Virus: differenze tra le versioni
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Un virus informatico è un programma, cioè una serie di istruzioni scritte da un programmatore ed eseguibili da un computer, che ha le seguenti caratteristiche: è stato scritto per "inglobarsi" e cioè confondersi alle istruzioni di altri programmi modificandoli; chi l'ha scritto ha previsto la possibilità che il virus sia in grado di replicarsi, ovvero di copiare le istruzioni che lo compongono in altri programmi; dopo un tempo prestabilito, necessario per effettuare la "replicazione", il virus comincia a compiere l'azione per cui è stato scritto, che può consistere, per esempio, nel distruggere dati e/o programmi presenti su di un supporto magnetico o, semplicemente, nel far comparire a video un messaggio. | Un virus informatico è un programma, cioè una serie di istruzioni scritte da un programmatore ed eseguibili da un computer, che ha le seguenti caratteristiche: è stato scritto per "inglobarsi" e cioè confondersi alle istruzioni di altri programmi modificandoli; chi l'ha scritto ha previsto la possibilità che il virus sia in grado di replicarsi, ovvero di copiare le istruzioni che lo compongono in altri programmi; dopo un tempo prestabilito, necessario per effettuare la "replicazione", il virus comincia a compiere l'azione per cui è stato scritto, che può consistere, per esempio, nel distruggere dati e/o programmi presenti su di un supporto magnetico o, semplicemente, nel far comparire a video un messaggio. | ||
Da ciò si deduce che: i virus non sono capaci di un comportamento autonomo: tutto ciò che sono in grado di fare è stato puntualmente previsto - come per qualsiasi programma di computer - dai programmatori che li hanno ideati e scritti; i virus sono facilmente identificabili ed eliminabili da programmi - detti anche "antivirus" - scritti appositamente; questi ricercano negli altri programmi presenti sul computer la sequenza di istruzioni che caratterizza il virus; ciò è però possibile solo se i virus sono noti, e cioè se è nota, almeno in parte, la sequenza di istruzioni con cui sono stati scritti: tale sequenza è diversa per ogni virus; i virus, come tutti i programmi, non possono funzionare, e quindi portare a termine il compito loro assegnato, se non nel sistema per cui sono stati scritti; quindi un virus scritto per computer che usano il sistema operativo [[MS/DOS]], non potrà "funzionare" su computer Macintosh che usano un diverso sistema operativo, e vice versa; i virus informatici ("virus" in latino significa veleno) hanno copiato il loro nome dal campo medico - biologico, per una vaga somiglianza con alcune caratteristiche dei virus nella microbiologia: come questi ultimi, per riprodursi, devono penetrare in una cellula ospite ed assumere il controllo dei suoi processi metabolici, così i virus informatici devono penetrare nel programma ospite modificandolo, sia per riprodursi sia, in seguito, per danneggiare dati e/o programmi presenti su supporti registrabili; come nella biologia i virus sono organismi relativamente semplici e molto piccoli, rispetto all'organismo che invadono, così anche i virus informatici sono dei programmi costituiti da poche centinaia di istruzioni, al massimo un migliaio; ciò consente loro di portare a termine il compito per cui sono stati scritti senza, in genere, far notare la loro presenza all'utente del computer. | Da ciò si deduce che: i virus non sono capaci di un comportamento autonomo: tutto ciò che sono in grado di fare è stato puntualmente previsto - come per qualsiasi programma di computer - dai programmatori che li hanno ideati e scritti; i virus sono facilmente identificabili ed eliminabili da programmi - detti anche "antivirus" - scritti appositamente; questi ricercano negli altri programmi presenti sul computer la sequenza di istruzioni che caratterizza il virus; ciò è però possibile solo se i virus sono noti, e cioè se è nota, almeno in parte, la sequenza di istruzioni con cui sono stati scritti: tale sequenza è diversa per ogni virus; i virus, come tutti i programmi, non possono funzionare, e quindi portare a termine il compito loro assegnato, se non nel sistema per cui sono stati scritti; quindi un virus scritto per computer che usano il sistema operativo [[MS/DOS]], non potrà "funzionare" su computer Macintosh che usano un diverso sistema operativo, e vice versa; i virus informatici ("virus" in latino significa veleno) hanno copiato il loro nome dal campo medico - biologico, per una vaga somiglianza con alcune caratteristiche dei virus nella microbiologia: come questi ultimi, per riprodursi, devono penetrare in una cellula ospite ed assumere il controllo dei suoi processi metabolici, così i virus informatici devono penetrare nel programma ospite modificandolo, sia per riprodursi sia, in seguito, per danneggiare dati e/o programmi presenti su supporti registrabili; come nella biologia i virus sono organismi relativamente semplici e molto piccoli, rispetto all'organismo che invadono, così anche i virus informatici sono dei programmi costituiti da poche centinaia di istruzioni, al massimo un migliaio; ciò consente loro di portare a termine il compito per cui sono stati scritti senza, in genere, far notare la loro presenza all'utente del computer. | ||
− | Cinque sono le strategie per diffondere i virus, cosi dette “jamming | + | Cinque sono le strategie per diffondere i virus, cosi dette “jamming strategies‿: |
Trojan Horse Strategy. Il virus viene inserito attraverso un Cavallo di Troia. | Trojan Horse Strategy. Il virus viene inserito attraverso un Cavallo di Troia. | ||
Forced Quarantine Strategy. L’annuncio di una potenziale infezione impegna l’avversario nella sua difesa impegnandone in tal modo le risorse. | Forced Quarantine Strategy. L’annuncio di una potenziale infezione impegna l’avversario nella sua difesa impegnandone in tal modo le risorse. | ||
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Il primo virus fu sviluppato nel novembre del 1983, con fini dimostrativi, nell'ambito di una ricerca finanziata da una delle principali società costruttrici di computer ed inserita in un più generale progetto di studio della sicurezza dei sistemi informativi. L'obiettivo della ricerca era di dimostrare come le possibilità di un attacco al patrimonio informativo di un'azienda non fossero limitate a quelle tradizionalmente prese in esame negli studi sulla sicurezza fino ad allora svolti; tali studi avevano incentrato la loro attenzione sull'attacco fisico (p.es. atti terroristici), sulla conoscenza illegittima di password e su modifiche ai programmi effettuate da personale interno alle aziende. | Il primo virus fu sviluppato nel novembre del 1983, con fini dimostrativi, nell'ambito di una ricerca finanziata da una delle principali società costruttrici di computer ed inserita in un più generale progetto di studio della sicurezza dei sistemi informativi. L'obiettivo della ricerca era di dimostrare come le possibilità di un attacco al patrimonio informativo di un'azienda non fossero limitate a quelle tradizionalmente prese in esame negli studi sulla sicurezza fino ad allora svolti; tali studi avevano incentrato la loro attenzione sull'attacco fisico (p.es. atti terroristici), sulla conoscenza illegittima di password e su modifiche ai programmi effettuate da personale interno alle aziende. | ||
L'esperimento, che riuscì perfettamente, dimostrò che predisponendo opportunamente il programma aggressore era possibile attaccare qualsiasi sistema: il virus sperimentale, sviluppato in sole otto ore da un esperto, impiegava meno di mezzo secondo per replicarsi "copiandosi" in un altro programma, che diventava, a sua volta, "portatore" del virus. | L'esperimento, che riuscì perfettamente, dimostrò che predisponendo opportunamente il programma aggressore era possibile attaccare qualsiasi sistema: il virus sperimentale, sviluppato in sole otto ore da un esperto, impiegava meno di mezzo secondo per replicarsi "copiandosi" in un altro programma, che diventava, a sua volta, "portatore" del virus. | ||
+ | Intorno al 1986 viene datata la prima seria epidemia di virus. | ||
Il primo virus sviluppato in Italia, che ebbe una notevole diffusione in tutto il mondo, fu il cosiddetto virus della pallina - denominato «ping-pong» - che si limitava a far comparire sul video del computer una "faccina sorridente" che si spostava su tutto lo schermo; è quasi certo che tale virus sia stato realizzato per fini di ricerca, nel 1987, da alcuni studenti del politecnico. | Il primo virus sviluppato in Italia, che ebbe una notevole diffusione in tutto il mondo, fu il cosiddetto virus della pallina - denominato «ping-pong» - che si limitava a far comparire sul video del computer una "faccina sorridente" che si spostava su tutto lo schermo; è quasi certo che tale virus sia stato realizzato per fini di ricerca, nel 1987, da alcuni studenti del politecnico. | ||
Nel 1988 Lo studente [[Morris Robert Tappan|R. T. Morris Jr.]] della Cornell University realizza un virus Worm che in poche ore manda in tilt internet, colpisce circa 6000 dei 60000 calcolatori connessi alla rete | Nel 1988 Lo studente [[Morris Robert Tappan|R. T. Morris Jr.]] della Cornell University realizza un virus Worm che in poche ore manda in tilt internet, colpisce circa 6000 dei 60000 calcolatori connessi alla rete | ||
− | == | + | ==Poetica:== |
Il virus è stato scritto per "inglobarsi", confondersi alle istruzioni di altri programmi modificandoli; il virus è in grado di replicarsi, ovvero di copiare le istruzioni che lo compongono in altri programmi; dopo essersi replicato il virus comincia a compiere l'azione per cui è stato scritto, che può consistere, per esempio, nel distruggere dati e/o programmi presenti su di un supporto magnetico o, semplicemente, nel far comparire a video un messaggio (per questo motivo può essere considerato anche opera d’arte elettronica). | Il virus è stato scritto per "inglobarsi", confondersi alle istruzioni di altri programmi modificandoli; il virus è in grado di replicarsi, ovvero di copiare le istruzioni che lo compongono in altri programmi; dopo essersi replicato il virus comincia a compiere l'azione per cui è stato scritto, che può consistere, per esempio, nel distruggere dati e/o programmi presenti su di un supporto magnetico o, semplicemente, nel far comparire a video un messaggio (per questo motivo può essere considerato anche opera d’arte elettronica). | ||
− | == | + | ==Bibliografia:== |
− | “The Art of Computer | + | “The Art of Computer Virus‿ di Francesco Caccavella, Addison Wesley editore. |
− | “L’acchiappa | + | “L’acchiappa virus‿ di Paolo Ativissimo, Apogeo edizioni. |
− | + | “Hacktivism‿ la libertà nelle maglie della rete, di Tommaso Tozzi e Arturo di Corinto, 2002, Manifesto Edizioni. | |
− | == | + | ==Webliografia:== |
− | http://www.pcalmeglio.com/risolvi/risolvi0f_1.htm | + | * [http://www.pcalmeglio.com/risolvi/risolvi0f_1.htm www.pcalmeglio.com] |
− | http://www.marcomorocutti.it/virus.htm | + | * [http://www.marcomorocutti.it/virus.htm www.marcomorocutti.it] |
− | http://www.wolfotakar.com/wolfVirus.htm | + | * [http://www.wolfotakar.com/wolfVirus.htm www.wolfotakar.com] |
− | http://www.attivissimo.net/antibufala/index.htm | + | * [http://www.attivissimo.net/antibufala/index.htm www.attivissimo.net] |
− | http://it.wikipedia.org/wiki/Virus_%28informatica%29 | + | * [http://it.wikipedia.org/wiki/Virus_%28informatica%29 it.wikipedia.org] |
− | http://www.attentialvirus.com/ | + | * [http://www.attentialvirus.com/ www.attentialvirus.com] |
− | http://www.bio.unipd.it/network/virus.html | + | * [http://www.bio.unipd.it/network/virus.html www.bio.unipd.it] |
− | http://www.japigia.com/docs/index.shtml?A=virus_1 | + | * [http://www.japigia.com/docs/index.shtml?A=virus_1 www.japigia.com] |
− | http://www.lastknight.com/Corso-Virus-informatici-e-Tecniche-di-prevenzione.aspx | + | * [http://www.lastknight.com/Corso-Virus-informatici-e-Tecniche-di-prevenzione.aspx www.lastknight.com] |
[[categoria:1983 d.c.]] | [[categoria:1983 d.c.]] | ||
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Versione attuale delle 08:39, 2 Lug 2011
Personaggio o gruppo:
Virus
Biografia:
Un virus informatico è un programma, cioè una serie di istruzioni scritte da un programmatore ed eseguibili da un computer, che ha le seguenti caratteristiche: è stato scritto per "inglobarsi" e cioè confondersi alle istruzioni di altri programmi modificandoli; chi l'ha scritto ha previsto la possibilità che il virus sia in grado di replicarsi, ovvero di copiare le istruzioni che lo compongono in altri programmi; dopo un tempo prestabilito, necessario per effettuare la "replicazione", il virus comincia a compiere l'azione per cui è stato scritto, che può consistere, per esempio, nel distruggere dati e/o programmi presenti su di un supporto magnetico o, semplicemente, nel far comparire a video un messaggio. Da ciò si deduce che: i virus non sono capaci di un comportamento autonomo: tutto ciò che sono in grado di fare è stato puntualmente previsto - come per qualsiasi programma di computer - dai programmatori che li hanno ideati e scritti; i virus sono facilmente identificabili ed eliminabili da programmi - detti anche "antivirus" - scritti appositamente; questi ricercano negli altri programmi presenti sul computer la sequenza di istruzioni che caratterizza il virus; ciò è però possibile solo se i virus sono noti, e cioè se è nota, almeno in parte, la sequenza di istruzioni con cui sono stati scritti: tale sequenza è diversa per ogni virus; i virus, come tutti i programmi, non possono funzionare, e quindi portare a termine il compito loro assegnato, se non nel sistema per cui sono stati scritti; quindi un virus scritto per computer che usano il sistema operativo MS/DOS, non potrà "funzionare" su computer Macintosh che usano un diverso sistema operativo, e vice versa; i virus informatici ("virus" in latino significa veleno) hanno copiato il loro nome dal campo medico - biologico, per una vaga somiglianza con alcune caratteristiche dei virus nella microbiologia: come questi ultimi, per riprodursi, devono penetrare in una cellula ospite ed assumere il controllo dei suoi processi metabolici, così i virus informatici devono penetrare nel programma ospite modificandolo, sia per riprodursi sia, in seguito, per danneggiare dati e/o programmi presenti su supporti registrabili; come nella biologia i virus sono organismi relativamente semplici e molto piccoli, rispetto all'organismo che invadono, così anche i virus informatici sono dei programmi costituiti da poche centinaia di istruzioni, al massimo un migliaio; ciò consente loro di portare a termine il compito per cui sono stati scritti senza, in genere, far notare la loro presenza all'utente del computer. Cinque sono le strategie per diffondere i virus, cosi dette “jamming strategies‿: Trojan Horse Strategy. Il virus viene inserito attraverso un Cavallo di Troia. Forced Quarantine Strategy. L’annuncio di una potenziale infezione impegna l’avversario nella sua difesa impegnandone in tal modo le risorse. Overload Strategy. Duplicazione all’infinito del virus con l’obbiettivo di rallentare il sistema avversario. Probe Strategy. Utilizzata per scippare informazioni dai computer dell’avversario. Assassin Strategy. Distruzione di file dal computer dell’avversario. Il primo virus fu sviluppato nel novembre del 1983, con fini dimostrativi, nell'ambito di una ricerca finanziata da una delle principali società costruttrici di computer ed inserita in un più generale progetto di studio della sicurezza dei sistemi informativi. L'obiettivo della ricerca era di dimostrare come le possibilità di un attacco al patrimonio informativo di un'azienda non fossero limitate a quelle tradizionalmente prese in esame negli studi sulla sicurezza fino ad allora svolti; tali studi avevano incentrato la loro attenzione sull'attacco fisico (p.es. atti terroristici), sulla conoscenza illegittima di password e su modifiche ai programmi effettuate da personale interno alle aziende. L'esperimento, che riuscì perfettamente, dimostrò che predisponendo opportunamente il programma aggressore era possibile attaccare qualsiasi sistema: il virus sperimentale, sviluppato in sole otto ore da un esperto, impiegava meno di mezzo secondo per replicarsi "copiandosi" in un altro programma, che diventava, a sua volta, "portatore" del virus. Intorno al 1986 viene datata la prima seria epidemia di virus. Il primo virus sviluppato in Italia, che ebbe una notevole diffusione in tutto il mondo, fu il cosiddetto virus della pallina - denominato «ping-pong» - che si limitava a far comparire sul video del computer una "faccina sorridente" che si spostava su tutto lo schermo; è quasi certo che tale virus sia stato realizzato per fini di ricerca, nel 1987, da alcuni studenti del politecnico. Nel 1988 Lo studente R. T. Morris Jr. della Cornell University realizza un virus Worm che in poche ore manda in tilt internet, colpisce circa 6000 dei 60000 calcolatori connessi alla rete
Poetica:
Il virus è stato scritto per "inglobarsi", confondersi alle istruzioni di altri programmi modificandoli; il virus è in grado di replicarsi, ovvero di copiare le istruzioni che lo compongono in altri programmi; dopo essersi replicato il virus comincia a compiere l'azione per cui è stato scritto, che può consistere, per esempio, nel distruggere dati e/o programmi presenti su di un supporto magnetico o, semplicemente, nel far comparire a video un messaggio (per questo motivo può essere considerato anche opera d’arte elettronica).
Bibliografia:
“The Art of Computer Virus‿ di Francesco Caccavella, Addison Wesley editore.
“L’acchiappa virus‿ di Paolo Ativissimo, Apogeo edizioni.
“Hacktivism‿ la libertà nelle maglie della rete, di Tommaso Tozzi e Arturo di Corinto, 2002, Manifesto Edizioni.