere anche un ricercatore e in un certo senso un filosofo perché il campo dell'arte interattiva é un settore emergente della pratica artistica che, come altre forme d'arte, ancora non ha confini ben stabiliti. Ascott Roy é il primo a mettere in chiaro la questione del postindividualismo cioè la formazione di un’intelligenza connettiva distribuita in un contesto (network) in cui potenziamento e autonomia di ogni singola individualità creativa aveva origine dal livello di cooperazione e di interscambio. Egli ha coniato il termine “paternità distribuita" poiché secondo lui l’arte telematica permette una creazione collaborativa e cooperativa: l’arte viene vista come un processo continuo e integrato dove ogni elemento è chiamato a interagire con il tutto. Ascott afferma che è possibile estendere la percezione e la conoscenza umana attraverso le relazioni tra arte/intuizione e tecnologia/ragione e che la networking tecnologica riesce a rappresentarle e a coltivarle. E' il coniatore della parola Technoetica, o tecnoetica, termine composto da un'unione tra le parole Tecné e noetica: la parola indica quella speculazione che concerne l'impatto della tecnologia sui processi della coscienza. La tecnologia può essere telematica, digitale, genetica, vegetale, moist (letteralmente emulsionata), linguistica.... Un altro concetto utilizzato da Ascott è quello di Cibernazione.
Ascott si rifà a diverse teorie e culture cercando di trarne considerazioni nuove e più articolate: prende spunto, ad esempio, dagli scritti di cibernetica, da Duchamp Marcel, dall'I Ching e da molte altre correnti; sperimenta in prima persona dispositivi telematici che consentano la realizzazione di testi per opera di autori dislocati lungo i nodi della rete e crede molto nel confronto diretto e nell’interscambio tra i vari artisti. Ascott non si identifica con l’artista tradizionale, diventa egli stesso spettatore, cerca di ricavare informazioni, idee e eventi, con il diretto coinvolgimento di più persone, da luoghi e ruoli diversi.
Opere:
- Change Painting (1960)
- Video Roget (1962)
- Transactional Set (1971)
- La Plissure du Texte (1983)
- Z-Node (2004)
Musei:
San Francisco Museum of Modern Art, USA
Bibliografia
- Ascott, R. (ed). 2005. Engineering Nature. 2005.Bristiol UK:Intellect.
- Ascott,R.2003. Telematic Embrace: visionary theories of art, technology and consciousness. (E.Shaken, ed.) Berkeley: University of California Press.
- Ascott, R. 2002. Technoetic Arts (Editor and Korean translation: YI, Won-Kon), (Media & Art Series no. 6, Institute of Media Art, Yonsei University). Yonsei: Yonsei University Press
- Ascott, R. 1998. Art & Telematics: toward the Construction of New Aesthetics. (Japanese trans. E. Fujihara). A. Takada & Y. Yamashita eds. Tokyo: NTT Publishing Co.,Ltd.
- Ascott, R. 1999. Reframing Consciousness. Exeter: Intellect.
- Ascott, R. 2000. Art Technology Consciousness. Exeter: Intellect. 2000
Ascott ha pubblicato oltre 150 articoli e testi accademici in giornali e magazine in tutto il mondo. Una raccolta di questi, curata da Edward A. Shanken, sarà pubblicata dalla University of California Press alla fine di quest'anno.
Tra i suoi articoli ricordiamo anche:
-(2000)"Art & the Edge of the Net". -(1997)"Weaving the Shamantic Web: Art and Techoetics in the Bio-Telematic Domain". -(1996)"Technoetic Aesthetics: 100 Terms and Definitions for the Post-Biological Era". -(1995)"Back to Nature II: Art and Technology in the Twenty-First Century“. -(1995, London: Architectural Design) “The Architecture of Cyberception" in M. Toy, ed., Architects in Cyberspace. -(1994)"The Planetary Collegium: Art and Education in the Post-Biological Era". -(1993)“The Ars Electronica Center Datapool". -(1993)"From Appearance to Apparition: Communication and Culture in the Cybersphere". -(1993)"Telenoia". -(1993)"Heavenly Bodies: Teleconstructing a Zodiac for the Twenty-First Century". -(1992)"Photography at Interface". -(1990)“Beyond Time-Based Art: ESP, PDP, and PU". -(1990)“Is There Love in the Telematics Embrace?". -(1989)“Gesamtdatenwerk: Connectivity, Transformation, and Transcendence". -(1988)"Art and Education in the Telematic Culture". -(1985)"Concerning Nets and Spurs: Meaning, Mind and Telematic Diffusion". -(1984)"Art and Telematics: Towards a Network Consciousness". -(1980)“Towards a Field Theory for Postmodernist Art". -(1978)"Network as Artwork: The Future of Visual Arts Education". -(1977)"Connective Criticism". -(1975)“Table". -(1970)"The Psibernetic Arch". -(1967)“Behaviourables and Futuribles". -(1966-67)“Behaviourist Art and the Cybernetic Vision". -(1966)“Statement from Control". -(1964)“The construction of change".
Webliografia:
http://www.cooper.edu/art/techno/essays/ascott.html
http://www.ntticc.or.jp/pub/ic_mag/ic015/ascott/ascott_e.html
http://www.uoc.edu/caiia-star-2001/esp/articles/ascott1101/ascott1101.html
http://aleph-arts.org/pens/ascott.html
http://www-mitpress.mit.edu/LEA/home.html
http://www.t0.or.at/~radrian/artex/plissure/plissartx2.html
http://www.telematic.walkerart.org/overview/overview_ascott.html
http://www.swr.de/swr2/audiohyperspace/engl_version/interview/ascott.html
http://www.retortmag.com/mindcandy/essay03.htm
http://www.heise.de/tp/deutsch/special/mud/6139/1.html
http://homestudio.thing.net/revue/content/ascott.htm
http://www.terra.com.br/bienaldomercosul/ciberporto/artistas/royascott.htm
http://www.btgjapan.org/links/001.html
http://www.unb.br/vis/lvpa/Xamantic_Journey/roy1.html
http://www.phil.uni-sb.de/projekte/HBKS/TightRope/issue.1/texte/royascott_eng.html